«Una mela, Sherlock? Non sono mica il tuo maestro!»
Sherlock abbassó lo sguardo sul frutto rosso e lucido che teneva fra le mani, incliando leggermente la testa, come se guardarlo da un' altra prospettiva lo avesse trasformato in qualcos' altro, e aprì la bocca per dire qualcosa, lasciando il suo bellissimo labbro inferiore sporto, ma non uscì niente.
Avrebbe voluto dirgli si, una mela, John, perchè è questo che siamo noi, due metá di una stessa cosa, le parti complementari di qualcosa che una volta era un' unica entitá e che poi è stato diviso, da un Dio invidioso e superbo, ma ricongiunto, da un destino favorevole e benvevolo.