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Autore: immy    26/07/2012    9 recensioni
Damon Salvatore... beh è sempre il solito Damon solo che è umano e che una delle sue tante ex gli gioca un brutto tiro, con lo scopo di fargliel pagare per averla lasciata dopo neanche una settimana che si frequentavano.
Il raiting per ora è giallo, ma probabilmente più avanti potrei modificarlo.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Meredith Sulez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Damon Salvatore





Damon Salvatore. Un uomo. Una leggenda.
Era il direttore di una rivista per soli uomini, chiamada “Don”, ovviamente. Andava molto fiero del proprio lavoro e lo faceva piuttosto bene, ciò gli garantiva una vita abbastanza agiata e grazie a questa frequentava i locali più chic del paese e le ragazze più belle.
Con queste ultime non doveva impegnarsi più di tanto per entrare nel letto di qualcuna, anzi, addirittura glielo proponevano loro.
Era un Casanova.
Un bel ragazzo completamente consapevole del proprio fascino, insomma un pericolo per tutto il genere femminile.
Quel giorno si stava giusto svegliando vicino ad una ragazza. Tonia, gli sembrava che si chiamasse. Era, tutto sommato una bella ragazza: fisico da modella, occhi verde smeraldo e capelli lunghi e mossi di colore castano chiaro.
Erano almeno quattro giorni che si vedevano, ma faceva ancora fatica a ricordarne il nome. Cominciò ad alzarsi pian piano dal letto come aveva ormai imparato a fare, senza fare il minimo rumore. Era abbituato a sgattaiolare via dai letti delle ragazze, non lasciando la minima traccia di sé.
La stanza di Tonia era abbastaznza anonima, tutto bianco, dalle lenzuola al pavimento, sembrava di stare in una stanza d'ospedale e in quel momento era completamente sottosopra, i vestiti di entrambi erano sparsi per tutta la stanza e anche delle foto scattate con una polaroid il giorno prima, si erano proprio divertiti, si ritrovò a pensare Damon gurdando una foto di loro due sorridenti che guardavano verso l'obbiettivo, con una bottiglia di Bourbon in mano.
Quel giorno però aveva deciso di farla finita. La ragazza cominicava a farsi strane idea sul tipo di rapporto che condividevano. Per lui era esclusivamente del sano e buon sesso, lei invece aveva cominciato e metterci di mezzo i sentimenti.
Si mise i pantaloni e appena cominciò a mettersi la camicia, lo stupido cane di Tonia cominciò ad abbaiare, minacciando di svegliarla.
Non per niente aveva sempre odiato i Chihuahua.
<< Vieni qui, cagnolino... >> cominciò a dire avvicinandosi piano, con l'intento di tranquillizzare il cane, ma ottenendo il risultato di spaventarlo e in effetti Damon era piuttosto inquietante con quella faccia: gli occhi praticamente fuori dalle orbie e un sorriso malefico stampato in viso.
Mentre il cane spaventato cominciava ad emettere dei ringhi prolungati, Damon riuscì ad intrappotarlo in un angolo e a usare la camicia come rete, infatti lo prese, e usando sempre la camicia questa volta come sacco, lo buttò nell'armadio della ragazza, che ancora dormiva profondamente.
Liberatosi del cane, prese il resto della sua roba e a petto nudo uscì di casa.
Una volta fuori dall'appartamento di Tonia, andò verso la sua macchina, aprì il bagagliaio e poi la valigia al suo interno, scelse una nuova camicia e incominciò a mettersela. Damon era sempre preparato a quel genere di inconvenienti, infatti la valigia in macchina serviva proprio per quello.
Una volta resosi presentabile salì sulla sua Ferrari e cominciò a dirigersi verso il suo lavoro.
Arrivato davanti al grattacielo che ospitava la redazione gli squillò il telefono, guardò sul display: Tanya.
Ecco come si chiamava!
Nonostante ciò riagganciò e andò a lavorare.
<< Ragazzo, domani ricordati la riunione con i Giapponesi, dovrai esserci e convincerli ad investire nella rivista. >> gli disse il signor Cooper, il suo maggiore azionista.
<< Certo Cooper, lo so domani ci sarò. Sono il primo ad avere interessi in questa espansione, la rivista è mia ricordi? >>
Quell'uomo non sapeva satare al suo posto e qualcuno doveva pur ricordargli il suo ruolo: lui doveva solo sganciare i soldi, a tutto il resto ci pensava Damon.
<< Va bene, ragazzo lascio tutto a te. >> disse il vecchio dopodiché se ne andò.
Anche Damon decise di tornare al lavoro, infatti,  cominciò ad avviarsi e non senza adulare o toccare “accidentalmente”  il sedere delle sue collaboratrici prima di entrare nel suo ufficio.
<< Damon, amico, che fine avevi fatto? >> gli domandò Alaric mentre entrava nel suo ufficio. Alaric era il suo migliore amico, nonché braccio destro al lavoro e compagno perfetto quando andava a “caccia” di donne.
Il ragazzo era arrapato almeno quanto lui, ci avevano provato con tutte e ormai tutte le colleghe erano passate per il loro letto quindi ora se la facevano solo con le modelle.
<< Ero con Tonia. >> rispose lui accendendo il suo portatile.
<< Dam... sai che giorno è oggi? >> domandò Alaric, con uno sguardo malizioso.
<< Che giorno è oggi? >> domandò svogliatamente Damon cominciando a leggere gli articoli che sarebbero dovuti uscire il mese successivo.
<< Andiamo amico, non dirmi che non te lo ricordi? >> gli chiese l'amico quasi dispiaciuto.
<< Ah buon compleanno Rick, scusa l'ho dimenticato. >> replicò Damon, convinto che l'amico compiesse gli anni proprio quel giorno.
<< Non è il mio compleanno , idiota. Dai pensaci... >>
<< Arriva al punto Rick, ho da fare. >> gli intimò Damon spazientito, aveva tantissimi articoli da leggere e prima cominciava, prima avrebbe finito.
<< Oggi inizia la settimana della moda e naturalmente anche Don partecipa ricordi? >> domandò Alaric persuasivo, sperando che Damon capisse a cosa alludeva.
<< Centinaia di modelle mezze nude in giro per la redazione a farsi fotografare... >> continuò a dire Alaric, come se stesse parlando ad un bambino quando notò che il moro continuava a guardarlo confuso.
<< Le Culimpiadi. >> disse Damon, travolto finalmente dalla consapevolezza.
<< Come diavolo ho fatto a dimenticarmene... >> disse ancora Damon, come se si sentisse in colpa.
<< Già... senti tu finisci di lavorare io intanto ne abbordo qualcuna per noi. >> gli propose Alaric, notando che era travolto dal lavoro.
<< Perfetto, grazie Rick a dopo. >> gli disse Damon grato, dopodiché tornò al lavoro.


A due isolati di distanza dalla redazione di “Don" c'era un ufficio legale, che apparteneva alla dottoressa Bonnie McCullough, un'avvocato penalista dedita al suo lavoro e da sempre innamorata del migliore amico, Damon Salvatore, che le aveva appena mandato un messaggio:
Ciao piccola, Avrei bisogno di un enorme favore, ho appena finito la mia scorta di preservativi, mi compreresti un pacchetto e poi me lo porti in ufficio?
Oggi ci sono le Culimpiadi, lo sai, non posso perdermele solo perché ho paura che qualcuna delle ragazze mi incastri.
Ti aspetto in ufficio.
D.

Questo diceva il messaggio.
Che fece infuriare e non poco Bonnie che cominciò a sistemare le sue pratiche, l'unico problema era che quando si arrabbiava cominciava a sbattere qualunque cosa avesse in mano, quindi quelle pratiche se non fossero state salvate dalla comparsa di Meredith, probabilmente sarebbero finite a pezzi.
<< Che ha combinato questa volta? >> domandò direttamente, quella donna aveva la capacità di capirla al volo o forse era solo lei che era troppo prevedibile.
<< Mi ha mandato un messaggio... >> rispose Bonnie inviperita. Come poteva essere così insensibile addirittura con la sua migliore amica? Insomma era anche lei una donna, ma probabilmente lui non la considerava tale, se la trattava esattamente come trattava Alaric.
<< E c'era scritto... >> le domandò Meredith invitandola a continuare.
<< Mi ha chiesto di andargli a comprare dei preservativi. >> le confessò finalmente la rossa, mentre si lasciava cadere sulla sedia, stremata dalla sofferenza che le arrecava ogni giorno Damon.
<< Figlio di... >> cominciò a dire Meredith, per poi interrompersi, per rispetto nei confronti dell'amica.
<< Non, no continua pure.. >> la invitò Bonnie, facendola ridere.
<< Che hai intenzione di fare? >> le domandò Meredith, cercando di capire il suo stato d'animo.
<< Gli prendo i preservativi, glieli porto e gliene dico quattro. Non può trattarmi così! >> disse Bonnie animatamente.
<< Vai, Bonnie.>> la incoraggio l'amica contenta della sua presa di posizione.
Così Bonnie, andò in farmacia, prese i profilattici e si diresse verso la redazione.
Una volta davanti all'ufficio di Damon entrò senza bussare.
Non l'avesse mai fatto!
Il ragazzo era avvinghiato sulla sua scrivania ad una bionda ossigenata e si davano da fare.
<< Oh mio dio. >> sussurrò Bonnie, sconvolta da quella visione e uscì dall'ufficio sbattendo la porta, tanto bastò a Damon per capire chi fosse entrato e così si lanciò al suo inseguimento.
<< Bonnie... fermati, per favore. >> la pregò urlando, ma lei fece finta di non sentire e tirò dritto.
<< Bonnie, Uccellino, fermati! >> la pregò ancora, e questa volta la ragazza si fermò girandosi a guardarlo.
Ah... se lo sguardo potesse uccidere Damon sarebbe stato già, non tre, ma venti metri sotto terra.
<< Non. Chiamarmi. Più. Uccellino. Sono stata chiara? Io non sono l'Uccellino di nessuno, tanto meno il tuo. >> sibilò la rossa mentre puntandogli l'indice contro si avvicinava minacciosa. Per un momento Damon ebbe seriamente paura dell'amica.
<< D'accordo, va bene.... ora mi dici perché ce l'hai con me? >> le domandò poi innocentemente Damon, facendola arrabbiare di più.
<< Perché ce l'ho con te? E me lo chiedi? Damon non puoi chiedere ad una donna di comprarti dei preservativi, come se fosse il tuo fattorino, per poi farti vedere mentre fai sesso con un'altra! >> gli urlò contro fuori di sé per la rabbia.
<< Ma tu sei la mia migliore amica. Non sei una... >> cominciò a dire il moro per poi interrompersi rendondosi contro di ciò che stava per dire.
<< … una donna. Non sono una donna. >> disse Bonnie finendo per lui la frase, mentre cominciava ad indietreggiare, ferita dalle parole dell'amico.
<< E cosa sarei? Un travestito? Sai una cosa? Vorrei tanto che tu un giorno potessi vedere come tratti le donne e provassi anche come si sentono.... >> gli confessò con le lacrime agli occhi, per poi andarsene definitivamente. Lasciandolo, per strada, in colpa per ciò che le aveva detto.
In quel momento gli squillò il telefono e lui rispose senza guardare da chi poveniva la chiamata.
<< Pronto? >>
<< Damon, amore, sono Tanya. Stamattina se sgattaiolato via. Non ti ho sentito... >>
Oddio è lei! si disse Damon, pentito di aver risposto al cellulare.
<< Eh sì, avevo del lavoro da sbrigare. >>
<< A che ora finisci? Magari pranziamo insieme... >>  insistette lei.
<< Sai cosa? Non ci riesco proprio ad uscire dal lavoro oggi, più tardi ho anche un meeting. >> disse Damon inventando una bugia sul momento.
<< Ma io voglio vederti... già mi manchi... >> disse lei teneramente.
<< Sì, certo... >> rispose lui, per nulla toccato dalle sue parole, per poi riattaccarle il telefono in faccia.


Bonnie dopo essersi allontanata Damon, scoppiò a piangere e così arrivò nel suo studio legale, dove trovò Meredith, che la aspettava con un pacchetto di fazzoletti e una scatola di gelato.
Meredith, non le domandò nulla, non le chiese assolutamente niente. Il perché piangesse.... cosa era successo da Damon...
Nulla.
Le bastava sapere che era stato il “bastardo”, come lo chiamava a lei, a ridurla in quello stato, e Bonnie le fu immensamente grata per la comprensione.
<< Bonnie, non puoi continuare ad autocommiserarti per lui. >> le disse improvvisamente Meredith, cercando di tirarla su.
<< E cosa dovrei fare? L'uomo che amo non mi considera neanche una donna. >> le rispose Bonnie scoppiando a piangere ancora di più.
<< E tu dimostragli che sei una donna e non la bambina che lui crede! >>
<< Come? >> le domandò la rossa improvvisamente interessata.
<< Beh innanzitutto trovati un ragazzo... mai sentito della teoria “chiodo scaccia chiodo” >> le domandò Meredith con sguardo malizioso.
<< Ma... >> cercò di protestare la rossa.
<<  Niente “ma”! Ora vai a casa, ti prepari e poi andiamo per locali. Ti ubriachi per una buona volta e torni a casa a dormire. Ci stai? >> le disse Meredith, non ammettendo repliche.
<< va bene... >> rispose con una sorriso, Bonnie, che cominciava ad essere allettata dall'idea.
In men che non si dica Bonnie e Meredith uscirono dallo studio della rossa andarono nella casa che Bonnie condivideva con Damon. Era abbastanza grande e moderna, la sua caratteristica più bella era la luce, era molto luminosa.  
Si agghindarono entrambe: Meredith indossò un abito rosso con le spalline abbastanza larghe, che le faceva un fisico mozzafiato e Bonnie indossò un miniabito corto, maxishirt nero, che lasciava la schiena nuda.
Per una volta voleva osare.
Poi ci abbinò una pochette e delle decolté dello stesso colore del vestito e queste ultime, molto alte, le slanciarono ulteriormente la figura. Non sembrava più la piccola Bonnie, ma un'affascinante e sexy avvocato in carriera.
Dopo essersi preparate uscirono.



Due ore dopo Damon era ad una festa, in pieno giorno, messa su da Alaric per abbordare le modelle. Aveva completamente dimenticato la conversazione con Bonnie, ma si era ripromesso che avrebbe chiarito con lei quella stessa sera a casa.
Ci stava giusto provando con una bionda di nome Elena quando Rick gli fece notare che era entrata un'altra ragazza che, purtroppo, lui conosceva bene.
<< Non. Ci posso. Credere. >> disse Damon sillabando ogni parola per rendere meglio l'idea.
<< Finito il meeting? >> gli domandò la ragazza.
<< Senti Tonia... >> cominciò a dire Damon, ma venne interrotto dalla ragazza.
<< Tanya! >> lo corresse arrabbiata.
<< E io che ho detto? >> domandò a sua volta confuso facendo scoppiare a ridere Rick.
<< Ascoltami... questi tre giorni... >> cominciò a dire, ma venne nuovamente interrotto dalla ragazza che lo correggeva sempre più inviperita.
<< Quattro... quattro giorni! >>
<< Sì, giorno più... giorno meno. >> disse Damon assolutamente disinteressato per poi continuare con il suo discorso.
<< Dicevo.... in questi quattro giorni ci siamo divertiti parecchio e devo dire che lo rifarei volentieri. Solo che adesso tu ti stai cominciando a fare un idea sbagliata sul tipo di rapporto che ci legava. È stato solo del buon sesso, nient'altro. Credevo l'avessi capito. >> disse il moro senza preoccuparsi minimanete di usare un po' di tatto.
<< Mi stai scaricando? >> domandò conferma la ragazza infuriata.
<< Senti ce la siamo spassata per quattro giorni, capisci? Quattro! È già una specie di record, non rovinare le cose proprio adesso. Ho delle modelle da conquistare, quindi se non ti dispiace... >> le disse nuovamente Damon indicandole la porta.
<< Tu non hai idea di contro chi ti stai mettendo. >> lo minacciò la ragazza guardandolo dritto negli occhi.
<< Sì certo. Ora fuori dai piedi. >> le disse Damon in malo modo tornando da Alaric che lo guardava divertito.
<< Un'altro cuore infranto? >>
<< Dov'è la mia modella? >> s'informò Damon, che non voleva parlare della psicopatica che era da poco uscita dal locale.
Doveva scelgliersele meglio le ragazze.
Rick si limitò a puntare l'indice a ore sei, mentre ridacchiava.
Quando Damon si girò vide la bionda in questione che chiacchierava con Stefan, suo fratello, guardandolo famelica, a dir poco.
<< Non è proprio giornata oggi... >> disse Damon dirigendosi verso l'uscita del locale.
<< Ci facciamo una bevuta a casa mia? >> gli domandò Rick, che lo aveva seguito.
<< Andiamo... >>


Era circa mezzannotte e Bonnie era da poco tornata a casa. Lei e Meredith avevano avuto l'unica intelligente idea di tornare a casa, prima di combinare qualcosa, in effetti erano entrambe alticce.
Nell'appartamento non c'era traccia di Damon.
<< Sarà con l'ossigenata... >> si disse Bonnie ad alta voce.
Continuando a pensare a Damon con una o con un'altra finta bionda pensò di vendicarsi svuotandogli le sue adorate bottiglie di pregiati alcolici. Così si diresse verso la vetrina, in salotto, con gli alcolici del ragazzo.
<< Vediamo... Bourbon... Whisky... Scotch... >> cominciò ad elencare, dopodiché essendo un impedita e quindi non sapendo distinguere tra una birra e dello Champagne decise di prenderne una a caso e cominciare a tracannarla.
Quando bevve tre quarti della bottiglia Damon tornò a casa.
<< È buono quel liquore? >> le domandò Damon sarcasticamente vedendola seduta per terra con il mento appoggiato sul bracciolo del divano e l'immancabile bottiglia in mano.
<< Oh sì... >> rispose lei che dopo essere stata vittima di un improvviso attacco di ridarella bevve gli ultimi sorsi che rimanevano per finire la bottiglia.
<< Sai che sei uno stronzo? Te l'hanno mai detto? Stronzo! >> disse Bonnie di nuovo ridacchiando euforica.
<< Ok, forse adesso è meglio che vai a letto. Che ne dici? >> le disse Damon tirandola su e poi accompagnandola verso le scale, in direzione della sua camera da letto.
<< Stronzo! >> ripeté nuovamente Bonnie ridendo.
<< Che bello dirtelo in faccia... sai, te l'ho detto alle spalle per anni... >> gli confessò Bonnie scoppiando nuovamente a ridere.
<< Sì, sono uno stronzo, ma ora cammina... >> le disse Damon assecondandola mentre la aiutava a salire i primi scalini.
<< Ce la faccio da sola! >> esclamò Bonnie scocciata.
<< Ok. >> disse Damon, cauto, mentre la lasciava andare. Neanche due secondi dopo Bonnie inciampò da sola su uno scalino.
<< Non spingermi! >> si lamentò la rossa rimettendosi in piedi.
<< Ma non ho fatto nulla! >> si difese il ragazzo, alzando le braccia in segno di resa.
<< Ho detto:” non spingere!” >>
<< Hey ma perché sei vestita così? >> domandò Damon incuriosito. Il ragazzo, aveva notato solo in quel momento come era vestita l'amica e dovette ammettere che era piuttosto sensuale.  
Non lo avrebbe mai detto!
<< Sono uscita con Meredith... voglio trovarmi un ragazzo... >> gli comunicò la ragazza guardandosi stranita le mani.
Ora aveva anche le allucinazioni?
Damon soffocò la risposta che avrebbe voluto dare e si domandò perché l'idea di Bonnie con un ragazzo lo infastidisse tanto.
<< Mi dici perché eri arrabbiata con me oggi? >> le domandò Damon approfittando del momento, sapeva che ubrica com'era gli avrebbe risposto dicendo nient'altro che la verità. Intanto la metteva a sedere sul suo letto.
<< Non ero arrabbiata con te... ero arrabbiata con Damon. >> rispose la ragazza convinta delle sue parole.
<< Ehm... sì, e perché eri arrabbiata con Damon? >> le domandò l'amico divertito.
Bonnie aveva la sbronza allegra... interessante.
<< Perché non mi rispetta come persona e tantomeno come donna, insomma, non è stato proprio carino vederlo che si dava da fare con l'ossigenata... >> rispose lei improvvisamente malinconica, facendo anche sentire in colpa Damon.
Forse aveva fatto male a chiederle di comprare i preservativi.
<< Erano gatti o topi? >> domandò di punto in bianco la ragazza guardando, confusa, per aria.
<< Cosa? >> domandò Damon altrettando confuso.
<< Erano i gatti o i topi che erano in fila per tre col resto di... oh no... >> disse la ragazza praticamente sconvolta.
<< Che c'è? >> domandò Damon preoccupato.
<< Non ne rimane neanche uno! Perché i gatti mangeranno tutti i topi! Ci credi? Magari uno di quei topolini ha una famigli e dei figli... >> disse Bonnie continuando con i suoi film mentali.
<< Va bene, piccola forse è meglio se ti fai una doccia. Almeno ti passa un po' la sbronza... >> disse Damon rimmettendola di nuovo in piedi e accompagnandola al suo bagno.
<< Sai che i Teletubbies all'inizio erano cinque? Ero io il quinto! >> gli disse alll'orecchio come se fosse un segreto, per poi cacciarsi di nuovo a ridere.
<< Oh mio dio! >> esclamò Damon disperato mentre  apriva l'acqua nel box della doccia.
<< Stefan? Cosa ci fa qui tutta questa sabbia? >> domandò all'improvviso la ragazza, stranita guardando a terra.
<< Veramente siamo in bagno, qui non c'è la sabbia! E poi io non sono stefan, sono Damon! >> le spiegò Damon come se stesse parlando ad un bambino.
<< Certo! E io sono Napoleone... >> disse la rossa deridendolo.
<< Fatti una doccia! >> le intimò disperato, dopodiché uscì dalla sua stanza.
Le diede mezz'ora, in cui anche lui si fece una doccia, si cambiò, bevve un bicchiere di Whisky e poi rientrò nella stanza della sua amica, trovandola sul letto, in pigiama con i capelli umidicci raccolti in una coda di cavallo.
<< Bonnie? >> la chiamò piano, per vedere se stesse dormendo.
<< Mmm >>
<< Mi dispiace per come mi sono comportato oggi... >> si scusò mentre si metteva seduto sul letto accanto a lei.
<< Fa niente... >> rispose lei, un po' meno ubriaca, mentre si sistemava meglio sul letto cercando di dormire.
<< Posso dormire con te oggi? >> le domandò Damon all'improvviso dopo pochi minuti, in cui Bonnie si era praticamente addormentata.  
Era la prima volta che glielo chiedeva. Erano amici da una vita, ma lui si era sempre rifiutato di avere alcun tipo di contatto fisico con lei. Non si abbracciavano mai; mai una carezza o un buffetto...
<< Mmm >> rispose Bonnie, nel mondo dei sogni e quindi troppo incosciente per capire cosa il ragazzo le avesse effettivamente chiesto.
<< Lo prendo come un sì. >> rispose lui ridacchiando. Dopodiché si infilò sotto le coperte anche lui.
Bonnie, come se avesse sentito la sua presenza si appoggiò con il capo al petto del ragazzo, e tornò ad addormentarsi profondamente.
Quel contatto destabilizzò un po' Damon, che decise di non badarci molto, quindi la strinse a sé abbraciandola e dopo averle lasciato un tenero bacio sul capo si addormentò profondamente anche lui.


Nel frattempo Tanya, che quel pomeriggio aveva cercato l'indirizzò della sua vecchia zia, in quel momento era da lei.
La zia della ragazza sosteneva di essere una strega e quindi la ragazza volle metterla alla prova.
Le raccontò ciò che le era successo con Damon e la donna le disse che aveva in mente l'incantesimo adatto. Le disse di portarle una sua foto e un suo effetto personale, qualcosa che lui aveva usato e adesso Tanya era lì nel “covo” della zia; uno stanzino abbastanza inquietante. Pieno di quelli che sembravano talismani e bamboline woodoo, con la foto di Damon e la sua camicia, quella che aveva lasciato a casa sua.
<< Nome? >> le chiese la donna mentre prendeva la foto che Tanya le stava porgendo.
<< Damon Salvatore. >>
<< Età? >> domandò ancora stavolta prendendo la camicia e mettendola su un piatto di metallo, che era pieno di quelle che le sembravano essere delle carte.
<< 28 anni. >>
<< Ora ripeti con me... >> le disse mentre bruciava la foto e la buttava sulla camicia, che cominciò anch'essa a bruciare con le carte nel piatto.
<< … Niente mantiene la sua forma,
           tutto si trasforma. >> disse la donna invitanto anche Tanya a farlo e così anche la ragazza cominciò a recitare le parole, ripensando a ciò che le aveva fatto Damon e odiandolo dal profondo del suo cuore.
<< … Niente mantiene la sua forma,
           tutto si trasforma. >> continuò a ripere con le lacrime agli occhi.
<< … Niente mantiene la sua forma,
           tutto si trasforma. >> lo dissero altre due o tre volte e poi il fuoco si spense e sua zia le sorrise trionfante.









Angolino dell'autrice:
Ciao ragazzuole...
Eccomi qui con il primo capitolo.
Confesso che non credevo mi venisse così lungo!
Ne sono rimasta sorpresa infatti.
Comunque questo è un capitolo di presentazione, infatti non succede molto e mi dispiace, ma ho ritenuto che fosse già abbastanza gingo così, perciò è nel prossimo capitolo che inizierà la vera e propria storia.
Comunque che ne pensate per ora?
Spero di non aver deluso nessuno con questo capitolo.
Se così è stato mi dispiace tanto, proverò a rimediare nel prossimo capitolo, forse.
A parte questo... in questo capitolo ho introdotto bene o male i personaggi e come avrete notato Bonnie, soprattutto, è completamente diversa da quella che vediamo di solito, infatti è una donna in carrie , molto determinata, ma comunque infondo, infondo è sempre la tenera e sensibile Bonnie, Damon è il solito donnaiolo.....
Beh... non credo di avere altro da dire... a parte ringraziare i quattro angeli ( sweet_ebe,  mishy, Little Redbird e nannavis ) che hanno recensito il prologo quando potevano benissimo non farlo, dal momento che era cortissimo grazie mille ragazze, siete fantastiche... e poi ringrazio molto anche chi ha messo la storia tra le seguite, dopo aver letto solo il prologo.
In fine ringrazio anche i lettori silenziosi che mi seguono.
Vi lascio con un abbraccio
Immy



   
 
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