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Autore: randomnessUnicorn    26/07/2012    1 recensioni
Ciao, da un po' di tempo che volevo scrivere una storia per ogni coppia che mi piace. Avevo intenzione di dedicare un capitolo ad ogni coppia che shippo C: quindi sono tutte diverse, ognuna non c'entra con l'altra.
Spero vi piacciano :3
1. Capitolo: Caro Diario (UkSey)
2. Capitolo: Dark Side (AmeBielo)
3. Capitolo: Un regalo particolare per Islanda. (Danimarca x Fem!Islanda)
4. Capitolo: Il Malienteso (Nyo!UkJap)
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Caro Diario…

 

Aveva deciso, sì. Seychelles aveva deciso di iniziare a scrivere un diario segreto. Aveva avuto già da tempo questa idea in testa, anche se non sapeva perché.
 Scrivere diari non era proprio da lei, ma sentiva che doveva parlare con qualcuno dei suoi problemi e dei suoi sentimenti. Non che non avesse amici, solo che alcune cose non andavano detto, no.
Poi, abitando con quello scorbutico di Inghilterra, non aveva mai occasione di chiacchierare od aprirsi più di tanto; era come una prigione quella casa, e lei si sentiva come una galeotta. Anche se non le mancava niente, sentiva che c’era qualcosa che non andava.
Finalmente, riuscì a comprarne uno, con tanto di penna in omaggio: cosa poteva chiedere di meglio? Il diario era di dimensioni medie, aveva una copertina verde smeraldo, chissà perché aveva scelto quel colore, forse perché in un certo senso ne era stata attratta.
Si mise seduta e prese la penna, iniziando a scrivere. Nemmeno passarono cinque minuti che già si era stancata, più che altro non sapeva cosa raccontare al diario. Forse doveva presentarsi? Come se stesse parlando con una persona? Le sembrava un po’ strana come cosa, ma ci provò comunque.
 
 
Caro diario,
Mi chiamo Seychelles, infatti rappresento l’arcipelago delle Seychelles, sì, potrà sembrarti una cosa strana ma è così. Anche se per me la cosa più strana è quella di parlare ad un diario come fosse una persona. Ma ho bisogno di sfogarmi, e di confidarmi con qualcuno. Sono così lontana da casa, chissà come starà la mia gente… uhm… mi  mancano così tanto.
Ora abito a Londra, insieme a quell’ irascibile di Arthur, che ha sempre da criticare, infatti non facciamo altro che litigare. Non so davvero che pesci pigliare con lui, mah.
Il posto è carino, ma non è casa mia e come si dice, non c’è luogo migliore della propria casa. Non capisco davvero perché sono qui, ora. Tutto è così diverso dalla mia isola. Qui fa freddo, piove sempre, le persone sono strane, alcuni parlano addirittura da soli.  Invece la mia isola è calda, accogliente e la popolazione è sempre allegra. È un vero paradiso, quando potrò ritornarci?
Oh, sento quell’inglese chiamare, avrà da rimproverare qualcosa come suo solito. Ora debbo scappare. Mi ha fatto piacere conoscerti, diario.
 
Così, la piccola Seychelles andò a vedere cosa mai Inghilterra volesse da lei. Ora che poteva riposare, doveva disturbarla?
 
« Ecco, sono qui. Cosa c’è? » disse la ragazza, con tono scocciato.
« Ho fatto la spesa, mi chiedevo se potessi aiutarmi! » Chiese, anche se forse quello suonava più come un ordine, che come un favore.
« Uhm, va bene. » rispose lei, sospirando. Prese le buste e le portò in cucina, alla fine fu costretta anche a mettere in ordine le cose. La trattava proprio come una schiavetta.
« Brava, brava, renditi utile. » disse lui, con tono di chi si era tolto il lavoro di dosso. Poi, andò a sdraiarsi sul divano, finendo per addormentarsi.
« Ecco che ci risiamo, lui svolge i compiti più semplici e alla fine a me toccano i lavori più scoccianti. Che razza di gentleman sei? Se non aiuti una ragazza a mettere in ordine? » disse, a voce bassa mentre sistemava la spesa. Alla fine tornò su in camera, aveva davvero voglia di scrivere ancora. In un certo senso scrivere l’aiutava a calmare i nervi.
 
 
 
Ciao, diario;
Sono tornata,  ero andata ad aiutare quello scansa fatiche di Arthur. Anche se alla fine il lavoraccio tocca sempre a me. Non vuole davvero capire che non sono la sua serva e ne tanto meno una fessa, se pensa di approfittare così della mia gentilezza ed educazione, si sbaglia.
Non so davvero cosa mi faccia restare qui, non lo so proprio. Eppure non vado d’accordo con lui:  litighiamo quasi sempre.
Che rapporto è questo? Come possono, due persone così diverse vivere sotto lo stesso tetto? Cosa mi spinge a non abbandonarlo del tutto?
In un certo senso mi fa pena, già. Mi fa pena perché vive solo, poverino. Non ha così tanti amici, litiga anche con le altre Nazioni. Tutto ciò non mi stupisce visto il suo caratteraccio, ma non penso che per questo motivo qualcuno meriti di vivere in solitudine. No, affatto.
Forse è per questo che lo ho sopportato fino ad ora.
No, non credo che lo abbandonerò, almeno non ora. In fin dei conti mi ha accolto a casa sua, ed ha pure aiutato la mia gente, non posso essere così ingrata.
Non è poi una così cattiva persona, anche se non posso dire lo stesso per la sua cucina. Ora che ci penso sono davvero una santa, sopportare anche il suo orrido cibo è qualcosa di eroico.
Mi raccomando , diario, non dire niente a nessuno ed acqua in bocca.
Baci, Seychelles.
 
Seychelles smise di scrivere, posando lo sguardo sull’orologio, e  quando vide l’ora quasi sobbalzò: era ora di cena, e doveva scendere giù a tavola, mannaggia! Quell’orso inglese si sarebbe arrabbiato e l’avrebbe sgridata. Si alzò dalla sedia- dimenticandosi di chiudere il diario- e scese le scale, quasi facendo un capitombolo. Entrò in cucina e subito si scusò.
 
«Oh, scusa, scusa. Ho perso la cognizione del tempo! » disse lei, poi si sede al suo posto. L’inglese la osservò con sguardo severo, facendo no con la testa.
« Beh, non importa, non è la prima volta che ritardi, hai sempre la testa fra le nuvole. » disse in tono severo. Sembrava quasi un padre che sgridava la figlia.
« Uhm, già. Ero occupata, scusa! » disse, lei, roteando gli occhi.
 
La cena fu silenziosa come sempre, non chiacchieravano molto, il massimo di conversazione che ci poteva essere era: “mi passi il sale?”.
 
«Scusami, devo andare un attimo in bagno. » disse, Inghilterra, alzandosi in piedi, e fece un cenno col capo a Seychelles, che in risposta annuì.
«Niente, va pure» Alzò le spalle, e continuò a mangiare.
 
L’inglese mentre si dirigeva verso il bagno, passò davanti alla camera di Sesel. La porta era rimasta aperta, e la sua attenzione fu presa da un libro posato sulla scrivania. Si avvicinò per ispezionarlo bene: era un diario.
Non pensava che Seychelles tenesse un diario, non gli sembrava una tipa da diari. Era anche aperto, strano, solitamente i diari segreti si chiudono a chiave. Forse quello non era un diario, ma un’agenda?
 Spinto dalla curiosità decise di leggerlo. Si sedette sul letto, iniziando a leggere. Era così preso dalla lettura che nemmeno si rese conto del tempo che passava. Non immaginava che lei pensasse quelle cose di lui, o che si trovava male qui a Londra, anche se aveva la sensazione di starle antipatico. Poi, sentì la voce di Seychelles chiamare.
 
« Hey, ma quanto ci metti?! Si fredda tutto, stavolta sei tu in ritardo! » disse, lei, urlando. Così l’inglese rimise il diario dove lo aveva trovato e scese giù.
Finirono la cena, e Seychelles si soprese abbastanza quando sentì la domanda che l’altro porse.
« Sentì un po’, perché non mi parli un po’ delle tue isole?! Sono curioso, non mi parli mai di te! » le chiese. Dopo che lesse quelle cose, si era reso conto che forse era un po’ troppo severo con lei, e che magari avrebbero dovuto parlare un po’ di più da persone mature, od almeno non litigare così tanto.
«Eh? Come mai me lo chiedi? » chiese a sua volta.
« Non rispondere ad una domanda con un’altra domanda. Comunque sono solo curioso, tutto qui. » disse, annuendo. La guardo con sguardo attento e curioso.
« Uhm… ok» allora Seychelles incominciò a raccontargli tutte le meraviglie del suo arcipelago, di quanto le mancasse; raccontandogli anche le svariate avventure che aveva vissuto lì.
Le fece piacere parlarne, perché era come rivivere quei momenti, finalmente stava chiacchierando con lui in modo normale: un evento da scrivere sul diario, pensò.  Infatti è quello che fece.
 
Carissimo diario,
stasera è successa una cosa stranissima, ho avuto una conversazione normale con Arthur! E per normale intendo da persone mature, davvero non posso crederci. Non riesco a capire. È stato divertente parlare così con lui. Mi ha chiesto di raccontargli del mio paese. A volte scherzava e mi prendeva in giro, sì, ma non lo faceva per offendere, visto che alla fine ridevamo entrambi.
Alla fine avevo ragione, c’era solo bisogno di tempo, e mi sono resa conto che forse sotto quella pelliccia da Grizzly si nasconde un cuore d’oro.
Ora devo andare, caro diario. Ci sentiamo domani, e Arthur mi ha anche promesso che saremmo andati a pesca insieme. Non vedo l’ora, buonanotte-
 
Seychelles-
 



 

{ Ciao, siamo giunti alla fine del primo capitolo :’D e della prima one shot dedicata ad una delle mie coppie preferite *^* questi giorni sono fissata con UkSey più del solito, quindi ho dedicato loro una fict.
 
Spero vi sia piaciuta, non avevo idee così mi sono scervellata per fare uscire qualcosa di decente, speriamo di esserci riuscita.
Commentate e alla prossima one shot BI
 
Lauretteh
 

   
 
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