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Autore: crazy_k    26/07/2012    1 recensioni
Ci sono parole dalle quali ancor oggi non riesco a fuggire.
A quel tempo c’era qualcuno che mi piaceva.
Era un’amica d’infanzia che viveva nell’appartamento accanto al mio.
Quella volta non capii il motivo per cui la maestra ci avesse guardato con quell’espressione così preoccupata sul viso.
Naturalmente ora sono cresciuta e so che anche due ragazze possono frequentarsi ma in qualche modo, sono bloccata da quelle parole.
La verità è che ancora adesso io…
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Prompt Utilizzato: In amicizia, Ritrovarsi
Tema Trattato: Coming Out
Note: Scritta per il contest estivo Lo Slash è un Diritto, indetto da Florelle e Il_Genio_del_Male su Facebook.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
FOUND ME AGAIN
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ci sono parole dalle quali ancor oggi non riesco a fuggire.
Sono già passati quindici anni da allora.
 
Da grande sposerò Jun!
 
A quel tempo c’era qualcuno che mi piaceva.
Era un’amica d’infanzia che viveva nell’appartamento accanto al mio. Fin dalla prima volta in cui c’eravamo incontrate, eravamo diventate inseparabili. Condividevamo tutto.
 
Assolutamente no! Jun sposerà me!
Emily!
 
Eravamo piccole. Ecco perché quella volta non capii il motivo per cui la maestra ci avesse guardato con quell’espressione così preoccupata sul viso.
Mi ricordo che ci sorrideva mentre spiegava a noi bambine cose che ancora non potevamo capire.
 
Non è come pensate. Non avete altra scelta. Non si può. Non è giusto.
 
Naturalmente ora sono cresciuta e so che anche due ragazze possono frequentarsi ma in qualche modo, sono bloccata da quelle parole.
La verità è che ancora adesso io…
 
 
 
 
***
 
 
- Allora, ci vediamo domani?
- … Sì…
- Ciao Jun. Chiamami questa sera, ok?
 
Jun se ne stette immobile, fissando la sagoma scura di Luke sfumare in lontananza, avvolta dalla nebbiolina aranciata del tramonto londinese. Sulle sue labbra aleggiava ancora un vago sentore di nicotina e la ragazza si fece violenza per non strofinarvi sopra il dorso della mano e scacciare così il saporaccio.
 
 
 
 
***
 
 
- Hey! Sei in casa?! - la voce giunse attutita alle orecchie della ragazza intenta a versare una dose abbondante di vino nella pentola dove il brasato sobbolliva lento - Sto entrando!
 
Jun sospirò stancamente e pulendosi le mani uscì dalla cucina proprio mentre la porta d’ingresso sbatteva con violenza e una figuretta snella le saltava in braccio.
 
- Jun!
- Emily… Per cortesia, potresti scendere?
- Stai cucinando? Questa sera è un problema se mi fermo a cena?
- Perché dovresti cenare qui? Non ho voglia di ascoltare i problemi di cuore di una lesbica frustrata.
 
Emily staccò le gambe dalla vita dell’amica e tornò a toccare terra con i piedi.
Jun finse di non accorgersi dell’espressione ferita che aveva adombrato il volto della ragazza, l’ennesima.
 
- Quando eravamo più piccole eri molto più gentile, sai? A volte mi piacerebbe ritrovare un po’ dell’affetto di una volta… Non è che invecchiando stai diventando acida?
Jun sbuffò. - Scusami se ho offeso la tua sensibilità! - gracchiò, voltando i tacchi e tornando alla sua precedente occupazione.
 
Emily non l’aveva mai tenuto segreto, né si era sottomessa alle regole imposte dalla società. S’innamorava di chiunque avesse voglia, era sincera e tutti l’accettavano senza difficoltà.
Jun era da sempre gelosa di questo. 
 
 
 
 
***
 
 
Tutte le volte che Emily trovava una nuova ragazza correva da Jun. Non vedeva l’ora di dirglielo e renderla partecipe della sua felicità. Era così da sempre.
Dal canto suo, Jun rimaneva spiazzata ogni volta.
 
- Emily… Perché sei ancora qui?
 
La voce di Jun non era altro che un roco sussurro che sfiorò con delicatezza l’orecchio della ragazza accoccolata al suo fianco.
 
- Mi fermo a dormire! A casa mia Johnny che ha organizzato un pigiama party con i suoi compagni di classe. - spiegò allegramente l’interpellata, intrecciando le gambe magre con quelle dell’amica - E poi è un sacco che non organizziamo una serata tra donne. Vorrei parlarti anche di Elysa… L‘altro giorno mi ha comprato un mazzo di rose e…
- Non m’interessa.
 
Emily ammutolì, colpita dal tono freddo e distaccato dell’amica.
Jun si maledì mentalmente. Non aveva intenzione di suonare così brusca.
 
- Scusami… Solo… E’ tardi. Domani i corsi iniziano presto. Dormiamo.
- Ok… Buonanotte Jun.
 
 
 
 
***
 
 
Jun non aveva mai portato Luke a casa ma dopo un’intera nottata passata a stretto contatto con Emily, sentiva il bisogno di riacquistare l’equilibrio precario che si era tanto sforzata di conquistare.
Così quando quel pomeriggio il ragazzo l’aveva riaccompagnata aveva proposto lui di salire, perfettamente consapevole di cosa quell’invito comportasse.
 
- Aspetta… Rallenta…
- Sei così bella…
- Luke… Mi stai facendo male…
- Jun…
- Hey Luke… Attento!
 
La pila di libri in precario equilibrio sul tavolino cadde a terra, trascinando con se le due tazze di caffè poggiate lì accanto.
 
- Jun! Hey, Jun sei in casa? Ho bisogno di un aiuto!
 
Dei battiti secchi risuonarono alla porta.
 
- Chi è? - sussurrò Luke mentre una mano era affondata tra le cosce della ragazza che non era più molto sicura di aver fatto la cosa giusta permettendogli di salire - Una tua amica?
- No, nessuno… Adesso se ne va…
- Jun! Davvero non ci sei?
- Non mi sembra molto intenzionata ad andarsene… - mormorò il giovane.
 
Imprecando tra i denti, Jun si alzò dal divano e sistemandosi alla meno peggio i vestiti spalancò la porta.
Emily era davanti a lei con un sorriso innocente sulle labbra e negli occhi una tristezza ifinita.
 
- Oh Jun, sapevo che c’eri! Ti disturbo?
- Come se non lo sapessi…
 
Jun realizzò in quell’istante quanto la sua amica era rimasta la stessa di parecchi anni prima: infantile e possessiva.
Luke superò le due, salutando con un cenno del capo e infilandosi subito dopo dentro l’ascensore.
Jun si ravvivò i capelli con le mani.
 
- Accomodati.
 
 
 
 
***
 
 
- Ecco a lei signorina. Non capita spesso che vengano inoltrate richieste di trasferimento alla succursale. Di solito vogliono tutti venire qui… 
- La ringrazio molto.
- Prego, firmi i fogli dove indicato e dalla prossima settimana potrà trasferirsi.
 
Jun afferrò la penna che l’anziana segretaria le porgeva.
 
 
 
 
***
 
 
- Jun! Perché hai fatto richiesta per un trasferimento? Così non potremo più vederci!
 
Jun non voleva che Emily lo scoprisse ma era successo.
 
Voglio… Andare via. Il più lontano possibile da te. Se continuerai a girarmi intorno… Cosa potrei arrivare a fare? - Sei pregata di lasciarmi lavorare. Ho un sacco di faccende da sbrigare e sono stufa del tuo egoismo.
- Jun…
- Sai dov’è la porta, Emily.
- Molto bene. - annuì la giovane - Tuttavia, egoismo o no, devo dirtelo. Fammi capire: adesso hai deciso di non volere più che io ti stia vicino nemmeno come vecchia amica d’infanzia? Io non volevo che tu mi allontanassi ancora di più… Per questo non ti ho mai confessato… Se non dobbiamo vederci più allora lascia che te lo dica, prendilo come un regalo d’addio! Ancora adesso io… Ho provato e riprovato ma non ho mai trovato nessuno che potesse sostituirti… Tu mi piaci Jun! Mi piaci!
 
La porta sbattè alle spalle di Emily.
Jun si prese la testa fra le mani. 
 
Cosa vuoi da me? 
Cosa sto facendo?
Anche tu mi piaci.
Perché non le corro dietro e glielo dico?
Per quanto ancora… Rimarrò bloccata dal passato?
 
 
 
 
***
 
 
Aveva bussato per circa mezz’ora alla sua porta e finalmente Johnny era venuto ad aprirle, comunicandole che sua sorella non era ancora rientrata a casa.
Jun aveva aspettato sul pianerottolo fino a mezzanotte inoltrata poi era uscita e aveva iniziato a correre per il quartiere, chiamando il nome di Emily ad alta voce. L’aveva trovata al vecchio parchetto.
 
- Perdonami… - era stata la prima parola che Emily le aveva rivolto - Mi ero ripromessa che non ti avrei mai detto niente, che sarei stata solo una buona amica e una semplice vicina.
Jun colmò la distanza che la divideva dall’amica e circondò quel piccolo corpo con le braccia. - Emily… Mi piaci. 
- No… Non è vero…
- Emily… Ti ricordi cosa ci disse la maestra quando annunciammo di volerci sposare? Disse che era proibito. Sono sempre rimasta bloccata da quelle parole. Ti ho trattato con freddezza e ti ho fatto soffrire molte volte ma in realtà stavo solo prendendo in giro me stessa, proteggendomi da quella che consideravo una scomoda verità. Non facevo che pensare a quanto desiderassi esserci io al posto di Elysa, di Elena, di Julia e di tutte le altre. Ma adesso… Adesso non ce la faccio più.
- Jun…
- Mi piaci Emily… E il mi piaci che intendo è quello che significa voler passare tutta la mia vita con te.
- Jun…
- Ti amo, Emily.
 
Quella notte, rimossi il sigillo apposto il soffocante giorno di primavera di quindici anni fa.
 
- Finalmente… Ti ho ritrovata, Jun.
 
 
 
 
***
 
 
Emily sorrideva mentre, tenendomi per mano, mi portava in un mondo da sempre agognato e mai raggiunto. E quando le sue labbra lambirono le mie e i suoi sussurri mi colmarono l’anima, seppi di aver ritrovato il sentiero che fu muto testimone del nostro amore bambino.









THE END
   
 
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