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Autore: Lavandarose    26/07/2012    7 recensioni
Attenzione: spoiler sesta e settima stagione! Dean con i suoi pensieri tra passato e futuro. Sempre se ce ne sarà uno!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Settima stagione
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Dean fermò la sua macchina sul ciglio della strada.

Brava Baby”, sussurrò all'Impala nera che aveva macinato tanti chilometri con lui.

Per anni. Tanti, almeno sette.

Rimase per un momento seduto, le mani sul volante.

Era lì, ora doveva solo scendere.

Si girò verso i sedili posteriori. Il mazzo di fiori era lì. Gialli e bianchi, i colori che piacevano a lei, per quanto poteva ricordare.

Sospirò.

Non era mai facile tornare indietro e nemmeno andare a salutare qualcuno che non vorresti mai salutare.

Lì.

In quel posto.

Il cimitero di Lawrence.

Il ragazzo si sporse quel tanto che bastava per arrivare al mazzo di fiori. Questa volta aveva fatto le cose per bene. Non si era fermato in una di quelle squallide stazioni di servizio, no stavolta no.

Era arrivato in centro a Lawrence, la città che lo aveva visto ragazzino, aveva parcheggiato l'Impala ed era andato dal fioraio migliore della città.

E ora era lì.

Aprì la portiera dell'auto e con i fiori in mano si diresse all'entrata del cimitero.

L'aria era pesante, una leggera nebbia ristagnava nell'aria e il silenzio circondava ogni cosa.

Dean si strinse nella giacca di pelle e il mazzo di fiori tra le sue mani tremò leggermente.

Poi, risoluto, entrò.

Due giri a sinistra, uno a destra e poi sempre dritto.

Conosceva la strada.

E infatti dopo poco scorse la sua meta.

Una tomba bianca, pulita e piena di fiori.

Dean si sforzò di non guardare il nome Mary Campbell Winchester, e nemmeno la data di morte, 2 novembre 1983.

Conosceva bene quella data. Era da lì infatti che la sua vita era cambiata.

Si chinò e appoggiò i fiori sulla lapide.

Poi si rimise in piedi, le mani in tasca, e guardò fisso la tomba.

Ciao mamma”, le disse un po' titubante.

Era tanto tempo che non tornava a salutarla. Gli mancava. Sempre.

Si sedette lentamente.

E' tanto tempo che non vengo. Ci sono state tante cose, ho avuto...beh da fare mamma, lo sai”.

Certo che lei lo sapeva. Lei sapeva sempre tutto. Senza dubbio lo stava guardando anche ora da lassù.

Lui sentiva che la mano di lei spesse volte aveva li aveva protetti.

Il moro si strinse ancora un po' più nelle spalle. Il freddo iniziava a pungere, ma lui non aveva nessuna intenzione di muoversi da lì.

Anche Sam sta bene. E' cresciuto tanto in questi anni, mamma. Siamo diventati bravi, siamo degli ottimi cacciatori. Saresti fiera di noi mamma”.

Poi si fermò.

Davvero la mamma sarebbe stata fiera di loro? Lei che aveva rinunciato al lavoro di cacciatrice per mettere al riparo la famiglia? E che aveva perso la vita per proteggere loro?

Dean scosse la testa.

Il destino è destino.

Lui e Sam dovevano diventare cacciatori, e questo era tutto.

Io sono sempre il solito sai mamma? Il solito casinaro, senza famiglia, attaccabrighe. Bevo sempre troppo, è vero!”, e si mise automaticamente la mano alla tasca della giacca dove era solito tenere la fiaschetta di Bobby, “ Ma credimi lo faccio per sopravvivere. Non sai come mi manca avere una vita normale, mamma”.

Il ragazzo chiuse gli occhi.

Quante volte in quelle notte solitarie aveva pensato a come sarebbe stato se lei non fosse morta e se fossero stati una famiglia normale, come tante.

Sammy sarebbe senza dubbio andato all'Università, si sarebbe laureato in legge. Lui invece avrebbe lavorato come meccanico, forse avrebbe potuto aprire un'officina sua.

E avrebbero passato le domeniche guardando le partite con papà John bevendo birra.

E invece non era andato così.

Dean riaprì gli occhi.

Mamma sei fiera di noi? Sei contenta di come sono andate le cose? Combattere i Demoni non è mai stato semplice. Sai che hanno risuscitato il nonno con la promessa di farti tornare in vita? Sì, abbiamo dovuto combattere anche lui, purtroppo. Non c'è mai pace mamma, non c'è mai fine...”.

Il giovane si passò una mano sugli occhi.

Sono così stanco, mamma. Così stanco...”.

Dean riaprì gli occhi e fissò la tomba di Mary. Stava succedendo qualcosa di strano, la lapide era come sfocata...

Si guardò attorno e vide che anche il cimitero stava svanendo.

Ma che cazzo!”, urlò tirando fuori la pistola che portava sempre con sé.

Si guardò attorno, ma non vide nessuno.

Con attenzione fece qualche passo, ma inciampò in una radice.

Cadde pesantemente a terra e...si svegliò.

Cosa?Ma dove sono?”, pensò mentre si alzava da sotto l'albero dove era accucciato.

Un attimo e tutto gli tornò alla mente: i Leviatani, Castiel, Dick e il Purgatorio.

Era ancora lì, in quella foresta buia e pericolosa che era il Purgatorio.

Solo.

Solo?

No aspetta, Castiel era con lui. Ma dove era ora?

Si guardò in giro, vedeva mille occhi puntati verso lui.

Lentamente si alzò in piedi, con i pensieri ancora rivolti al sogno che si era appena interrotto. Si appoggiò al tronco dell'albero e rimase in attesa per sentire se qualche mostro si stava avvicinando.

Silenzio.

Uscirò di qui mamma!”, esclamò allora a voce alta, “Uscirò di qui e tu sarai la prima persona che andrò a trovare, mamma. Te lo prometto!”.

   
 
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