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Autore: GretaTK    27/07/2012    1 recensioni
E' una fredda sera d'inverno, a pochi giorni da Natale.
Leila girovaga distrattamente per le vie della città, senza una meta precisa.
Cammina lenta, sperando in un fortuito incontro dettato dal destino.
Ma, purtroppo, nulla di questo accadrà.
I suoi pensieri continuano a volteggiare nell'aria, senza sapere bene dove andare.
Può bastare volerlo fermamente per far sì che il suo amore per loro li raggiunga e li sovrasti col suo calore?
A volte la fede è tutto ciò che ci rimane, e Leila, la fede in loro, non l'ha mai persa.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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" Le stelle stanno in cielo, e i sogni non lo so.
So solo che son pochi quelli che si avverano. "

 





Amburgo, 20 Dicembre 2011.



 
Le strade sono completamente ricoperte di neve, ed il vento non smette di soffiare.
Forte, freddo, pungente.
Ovunque le case, i negozi e le strade sono illuminate da miriadi di lucine ed abbellite con decorazioni natalizie.
La gente cammina imperterrita lungo i marciapiedi, con gli sguardi persi ed assolti in mondi lontani e sconosciuti, puntati per terra.
Sembra che nessuno si accorga di ciò che li circonda.
Né della neve, né delle luci, né del traffico denso e rumoroso.
Nelle loro menti, il nulla più totale. O forse, qualcosa c'è.
Ognuno coi suoi pensieri, i suoi problemi, i suoi progetti.
C'è chi sta pensando a cosa preparare per cena, chi a cosa regalare per Natale a parenti e amici, altri ancora a come fare per riuscire a terminare in tempo un progetto per la scuola o per il lavoro.
Ma, in quelle strade, c'è anche chi ha la mente completamente rapita da tutto ciò che non fa parte della noiosissima routine di tutti i giorni.
C'è anche chi ha la testa affollata di pensieri astratti, di canzoni iniziate e non ancora terminate, di sogni sinceramente sentiti e dei protagonisti di questi sogni senza futuro.
Fra tutta questa miriade di gente, ci sono ragazze che portano la loro totale attenzione al loro gruppo preferito, a quello che gli fa battere forte il cuore, a quello che gli ha insegnato che c'è sempre una via d'uscita per tutto, a quello in grado fargli sentire la sua presenza nonostante l'indecifrabile distanza.
Quel gruppo che, nonostante tutto, rimane sempre e comunque una delle cose più importanti.
Molte fra quelle ragazze stanno proprio pensando a loro, i Tokio Hotel.
Proprio come la nostra cara protagonista.
Lunghi capelli ramati e mossi, occhi verde brillante e pelle candida punteggiata da una miriade di leggere lentiggini.
L'adorabile nasino alla francese puntato verso il cielo, dove ormai è abituato a stare.
A Leila piace puntare gli occhi al firmamento e perdersi nella sua immensità, dove niente può distrarla da loro.
Sorride in modo malinconico pensando a quanto tempo passa a sognarli, ad immaginare di incontrarli un giorno, anche per caso, mentre passeggia tranquillamente nel parco.
Si domanda spesso se è possibile stare male per qualcuno che nemmeno conosce, per dei ragazzi che non fanno fisicamente parte della sua esistenza.
Ed ogni Sacro Santa volta, si risponde di sì.
Dopotutto, lei sente dentro, nel profondo, di conoscerli almeno in parte. E' sicura che si sentirebbe completa se potesse finalmente passare del tempo con loro.
Purtroppo, però, come ogni sogno troppo ambizioso che si rispetti, non è altro che immateriale, fumo nel vento, e quella incredibile sensazione di immortalità l'abbandona piano piano, scivolandole via di dosso come bagnoschiuma portato via dal getto d'acqua di una doccia calda e rilassante.
A dei brividi violenti al solo pensiero di far parte di un mondo che non è il suo.
Brividi di terrore, sì.
Si sente così fuori luogo, così sola, nonostante gli amici e i genitori.
Si sente vuota, un involucro di carne senza il contenuto.
Loro dovrebbero chiudere le falle del suo animo con la loro musica, anche con il solo fatto che respirano e che esistono, ma la cruda realtà è un'altra.
Leila non può accontentarsi di possedere i loro pensieri e le loro melodie e di non poter stringere le loro mani fra le sue, di non poter incrociare i suoi occhi nei loro, di non poter sentire le loro voci penetrarle nelle orecchie senza l'ausilio di nessun oggetto elettronico.
È stufa di inseguire utopie e desideri inconsistenti. E' stufa di appartenere ad un mondo così monotono e insulso, è stufa di avere bisogno di ciò che non può e non potrà mai avere.
Perché, parliamoci chiaro, lei è qui, loro sono chissà dove, a fare chissà ché e a pensare a chissà chi.
Beh, almeno di una cosa è certa: a lei non ci pensano di sicuro.
Non c'è cosa più terribile di questa per la fan di una band. E' decisamente la consapevolezza più brutta e dolorosa, la più logorante e distruttiva.
Come è possibile che una persona ne pensi un'altra senza poter essere ricambiata? E' una cosa pazzesca, eppure è così.
Leila li segue, li guarda, li sostiene in ogni modo a lei possibile, e loro nemmeno sanno che esiste.
Non conoscono il suo volto, non posso immaginare che al mondo esistono degli occhi così brillanti, profondi ed espressivi. Non ci si specchieranno mai dentro, mai.
Non conoscono il suono della sua voce dolce e cristallina, che spesso si ritrova a cantare le loro canzoni e ad urlare a squarciagola i loro nomi durante i concerti.
Non conoscono il suo sorriso, raggiante, candido, puro. Non potranno mai farsi consolare da esso, dalla sua aura calda e protettiva.
Eppure lei continua a seguirli come è sempre stato, nonostante tutto il dolore che questo essere "inesistente" le provoca.
Sospira affranta nel momento esatto in cui tutte queste parole le affollano la testa, tentando di consolarsi come meglio riesce.
Infondo, pensa, non sono l'unica a provare tutte queste soffocanti emozioni. Al mondo ce ne sono miliardi nella mia stessa rovinosa situazione.
Ma, stranamente, questa verità non le allevia il dolore.
Quelle fastidiose fitte continuano ad attraversarle il cuore, facendole bruciare il petto.
Il respiro comincia a farsi più affannoso, e gli occhi le bruciano, tormentati da pizzicorini fastidiosi.
Ed eccole di nuovo, quelle inutili lacrime salate, che non fanno altro che lasciarle l'amaro in bocca da ancora prima di averne memoria.
E, sinceramente, non si stupisce minimamente della loro comparsa. E' un abitudine con la quale ha imparato a convivere ormai da tanto, troppo tempo.
Anni di "esperienza" l'hanno quasi resa coriacea alle scie di fuoco che le scorrono abitualmente sulle guance pallide.
In parte, però, si sente sollevata.
Forse, non è così vuota come si sente.
Forse, se il cuore le fa tanto male, qualche cosa è ancora presente in lei.
Le emozioni non l'hanno mai abbandonata nel corso degli anni, e sono proprio quelli a ricordarle puntualmente che certe cose non se ne vanno, nemmeno con lo scorrere imperterrito del tempo, nemmeno crescendo e maturando.
Certe cose rimangono lì, nascoste nell'angolo più remoto del nostro animo, e quando crediamo di averle perdute per sempre, eccole che rispuntano, inondandoci nuovamente con la stessa potenza e la stessa consistenza.
Dopotutto, Leila a volte è felice di stare male, perché il dolore le ricorda che dentro lei la speranza è ancora viva e pulsante, e se c'è quella, allora va tutto bene.
Le iridi sono ancora puntate al cielo scuro, privo di stelle, lì dove i candidi fiocchi di neve nascono per poi poter volteggiare leggiadri nell'aria ed atterrare con grazia su ogni cosa materiale, accostandosi gli uni sopra gli altri a formare bianchi strati di materia gelata.
Un sorriso prende vita sul suo volto, e l'ultima lacrima le sfiora la pelle delle gote.
Buon Natale, ragazzi. Vi auguro tutto ciò che di più bello c'è al mondo. Siete vita, e lo sarete in tutti i Natali a venire, fino alla mia fine.
Ed è così che un pensiero astratto viene lasciato libero di volteggiare nell'aria e dirigersi verso le nuvole più alte, fin alle stelle più lontane, dove diventano desideri concreti e pesanti che, tornando nuovamente all'interno dell'atmosfera terrestre, raggiungono, invisibili e leggiadri, i diretti interessati, ricoprendoli di una luce non visibile agli occhi, ma perfettamente visibile all'anima.
Ed è così che quel frammento di sogno si avvera.
Ora anche lei, in un modo o nell’altro, fa inconsciamente parte di loro.







NOTE DELL'AUTRICE

Sì, già lo so. Di sicuro starete pensando: "Ma che cavolo posta questa qua a fine luglio!? Una one-shot ambientata a Dicembre!?"
Ebbene sì.
L'ho scritta l'anno scorso (il 20 Dicembre, proprio come dice la data iniziale) e l'ho riletta stasera per caso.
Ho deciso di pubblicarla perchè ogni volta che penso a loro - che sia inverno, estate, notte o giorno - le mie emozioni per loro non cambiano mai.
E' anche per questo che ho pensato che non fosse importante in che periodo dell'anno è descritta la storia, bensì le parole contenute in essa ed il loro significato.
Ho creato Leila come personaggio principale, parlando di lei, ma in fondo mi sono riferita ad ogni fan esistente sulla faccia del pianeta.
Alla fine avrei anche potuto scrivere al posto di "Tokio Hotel" un nome come "One Direction", "Justin Bieber", "Britney Spears", "Rihanna", oppure "Rammstein".
Non sarebbe cambiato nulla oltre al nome della band o del cantante, ve l'assicuro.
I sentimenti sono gli stessi, per ogni persona che ascolta un gruppo e vive per esso.
Naturalmente non ho potuto che mettere il nome della band formata dai nostri quattro adorati ragazzi tedeschi.
Dopotutto sono una
Alien, no?

Spero vi ritroviate almeno un poco nelle sensazioni e speranze di Leila come ho fatto io.
Abbraccio forte ognuna di voi e, col pensiero, anche loro.

Un bacio,
vostra Greta
TK.

  
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