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Autore: Nimel17    27/07/2012    4 recensioni
Come la sirenetta divenne umana
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“E così, tu vorresti fare un patto con me, dearie?”
La sirenetta annuì freneticamente, gli occhioni blu s’ingrandirono speranzosi e sorrise. L’acqua attorno a lei si muoveva in piccoli cerchi, probabilmente stava agitando la sua coda da pesce per stare almeno per metà fuori dall’acqua. Davvero niente male, la piccina, con quei capelli rossi e la pelle lattea. Improvvisamente, parve esitare e si morse il labbro inferiore.
“In verità…mi hanno messo in guardia contro di te. Dicono che hai fatto cose orribili a molte persone.”
Sogghignai. La piccola stava compiendo i soliti passi della tipica disperata che ha bisogno d’aiuto ma che ha paura di ottenere ciò che vuole. Non restava che inscenare un piccolo teatrino. Sospirai e mi avvicinai di più alla riva, esibendo la mia migliore faccia contrita.
“Oh, ammetto che in passato sono stato un vero cattivone, dearie. Non stavano scherzando quelli che mi chiamavano Signore Oscuro.”
La sirena sussultò. Sorrisi e mi alzai di colpo.
“Ma vedrai, adesso sono un uomo diverso, mi sono pentito – molto pentito- ho visto la luce, sono cambiato…insomma, come preferisci, dearie.”
Mi chinai su un ginocchio per stare alla sua altezza.
“Fortunatamente per te, conosco un po’ di magia ed ora la uso – non c’è niente da ridere, dearie- per aiutare gli infelici, soli, afflitti..”
Misi la mano ad un lato della bocca e abbassai la voce.
“Patetici...”
Mi rigirai verso di lei.
“Poveri e sfortunati esseri, sofferenti, bisognosi. Qualcuno vuole avere un figurino, qualcun altro...”
Agitai la mano e feci comparire in una nube il detestabile volto di Azzurro.
“Qualcun altro vuole riavere il suo amore, e io li aiuto? Dimmi, piccola, lo faccio? Sì, dearie, la risposta è sì, certamente.”
Accanto ad Azzurro aggiunsi Biancaneve, Cenerentola, Hansel, Gretel, Cappuccetto Rosso, Jimmy.
“Queste povere, sfortunate anime, così tristi, m’invocano e pregano che esaudisca i loro desideri, che risolva le loro gatte da pelare, che dia loro un incantesimo. E li aiuto? Sì.”
L’ammonii scherzosamente con un dito, e feci un sorriso che dovette spaventarla parecchio, perché iniziò ad arretrare.
“Purtroppo, una o due volte qualcuno non ha rispettato il patto e non ha pagato il prezzo.”
Abbassai ancora la voce e digrignai i denti.
“Quell’ingrata, sudicia, doppiogiochista di Cenerentola..”
Indossai la maschera dispiaciuta.
“Ho paura che, in quei casi, abbia proprio dovuto ricorrere a rimedi un po’…estremi.”
Le feci l’occhiolino e unii le mie mani.
“Ma ti assicuro, dearie, che per il resto sono sempre stato un santo per quelle povere, sfortunate persone.”
Ora basta. Era il momento di affrettare le cose.
“Allora, facciamo un patto, dearie? Posso trasformarti in un’umana per tre mesi.”
La povera creatura non aveva scampo. Quasi mi dispiacque per lei. Quasi. Lei chinò il capo.
“Ma…se diventerò umana, non vedrò mai più mio padre, le mie sorelle, Sebastian, Flounder…”
Miei dei, voleva nominare ad uno ad uno tutti i suoi amici? Fortunatamente, non aveva chiamato per nome le sue sorelle. Sette figlie, poveretta la regina Atena. La interruppi.
“ Nondimeno, avrai il tuo innamorato, dearie! Non ti hanno mai detto che la vita è piena di scelte difficili e dolorose?”
Ora arrivava la parte migliore. Mi guardai le unghie – quando diamine erano diventate così lunghe?- con aria indifferente e aggiunsi:
“Ehm, inoltre ogni tipo di magia comporta un prezzo, dearie.”
“Ma…ma io non ho nulla da offrire..”
Vero. Purtroppo era metà pesce, neanche una donna intera. Che spreco. Aspetta, aspetta, però…
“Oh, non chiedo molto dearie… una sciocchezza, davvero. Il prezzo che dovrai pagare sarà…”
Avvicinai la bocca al suo orecchio e le scostai una ciocca di capelli rossi perché mi sentisse bene.
“La tua voce!”
Lei si premette istintivamente le mani sulla gola e sgranò gli occhioni da cerbiatta.
“Come potrò conquistare l’uomo che amo, senza la mia voce?”
Possibile che Tritone non le avesse detto niente sui discorsi uomo-donna che si fanno ai bambini? La voce era l’ultima cosa che serviva, cosa pensava?
“Hai la tua bella personcina! Il tuo bel visetto! La tua bella chioma di fiamma!  E non sottovalutare l’importanza del linguaggio del corpo, dearie! Cosa se ne farebbe il tuo principe della tua voce? Gli uomini, dearie, evitano la compagnia delle chiacchierone che stordiscono e infastidiscono, quelle che parlano troppo alla fine annoiano, mentre sono molto corteggiate quelle che sanno stare zitte e quiete.”
L’avevo in pugno, ormai.
“Suvvia, dearie, forza, deciditi, sono un tipo occupato e non ho tutto il giorno. Il prezzo è così insignificante…solo la tua voce e potrai stare con il tuo amore.”
Le posi una mano su quella testolina rossa e mi atteggiai a padre premuroso.
“Povera, sfortunata anima sola, così triste…se vuoi quello che vuoi devi pagare un pedaggio, dearie. Fai un bel respiro, prenditi un attimo….”
Feci comparire il mio nuovo contratto e lo srotolai davanti a lei.
“Ed ora firma qui.”
Lei prese la mia piuma d’oca e scrisse il suo nome sulla pergamena. Era fatta. Avevo la sua voce. Le sorrisi.
“È stato un piacere, dearie.”
Agitai la bacchetta e una nube violetta la avvolse. Quando l’effetto svanì, comparve una bella ragazza umana dai lunghi capelli rossi, vestita d’azzurro. A bocca aperta, la piccola si alzò la gonna e si guardò le gambe, provando a muovere qualche passo. Cadde quasi subito e sogghignai. Avrebbe dovuto imparare a camminare, prima d’incontrare il suo principe. Tirai fuori dalla tasca un’ampolla in cui splendeva una nuvoletta dorata. La voce di… sbirciai il contratto. Ariel. La voce di Ariel. Davvero un bel nome. La lettera A deve portare maledettamente tanta fortuna a Tritone.
 
 
 
 
  
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