Serie TV > Pretty Little Liars
Segui la storia  |       
Autore: nessunoinparticolare    27/07/2012    1 recensioni
Alison lasciò andare la sua mano, come spesso succedeva per paura di essere vista da qualcuno. Segreti, segreti, segreti. La sua vita era questo ma, quella volta le dita sciolsero l'intreccio per quella che sarebbe stata l'ultima volta.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alison DiLaurentis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Come quasi tutti i pomeriggi, Caleb era seduto alla sua scrivania traboccante di appunti, promemoria, vecchie foto e penne malfunzionanti.
Sul suo disordine troneggiava il pc, col quale stava facendo una ricerca.
Era passato poco più di un anno da quando Ali era scomparsa, ma il capanno dove si incontravano era ancora il suo covo; come se lei non se ne fosse mai andata.
Cliccava alla velocità della luce i tasti cercando negli angoli meno conosciuti del cyber-spazio.
Continuava a cercare, un registro di nomi, un registro delle visite dell’ospedale di Philadelphia, qualunque cosa. Doveva fare chiarezza su questa storia.
INSERIRE PASSWORD:
Questa non se l’era aspettata. Era penetrato in tutti i database delle cliniche della Pennsylvania senza difficoltà, evitando ogni misura di protezione, raggirando ogni pagina web. Tranne questa. La raccolta delle cartelle cliniche on line della clinica privata di Lorane, Philadelphia.
“Ancora non mi credi?” gli sussurrò una voce maliziosa.
“Certo che ti credo. Ma vorrei non farlo.”
“E perché mai?”. La ragazza con la voce suadente sorrise debolmente. “Forse, credevi che Alison Di Laurentis fosse un angelo”.
“Ormai non più”.
La ragazza sorrise ancora e col dito tracciò il profilo della mascella di Caleb, quando arrivò al mento ne fece pressione al di sotto e avvicinò il volto del ragazzo al suo. Quando lui oppose resistenza, lei rise.
“Sapevo che sarebbe andata così. Non mi crederai mai, eh?”
“Non sei certamente la persona più affidabile del mondo” rispose quello torvo.
“Oh, certo che no. Dev’essere una cosa di famiglia… però potresti fidarti di una vecchia conoscenza, no?”
Caleb era confuso, le tempie gli pulsavano e per la prima volta cercò una via d’uscita.
“Certo che a me crederà”.
Aria Montgomery era entrata con nonchalance nel capanno, aveva buttato la borsa di scuola per terra e ora si dirigeva verso gli altri due sorridendo, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Prese posto proprio di fronte a Caleb, lo trafisse coi suoi profondi occhi scuri.
“Quindi è vera tutta questa faccenda?”le chiese lui, a disagio.
Caleb non aveva mai pregato in vita sua, forse da bambino a Natale una volta, ma in quel momento pregò che fosse un pesce d’aprile in anticipo.
“Certo che lo è. Non ci saranno mai troppi Di Laurentis da conoscere, o sbaglio?”
*
Casa Hastings nel corso degli anni aveva subito davvero pochi cambiamenti. Il grande salotto spazioso aveva sempre avuto alte pareti bianche da quello che Hanna poteva ricordare e aveva sempre avuto lo stesso arredamento da loft-nel-bosco con un grande divano di stoffa bordò dove lei e le sue amiche avevano passato nottate a mangiare pop corn e a leggere riviste.
L’odore di pout pourrie la invase come sempre appena ebbe messo piede in casa.
“Qualcosa da bere?” ululò Spencer dalla cucina.
“No grazie, sono a posto”.
Hanna si guardò ancora intorno, osservava ogni particolare e si accorse che ad ognuno mancava il “fattore Alison”, nessuno di quelli aveva quella luce particolare che aveva avuto quando Ali gli passava vicino, quel senso di unicità che trasmetteva ad oggetti e non che aveva intorno. Amiche comprese.
“Scusate il ritardo ma avevo gli allenamenti”.
Emily era entrata nel soggiorno con i capelli ancora gocciolanti e si era seduta sfinita sul divano. Dopo l’espressione atterrita alla vista del divano fradicio, Spencer riprese colorito e si sedette con le amiche.
Spencer le aveva radunate per chiedere loro di A, se anche loro avevano avuto dei messaggi da parte sua. Se anche loro avevano pensato per un attimo che Ali fosse tornata.
Raccontò alle ragazze, che avevano assunto espressioni preoccupate, ciò che era accaduto qualche giorno prima, ovviamente senza rivelare loro il contenuto del biglietto . Non disse nulla neanche di Caleb, né di Courtney. Non lo avrebbero mai saputo. In principio era un segreto tra lei e Ali e già il fatto che Caleb lo fosse venuto a sapere l’aveva turbata parecchio. “Ho assolutamente bisogno di conoscerla” le aveva detto, in quell’aula vuota.
Spencer era stata sincera quando gli aveva detto che non sapeva con esattezza dove l’avrebbe trovata, dato che non la vedeva da secoli, ma aveva un’idea su dove si sarebbe potuta trovare che non gli aveva riferito. L’ennesima bugia.
Quando Emily ed Hanna le dissero che a loro non era successo nulla del genere, Spencer non sapeva se sentirsi sollevata o ancora più preoccupata. Mal comune mezzo gaudio, no?
“Grazie per essere venute” disse infine accompagnandole alla porta con aria quasi delusa.
“Sei sicura che la cosa migliore sia non dire nulla? Alla polizia intendo, o ai tuoi genitori..” Hanna pareva piuttosto scossa.
Erano ancora immerse nella conversazione quando Emily aprì la porta.
A caratteri cubitali, scritte con un pennarello indelebile rosso acceso erano state scritte delle parole sugli scalini che portavano a casa Hastings:
“Tranquille, ce n’è per tutte
-A”.
Angolo dell’autrice.
Scusate per la luuunghissima assenza, ma per ragioni di tempo non ero riuscita a pubblicare il capitolo. Il numero 5 da oggi in poi sarà maledetto, dato che ho scritto questo capitolo due volte, cambiandolo e sostituendolo un miliardo di altre volte. Alla fine è uscito questo, probabilmente l’altra bozza sarà modificata e usata almeno in parte per il numero 6. Spero vi piaccia e scusate ancora per l’assenza.
M.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Pretty Little Liars / Vai alla pagina dell'autore: nessunoinparticolare