6 anni non bastano
Il ritorno
Erano ormai passati sei anni, ed ora tornava a Capeside. Sei anni possono
essere pochi, ma possono essere anche un’eternità. Pacey stava guidando
nella notte, finalmente Sammy si era addormentata, era stata agitata tutta
la sera, sentiva ancora la mancanza della mamma, era comprensibile, a soli
tre anni non si può capire che la mamma che tanto si ama non tornerà più.
Aveva cercato di spiegargli che era andata in cielo, le aveva detto che era
andata a suonare il violino a Gesù bambino, ma sapeva che la bimba stava
soffrendo, anche per questo aveva deciso di cambiare vita, così nel giro di
due mesi aveva organizzato tutto, il suo trasferimento e la vendita della
casa. Ne aveva comprata una a Boston, i primi mesi sarebbero stati duri, per
fortuna Gretchen aveva promesso di aiutarlo, purtroppo non aveva idea di
cosa si sapeva a Capeside di lui, che notizie avevano, se sapevano che lui
era vedovo, che aveva un’attività redditizia e soprattutto se sapevano di
Sammy, lui quando era andato via, aveva tagliato completamente i ponti con
tutti, anche per questo al suo matrimonio non aveva voluto invitare nessuno,
solo Gretchen era al corrente della sua vita, e l’aveva supplicata di non
dire nulla.
Appena arrivato, spense il motore e i fari della macchina e restando
seduto fissò la casa che aveva davanti, sul suo anulare sinistro c’era la
fede, la guardò, non aveva avuto il coraggio di toglierla, era troppo
doloroso, da cinque mesi viveva solo di strascichi e se ancora non si era
arreso al dolore era solo grazie a Sammy, il pensiero di darle un futuro
sereno lo spronava a reagire. Aveva fatto smettere il lutto alla bimba già
dopo una settimana, ma lui continuava a portarlo, per lui Annie era stata
tutto, grazie a lei era quello che è adesso, si erano trovati cinque anni
fa. Lui era appena riuscito ad uscire dal vortice di disperazione in cui era
caduto, ed una sera in un pub l’aveva vista, era lì a bersi una birra
dopo una giornata che era stata un inferno e lei era lì per festeggiare.
Alla fine della serata mentre uscivano si erano contesi lo stesso taxi, così
lui l’aveva invitata a salire e aveva fatto accompagnare prima lei
pagandole la corsa, lei l’aveva ringraziato, dopo due giorni si erano
rivisti, scoprendo che lavoravano nello stesso edificio, lei era
all’ultimo piano ad insegnare musica mentre lui lavorava nel ristorante
che c’era al piano terra. Nel giro di due settimane erano diventati amici,
e l’anno dopo si erano sposati. Ricordava come fosse ieri il giorno del
suo matrimonio, Annie era una nuvola bianca, bellissima, aveva un sorriso
che lo illuminava tutto, la felicità di quel giorno era incontenibile,
senza neanche accorgersene si ritrovò a piangere, aveva perso la sua Annie,
e ora si ritrovava a dover continuare la sua vita da solo, doveva crescere
Sammy senza una mamma. Piangere non lo aiutava, ma adesso cosa mai poteva
aiutarlo? Nessuno avrebbe potuto ridargli sua moglie, Sammy non avrebbe
ricordato sua mamma, ma a questo ci avrebbe pensato lui, gli avrebbe sempre
raccontato tutto di Annie, avrebbe fatto in modo che Sammy sapesse chi era
sua madre. Rimase ancora lì a piangere la sua solitudine per due ore poi
finalmente si scosse e a fatica si mosse, prese Sammy in braccio, facendo
attenzione a non svegliarla e salì le scale che portavano al porticato ed
entrò in casa.
-.-.-.-.-.-.-
“Dawson, ma sono tre settimane che non ci vediamo non riesci proprio a
venire a Capeside?” chiese Joey, mentre Audrey la guardava a scuoteva la
testa
“Va bene ho capito, è molto importante per te, questa potrebbe essere
l’occasione giusta, non puoi abbandonare il set. Ok almeno chiamami
stasera. Si, ok ciao”
“Non è andata come speravi vero?”
“direi di no”
“Su coniglietto non te la prendere, piuttosto come va con la raccolta di
racconti che devi presentare al tuo editore?” chiese curiosa Audrey
“Non mi ci far pensare la scadenza è tra una settimana e mi mancano
ancora tre storie, questa volta credo proprio che non ce la farò”
“Dici sempre così poi alla fin fine ce la fai sempre”
“Speriamo, e a te come va?”
“Ho lasciato il gruppo”
“Cosa? Quando? Perché?”
“Mi ero stufata e poi non combinavamo niente”
“Audrey, so che non ti piace sentirtelo dire, ma non puoi continuare così,
ormai dovresti trovare la tua strada e seguirla, negli ultimi anni sei stata
una solista, un’attrice e poi hai cercato un gruppo l’avete messo su,
poi l’ hai snobbato, ora ne avevi trovato un altro e l’ hai mollato
ancora, per quanto credi di poter continuare?”
“Finché posso, comunque ho già trovato un lavoro”
“Davvero? E di che si tratta?” chiese Joey curiosa
“Se domani il colloquio va bene te lo dirò” detto questo sorrise e si
rimise le cuffie
-.-.-.-.-.-.
Intanto Pacey aveva preso Sammy e insieme erano andati a fare la spesa, la
bimba era felice, era riuscito a distrarla e ora come una peste saltellava
di qua e di là come fa una bimba di tre anni che girovaga per una città
sconosciuta. Per lei era tutto nuovo, non c’era mai venuta perciò tutta
contenta trotterellava vicino al papà che la teneva per mano. Erano
veramente belli insieme, nessuno vedendoli avrebbe detto che quell’uomo e
quella creaturina avevano un dolore immenso dentro.
“Ok Sammy eccoci qua, stai sempre accanto a papà” disse Pacey
prendendola in braccio entrando nel supermercato. La bimba appena dentro
iniziò a scalciare facendo capire che voleva scendere,
così Pacey la mise giù e questa tutta contenta si mise a saltellare
intorno al papà che preso il carrello cercò negli scaffali ciò che gli
serviva. Mentre era girato a scegliere una confezione di biscotti Sammy vide
una ragazza che stava scegliendo degli yogurt, le si avvicinò e tirandole
la gonna attirò la sua attenzione
“Tao” disse la bimba, la ragazza si girò e vedendola sorrise e disse
“Ciao” e mentre lo diceva si abbassò per guardare la bimba e le disse:
“Dov’è la tua mamma?”
“Papà dice che è andata in cielo a suonare il violino a Gesù
bambino” disse un po’ dispiaciuta, la ragazza la guardò e pensò che
era ingiusto che una creaturina così giovane avesse perso la mamma “E il
papà dov’è?” le chiese per distrarla da quel pensiero, la bimba
sorrise e voltandosi vide Pacey che girandosi si era avvicinato
“Sammy ti avevo detto di non allontanarti” la rimproverò mentre la
prendeva in braccio
“Papà” disse la bimba mettendogli le braccine attorno al collo
Pacey alzò lo sguardo per ringraziare chi gli aveva tenuto Sammy, quando
riconobbe la ragazza che lo guardava con uno sguardo esterrefatto
“Pacey?”
“Jen?”
“E’ una vita che non ti vedo! Come stai?” chiese guardandolo e solo
allora realizzò che la bimba che aveva in braccio doveva essere sua figlia
“Bene grazie te?” chiese lui
“Abbastanza bene, è una bellissima bambina”
“Grazie siamo qui per una vacanza di un mesetto e poi ci trasferiremo a
Boston”
“Davvero verrai a Boston?”
“Si, ho già preso casa, in questo mese, permetterò alla bimba di
conoscere i nonni, lo zio e le zie, mentre io sistemerò tutto a Boston.”
“Mamma mia Pacey, sei diverso dall’ultima volta che ti ho visto, non
abbiamo più avuto tue notizie perciò vederti tornare qua con una bimba è
un colpo”
“Già, ora devo andare devo fare ancora tante cose, ci si vede”
“Fallo davvero Pacey, non sparire di nuovo” gli disse Jen salutandolo
con uno sguardo che esprimeva affetto. Pacey sorrise e si allontanò
-.-.-.-.-.-
“Jack, non immaginerai mai chi ho incontrato stamattina al
supermercato” disse Jen mettendosi a sedere sul divano del salotto. Ormai
erano tre anni che lei e Jack vivevano insieme, da quando era morta sua
nonna lei si era sentita sola e Jack le aveva proposto questa soluzione così
lei era riuscita ad andare avanti grazie all’appoggio di tutti gli amici.
“Chi hai incontrato?” chiese lui curioso
“Pacey”
“Pacey? Davvero?”
“Sì e non è tutto, ha una figlia, una bellissima bambina”
“Allora è sposato”
“Credo sia vedovo, la bimba mi ha detto che la sua mamma è morta”
“Mi spiace, povero Pacey, non è molto fortunato”
“Già, deve essere orribile”
“Che ti ha detto?”
“Ha detto che si è comprato una casa a Boston e che ha intenzione di
trasferirsi lì e che per il momento si fermerà un mesetto qua per far
conoscere la bimba alla sua famiglia”
“Quindi non l’ hanno mai vista? Effettivamente lui qua non è più
tornato, per quello che ne sappiamo, dal giorno in cui se ne è andato”
“Già, certo è strano che nessuno abbia mai parlato del fatto che fosse
sposato e con una figlia e che ora sia vedovo”
“Magari hanno voluto essere riservati”
“Sì come no, Jack, non si può muovere un passo a Capeside senza che
tutti lo sappiano, secondo me nemmeno la famiglia lo sapeva”
“Ma perché mai non avrebbe dovuto avvisarli, in fondo è la sua
famiglia”
“Non è che lui ci vada molto d’accordo”
“Sì, ma ti sposi e non lo dici? Hai una bimba e non vuoi fargli
conoscere i nonni?”
“Avrà avuto i suoi buoni motivi per farlo, non ha detto nulla neanche a
noi, i suoi amici”
“Effettivamente in sei anni non si è mai fatti vivo”
“E credevi che l’avrebbe fatto?” chiese scetticamente
“No, effettivamente, fu molto chiaro, lui voleva tagliare i ponti col
passato e farsi una nuova vita”
“E sembra che ce l’abbia fatta, sono felice per lui”
"Anch’io, quella bimba era adorabile”
"
Pacey? Ci sei? Dov’è Sammy che voglio vederla?” chiese Gretchen entrando in
fretta in casa”
“Sono
in cucina sto cercando di far mangiare questo demonietto” le rispose,
sorridendo alla bimba
“Sammy,
guarda chi c’è” disse facendola scendere dalla sedia
“Ciao
Sammy” fece Gretchen avvicinandosi alla bimba e accovacciandosi per
guardarla le sorrise
“Tao”
disse la bimba un po’ intimorita nascondendosi dietro la gamba del papà
che sorridendo la prese in braccio e disse “Che c’è hai paura della
zia?” e la fece avvicinare alla sorella che sorridendo le diede un bacio
sulla guancia alchè la bimba sorrise deliziata e portandosi le manine
alla bocca gli mandò dei baci facendo ridere i due ragazzi. Pacey fece
scendere la bimba e si sedette a tavola
“Allora
hai incontrato qualcuno?” chiese Gretchen
“Sì
Jen, al supermercato, come stanno mamma e papà?”
“Vuoi
sapere se gliel’ho detto?” chiese lei e al cenno affermativo rispose
“Non gliel’ho detto, ho pensato fosse un tuo diritto, solo vorrei
ricordarti che Sammy hai dei nonni e degli zii anche qua, non solo a New
York”
“Lo
so Gretchen, lo so, ma per me non è stato facile, lo sai, l’ultimo anno
è stato un inferno per me, prima la malattia di Annie, poi la sua veloce
caduta verso il basso e mi sono trovato nel giro di pochi mesi solo con
una bimba, ora dopo lunghe riflessioni ho creduto fosse meglio per Sammy
trasferirci e ricominciare tutto da capo per questo ho scelto Boston, lì
conosco qualcuno che mi può aiutare col lavoro e potrei garantire a Sammy
una certa sicurezza economica”
“Quella
gliela puoi già garantire adesso, lo so che guadagni bene e che adesso
stai bene economicamente, però capisco il tuo desiderio e per certi versi
lo approvo”
“Grazie
Gretchen, ho proprio bisogno del tuo appoggio”
“A
cosa servirebbero le sorelle altrimenti?”
“Grazie”
disse lui con uno sguardo spento
“Senti
posso prendere Sammy per qualche ora in modo da conoscerla un po’, ci
faccio un giretto così magari tu ti rimetti un po’ dovrai essere stanco
no?”
“Va
bene, sarà felice di uscire, lei adora passeggiare” disse Pacey e
alzandosi andò dalla bimba e la preparò per l’uscita. Appena se ne
furono andate Pacey tornò in cucina e si sedete ala tavolo davanti alla
sua tazza di caffè e chiuse gli occhi. Tutto il peso della solitudine lo
assalì, Annie non c’era più e lui doveva vivere da solo, doveva
affrontare tutto questo senza lei me l’avevi promesso Annie, avevi
detto che saremmo tornati qui insieme, che mi avresti aiutato ad
affrontare tutto, ad affrontare la mia famiglia, Dawson, gli amici e lei,
ed invece ora sono qui, solo senza di te, mi servirebbe il tuo appoggio,
la tua vitalità, ma sono ancora una volta solo
Lacrime
silenziose scesero dai suoi occhi, era un silenzio assordante che portava
dentro di sé tutta la solitudine e il dolore che provava, un silenzio
schiacciante e graffiante, che lo opprimeva.
-.-.-.-.-.-
“Joey?”
“Si?”
chiese dall’altra stanza
“ti
disturbo?” chiese Jen entrando
“No,
figurati dimmi, sto finendo di riordinare il mio studio, ogni volta che
cerco qualcosa non lo trovo, così stamattina mi son decisa”le disse
mentre selezionava fogli e li divideva in grosse pile
“ok,
allora non è facile da dire, ma credo che tu debba saperlo, per
prepararti ad affrontare l’inevitabile” le disse Jen
“Cos’è
successo?” le chiese girandosi verso di lei curiosa e preoccupata al
tempo stesso
“Pacey
è in città” disse tutto d’un fiato e a Joey caddero i fogli dalle
mani
“Cos’hai
detto?” chiese con sguardo spaventato
“E’
qui, l’ ho incontrato stamattina al supermercato”
“E
come ti è sembrato?”chiese Joey
“Effettivamente
non è tutto, non era solo. Joey, Pacey ha una figlia, l’ho vista
stamattina con lui al supermercato”
“Beh,
ma non è detto che è sua solo perché era con lui”disse lei stupita
“E’
sua figlia, l’ ha chiamato papà, e non è tutto, pare sia vedovo, che
la moglie sia morta, me l’ ha detto la bimba, forse è per questo che è
tornato” concluse Jen
“Vedovo?
Mi spiace, ma quanto si vuol fermare? Voglio dire è una cosa permanente o
è solo di passaggio?”
“Ha
detto che si fermerà un mese per far conoscere alla bimba i nonni e gli
zii, e poi si trasferiranno a Boston, lui ha già organizzato tutto”
“A
Boston?” chiese lei stupita
“Sì,
a Boston, Joey, quello che io ho visto al supermercato era un uomo
distrutto per la perdita della moglie, e un padre attaccatissimo alla
figlia”
“Pensi
che sia ancora arrabbiato con me?”
“Penso
che adesso abbia altro a cui pensare Joey e credo che in un momento come
questo si abbia bisogno più di tutto degli amici”
“Sì,
hai ragione, cosa potremmo fare?”
“Non
lo so, spero che lui si faccia vivo, altrimenti io stessa andrò da lui a
offrirgli il mio appoggio e a meno che lui non mi mandi via, gli starò
vicino”
Pacey nel frattempo aveva iniziato ad organizzarsi, la casa era a posto,
arredata e finita, per quanto riguarda il suo lavoro doveva vedere Bodie per
chiedergli un consiglio, ma era tutto pronto. Mentre si preparava per uscire
tornarono Sammy e Gretchen
- “Ciao Sammy, ti sei divertita con la zia?” chiese lui guardandola
amorevolmente
- “Ci” rispose la bambina sorridendo e dando un bacino al papà
- “L’ ho portata al parco e si è divertita molto” disse Gretchen
sorridendo “Te come stai? Hai avuto il tempo di riposare?”
- “No, ho sistemato alcune cose per Boston, che tu sappia Joey è in città?”
chiese lui guardando la bimba
- “Sì, ma non sta più al B&B abita in una bifamiliare . In un
appartamento ci sta lei con Audrey e nell’altro ci sono Jen e Jack. Si
sono decisi dopo la morte di Grams disse Gretchen, ma poi si pentì di aver
parlato di Grams, Pacey non sapeva e l’ultima cosa di cui aveva bisogno
era sentirsi dire che qualcuno era morto
- “Mi spiace che Grams sia morta” disse sinceramente addolorato e
vedendo la costernazione di sua sorella la rassicurò dicendole
- “Non ti preoccupare, è tutto a posto, ascolta io ora devo andare al
B&B, devo parlare con Bodie”
- “vuoi che ti tenga Sammy?”
- “No, la porterò con me, deve conoscere il B&B” disse lui con uno
sguardo indecifrabile, dentro quello sguardo c’era di tutto, dal dolore
alla rabbia, dalla dolcezza alla malinconia, racchiudeva in sé una vita di
emozioni.
- -.-.-.-.-.-.-
- Dieci minuti più tardi Pacey era arrivato e presa Sammy per mano le disse
- “Ora fai la brava che papà deve parlare con un signore” insieme si
avviarono su quel portico da cui 6 anni prima era fuggito e con un peso sul
cuore bussò alla porta. Quando Bessie aprì la porta e vide Pacey si stupì,
perché davanti a sé non aveva più un ragazzino, ma un uomo, un uomo
distrutto e rimase ancora più stupita quando vide la bimba che teneva per
mano e tutto quello che riuscì a dire fu: “Pacey”
- “Ciao Bessie” disse lui, e dopo che lei si scostò entrò con la bimba
e vedendo che lei guardava la bimba con curiosità disse: “Bessie, questa
è Sammy” e voltandosi verso la bimba
- “Sammy dì ciao a Bessie”
- “Tao Bessie“ Pacey sorrise e la prese in braccio
- “Sammy è tua figlia?” chiese stupita
- “Si” disse lui guardandola con amore. Bessie vedendo quello sguardo
sorrise e aggiunse
- “E’ una bimba fortunata” Pacey la guardò e sorrise al complimento
per ringraziarla
- “C’è Bodie? Avrei bisogno di parlargli”
- “Sì, ora te lo chiamo” e si avviò verso la cucina da cui tornò col
compagno
- “Pacey!!! Ma allora è vero, sei proprio tu, e quell’angioletto lì
chi è?” chiese sorridendo alla bimba
- “Questa è mia figlia Sammy” disse con orgoglio
- “Che bella e la mamma di questa bellezza dov’è?” chiese ma appena
vide la faccia di Pacey capì che aveva commesso un errore
- “Lei ora non c’è più, è andata da Gesù bambino vero Sammy?”
disse guardando la bimba che triste disse “mamma è andata via” Bessie e
Bodie si guardarono e dissero insieme “Ci spiace”
- “Non preoccupatevi, volevo parlare con Bodie di una questione di affari
se hai un po’ di tempo”
- “Ma certo, vieni nel mio ufficio” disse sorridendo accompagnandolo in
cucina e voltandosi verso la bambina disse
"La vuoi una ciambella? Gliela posso dare?” chiese a Pacey, il
quale con un sorriso fece un cenno di assenso
... continua ...