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Autore: randomnessUnicorn    27/07/2012    1 recensioni
Ciao, da un po' di tempo che volevo scrivere una storia per ogni coppia che mi piace. Avevo intenzione di dedicare un capitolo ad ogni coppia che shippo C: quindi sono tutte diverse, ognuna non c'entra con l'altra.
Spero vi piacciano :3
1. Capitolo: Caro Diario (UkSey)
2. Capitolo: Dark Side (AmeBielo)
3. Capitolo: Un regalo particolare per Islanda. (Danimarca x Fem!Islanda)
4. Capitolo: Il Malienteso (Nyo!UkJap)
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Coppia: Danimarca x Fem!Islanda
 
 

Un regalo particolare per Islanda.

 

Islanda si era svegliata presto come sempre, anche se quella giornata sarebbe stata particolare perché era il suo compleanno: ma per lei era una giorno come tutti gli altri, un normale 17 Giugno.
 Non era la tipa che organizzava feste, od aventi mondani: voleva che tutto fosse normale come al solito, anche se comunque le faceva piacere ricevere gli auguri.
Appena si svegliò, la sua cara pulcinella di mare, Miss Puffin, le saltò letteralmente addosso e l’abbracciò. Ovviamente l’islandese ricambiò l’affetto ricevuto, dandole un bacio sul becco.
 
« Oh, Takk! Miss Puffin, sei gentile. » disse la ragazza, continuando ad abbracciare l’uccellina. Era l’unica con cui riusciva a confidarsi ed a non essere fredda o distaccata.
Improvvisamente, sentì il campanello suonare, in maniera abbastanza insistente. Chi poteva essere? Non aspettava nessuno. Tenendo ancora in braccio Puffin, andò ad aprire la porta, domandandosi chi poteva mai essere.
 
«Arrivo, un attimo! » Urlò alla persona dietro alla porta. Poi, quando finalmente giunse sulla soglia, aprì, rimanendo stupita per chi era venuto a trovarla. Era il suo vicino di casa, nonché amico, Danimarca: si era ricordato del suo compleanno? Wow, allora non pensava solo a se stesso.
 
« Tillykke med fødselsdagen! » disse lui, sorridendo allegro come al solito.
« Oh, Takk, Den! » rispose lei, tenendo stretta Puffin, col solito sguardo un po’ distaccato, e con voce calma e bassa.
« Eh, dai! Fammi un bel sorriso, è il tuo compleanno dopotutto, e devi essere allegra! » disse lui con voce alta ed euforica, esattamente il contrario di lei. Islanda lo guardò, sbattendo le palpebre, confusa.
« Ah, ci proverò, grazie ancora. » rispose Islanda, accennando un sorriso, tanto per farlo contento.
« Ecco, vedi! Sei più carina quando sorridi, dovresti farlo più spesso» disse Danimarca, facendole l’occhiolino, poi si mise a ridere nel suo solito modo rumoroso. «comunque, non fai niente per il tuo compleanno? » le chiese il danese.
« Uhm, niente di niente, penso che me ne starò a casa a leggere un buon libro» disse lei, alzando le spalle.
«Cosa? Non va bene così, è il tuo compleanno e ti devi divertire. Meno male che sono venuto, ci pensa lo zio Den a risolvere la situazione. » disse Danimarca, dandosi un pugno sul petto, senza smettere di sorridere. Aveva una strana luce negli occhi.
«Uhm… non so, che potrei fare? » si domandò la ragazza, guardando Miss Puffin, che la guardò a sua volta.
« Ehehehe, e che ci sono a fare io, sennò!?  Ho un’idea, che ne dici di andare insieme al luna park che hanno aperto da poco, eh? Sarà divertente» propose il danese, guardandola col la solita faccia ebete. Nemmeno aspettò che lei rispondesse, che la prese per mano, strattonandola fuori di casa. Faceva tutto da solo.
 « Hey, hey!? Non correre, non ti ho ancora risposto! » disse la islandese, con fare contrariato, gonfiando le guance: in questo modo sembrava ancora più piccola.
« Beh, avresti risposto sì, non è vero? In fondo sono io, chiunque vorrebbe uscire con me. » disse, vantandosi, tanto per cambiare si credeva il padrone del mondo.
« Eh?! Sarebbe impossibile farti cambiare idea, quindi va bene. » disse, roteando un po’ gli occhi. Aveva forse detto “uscire”,? Quindi quello era un appuntamento? Non lo avrebbe mai immaginato, anche se sembravano più una nipote con lo zio che altro… ma cosa stava pensando? Sospirò, scrollando la testa.
« Ecco, andiamo! » rispose lui, regalando alla ragazza uno dei suoi allegri sorrisi.
 
 
Continuarono a camminare fino al Luna park. La povera Islanda, accanto a lui, si sentiva una nana, infatti quando doveva parlargli doveva alzare la testa, oppure lui abbassarla: era una strana situazione.
Chissà perché l’aveva invitata, poteva benissimo salutarla, farle gli auguri ed andarsene via, mah.
Arrivarono al parco di divertimenti, c’erano molte persone; bambini che si riconcorrevano, gruppi di adolescenti che ridevano spensierati, e le coppiette felici che si tenevano per mano.
 
« Eccoci, arrivati! Visto che è il tuo compleanno, lasciò a te la scelta,  che giostra ti piacerebbe fare per prima? » chiese all’islandese, anche se lui avrebbe preferito fare le giostre veloci, o la casa della paura, ma doveva attenersi alle sue scelte.
« Uhm, non lo so…che ti piacerebbe fare, Miss Puffin? » alla fine interpellò il suo animaletto. Puffin ci pensò sù,  ed optò per la casa dell’orrore, indicandola con la ala: certo che era un’uccellina coraggiosa, eh?  A quella scelta, la padroncina sobbalzò,  lei, al contrario, non era così coraggiosa. Ma alla fine sospirò, ed annui pian piano.
« Lei vuole andare lì, quindi andiamo! » disse, indicando la giostra.
«Davvero? Ottima scelta, Puffin. Ma a te va bene, Islanda? Non ti faceva così coraggiosa. » chiese, perplesso. Aveva notato che l’altra aveva uno sguardo un po’ teso.
«Sì, sì, per me va benissimo. Andiamo! » disse, deglutendo. Non poteva certo fare  la figura della fifona, perché, altrimenti, lui l’avrebbe presa in giro.
 
Si diressero verso la casa della paura: era una giostra a piedi, quindi toccava anche correre. Danimarca, vedendo la faccia tirata che aveva assunto Islanda, si mise a sghignazzare, divertito. Lei continuò a gonfiare le guance, scocciata.
 
«Sei adorabile quando gonfi le guance, sicuramente i mostri resteranno inteneriti. » disse, scherzando e prendendola in giro, mentre entravano nella casa. L’islandese non sembrava molto sicura, e si guardava intorno, anche se era così buio che non riusciva a vedere un palmo dal suo naso.
All’improvviso, apparì un uomo che portava un’ascia, e la ragazza sobbalzò, urlando con tutta se stessa. Invece, Den rise, vedendola così sconvolta, non si aspettava una reazione tanto esagerata.
Islanda camminava dietro di lui, tenendosi attaccata come una cozza sullo scoglio, anche se cercava di tenere l’espressione seria che aveva sempre.
 
«Non essere tanto spaventata. Ci sono qui io, ti difenderò dai mostri! » disse, ridendo fragorosamente, mentre apparì un altro mostro. Anche questa volta lei si spaventò e senza nemmeno accorgersene strinse il danese, quasi per nascondersi, lui ricambiò, pattandole delicatamente la testa.
« uhm… » la ragazza mugugnò, aprendo un occhio per vedere se il mostro se ne era andato. Vedendo che si era abbracciata a lui arrossì lievemente, guardando in un’altra direzione: che figura aveva fatto?
« Non preoccuparti, io che ci sono a fare, sennò? » disse, continuando ad accarezzarle la testa.
 
Alla fine uscirono sani e salvi, anzi, lei uscì sana e salva, tanto che fece un respiro di sollievo appena rivide la luce del sole.
« E’ stato divertente però, dai. Eri davvero carina quando eri spaventata.» disse lui, sorridendo come al solito, invece, lei arrossì nuovamente, roteando gli occhi: non sapeva proprio come comportarsi in quelle situazioni.
 
Continuarono a girare per il parco, tanto che si fece sera e, visto che ancora c’era tempo, decisero di andare sulla ruota panoramica, l’ultima giostra su cui ancora non erano stati.
Dopo che fecero la fila, si accomodarono sui sedili della giostra; il paesaggio era bellissimo, si poteva vedere tutto il parco illuminato nella notte da lassù. Forse l’atmosfera era un po’ troppo romantica. Islanda doveva cercare di resistere, in fondo quella era solo un’uscita tra amici, nient’altro: restò a guardare il paesaggio, incantata.
 
 
«Che bel panorama, non trovi? » le chiese il danese, sorridendo. Si era avvicinato abbastanza, quindi lei si trovava un po’ in difficoltà, anche se non doveva.
«Sì, molto bello. Sembrano tutti formiche da quassù, già» disse l’islandese, continuando a guardare fuori dalla finestra. Se lo avesse guardato negli occhi avrebbe sicuramente fatto una faccia buffa per la vergogna. Ma perché?
« Uhm… effettivamente. Anche se anche qui c’è un bel panorama. » disse e, poi, la fece girare perché era stanco di parlare alla sua schiena. Appena la guardò negli occhi, le regalò un largo sorriso. Si avvicinò ancora di più: pochi centimetri separavano i loro visi. Lei, ovviamente, non sapeva che fare ed era alquanto confusa: cosa stava facendo? Pensava di fissarla così per tutto il giro?
Alla fine, lui le si avvicinò ancora di più, baciandola. Le sue labbra erano calde e morbide. Cosa doveva fare adesso Islanda? Si sentiva strana, stava succedendo tutto troppo in fretta. Anche se era una bella sensazione, infatti si lasciò cullare, dolcemente, dal suo abbracciò. Alla fine, lei ricambiò, un po’ impacciatamente, cingendo le proprie braccia intorno al suo collo.
«Jeg elsker dig» le disse, e poi riprese a baciarla, stavolta con più passione.
Lei, completamente rossa in volto, rispose con un sorriso, e stavolta non era un sorriso tirato come al solito, ma un vero sorriso di felicità.
 

 
{ OH, ho finito anche il terzo capitolo, non mi sembra vero °^°
Spero abbiate gradito eue, la coppia la trovo molto tenera, e fem!Islanda è adorabile a mio parere.
Spero recensiate, ciao.
 
LauretteH
 

 

   
 
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