Storie originali > Nonsense
Ricorda la storia  |      
Autore: _Maisha_    27/07/2012    1 recensioni
Pensare è difficile, però si può benissimo parlare e scrivere senza pensare. [cit.] Azzeccata questa citazione. Ho scritto senza pensare. Cioè, ho scritto di getto, senza pormi un genere o altro. Sono solo alcuni, come dire, pareri, su alcune situazioni. Ok, non si capisce che ho detto. Per capire leggete. Peaaaaaace.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Merda, anche oggi mi sono svegliata con un mal di testa allucinante, tipo post sbornia.
Credo.
Non mi sono mai ubriacata, non ne ho mai avuto la necessità.
Affogare nell'alcool i problemi è stupido come cercar di far volare una gallina. Stupido e impossibile.
I problemi non spariscono in un bicchiere di vodka alla fragola, o due, o tre, o un milione.
Il giorno dopo ti sveglierai con gli stessi tormenti di sempre e sentendoti pure uno schifo, il che è un problema in più.
Che poi nell'immaginario collettivo bere per superare i momenti difficili è diventato quasi "accettabile".
Allora, mi domando, se quella è una buona scusa, perchè ci sono anche quegli stupidi ragazzini, che come problema hanno solo quello di matematica sull'area del quadrato, sporchi ancora di latte, attaccati a una becks?
Mistero. O forse no.
Bere fa figo, molto figo.
Se sei un ragazzo l'essere figo implica solo il rischio di morire accartocciato insieme alla propria auto/motorino sulla statale, una cosina da nulla.
Se sei una ragazza rischi, oltre alla fine già citata che spetterebbe ai maschietti, ma assolutamente valida anche per le alcoliste doc, ci sarebbe, se va bene, il ritrovarsi in Kenya a letto con lo sciamano di una tribù di Masai o, se va male, l'essere drogata e stuprata da dieci uomini di 40 anni. Allettante.
In questo caso non sono molto sicura che lo sporco vicino le labbra sia latte.


Dopo aver preso quindici gocce della mia amata novalgina, che perfora tutti gli organi vitali, ma in compenso il mal di testa te lo fa davvero passare, mi dirigo a scuola.
E' il 5 giugno e credo di esser stata teletrasportata alle Maldive.
Intorno a me gente con pantaloncini tanto corti che riesco a contare i peli del culo di chi li indossa.
E non è finita.
Davanti al cancello tante allegre ragazze in reggisen... ah, non è un reggiseno? E' un top? Scusate, senza occhiali non ci vedo bene.
Per fortuna.
Salendo le scale  sono costretta a mettermi in coda dietro un grupo di ragazzi, con pantaloni troppo larghi o maglie troppo corte?
Fatto sta che per 5 piani ho i loro culi puntati in faccia.
Non male però.
Stanno parlando della pussy di una del mio piano,
se non sbaglio era una di quella in "top" davanti al cancello.
Uno di loro c'è rimasto male perchè con lui non se l'era depilata. Povero, che gran dispiacere avrà avuto.
Non la conoscevo bene, la ragazza, dico, ora invece so che ha un piercing dove non batte la luce.
Audace.
Domani compirà 15 anni, auguri piccola.


Con un fiatone degno di un corridore dei 3000 metri siepi, giungo alla mia meta. La classe.
Oggi ci sarò io e qualche altro stronzo che, come me, deve farsi interrogare per cercare di non essere rimandato. Di non prendere debiti.
Debito, che nome di merda.
Non potevano chiamarlo carenza, mediocrità o con un cazzo di altro nome?
No, perchè anche a scuola devi essere perseguitato dai debiti.
Non basta quello con Tony del bar a cui devi 10 euro di coca cole o quello con tua madre che è talmente tirchia che se ti presta 50 centesimi per il biliardino li rivuole.
Devi schiattare e sapere che hai qualcosa da restituire a quattro mura, o peggio, a un'insegnante zitella e cicciona che a quanto pare non ha sapone in casa.
Che poi però forse ho capito perchè si chiama debito. Basta che paghi l'insegnante e te lo toglie.


Ed ecco che il pavimento trema e cala il silenzio. E' arrivata.
Mi armo di cuffiette mentre lei con sorriso sadico caccia dalla borsa di pelle umana una busta con dei bigliettini, i nostri nomi.
Si, perchè lei interroga a sorteggio.
15, già chiamato.
25, assente.
11. Nessuna risposta.
Undici? Aspetta un attimo. Sono io, merda!
Mi avvicino deglutendo alla cattedra. Che Dio me la mandi buona.


-Su, Rossi (cognome inventato) parlami del feudalesimo.-
-Allora, praticamente il feudalesimo era un tipo di organizzazione sociale ed economica sviluppatasi nel medioevo, carettirazzata da rapporti di vassallaggio tra un un vassallo, appunto, e un dominus, il quale in cambio della fedeltà del vassallo gli donava un pezzo di terra chiamato beneficium e...-
-No, no, non è così, hai studiato Rossi?-
-Si, prof, ved...-
-Niente scuse, siccome non si è praparata, spiego io.
Il feudalesimo era un tipo di organizzazione sociale ed economica sviluppatasi nel medioevo, carettirazzata da rapporti di vassallaggio tra un un vassallo, appunto, e un dominus, il quale in cambio della fedeltà del vassallo gli donava un pezzo di terra chiamato beneficium. Chiaro? -
-Prof, ma io che ho detto?-
-Non di certo questo, ora a posto. Quattro.-
*Fanculo brutta puttana. Sei così acida che il formaggio stagionato di 15 anni ti fa un baffo. Megera da quattro soldi.*

Non capisco perchè noi ragazzi dobbiamo essere giudicati da questa gente. Non hanno il diritto di decidere delle sorti di un ragazzo. Il loro dovere è solo insegnare, cazzo, non sono ad un tribunale. Se un ragazzo alla fine dell'anno ha appreso i tuoi insegnamenti, bene, meglio per lui, se no, pace. Dio mio. Fatti una scopata e sciallati vecchiaccia.



ANGOLO AUTRICE
Boh, pensieri un pò alla cacchio. Scusate la volgarità. Non ho riletto, m'è venuta così XD Non siate crudeli :3
Vi voglio bene ^-^
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Nonsense / Vai alla pagina dell'autore: _Maisha_