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Autore: TealRue    27/07/2012    4 recensioni
Donna Noble ha dimenticato tutto. In teoria. Ma ci sono ancora dei momenti in cui Donna può girarsi e sfiorare le sue memorie.
Ci sono dei momenti in cui mi dimentico di aver dimenticato. Perché so che ho dimenticato qualcosa. Magari in quei momenti sto camminando per strada e mi fermo. Piangendo. C'è una voragine, da qualche parte dentro di me, un senso di perdita devastante, perché non c'è più, lui non c'è più- lui chi?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Donna Noble
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Momenti




Ci sono dei momenti in cui penso che mi manchi qualcosa.

Mia mamma dice sempre sbuffando, tanto per rigirare il coltello nella piaga, che mi sento così perché non ho fatto nulla di buono nella mia vita. E me lo dice proprio così, eh: "Donna, non hai fatto nulla di buono nella tua vita.". Ehi, grazie mamma: adesso che mi hai ricordato che sono solo una stupida precaria di Chiswick, mi sento molto meglio. Devo pensare positivo, sempre pensare positivo. Ecco, Chiswick avrà pur bisogno di una precaria, quindi, perché non io? Magari è proprio questo il mio posto nell'universo, quello per cui sono nata. Non possiamo mica pensare di essere tutti indispensabili, che ognuno di noi sia l'essere più importante dell'intera creazione.
Ma non è per questo, che a volte penso che mi manchi qualcosa. È diverso, sento che è diverso; so, che è diverso, ma non so perché.
In quei momenti, si risveglia una sensazione dormiente, di quelle che riaffiorano senza parole nella mente, come pesci. Pesci; appena mi avvicino guizzano via e fuggono nel nero delle  acque profonde. Erano lì, ma adesso ci sono solo delle increspature nell'acqua; cerchi intorno a cerchi intorno a cerchi che poi scompaiono- me li sono immaginata?

Ci sono dei momenti in cui mi dimentico di aver dimenticato. 

Perché so che ho dimenticato qualcosa.
In quei momenti magari sto camminando per strada e mi fermo. Sorridendo. Mi sento piena e soddisfatta e non vedo l'ora che- cosa? Appena ci penso, appena mi rendo conto di essere felice e la fatidica domanda "perché" mi sfiora la mente, tutto crolla. È una felicità che si sfalda, che diventa vento in un deserto. Mi sento stupida, quando succede, perché, maledizione Donna Noble, non puoi trattenerti e essere felice senza domande?! Oh, devo sempre rovinare tutto.
Magari in quei momenti sto camminando per strada e mi fermo. Piangendo. C'è una voragine, da qualche parte dentro di me, un senso di perdita devastante, perché non c'è più, lui non c'è più- lui chi? E anche in questi momenti arrivano le domande- per fortuna, perché è una tristezza così schiacciante da lasciare senza fiato. Quando mi accorgo della lacrima incastrata tra le mie ciglia, quando mi accorgo che "lui" non esiste -fa maledettamentemale quando lo penso, perché?- allora scuoto la testa e riprendo a camminare. Mi sento stupida, quando succede, perché, maledizione Donna Noble, non sei più una ragazzina con problemi ormonali! Il periodo dei pianti improvvisi è finito da un pezzo, quindi, su: muovi il tuo vasto posteriore e non piangerti addosso.

Ci sono dei momenti in cui incomincio a correre e- 

-e giro a sinistra. Non ha senso, vero?
Di solito succede quando vado di fretta, quando magari sono in macchina per andare a un colloquio con l'ennesimo idiota proprietario di un'impresa. Non è raro che succeda, è il nuovo hobby di mia madre, ormai, cercare di trovarmi un lavoro. Ad esempio: una volta stavo andando in centro per incontrare un tizio che cercava una segretaria per "questioni burocratiche". Tradotto: cercava un soprammobile senza particolare talento per lavoretti stupidi e poco gratificanti. Ovviamente mia madre ha subito pensato a me, della serie: come distruggere l'autostima di tua figlia in due semplici passi. Comunque: ero in macchina e maledettamente in ritardo, il semaforo era rosso e così sono stata costretta -dopo un paio di parolacce- ad inchiodare a un bivio. E qui comincia la parte strana. Quando il semaforo è diventato verde, di colpo mi sono sentita male. Ho cominciato a tremare, dietro di me sentivo i clacson delle altre macchine, ma qualcosa; qualcosa mi impediva di muovermi. Tremavo. Dovevo girare a destra. Avevo la nausea. Ho girato a sinistra. E, improvvisamente, la nausea è scomparsa! E cosa è venuto dopo, quando mi sono accorta di aver girato dalla parte sbagliata così, intenzionalmente? Mi sono sentita un'idiota, sono tornata indietro? No! Ho premuto l'acceleratore e ho riso sollevata e, come un doccia fredda, mi è scivolata addosso una sensazione di- pace? Speranza? Ma perché?
Ho paura di essere diventata pazza.

Ci sono dei momenti in cui la mia vita non sembra più mia.

L'ho detto, che sono pazza.
Mi sento un po' come un vecchio agente segreto a riposo che ormai si è dimenticato della sua missione. Ogni tanto -più spesso di quanto mi piaccia ammetterlo- penso che un giorno mi verrà a prendere. Spero. Non so bene chi. So solo che mi porterà via di qui, lontano, in posti sconosciuti, ai piedi di cascate di zaffiri. Ah, Donna, Donna Noble, fatti una vita. Vai a farti un giro con le tue amiche stasera. Perché solo le bambine sognano il principe azzurro e tu non lo sei più da venticinque anni... oddio, sono vecchia! Sono sovrappeso, vecchia, precaria e single! Allo stesso tempo! E sono anche pazza.
Decisamente. Perché in quei momenti sono veramente, sinceramente convinta che questa, questa donna che non sa cosa fare della sua vita, non sia io.
C'è una voce nella mia mente che dice che io sono molto di più. Questa voce ha anche un volto, è qui, nella mia testa, da qualche parte disegnato nella sabbia, ma le onde lo cancellano prima che io possa vederlo. Ha un nome, ha una storia, la conosco -veramente?-, ma come faccio a ricordarmela quando non mi ricordo neanche la mia?
In quei momenti, per una frazione di secondo, mi sembra che questa non sia la mia vita, che io sappia già quale sia la mia strada.
Il cielo, penso che c'entri col cielo, perché quando lo guardo arriva la nostalgia. Magari sono stata rapita da un principe marziano che poi mi ha fatto il lavaggio del cervello. No, dai. I Marziani non esistono. No? Voglio dire, non esistono.  La voce mi dice che esistono, ma che la voce -sembra offesa- non è di Marte.
Devo vedere il mio psicologo. Prima devo assumerlo, certo, ma poi devo assolutamente vederlo.
Questi, posso chiamarli così, momenti stanno diventando troppi. Stanno affogando tutta la mia realtà.
Allo psicologo non dirò che vivo per questi momenti.


Ci sono dei momenti in cui entro nelle cabine telefoniche, ma non devo telefonare.
E rimango delusa, quando entro e noto che dentro sono esattamente come me le immaginavo.

Ci sono dei momenti in cui vedo un'ape e mi viene voglia di leggere Agatha Christie.
Tanto metà del copyright è mio- eh?

Ci sono dei momenti in cui mi sembra di avere qualcosa sulla spalla.
Qualcosa di pesante, uno scarabeo? Perché penso sempre che sia uno scarabeo? Sta di fatto che non c'è mai nulla.

Ci sono dei momenti in cui le librerie mi mettono tristezza.
Il fatto che il mio uomo ideale sia un uomo meraviglioso, che mi adora ed è a mala pena in grado di parlare- cosa c'entra?

Ci sono dei momenti in cui non bevo il caffè perché penso sia avvelenato.
Non lo perdonerò mai- non lo perdonerò mai?

Ci sono dei momenti in cui dico a mia madre di non uccidere i ragni in salotto.
Perché quando lui li ha uccisi, acqua e fuoco ovunque, e quello sguardo che- ancora, con questo lui. Lui chi?

Ci sono dei momenti in cui voglio continuamente chiamare il mio dottore.
Anche quando sto perfettamente bene.
Dottore, Dottore.
È un titolo che scorre facilmente dalle mie labbra, come se fossi abituata a farlo.
Mi fido dei Dottori.
Un altro appuntamento dal mio Dottore.
Perché abbraccio il mio Dottore?

Ci sono dei momenti in cui guardo le stelle e penso di sapere come sono.
Ed è vero. È vero? Le ho viste. Sì? Sì! Oddio, è vero, io-

Ci sono dei momenti in cui la mia testa diventa bollente e comincio a, comincio a-
Dove sono? Dov'è il Dottore? No, no, no, non voglio tornare indietro, non voglio dimenticare, no, di nuovo, no, devo trovarlo, devo, no, aiutami, devo, devo... !

Ci sono dei momenti in cui mi sento svenire e
il mio mondo diventa nero.


------------


Sono Donna Noble, sono solo una stupida precaria di Chiswick in cerca di uno psicologo e la mia vita è un cumulo di banalità. Tranne in certi momenti-

Ci sono dei momenti in cui, se mi concentro, sento una canzone nell'aria.
Struggente e strana. Lontana e fredda, viene da un mondo di ghiaccio.
Sì, sono pazza.
Perché in quei momenti sono convinta che parli di me.












Note:

In questo periodo la mia ispirazione rasenta lo zero assoluto. Ho una connessione internet disponibile ogni sette giorni, devo finire la storia per un concorso che scade dopodomani. Oh, yeah. Ma ho Doctor Who che mi tira su di morale. Ho visto tutte le nuove stagioni (dal nono Dottore, per intenderci), rigorosamente in inglese senza sottotitoli. *si gasa* Per questo, mi scuso in caso di errori di traduzione, o peggio, d'italiano. Me lo sto dimenticando, non sto scherzando. E' stato stranissimo chiamare il Dottore "Dottore" al posto di "Doctaaah". XD Detto questo, la mia compagna preferita è la cara vecchia Donna Noble, quindi: spero di non averla maltrattata o resa OOC in questa one-shot, che mi ronza nella testa dalla fine della quarta stagione.
Allora, ci sono riferimenti a circa ogni puntata della quarta stagione e allo speciale di Natale "The Runaway bride", spero che li troviate tutti. Gotta catch 'em all.
Se volete farmi felice, recensite. Se no, be', pazienza. XD




  
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