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Autore: Hokuto    28/07/2012    4 recensioni
“Ehi, Goticuccia! Hai intenzione di scabottare ANCHE il primo girono di superiori? Ma vuoi proprio farti prendere di mira dai professori? Chiese ridendo una voce sopra di me. Cazzo, quanto odiavo essere chiamata in quel modo ma, dato che a farlo era LUI, non ci facevo neanche caso… Possiamo quasi dire che lo trovassi adorabile, quel soprannome, pronunciato da quella meravigliosa voce.
“Trent! Ma.. che ore sono?”
“Le otto meno dieci…”
***
“Dai, Tesoro.. Non ti preoccupare! Posso garantirti che passerai degli anni indimenticabili!” Poverino, a volte penso che, se fossi io al suo posto, mi darei dell’idiota non so quante volte al giorno. Ma, il fatto che non avesse neanche mai lontanamente pensato di dirmi una cosa del genere mi faceva impazzire; Eh sì, ero proprio innamorata. Per me Trent era tutto il mio mondo, la mia vita… Non potevo certo immaginare quello che sarebbe successo a partire da quello stesso giorno.
**AVVERTENZA**
Il sistema scolastico "quattro anni di medie- quattro anni di superiori", è quello presente in America quindi, essendo Gwen e gli altri Americani, mi sono ispirata a quello!^^
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Duncan/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Check My Soul
_Capitolo 21_


Duncan ridusse gli occhi ad una fessura e, distolta l’attenzione da Lindsay, si diresse verso Trent.
“Cos’hai detto?” Sibilò, in maniera quasi impercettibile.
Il compagne deglutì, arrendevole.
“Bhe, ecco… Non riuscivo a sopportare l’idea che Gwen mi avesse mollato e… Ho ideato tutta questa messa in scena per convincerla che con me sarebbe stata meglio…” Abbassò lo sguardo, pieno di rimorso, poi chiuse gli occhi e strinse i pugni, aspettandosi una qualsiasi reazione corporea; per come si era comportato, si sarebbe meritato questo e altro.
Il compagno con i capelli alla moychana osservò attentamente le due ragazze a lui circostanti, poi tornò a voltarsi.
“Coraggio” Disse al moro, tirandogli una spinta.
“FILA a parlare con Gwen, spiegandole per filo e per segno la verità.” Trent sgranò gli occhi. Non lo aveva neanche insultato, né tirato un cazzotto in piena faccia, niente.
“Cosa? Ma io..”
“Ho detto vai! Sei suo amico, no? Merita di sapere la verità..” Il ragazzo obbedì immediatamente.
Quando ormai la sua sagoma era scomparsa dietro la porta d’ingresso, l’ispanica si portò una mano alla bocca, fingendo sorpresa.
“Quel Trent, che persona orribile! Usarmi in questo modo per i suoi loschi piani! Ah, ma appena mi capita a tiro..”
Ma non fece in tempo a finire la frase che Duncan le tirò uno schiaffo in  faccia. Non fraintendete, non uno di quegli schiaffi violenti, che ti lasciano il segno delle cinque dita sulla guancia per tre giorni, ma uno di quegli schiaffi pieni collera ed intrisi di odio.
La biondina al loro fianco fece un salto all’indietro , cercando di trattenere le lacrime di terrore, mentre Courtney si coprì la zona colpita, guardando impaurita l’ex fidanzato.
“D-Duncan…”
“Guarda Bene, Courtney, che mi sono trattenuto, anche se mi rendo conto che non avrei dovuto farlo, perché una persona che si comporta come hai fatto tu, per via di un semplice capriccio da “Bimba Viziata”… Bhe, si meriterebbe molto di peggio!”
Quasi non riusciva a crederci.
“Cosa? Ma io..”
“Oh, per favore, risparmiami la tua sceneggiata: so benissimo che Trent ha agito sotto tuo ordine… Sei davvero una persona spregevole, convincere gli altri a fare del lavoro sporco, per non “macchiarti le mani” da sola…” A quel punto la morettina non riuscì a trattenere le lacrime.
“Ah sì, eh? Ma a me non ci pensi? Io sono stata la tua ragazza per due lunghissimi anni, e tu hai voluto rovinare tutto! All’inizio pensavo fosse stata la cosa migliore lasciarci, ma quando ti ho visto con quella… Non ci ho visto più!”
Tutti i clienti del Wawanaqua’s café avevano assistito alla scena in religioso silenzio, sprigionando solo in quel momento una miriade di commentini sull’accaduto.
“Sì, ma devi capire che le cose non vanno sempre come vuoi tu, Courtney! Non puoi pretendere che tutti stiano ai tuoi ordini.
Se tratti le persone in questo modo, come pensi di dover essere trattata poi? È proprio per questo che ho mollata Court: Sei viziata e Cattiva! Sei riuscita a fare piangere una ragazza fantastica come Gwen per un tuo stupidissimo “bisogno”? Sai che ti dico?” Sorrise, ironico, scuotendo la testa.
“Addio Courtney. D'ora in poi non provare più a venirmi a cercare, o a parlare: per me sei morta.”
Concluse, poco prima di girarsi e correre nel bagno della caffetteria.

***

Trent entrò nella toilette delle ragazze, cercando di capire dove mi trovassi. La sua attenzione venne subito catturata dal rumore di un pianto, del mio pianto.
Fu come se gli avessero tirato un pugno allo stomaco.
Lentamente si avvicinò a me.
“Ehi.. Ehi Gwen, tutto ok?” Cercai di ricompormi, ma non ebbi un grande successo.
“Trent, io.. io…” E di nuovo giù a singhiozzare.
Era come se volessi comunicare qualcosa a tutti i costi, ma l’unico modo che avevo per farlo erano le lacrime.
Il mio ex mi osservò, con lo sguardo pieno di dolore, poi mi abbracciò.
“So che ora mi verrai a dire che avevi ragione, che sono stata una stupida a fidarmi di lui e a mollarti, ma… Io lo amavo veramente. Gli ho dato tutto ciò che potevo offrirgli, ma evidentemente non era abbastanza…” Sussurrai, con la faccia sprofondata nel suo petto.
Era come quando avevamo nove anni: Eravamo alle elementari, e una ragazzina mi aveva presa in giro in modo veramente cattivo, perché mio padre se n’era andato di casa, appena saputo che Rachel era incinta. Mi sentivo uno schifo, e mi ero rinchiusa nello sgabuzzino dei libri vecchi.
Poi arrivò Trent, a consolarmi; mi abbracciò e mi disse che non dovevo ascoltare quei commenti perfidi, e che, se mio padre avesse conosciuto sua figlia, non se ne sarebbe mai andato di casa.
Era uno dei ricordi più cari che avevo.
Fortuna che avevo un amico come Trent, al mio fianco, anche in momenti di questo genere.
Di colpo il moro mi staccò da lui, con la faccia seria.
“Gwen, io… Non credo che potremo essere più amici… Ti faccio solo stare male e vederti così mi distrugge.”
Sgranai gli occhi, incredula: Ma di cosa stava parlando? Farmi stare male? Se mai ero io che lo facevo preoccupare!
“Trent ma cosa…” In quel momento  ci raggiunse Duncan; sembrava parecchio affannato.
“GWEN!” Gridò, correndomi in contro.
Ancora turbata, fissai i due ragazzi molto attentamente.
Duncan mi guardava preoccupato, mentre Trent neanche riusciva ad alzare lo sguardo.
Era tutto troppo strano.
Cercavo in tutti i modi di capire cosa stava succedendo. Ripensavo all’intera giornata, alla cena, alle parole del mio amico, e a quelle del mio fidanzato, fino a quando… Riuscì ad incrociare lo sguardo con quello del moro.
“No…” Bisbiglia.
“Trent, tu non hai…” Ma lui scosse la testa.
“Mi dispiace, Gwen: io davvero non ti merito.” Poggiò una mano sulla spalla del “rivale”.
“Lui.. Lui ti ama molto, spero siate felici assieme, davvero” Concluse, cercando di abbozzarsi un sorriso in faccia, prima di saparire.
Una volta rimasti soli, saltai letteralmente addosso al mio compagno, ricominciando a piangere.
“Oh Duncan, mi dispiace! Non avrei mai dovuto dubitare di te! Sono un’idiota..” Lo strinsi ancora più forte, mentre lui mi accarezzava i capelli.
“No, Raggio Di Luna, non è colpa tua… E nemmeno di Trent!”
“Eh?”
“Si è mosso sotto comando di quella stronza..” Disse, tirando un pugno al lavello.
“Giuro che colei ho chiuso: Neanche più una parola!”
Lo fissai, percependo la sua collera. Lentamente mi avvicinai alle sue labbra con le mie e lo baciai. Un bacio lungo ed interinabile. Le mie mani sulle sue guance, le sue sul mio bacino, e mi sentii nuovamente sollevata.
Come se non fosse successo niente, in quell’ora infernale.
“Ti prometto che non dubiterò più di te, Duncan”
Mi sorrise, in quel modo dolce e rassicurante che solo lui sapeva fare.
“E io ti prometto che non accetterò più di fare uscite a quattro, Raggio di Luna..”
Risi di gusto, per la prima volta, in quella lunga serata.

 
Check My Soul
_Capitolo 20_
END
 

  
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