SEMPLICEMENTE SEMPLICE
Il tramonto tingeva di rosso le cime dei monti
ormai non più innevate. Il vento soffiava leggero come ad accarezzare tutti gli
elementi che formavano quella splendida natura incontaminata.
Il prato verdeggiante si abbassava sotto il
leggero passo di una figura avvolta in una veste bianca stretta in vita da un
bustino di pelle. La sua corsa continuò fino ad una casetta di legno e
pietra.
-Sono tornata.
-Gioia, vieni, è pronto da
mangiare.
Ad accogliere la ragazza vi erano una donna
ormai non più giovane e il suo consorte.
-Certo- rispose lei posando i gigli che aveva in
mano.
-Domani potresti accompagnare tuo padre al
villaggio? Ha bisogno di una mano. Resterà tuo fratello con me.
-Come volete, madre.
La cena fu consumata velocemente e la cucina
messa a posto.
-Liv cara, vai a letto, domani sarà una lunga
giornata.
-Sì padre.
La sottomissione della sedicenne aveva sempre
stupito i due genitori: non li aveva mai contradditi né tanto meno disubbidito.
Accettava le scelte che facevano per lei e si accontentava anche del più piccolo
fiorellino che le veniva regalato.
Dopo aver constatato che la figlia si fosse
addormentata, l'uomo lo confermò alla moglie che cadde in ginocchio con il viso
tra le mani. Forti singhiozzi la fecero sussultare mentre veniva
abbracciata.
-Perché? Perché? Perché proprio
lei?
-Non possiamo fare altrimenti, cara. Se non
acconsentiamo ci toglieranno tutto e non potremmo assicurare un futuro a nostro
figlio. E' l'unico modo.
-Ma se non la vedessimo mai più? Mai
più!?
-Non le accadrà nulla. La sua fede la
proteggerà.
La povera donna continuò a piangere.
E il marito riuscì solo a
ripetersi.
-E' l'unico modo.
La mattina dopo...
-Mi raccomando piccola, stai
attenta.
Liv si sentì stringere talmente forte quasi da
non respirare.
-Madre, tranquilla, tornerò. E starò attenta. Lo
prometto.
La donna sospirò.
-Tu sei stata la mia benedizione,
cara.
Serena benché perplessa, la ragazza baciò le
mani del genitore e seguì il padre.
-Eccoci arrivati, Liv cara. Io devo sbrigare
alcuni affari, resta pure qui.
-Certo padre...- l'attenzione della giovane fu
presa da delle gaie risate non molto lontane -oh, padre, sono le ragazze: posso
avere il permesso di stare con loro finché non avrete finito? Per
favore...
-Certo cara, vai pure, ma non
allontanarti.
-Oh, certamente, grazie.
Radiosa, corse verso le amiche.
L'uomo fu preso da una pesante angoscia. Come
era riuscito ad accettare?
Poco più tardi...
-...e sa fare molto altro: è una brava
filatrice, sa cucinare, pulire, prendersi cura dei bambini, leggere e
scrivere...
-Non ne dubito. Troverò qualcosa adatto a
lei.
Un distinto signore avvolto in un mantello nero
parlava con il povero montanaro che riusciva a nascondere tutto il dolore
provocato da una decisione senza sbocchi.
-Certo, certo.
-Ma c'è una cosa che mi preme di più: è
ubbidiente?
-E' la personificazione dell'ubbidienza e della
sottomissione.
-Bene. E dov'è?
L'uomo cercò la figlia con lo sguardo. Era
vicino alla fontana e ballava con le altre ragazze.
-Venga signore.
Si avvicinarono, mentre dalla bocca della
ragazza uscirono dolci suoni che, come loro solito, trasmettevano un'allegria
quasi non terrena.
-Questo è il prezzo che
questo mondo impone a noi
Di vivere senza certezza alcuna...
In bilico nel blu e disperati amanti che non mai trovato amore puro
Piegati alle regole del buon mercato
Mi pento mi dolgo per questo peccato
Ma quando respiro mi accorgo che esisto davvero
E stiamo isolati in cerca di gloria mediocri e muti e senza memoria
Ma guarda l'estate è tornata speranza c'è ancora..
Ti prego vivi... vivi... vivi... davvero...
vivi... vivi... vivi davvero... davvero...
Di vivere senza certezza alcuna...
In bilico nel blu e disperati amanti che non mai trovato amore puro
Piegati alle regole del buon mercato
Mi pento mi dolgo per questo peccato
Ma quando respiro mi accorgo che esisto davvero
E stiamo isolati in cerca di gloria mediocri e muti e senza memoria
Ma guarda l'estate è tornata speranza c'è ancora..
Ti prego vivi... vivi... vivi... davvero...
vivi... vivi... vivi davvero... davvero...
Alla vista del padre, la ragazza si fermò e gli
corse incontro.
-Bentornato, padre. Avete già
finito?
Il cuore del pover'uomo andò in frantumi, ma non
fece trasparire nulla.
- Liv cara, questo è il signor
Duca.
La ragazza, al suono di una parola che appariva
così distinta e intimidatoria, abbassò il capo in segno di sottomissione e si
piegò sulle ginocchia.
- E' un grande, grande onore,
signore.
-Sì- il Duca la squadrò perplesso, per poi
acquistare un'aria di superiorità che sembrava essergli solita
-alzati.
La ragazza eseguì l'ordine.
-Vi concedo cinque minuti, poi
partiremo.
Il montanaro prese per un polso la figlia e la
trascinò qualche passo più in là.
-Mi perdoni l'insolenza, padre. Chi deve
partire?
Dopo un profondo sospiro di disperazione, l'uomo
prese le mani della figlia.
-Piccola mia... tu. Sei tu che dovrai
partire.
E per un attimo fu silenzio, un silenzio in cui
la giovane non osò muovere un muscolo in attesa di una maggiore
spiegazione.
-Sono debitore al Duca. Ci toglierà tutto quello
che abbiamo e tuo fratello non riuscirà ad avere un futuro, a meno
che...-le mani di entrambi furono scosse da un tremito -...a meno che tu non
lavori per lui.
Passò un istante, e quando il montanaro ebbe il
coraggio di alzare lo sguardo, vide la ragazza guardarlo
dolcemente.
-Se questo può aiutare voi e il mio povero
fartello, lo farò- disse con un tono così sereno che sembrava quasi inquietante
-servirò il Duca ed eseguirò tutti i suoi ordini.
Improvvisamente, si sentì
stringere.
-Tu sei stata davvero la nostra benedizione,
piccola.
Liv era rismasta di sasso: per la prima volta,
in tutta la sua vita, suo padre l'aveva abbracciata.
-P-padre...io...- una lacrima fece capolino e
scivolò sulla guancia.
-Tempo scaduto. E' ora di andare.
Il Duca aveva un'aria alquanto
impaziente.
-Vengo subito signore- poi la ragazza sussurrò
al padre -niente paura: qualcuno mi protegge da lassù.
Detto ciò, si voltò con il viso asciutto e seguì
sommessamente il Duca, che prima di salire sulla carrozza, lanciò due parole al
pover'uomo:
-Ora potete stare tranquillo. Non vi darò più
pensierò. Addio.
Il rumore dello scalpitio degli zoccoli si
affievolì lentamente, mentre il montanaro cercava di evitare di dare libero
sfogo alla sua disperazione.
Nella carrozza, intanto, l'uomo avvolto nel
mantello studiava la giovane davanti a lui che aveva lo sguardo fisso sul
paesaggio e le mani in grembo.
Capelli neri, ricci, lunghi fino a metà schiena;
la pelle bianca, immacolata; corpo esile ma quasi perfetto; e quegli occhi,
occhi d'un verde smeraldo che attirava l'attenzione come un'ape era attirata dal
miele.
Così ingenua e... pura. Almeno all'apparenza.
Quali vizi potevano nascondersi dietro quel viso dai tratti così delicati? Quali
turpi pensieri potevano trasformarsi in parole attraverso quelle labbra
rosse?
L'idea di scoprirlo era allettante. E il
desiderio impellente.
-Quindi il tuo nome è Liv.
La ragazza sussultò come risvegliata da un sonno
profondo.
-Sì, signore.
-Tuo padre dice che sai fare di
tutto.
-Ci provo, ma non saprei dire se bene o
male.
-E da quanto ho visto, hai anche una bella
voce.
-Non mi permetto di definirla bella. Da quello
che mi dicono gli altri, gradevole...
-Pensi davvero ciò che mi hai
detto?
Liv per un momento lo fissò, quasi stupita, poi
si riprese:
-Sì, certo.
Il Duca non sembrava del tutto
convinto.
-C'è qualcosa che sai fare
perfettamente.
-No- rispose invece all'istante -non so
se esiste qualcuno che sappia fare qualcosa davvero in modo perfetto, ma io
ancora non sono riuscita a raggiungere la perfezione in nulla.
Stavolta l'espressione
dell'uomo non lasciava trapelare il minimo indizio della sua
reazione.
Si limitò a riacquistare il moto di superiorità
che, chissà perché, non suscitava né timore né irritazione nella mente della
giovane.
Intanto all'orizzonte si cominciava a scorgere
la sagoma di un grande castello.
E chissà cosa ne sarebbe stato di quella povera
piccola ingenua ragazza...
Ciao! Mi sa k risulta alquanto confuso
all'inizio, eh? Beh spero che proseguendo le cose appaiano più chiare! Un bacio
(anche se non so se qualcuno stia leggendo...)!
Fatemi sapere, eh?
Ciau ciau!