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Autore: EBI_Weasley    29/07/2012    7 recensioni
Una breve storia in onore delle Olimpiadi 2012 che si stanno svolgendo a Londra. Rupert porta la torcia olimpica ed Emma lo incontra per caso. Cosa succederà tra i due che non si vedono da un anno? Una storia più intricata di quel che sembra. Alcuni elementi potrebbero non rispecchiare la realtà degli eventi.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Emma Watson, Rupert Grint
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Emma sbadigliò rumorosamente e aprì gli occhi. Si mise a sedere, ma ebbe immediatamente un giramento di testa. Dovette ristendersi sul letto. Quando il dolore terminò, decise di riaprire gli occhi e muoversi più delicatamente. Il soffitto della stanza era bianco e vi era una lampadario antico che penzolava pericoloso sulla sua testa. Si alzò dal letto di scatto cercando di capire dove si trovasse. Si rese conto di indossare una gigantesca maglia a maniche corte che copriva la sua camicetta stropicciata di un rosa pesca. Sbadigliò di nuovo, strizzando gli occhi, ma andò a sbattere contro lo stipite della porta. Imprecò a bassa voce e si massaggiò il braccio dolorante. Un cellulare iniziò a squillare e lei riconobbe subito la sua suoneria. Frugò tra le cose sparse sul pavimento e trovò la sua borsa sotto il letto. Afferrò il telefonino e rispose.
‹‹ Pronto? ›› sussurrò Emma appoggiando l’oggetto all’orecchio.
‹‹ Emma? Non mi hai più richiamato ieri sera. Ho pensato fossi tornata a casa, ma non rispondeva nessuno.››
Emma non rispose subito e diede di nuovo una sbirciatina in giro. Non era un impressione: quella non era assolutamente casa sua.
‹‹ Will, mi dispiace, sono a casa di un’amica. ›› mentì la ragazza. ‹‹ L’ho incontrata ieri sera. ››
‹‹ D’accordo. ›› disse Will incerto. ‹‹ A che ora ci vediamo oggi? ››
Emma scoccò un’occhiata all’orologio sul comodino. Le 10:30. Quando riavvicinò l’apparecchio alla bocca, le scappò un gridolino. Aveva ricordato tutto.
‹‹ Cosa succede? ››. La voce di Will risuonò preoccupata.
‹‹ Niente, niente. Mi è sembrato di vedere un topo. ›› rispose Emma scuotendo la testa capendo che la sua bugia era fin troppo debole.  ‹‹ Will … ehm, ti richiamo io, va bene? ››
‹‹ Sì, va bene. Forse è meglio. Ciao tesoro. ››
Emma non rispose chiuse subito il telefono e lo gettò sul letto. Si levò la maglia e cercò di darsi una sistemata. Immagini distorte le balenarono nella mente. Tutto era cominciato due giorni prima.

Camminava intorno alla Middlesex University di Londra per un tour organizzato. Doveva essere il modello dei giovani studenti che avevano bisogno di ispirazione. Eppure non era del tutto certa che proprio lei fosse adatta. Cambiava idea continuamente. Aveva avuto tante opportunità nell’ultimo periodo e aveva deciso di sfruttarle tutte. Aveva davvero trovato la sua strada nella recitazione, ma non voleva abbandonare lo studio che per lei era sempre stato di fondamentale importanza.  Però pur impegnandosi con tutti i suoi sforzi, tutti la consideravano ancora la secchioncella di Harry Potter, Hermione Granger. Non sapeva mentire a sé stessa, a volte si sentiva proprio come lei.
Emma sbruffò pesantemente e una volta raggiunta l’università, si sedette sugli scalini principali. Si appoggiò il cappuccio sulla testa e inforcò gli occhiali da sole. Per quanto il caldo fosse soffocante non poteva rischiare che paparazzi o fan la vedessero in quello stato. Quando arrivarono le undici, Emma iniziò a preoccuparsi. Non c’era ombra di conoscenti nelle vicinanze che la potessero guidare. Prese il cellulare e sfogliò la rubrica. Digitò il nome del suo consulente e fece squillare il telefono.
‹‹ Dimmi tutto Emma. ››
‹‹ Dove sono tutti? Io sono alla Middlesex University. ›› disse la ragazza stizzita.
‹‹ Non ti hanno avvertito? Oggi è stato rimandato tutto. C’è il passaggio della torcia olimpica. ››
‹‹ Perché non mi ha avvertito nessuno? ›› sbruffò Emma togliendo il cappuccio bagnato dal sudore.
‹‹ Mi dispiace. ›› provò a scusarsi lui. ‹‹ Provvederò subito a trovare i responsabili. ››
‹‹ No, non ti preoccupare. Farò un giro da queste parti. Per quando è previsto il prossimo incontro? ››
‹‹ Alla fine delle Olimpiadi. ›› rispose l’uomo con voce sommessa.
‹‹ Quando pensavate di avvertirmi? ›› domandò Emma infuriata da tanta superficialità.
‹‹ Prendila come una vacanza. ›› provò lui.
‹‹ Certo, o forse dovrei trovare qualcuno di più affidabile, non credi? ›› esclamò la ragazza chiudendo il telefono con rabbia. Forse era sta troppo brusca, ma era davvero nervosa.  Prese un respiro e cercò di rilassarsi. Si alzò dagli scalini e fece un giro intorno alla scuola. Un gruppetto di ragazze si avvicinò a lei incerto.
‹‹ Scusami? ›› chiese una ragazza bionda. ‹‹ Sei Emma Watson? ››
Emma si voltò e annuì, sorridendo.
Le ragazze si misero la mano alla bocca. ‹‹ Potremmo … ehm io non ci posso credere … possiamo fare una foto insieme? ››
‹‹ Certo! ›› rispose Emma. L’unica grande gioia che rendeva momenti come quelli splendidi era proprio la riconoscenza dei fans. Emma si fece scattare due o tre foto insieme alle ragazze e firmò anche un autografo per ognuna.
‹‹ Ti ringrazio tantissimo! ›› esclamò una ragazza bruna più alta di lei. Emma sorrise e fece per andarsene.
La giovane dai capelli rossi che era rimasta in silenzio, mormorò. ‹‹ Emma stai andando a vedere Rupert, vero? ››
Emma si voltò e le guardò interrogative. ‹‹ Rupert? ››
‹‹ Come non lo sai? Rupert porta la torcia olimpica stamattina. ››
‹‹ Davvero? ›› domandò Emma sorpresa. Le altre annuirono felici. ‹‹ Ci stavamo proprio andando. ››
Emma sorrise e corse via agitando la mano. ‹‹ Grazie ragazze! ››
Quello stupido non si faceva sentire da tantissimo tempo e non l’aveva neanche avvertita. Anche lei aveva contribuito ad un video per la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi, ma non pensava che anche Rupert ne fosse coinvolto. Quel furbacchione! Forse sapeva che lo avrebbe preso in giro per molto tempo. Ed era vero. Non fu difficile trovare il luogo dove avrebbe portato la torcia: tantissima gente era riunita intorno alle transenne e urlava il suo nome.
Emma si appoggiò sul capo il cappuccio e si fece largo tra la folla. Poi lo vide passare, impacciato e goffo come sempre correva con la torcia olimpica. Emma dovette soffocare un risolino e quando Rupert le passò a fianco, avvertì una fitta allo stomaco. Come era cambiato, era quasi un anno che non lo vedeva, un anno dalla premiere più importante della sua vita. Emma sospirò e non appena la fiamma rossa fu scomparsa si allontanò velocemente. 
 
   
 
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