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Autore: MikaMika    29/07/2012    6 recensioni
One shot! Immaginate una ragazza e un vampiro che litigano in continuazione. Immaginate tre amiche che si divertono a fare incantesimi. Qualcosa non va come dovrebbe! Delena uscita così!
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Adesso basta! Ti ho detto che questa volta non se ne parla! Dovresti lasciar perdere anche tu!-
-Non possiamo abbandonarlo!-
-Ti rendi conto che periodicamente ci ritroviamo a discutere sulla stessa faccenda! Se ne è andato smettila di fare la crocerossina!-
-Se ne è andato perché pensava che tra noi ci fosse qualcosa .. era ferito!-
-Tra noi c’è qualcosa Elena! Dovresti cominciare ad ammetterlo.
-Smettila, non è vero.-
-Mi hai baciato più volte se te lo fossi dimenticato.-
-Non voleva dire niente. Dobbiamo trovare Stefan, mi ha lasciato perché crede che io sia innamorata di te, starà male, farà qualche sciocchezza. Sta soffrendo Damon!-
-Sai cosa c’è di nuovo Elena?- il vampiro moro torreggiò su di me spingendomi alla porta. –Che ti piaccia o no anche io ho dei sentimenti, e gradirei moltissimo se la smettessi di venire qui a sbattermi in faccia il tuo amore per mio fratello! Grazie!- e detto questo mi sbattè la porta in faccia. “Come osa????” pensai. Incapace di arrendermi cominciai a sbattere i pugni sul portone urlando il suo nome.
-Damon! DAMON! Aprimi, non puoi buttarmi fuori così! Apri subito!- trascorsi almeno dieci minuti ininterrotti ad urlare lì fuori, finchè lui non si decise e riaprì la porta. Era furioso, tanto è vero che appena lo vidi feci un passo indietro automaticamente. I suoi occhi saettarono sui miei e lo vidi serrare le labbra.
-Damon ti prego!-
-Adesso basta Elena! Sono stufo di te, di mio fratello e di fare il paladino del vostro amore. Ok? Sai cosa facciamo adesso? Domani parto e vado a cercare il tuo fidanzato. Lo trovo e te lo rispedisco qua, ma questa è l’ultima cosa che faccio per te piccola egoista. Poi non mi vedrai più .. –
-Cos .. cosa stai dicendo? Tu non puoi andartene .. –
-Ah no? E perché mai?? –
-Io non voglio che te ne vada .. – lo vidi avvicinarsi a me pericolosamente.
-Non mi basta .. – mi sussurrò sul viso.
Come ogni volta che Damon si avvicinava troppo a me io iniziai a perdere la lucidità. Spostavo lo sguardo dai suoi occhi alle sue labbra febbrilmente.
-Ti voglio bene Damon ..-
-Neanche questo mi basta .. – mi soffiò ancora sul viso.
Ero da capo a dodici, divisa a metà. La mia parte razionale che litigava con la mia parte passionale.
“Oddio resisti, lo fa apposta a parlarti così! Ma tu sei una PERSONA Elena e non un animale e puoi resistere!”
“Macchè la vita è una sola Elena. Buttagli le braccia al collo e datti alla pazza gioia!”
“Non puoi farlo pensa a Stefan!”
“MA CHI è STEFAN!?”
Oddio che mal di testa. Mi sembrava di essere due persone contemporaneamente e questo non mi faceva bene.
-Cosa c’è? Hai perso le parole?- il suo sorrisetto malvagio mi mandò su tutte le furie.
-Fai come vuoi Damon – gli dissi e me ne andai.
Avevo davvero bisogno di trascorrere una serata piacevole, normale. Decisi di organizzare un pigiama party con le mie migliori amiche. Volevo una serata durante la quale non avrei dovuto preoccuparmi di niente se non di scegliere il colore dello smalto che preferivo  e l’argomento di cui parlare con loro. Mandai un messaggio ad entrambe dando loro appuntamento da me e tornai a casa per organizzare tutto.
Preparai la mia camera per ospitarle, creai l’ambientazione e tirai fuori tre film romantici e strappalacrime. Trascorsi il resto del pomeriggio a preparare pop corn e a scegliere il menù per la serata.
Alle otto il campanello suonò ed andai ad aprire la porta.
-Squadra di soccorso arrivata!!!- trillò Caroline entrando dentro casa. Bonnie la seguì sorridendomi e stampandomi un bacio sulla guancia.
-Cosa ti è successo Elena? Il tuo messaggio ci ha fatto pensare che fossi sull’orlo di una crisi di nervi!- mi chiese la mia amica bruna una volta entrata in casa.
-Niente .. Damon, ma non ne voglio parlare!- dissi loro facendogli strada verso la mia camera. Trascorremmo la serata piacevolmente. Mangiammo schifezze sul letto mentre guardavamo una commedia romantica. –Adoro i lieto fine!- sospirò Care mentre passavano i titoli di coda. Non potevo dirmi d’accordo. Cioè anche io adoravo le commedie romantiche ma quella in particolare mi aveva fatto venire il mal di stomaco: parlava di una ragazza e un ragazzo (con due splendidi occhi azzurri e un fisico da urlo!) che non facevano che litigare e poi alla fine scoprivano di amarsi alla follia. Il perché mi avesse irritata così tanto la trama decisi di non volerlo sapere.
-Che facciamo adesso?- chiesi cercando di zittire la vocina fastidiosa che mi urlava nella testa il nome di Damon.
-Potremmo sfogliare qualche rivista di moda!- propose Caroline.
-Oppure potremmo giocare con gli incantesimi!- propose Bonnie con un sorrisetto furbo stampato sulla faccia.
-Che intendi?- chiese la mia amica bionda poco convinta.
Bonnie aprì il suo grimorio e fece scorrere le pagine, trovato quello che cercava prese a fissare Care e a pronunciare parole che per noi non avevano senso.  Dopo qualche secondo la mia splendida amica cominciò ad ingrassare a vista d’occhio sotto i miei occhi basiti e sotto lo sguardo divertito di Bonnie.
-EHIII! MALEDETTA MEGERA FAMMI TORNARE IMMEDIATAMENTE COME PRIMA!- sbottò Care quando ormai aveva raggiunto almeno i novanta kili ad occhio e croce. Cominciai a ridere come una pazza mentre Bonnie la faceva tornare normale. Continuammo ancora a lungo questo gioco. Io avevo avuto i capelli verdi, viola e blu elettrico mentre a Caroline erano cresciuti i baffi. Ogni volta ridevamo come pazze finendo per rotolarci a terra soprattutto quando la bionda perdeva le staffe dopo essersi guardata allo specchio e cominciava ad insultare la strega arrivando a minacciarla di morte quando le fece spuntare la coda.
–Adesso provo questo, è divertente! È il tuo turno Elena! Sei pronta?- annuii attendendo qualche altro incantesimo spassoso ma quando Bonnie terminò la formula magica continuavo a sentirmi assolutamente normale. –Allora?- chiesi e vidi la mia amica assumere un’aria interrogativa.
-Che c’è non funziona?- chiese Care.
-Non lo so in teoria avrebbe dovuto avere la voce da uomo!- spiegò tuffandosi sul suo grimorio per capire cosa non avesse funzionato.
Improvvisamente sentii un languore improvviso nello stomaco. Qualcosa stava cambiando, ma non la voce come si erano aspettate. Qualcosa stava prepotentemente facendosi largo dentro di me. Sul mio volto passarono una serie infinita di emozioni e mi accorgevo a mala pena delle mie amiche che mi fissavano curiose. Mi concentrai cercando di scacciare la confusione dalla mia testa e mi accorsi che un solo volto emergeva chiaro nei miei pensieri  e ricordi: un volto, un nome, un odore, una voce ..solo una persona riusciva a catturare la mia attenzione. Solo su una persona riuscivo a concentrarmi. Mi alzai risoluta e guardai le mie amiche fissarmi incuriosite.
-Io vado da Damon!- detto questo mi alzai e le lasciai lì ancora a chiedersi cosa fosse successo e a fissare la porta che mi ero sbattuta alle spalle.
POV CAROLINE
-Che è successo?- mi chiese Bonnie con una nota di panico nella voce.
-Sei tu la strega e lo chiedi a me???- le chiesi io sconvolta.
Ci guardammo un momento senza saper che fare. –Dammi qua!- le strappai il libro di mano e cominciai a scorrere con gli occhi la pagina. –Bonnie, non è che per caso hai sbagliato riga e le hai fatto questo incantesimo?- le chiesi indicando la riga sotto a quella dell’incantesimo che le avrebbe dato una suadente voce maschile.  “Rivela ed Esaspera il vero amore” citava il libro. Ci guardammo per un attimo perse.
-Dobbiamo fermarla!- strillò Bonnie saltando giù dal letto. Le afferrai un braccio e la trattenni.
-Forse è meglio di no!- ghignai malefica. Le mie intenzioni erano nobilissime, volevo che Elena finalmente fosse felice e la smettesse di rinnegare i suoi sentimenti, ma non potei trattenermi dal pensare “Ridi dei miei kili di troppo Gilbert?? Ride bene chi ride ultimo!” il mio ghigno si allargò.
POV ELENA
Entrai in casa sua senza nemmeno bussare e mi trovai davanti una ragazza statuaria e seminuda che si accingeva a salire le scale forse per tornare nella SUA stanza. –Vai via!- le dissi gelida.-
-E tu chi saresti?- mi chiede lei guardandomi altezzosa e infastidita.
-Non te ne deve importare, devi andartene!-
-Non credo proprio!- mi rispose arrogante. Stavo per trascinarla fuori casa con la forza quando lui comparve alle sue spalle. –Che vuoi Elena?- era bellissimo. Capelli spettinati ed espressione tra il serio e l’arrabbiato. Con addosso solo i boxer, gloriosamente svestito.
-Devo parlarti, ho bisogno di stare da sola con te!- gli dissi decisa dopo essermelo mangiato con gli occhi.
-Sono impegnato, come vedi … - mi rispose senza far caso ai miei sguardi indicandomi la ragazza.
-Non posso aspettare!- insistetti.
-Non voglio parlare ancora di Stefan .. – mi ammonì.
-Non so di chi tu stia parlando!- sorrisi e mi guadagnai un’occhiata scettica dalla creatura divina che avevo davanti –Non è questo, te lo giuro!- aggiunsi. Mi scrutò come a volermi scrutare dentro poi sbuffò esasperato. Si voltò verso la ragazza e la fissò negli occhi. –Prendi i tuoi vestiti e vattene!- le ordinò. Lei sparì con sguardo vacuo. –Dimmi! Spero tu abbia un buon motivo … -
-Puoi giurarci .. possiamo parlare nella tua stanza?-
-Ok, per me è uguale.- mi rispose un po’ spiazzato dalla mia richiesta.
Nonostante camminasse dietro di me potevo sentirlo fissarmi. Ancheggiai provocandolo sulle scale e una volta raggiunta la sua camera mi lasciai cadere lasciva sul letto.
- Elena, stai bene?- con tutta la malizia possibile gli sorrisi  -Forse potresti farmi stare meglio..-  In un secondo mi fu accanto e mi afferrò il collo con la mano.
-Katherine! Non sei divertente .. – mi ringhiò sul viso mentre stringeva più forte. Io rantolai sotto la sua stretta.  In parte ero eccitata ad averlo infuriato sopra di me, ma non potevo sopportare che mi scambiasse per un’altra. L’irritazione ebbe la meglio. –Sono io, Elena!- cercai di dire. Quando lui si accorse dell’errore lasciò la presa e si allontanò. –Come puoi scambiarmi per lei?- gli urlai contro furiosa.
-Scusa Elena, ma sei un po’ strana stasera … -
-In che senso?- gli chiesi ammiccando.
-Sembri seducente .. cioè lo sei sempre ma stasera sembra che tu lo stia facendo di proposito.- cercò di spiegarmi confuso.
-Forse perché sto cercando di sedurti!- proposi portandomi più vicino a lui.
Lo vidi sbarrare gli occhi sorpreso. Eravamo molto vicini e lo sentii irrigidirsi. Lo avevo spiazzato era ovvio, ma confidavo che la sua confusione sarebbe sparita presto. Infondo lui era Damon Salvatore e difficilmente restava a lungo senza parole. Infatti dopo qualche secondo lo vidi scuotere la testa e assumere il suo solito sorrisetto malizioso. –E in tutto questo che fine avrebbe fatto il tuo amore viscerale per mio fratello!- mi chiese alzandosi ed allontanandosi da me. Io lo seguii e lui si lasciò mettere spalle al muro. –Perché tu hai un fratello?- chiesi sussurrando sulle sue labbra.
-Cosa ti è preso Elena?-
-Voglio darti un valido motivo per restare..- sospirai -Sai che hai delle labbra meravigliose?- gli dissi alternando sguardi languidi ai suoi occhi e alla sua bocca.
Lui ribaltò le nostre posizioni e iniziò a guardarmi con occhi famelici ma al tempo stesso aveva un’espressione divertita e maliziosa dipinta sul volto.  –Cosa stai cercando?- mi sussurrò suadente all’orecchio cominciando a posare baci infuocati sul collo.
-Ti desidero Damon .. voglio sentirmi tua, sono tua .. – la sua bocca sul mio collo, il suo respiro sull’orecchio, e sue labbra sulle mie mi rendevano difficile formulare un qualsiasi pensiero coerente. Sentivo solo un calore sempre più invadente salire dal mio basso ventre per espandersi in tutto il resto del corpo. Lui mi prese tra le braccia e mi posò sul letto mettendosi sopra di me. Nessuno di noi due parlava. I nostri sguardi ci incatenavano l’uno all’altra senza darci la possibilità di concentrarci su qualcosa che non fossero le nostre sensazioni. Ogni volta che lo sentivo sfiorarmi era come se delle lingue si fuoco mi lambissero la pelle. Il mio stomaco si contorceva ad ogni suo gemito. I miei vestiti erano stati ridotti a brandelli ed giacevano per terra. Lui era completamente nudo e torreggiava su di me. Io ancore avevo l’intimo a coprirmi ma sentivo la sua voglia di me spingere sulla mia entrata ancora coperta.
Mi abbassò la spallina del reggiseno e mi scoprì parzialmente. Iniziò a giocare con i miei seni catturando i capezzoli tra i polpastrelli e poi sostituì le mani con la bocca. Mi guardava mentre lo faceva ed io ero ipnotizzata dal modo in cui la sua bocca affamata mi baciava, succhiava, mordeva. Lo vidi poi scendere più in basso e spostare i miei slip per potersi concentrare sul mio centro di piacere. Lo sentii cominciare a sfiorarmi delicatamente e mi sentii impazzire. Accaddero due cose contemporaneamente.
La prima fu che sentii un impellente, assoluto ed imperativo bisogno di Damon dentro di me. Lo afferrai per le braccia e cercavo di tirarlo su di me. Lui alzò la testa e mi guardò con il suo solito sorriso malizioso ed allusivo e si portò su di me avvicinando la sua erezione alla mia entrata ma limitandosi a sfiorarmi.
La seconda cosa che accadde fu che la parte di me che solitamente reprimeva tutte le sensazioni che Damon mi scatenava venne improvvisamente fuori. Sbarrai un istante gli occhi e quella parte di me cominciò a chiedersi come fossi finita in quella situazione. Il ricordo di Stefan tornò a farsi sentire, il senso di colpa era presente, la razionalità mi imponeva di spingere via Damon e correre via. Ma la cosa meravigliosa fu che il mio corpo non aveva la minima intenzione di dar voce a quella parte di me. Mi sentivo più me stessa, questo sì, più impacciata e meno audace ma non avevo alcuna intenzione di frenarmi o frenare lui. Mi sentivo più consapevole di quello che stavo facendo, più padrona di me stessa ma non della situazione. Arrossii violentemente quando lui mi guardò negli occhi e mi sfiorò le labbra con la lingua. Io sospirai forte. Dischiusi la bocca e cominciai a baciarlo con foga. Decisi che non volevo domandarmi nulla. Improvvisamente lui si scostò da me –Questo significa che ammetti che c’è qualcosa tra di noi?- mi soffiò nell’orecchio. Io tremai dall’eccitazione. Non riuscivo a parlare ma lo desideravo, lo volevo e se non avessi parlato sapevo che Damon non sarebbe andato avanti. Mi guardava negli occhi consapevole di avermi in pugno. Io ero immobile. Lo guardavo negli occhi e avevo il respiro ansante. La mia testa e il mio orgoglio mi strillavano di negare e fuggire da quella situazione, ma non potevo ascoltarli. Ero immobilizzata da lui e dai suo occhi. –Allora Elena? Pensi che ci sia qualcosa tra noi oppure ci hai ripensato?- mi chiese suadente. Continuai a tacere in quella assurda lotta interiore. Lui sorridendo si allontanò da me. Entrai nel panico e spensi il cervello. Lo afferrai per il braccio e lo riportai su di me. Lui si posizionò tra le mie gambe e guardandomi negli occhi finalmente mi entrò dentro. Non si mosse. Rimase fermo.
-Se mi vuoi devi solo ammettere che tra noi c’è qualcosa Elena.. -mi sussurrò sulle labbra. Mi sporsi per baciarlo ma lui si tirò indietro. Mi lamentai ma lui sorrise ancora. Si stava divertendo a mettermi in difficoltà. Gli piaceva vedermi in bilico tra il mio orgoglio e il mio istinto. Si mosse sopra di me continuando a tenersi fuori portata di bacio. Mi lamentai ancora. Lui mi accarezzò la guancia –Non c’è bisogno di lamentarsi tesoro .. basta che tu lo ammetta  ed io sarò tuo e ti darò tutto quello che vorrai- mi stava offrendo tutto. Mi sentii elettrica e lo guardai. Aprii la bocca ma non riuscii a far uscire suoni –Sei attratta da me?- mi chiese ma era una domanda retorica. “Sì” pensai in risposta, ma dovevo urlarglielo, non potevo più tenerlo dentro. –Ti amo Damon – urlai quando lui si spinse deciso dentro di me. Vidi le sue pupille dilatarsi, il suo sorriso aprirsi e capii immediatamente che non si sarebbe più trattenuto così come io non mi sarei più dovuta trattenere. Quello che provavo non poteva essere sbagliato. Avevo passato mesi ad ingannarmi, a costruirmi scuse per non lasciarmi andare a questo sentimento che avrebbe potuto distruggermi ed esaltarmi al tempo stesso. Sentii Damon aumentare il ritmo e l’intensità delle spinte. Lo sentii ansimare il mio nome forte tra i gemiti. Mi attaccai a lui piantandogli le unghie nella schiena. Lo sentii arrivare in me e con me. Fu la sensazione più intensa della mia vita. Restammo distesi sul letto a guardare il soffitto. Entrambi avevamo delle cose da dire a  noi stessi e all’altro.
La mattina dopo mi svegliai assolutamente rilassata. –Buongiorno!- mi sorrise Damon uscendo dal bagno. La cosa che mi stupì fu il sentirmi perfettamente felice e a mio agio nonostante l’assurdità della situazione. Solo ventiquattro ore prima avrei dato di matto solo a pensare ad una circostanza del genere.
-Vestiti, andiamo a fare colazione al Grill!- mi propose sorridendo.  Io annuii mi sporsi verso di lui e lo baciai.
Mezz’ora dopo stavo entrando al Grill, assolutamente rilassata. Camminavo come su una nuvola felice quando due furie impazzite mi travolsero e mi rapirono rinchiudendomi nel bagno.
-Oddio Elena! Mi dispiace. Ho sbagliato incantesimo!-
-Non capisco di cosa tu stia parlando!-
-Chissà che trauma quando l’effetto dell’incantesimo è svanito e ti sei ritrovata nel suo letto!- sghignazzava Caroline.
-Volete spiegarmi ragazze?- chiesi arrossendo all’allusione di Care.
-Ieri, ho sbagliato incantesimo. Ne ho fatto uno che rivela ed esaspera i sentimenti. È colpa mia se sei corsa da Damon .. scusami Elena! Ho combinato un casino!- le mie amiche erano lì davanti a me e mi guardavano entrambe un po’ preoccupate.  Bonnie era il pentimento fatta persona e mi venne da ridere. Scoppiai in una fragorosa risata lasciandole entrambe basite a guardarmi. Quando riuscii a smettere accarezzai il braccio di Bonnie e le dissi –Non hai niente di cui scusarti. – le diedi un bacio sulla guancia –è stato il miglior errore che tu potessi fare, grazie!- lei feci l’occhiolino e uscii dal bagno per raggiungere l’uomo della mia vita.  
 
  
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