Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Notteinfinita    29/07/2012    6 recensioni
Federica,una ragazza sulle sue che non ama mettersi in mostra e Alex, il classico ribelle. Due caratteri diversi, due vite diverse...eppure il destino li metterà l'uno sulla strada dell'altra.
Ha partecipato al contest “Trova la tua citazione stupiscimi!” di Wrathy.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

nickname sul forum: Notteinfinita

nickname su efp: Notteinfinita

titolo del racconto: La vita è un mistero da vivere

tipologia: one-shot

generi: romantico, sentimentale

rating: verde

avvertimenti:one-shot, het

citazioni scelte: 1- Il carosello del tempo porta con se le sue vendette (William Shakespeare)

11- La vita è un mistero da vivere (Soren Kierkegaard)

- Non lasciare che il sole tramonti sulla tua ira (Louise May Alcott)

 

giudice: Wrathy

 

 

La vita è un mistero da vivere

 

«Allora ragazzi, per giovedì fate i primi dieci esercizi di pagina trentasette.» disse la professoressa osservando attentamente gli alunni.

Federica sbuffò sommessamente e scarabocchiò un appunto sul diario.

Quando cavolo finisce questa lezione?” pensò, dando un'occhiata al volo all'orologio che portava al polso.

Per sua fortuna, pochi minuti dopo la campanella segnò la fine delle lezioni e la ragazza, raccolte le sue cose, si diresse spedita verso l'uscita. Non salutò nessuno, nessuno la salutò, come sempre. Non era un mistero che tra lei e il resto della classe non ci fosse molto feeling.

A piedi si avviò verso un bar che distava circa un centinaio di metri dalla scuola.

«Buon dì!» esclamò entrando ed esibendo un sorriso dolce che nessuno a scuola gli aveva mai visto.

«Ciao cucciola!» le rispose, sorridendo, la donna alla cassa andandole incontro.

«Mamma, quando smetterai di chiamarmi così?» chiese, sbuffando «Ho già sedici anni!» protestò.

«Mai! Perché anche quando sarai una vecchietta per me resterai sempre la mia cucciola!» rispose decisa, mettendo su un broncio da bambina capricciosa per poi avvolgere la figlia in un abbraccio.

Federica si sciolse dall'abbraccio sorridendo rassegnata: sua madre sarebbe rimasta sempre un'eterna adolescente.

«Ehilà, splendore!» l'apostrofò un uomo panciuto e dalla corporatura robusta che camminava dietro al bancone trasportando una teglia di lasagne fumanti.

«Ciao Mario! Vedo che mi hai portato il pranzo!» esclamò guardando le lasagne con l'acquolina in bocca.

«Buongustaia! Te le preparo subito.» disse l'uomo iniziando a porzionare la pasta.

«Fortuna che ci sei tu, se no in questi anni sarei morta di fame!» esclamò lanciando uno sguardo divertito in direzione della madre. Mario l'aveva vista crescere e tra loro, ormai, era normale scherzare in quel modo.

«Figlia degenere, che cosa vorresti insinuare?» esclamò la donna con aria falsamente indignata.

«Non insinuo nulla, dico solo la verità!» rispose la ragazza, ridendo di gusto alla faccia contrariata della madre. «E non fare quella faccia, non sei credibile come madre severa.» disse cercando di smettere di ridere.

In effetti, chi non le conosceva avrebbe tranquillamente potuto scambiarle per sorelle. Entrambe alte circa un metro e sessanta, lunghi capelli mossi (biondo cenere quelli della madre, castani quelli della figlia), pelle chiara e labbra carnose. Le loro somiglianze però finivano lì perché, mentre la donna sfoggiava un look ultra-femminile con tacchi alti, gonna che le fasciava i fianchi e maglioncino con ampio décolleté che risaltavano il suo fisico formoso, la ragazza nascondeva la sua silhouette dentro a dei jeans da rap e ad una felpa oversize.

«Tesoro ma perché ti ostini a mortificare il tuo aspetto con questi vestiti informi?» chiese la donna.

«Mamma, ne abbiamo già parlato! » sbuffò Federica.

«Pronto il pranzo!» esclamò Mario, intromettendosi per interrompere il solito battibecco che avveniva giornalmente tra le due.

«Grazie! Allora ci vediamo stasera.» disse la ragazza schioccando un sonoro bacio sulla guancia della madre, uno su quella di Mario e dileguandosi prima che la madre tentasse di riprendere il discorso.

Lentamente Federica si avviò verso casa.

Aveva appena svoltato l'angolo per raggiungere la via di casa sua quando, da lontano, vide dei ragazzi che si picchiavano. Uno era a terra mentre gli altri tre lo sovrastavo pronti a stenderlo definitivamente.

La ragazza, riconoscendo uno dei tre aggressori, iniziò a correre nella loro direzione.

«Diego smettila subito!» urlò. parandosi davanti al più grosso dei tre. «Che ne penserebbe tuo padre se sapesse che hai ancora fatto a botte?» chiese poi, con aria di sfida.

Il ragazzo la guardò con aria truce mentre sentiva la rabbia ribollirgli dentro.

«Non imparerai mai a farti gli affari tuoi, eh Fede?» ringhiò.

Federica si limitò a fargli un sorriso sprezzante senza accennare a muoversi.

« Andiamo ragazzi. » disse Diego voltandosi non senza lanciare prima un'altra occhiata di puro odio in direzione della ragazza.

Rimasti soli, Federica abbassò lo sguardo sulla vittima del pestaggio che per tutto il tempo era rimasto a terra a capo chino.

«Tutto ok?» chiese porgendogli una mano per aiutarlo a rialzarsi.

«Wow, questa è una parte di te che non conoscevo!» rispose lui posandogli addosso due grandi occhi neri che lei ben conosceva.

«Alex?» disse lei stupita «Ecco cosa fai invece di venire a scuola!»

«Per favore, niente ramanzine!» esclamò, aggrappandosi alla mano che lei gli porgeva e alzandosi in piedi. «E grazie...»

«Di nulla, non ti avevo neanche riconosciuto...ma non sopporto quando Diego si mette a fare lo sbruffone.»

«Mi spieghi come fai a conoscere quel tizio?» chiese incuriosito.

«Suo padre lavora per mia madre, ci conosciamo fin da bambini...solo che crescendo è diventato un imbecille.» rispose semplicemente, poi diede uno sguardo al ragazzo.

«Sei messo male!» affermò osservando il labbro spaccato e il ginocchio sanguinante di Alex «Io abito qui vicino, se hai un paio di minuti ti disinfetto le ferite.»

«Non è il caso, dovresti dare troppe spiegazioni ai tuoi. Non voglio metterti nei casini.»

«Tranquillo, al momento a casa non c'è nessuno.»

«Allora ok.»

Alex si avviò dietro Federica chiedendosi, fra sé e sé, quanto ancora non conosceva della sua compagna di classe.

Camminarono in silenzio per una decina di minuti. Ad un tratto Federica si fermò davanti ad un palazzo di diversi piani, tirò fuori le chiavi, aprì il portone e fece segno ad Alex di entrare.

In pochi minuti l'ascensore li condusse al quarto piano. Qui Federica si avviò verso una delle porte e l'aprì. Appena lo fece un intenso calore li investì.

«Maledetto timer!» esclamò, mollando a terra lo zaino e la busta che aveva in mano, ed entrando di corsa in casa. «Raccogli le mie cose e chiudi la porta» urlò in direzione di Alex per poi sparire alla vista del ragazzo.

Alex fece come gli era stato detto. Chiusa la porta si avviò verso quella che sperava fosse la cucina. Giuntovi poggiò la borsa e lo zaino sul tavolo e iniziò a guardarsi intorno. L'arredamento era un misto di moderno ed etnico. Sul frigo facevano bella mostra di se diverse foto di una graziosa bambina dai capelli castani e dal sorriso dolce.

«Scusami, purtroppo il timer del riscaldamento è rotto ed ogni tanto si accende da solo.» disse Federica entrando in cucina.

Alex si girò ed aprì bocca per commentare le foto ma qualsiasi pensiero avesse in testa si volatilizzò di fronte a ciò che si trovò davanti. A causa del troppo caldo Federica si era tolta la maglia rimanendo con una canotta scollata che ne disegnava perfettamente le forme, delineando quella che, Alex pensava di poter dire senza ombra di dubbio, era una quarta di seno.

«Perché a scuola non ti vesti mai così?» chiese il ragazzo appena si fu ripreso dalla sorpresa.

«Perché non sopporto le occhiate fameliche» rispose, posando su di lui uno sguardo eloquente. «Ora togliti i jeans» disse poi mentre apriva le finestre della cucina.

«Non c'è che dire, vai dritto al sodo!» esclamò Alex slacciandosi la cintura.

«Che stupido che sei, devo medicarti il ginocchio!» rispose lei sorridendo e lanciandogli un pezzo di stoffa.

«E questo cos'è?» chiese il ragazzo.

«Un pareo, non ho pantaloni della tua misura. E cambiati di là, niente spogliarelli nella mia cucina, potrebbe passarmi l'appetito.»

Alex andò nell'altra stanza per far ritorno pochi minuti dopo ridacchiando nel vedersi conciato in quel modo.

«Da bravo, siediti qua!» disse Federica, indicandogli lo spazio libero vicino a lei sul divano.

«Va bene mammina!» esclamò il ragazzo, strizzandogli l'occhio e andandosi a sedere di fianco a lei.

Con estrema delicatezza la ragazza iniziò a medicargli il ginocchio. Quando ebbe finito passò a curargli il labbro mentre lui la guardava con un luccichio divertito negli occhi.

Al sentirsi osservata in quel modo Federica s'indispettì e premette più forte sul labbro per farlo smettere di guardarla.

«Hey, così mi fai male!» urlò Alex ritraendosi.

«E tu smettila di fare la faccia da pesce lesso!» rispose lei stizzita.

«Non faccio il pesce lesso!...solo che sei così diversa da come ti ho sempre visto a scuola.»

Federica abbassò lo sguardo leggermente imbarazzata, in effetti era la prima volta che qualcuno la vedeva com'era realmente.

«Che ci posso fare se i maniaci e le oche non li sopporto?» chiese lei, tornando ad indossare la sua maschera da dura menefreghista.

«Prometto di non fare più il pesce lesso, ok?» disse il ragazzo, sperando di alleggerire un po' la tensione che si era creata.

«Se mi dai un attimo ti smacchio i jeans.» affermò Federica alzandosi.

«Non c'è bisogno!» esclamò Alex.

«In effetti è tardi» disse guardando l'orologio appeso alla parete di fronte «i tuoi potrebbero preoccuparsi non vedendoti tornare.»

«A loro non frega niente di dove vado e cosa faccio; basta che non gli creo problemi e porto bei voti!» confessò con evidente amarezza nella voce.

Federica si sentì un po' a disagio per aver toccato quello che, evidentemente, era un tasto dolente.

«Allora che ne dici se ti sistemo i jeans e intanto pranziamo?» propose la ragazza cercando di distrarre il ragazzo dai suoi cupi pensieri.

«Ma, non saprei...» disse il ragazzo, fingendo di rifletterci su «Che si mangia di buono?» chiese curioso.

«Lasagne.»

«E che aspettavi a dirlo?» chiese il ragazzo saltando su dal divano.

«Alex, modera i movimenti...così si vede tutto!» esclamò la ragazza arrossendo lievemente e avviandosi nella lavanderia attigua portando i jeans con se.

Quando, pochi minuti dopo, ritornò trovò Alex compostamente seduto al tavolo.

«I jeans sono stesi ad asciugare. Adesso mangiamo » disse la ragazza, sorridendo tra se dell'inaspettata obbedienza del ragazzo. «Due minuti ed è pronto.» aggiunse, mettendo la pasta nel forno a microonde.

In poche mosse Federica preparò la tavola sotto lo sguardo curioso di Alex.

«Prima guardavo le foto sul frigo, graziosa!» disse, sorridendole maliziosamente.

«Niente pesci lessi nella mia cucina!» lo canzonò lei.

«E dai, era solo un piccolo complimento!» rispose Alex «Ma come mai non ci sono foto recenti?»

«Non amo le foto» spiegò, posizionando davanti al ragazzo la pasta fumante.

«È un peccato, sei molto carina quando non fai la faccia ingrugnata»

«Alex!» lo redarguì la ragazza, senza potersi impedire di arrossire.

«Ha ragione Kierkegaard quando dice che la vita è un mistero da vivere!» esclamò il ragazzo, osservandola con malcelato divertimento negli occhi alla vista del suo imbarazzo «e tu sei proprio un bel mistero da scoprire!»

«Non penso di essere così interessante!» si schermì la ragazza tenendo gli occhi fissi sul piatto.

«Invece ti sbagli, ho conosciuto più di te in questa ultima ora che nel corso dell'anno scolastico» spiegò «e ciò che sto scoprendo mi piace sempre di più.» aggiunse, lanciandogli una lunga occhiata.

Istintivamente Federica si strinse le braccia al petto nel gesto di coprirsi mentre Alex non riusciva a trattenere un sorriso divertito.

«Direi che la temperatura si è abbassata abbastanza.» disse la ragazza, per cambiare argomento, anche se il rossore che le era salito al viso smentiva le sue parole «Vado a chiudere le finestre.»

Detto questo la ragazza si fiondò fuori dalla cucina.

Quando, poco dopo, tornò Alex notò che aveva indossato una felpa ma che, fortunatamente, non aveva alzato completamente la zip.

«Se dobbiamo parlare di sorprese, allora, quello di cui parlare sei tu!» lo punzecchiò, tornando a sedersi al tavolo «Non immaginavo ti piacesse la filosofia.»

«Diciamo che a scuola non ho molte occasioni per fare citazioni filosofiche!» spiegò.

«Allora lo ammetti anche tu che i nostri compagni di scuola sono dei decerebrati!?»

«Diciamo che amano viaggiare leggeri...ma non per questo faccio l'asociale.» rispose lui ammiccando. «E scommetto che avevi bollato anche me come senza cervello!» aggiunse, poi, con sguardo falsamente indagatore.

«Bé, non si può certo dire che tu abbia fatto qualcosa per smentire l'idea che mi ero fatta di te.» disse Federica.

«E dai, si è giovani una volta sola...non puoi passare tutto il tempo a fare la mummia!» sbottò lui.

«Mi stai dando della mummia?» chiese lei, guardandolo storto mentre si alzava per sparecchiare la tavola.

«No, voglio solo dirti che dovresti vivertela di più la vita. Ok la serietà, ma ogni tanto ci vuole anche un po' di sano cazzeggio!»

«E tu ne sei un esperto, giusto?» lo punzecchiò lei, continuando a dargli le spalle mentre lavava le stoviglie.

«Modestamente...» rispose lui trattenendo a stento una risata nel tentativo di apparire serio.

Federica, che si aspettava una rispostaccia, non poté fare a meno di girarsi e sorridere.

«E adesso che facciamo?» chiese Alex assumendo l'espressione di un bambino che attende di fare un nuovo gioco.

«IO vado a studiare, visto che domani c'è interrogazione di matematica» rispose, calcando sul pronome «se tu vuoi restare sei il benvenuto ma a condizione che studi anche tu.» aggiunse con un sorriso divertito sulle labbra.

Finito di parlare Federica uscì dalla cucina dirigendosi verso la zona delle camere da letto.

Senza attendere un invito, Alex la seguì.

«Carina la tua camera!» esclamò, arrivandole alle spalle «Però, quante cose sull'Inghilterra! Ti piace proprio!»

«Diciamo che lì ho un conto in sospeso con qualcuno...» rispose enigmaticamente e, raccolti rapidamente i suoi libri, richiuse la porta e si avviò nuovamente verso la cucina.

Appena arrivata depositò i libri sul tavolo, ne aprì uno quindi prese un foglio una penna e alzò gli occhi su Alex che la osservava appoggiato allo stipite della porta.

«Allora cosa hai deciso?» chiese con un brillio divertito negli occhi.

«E sia» disse scrollando la testa «hai vinto, per oggi faccio il bravo studente.»

Detto questo si sedette di fianco alla ragazza che gli porse carta e penna con un mezzo sorriso sulle labbra e iniziarono a svolgere gli esercizi.

Ad un tratto Federica usò una matita per legarsi i capelli ma era così concentrata sullo studio da non accorgersi del lungo sguardo che Alex lanciò al suo collo; e, per sua fortuna, non poté neanche sentire i pensieri del ragazzo su quanto la sua pelle fosse invitante.

Alex era ancora perso nei suoi pensieri quando Federica, sentendosi osservata, alzò lo sguardo trovandosi gli occhi di Alex puntati addosso. Notando lo sguardo assente del ragazzo gli schioccò le dita davanti gli occhi.

«Cosa c'è?» chiese Alex, tornando in sé.

«Niente, eri solo partito per il mondo dei sogni!» esclamò Federica.

Alex sorrise imbarazzato, non poteva certo dirle che stava immaginando come avrebbe potuto essere baciarle il collo.

«Troppo studio!» mentì facendo la faccia stanca e afflitta.

«Ti riprendi se ti preparo un toast?» chiese.

«Si, penso che mi aiuterebbe!» rispose lui con faccia falsamente sofferente.

Così Federica, scrollando la testa, si alzò e andò a preparare la merenda.

Il resto del pomeriggio trascorse piacevolmente. Mai lo studio era apparso così semplice ad Alex né mai così divertente a Federica.

Quando, infine, accompagnò il ragazzo alla porta e se la richiuse alle spalle un sorriso le aleggiava sul volto mentre non poteva fare a meno di pensare a quali altri misteri la vita e quel ragazzo potessero riservargli.

 

***

 

L'indomani mattina fu con una nuova gioia nel cuore che Federica s'avviò verso la scuola.

Appena arrivata si sedette al suo solito posto e si mise a guardare fuori dalla finestra. Pochi minuti dopo avvertì una mano posarglisi sul capo. Stupita, si volse di scatto trovandosi davanti Alex che le sorrideva malizioso.

« Ciao bellezza! »

« Buongiorno stupido! » rispose lei regalandogli uno dei suoi dolci sorrisi.

Il resto della classe assistette incredula alla scena: mai avevano visto Federica scherzare con qualcuno né tanto meno sorridere.

Per i poveri ragazzi le sorprese non erano ancora finite. Un altro duro colpo a ciò che il resto della classe considerava la normalità venne dato dalla inusuale preparazione di Alex all'interrogazione di matematica. Ciò che però li scioccò definitivamente fu la scena che si verificò alla fine delle lezioni.

La campanella era appena suonata e, mentre tutti si preparavano ad uscire, Alex lasciò il suo banco in ultima fila e si avvicinò nuovamente a Federica.

«Che si mangia oggi di buono?» chiese con gli occhi che gli brillavano di furbizia.

«Ti stai auto-invitando?» chiese lei con finta noncuranza.

«Ora che mi hai fatto vedere la retta via non puoi abbandonarmi così!» protestò lui.

«Allora ci vediamo tra dieci minuti sotto casa mia.»

Senza aggiungere altro Federica uscì dalla classe ignorando gli sguardi stupiti dei compagni.

Da allora i pomeriggi di studio insieme divennero un'abitudine e, mentre Alex insegnava a Federica come godersi la vita, lei gli insegnava a fare del proprio meglio per se stesso e non perché gli altri lo pretendevano.

 

***

 

«Adesso ti va di dirmi qual'è il tuo conto in sospeso con l'Inghilterra?» chiese a bruciapelo Alex, un pomeriggio di alcuni mesi dopo.

Federica, presa alla sprovvista, non poté fare a meno di alzare gli occhi su di lui senza riuscire a nascondere il dolore che quella domanda le aveva causato.

Alex, visto lo sguardo della ragazza si sentì in colpa per aver toccato quello che, a quanto pareva, era un argomento delicato. Lui aveva sempre immaginato che si trattasse di un ex della ragazza con cui non era finita molto bene ma, dalla tristezza nei suoi occhi, capì che si trattava di qualcosa di più serio.

Federica abbassò il capo ed emise un lungo sospiro.

Infondo ormai ci conosciamo da mesi” pensò “e lui mi ha praticamente raccontato tutto della sua vita.”

Emettendo un altro sospiro Federica si fece coraggio.

«Se non ti va di parlarne non fa nulla. Scusami, non imparo mai a farmi i fatti miei!» esclamò il ragazzo, sentendosi profondamente in colpa.

«No, tranquillo. Tu mi hai raccontato tutto di te, è giunto il momento che lo faccia anch'io.» detto questo si alzò e andò in camera sua.

Quando tornò porse al ragazzo una foto, risaliva a diversi anni addietro e ritraeva una ragazzina molto simile a Federica ma dai capelli più chiari abbracciata ad uno statuario ragazzo alto circa un metro e ottanta, dai capelli castani e il fisico scolpito. Erano entrambi in costume e la foro sembrava fatta su un litorale non lontano da lì.

Mentre Alex osservava la foto Federica tornò a sedersi di fianco a lui.

«Quelli sono i miei genitori. Quando si sono conosciuti mia madre aveva 17 anni, mio padre 20. Lui era qui in vacanza. Il loro è stato un amore estivo. Quando mia madre ha scoperto di essere rimasta incinta lui era già tornato in Inghilterra. Lei lo ha rintracciato per digli cosa era successo ma lui le ha risposto che era troppo giovane per prendersi la responsabilità di diventare padre e poi è sparito, ha smesso di risponderle al telefono...probabilmente ha cambiato numero».

Federica smise un attimo di parlare mentre gli occhi le diventavano lucidi.

«Non ne ha mai più avuto notizie. Lui non sa neanche che sono nata. Mia madre ha deciso che era meglio che io sapessi la verità piuttosto che raccontarmi favolette sul papà fantastico che è morto in qualche assurdo incidente. Ci sono stata male per molto tempo ma, infondo, sono felice che abbia deciso di dirmi la verità!»

Alzando il viso Federica rivolse un sorriso tremulo ad Alex che l'ascoltava in un silenzio attonito.

«Per mia fortuna mia madre ha deciso di tenermi. I primi anni della mia vita li ho trascorsi quasi sempre con mia nonna mentre mia madre lavorava senza sosta per darci un futuro. I miei nonni sono stati grandi, hanno dato a mia madre tutto l'appoggio possibile anche se i loro mezzi erano limitati. Mia madre ha iniziato a lavorare presso il bar Cristal pochi mesi dopo la mia nascita e, quando io avevo dieci, anni i proprietari sono andati in pensione allora mia madre lo ha rilevato dando come garanzia alla banca la casa dei nonni affinché le concedessero un mutuo. Bé, da allora ho passato molto tempo in quel bar, per questo conosco bene il padre di Diego. »

Finito il racconto, Federica sembrò come svuotata, incassò la testa nelle spalle e abbassò il viso.

Alex, ancora colpito dal racconto, non sapeva come agire per farla stare meglio; ma ad un tratto, un mezzo ghigno, emesso dalla ragazza, lo fece sussultare.

«I sacrifici di mia madre non saranno vani. Lui non lo sa ancora ma il carosello del tempo porta con se le sue vendette...» disse e il suo tono di voce era così freddo e tagliente da far rabbrividire il ragazzo.

«Cosa intendi?» chiese, esitante.

«Ho chiesto a mia madre, se quest'anno sarò promossa, di poter andare in vacanza studio a Londra. Lì ho degli amici, grazie a loro ho saputo dove abita mio padre. Ho intenzione di andarci e chiedergli con che coraggio si sia sottratto alle sue responsabilità.» affermò alzando lo sguardo su Alex mentre un ghigno di rabbia le distorceva il viso e gli occhi le si velavano di lacrime.

Agendo d'istinto, Alex la strinse a se iniziando ad accarezzarle i capelli.

Inizialmente Federica sembrò irrigidirsi a quel contatto inaspettato ma, pian piano, sembrò trovarvi rifugio ed, infine, lacrime di frustrazione e rabbia iniziarono a sgorgarle dagli occhi senza che lei potesse fare nulla per fermarle.

«Perché non mi ha voluto nemmeno conoscere, perché mi ha abbandonata!» iniziò ad urlare stretta al petto del ragazzo mentre i singhiozzi la scuotevano violentemente.

Dopo che ebbe smesso di piangere, i due ragazzi rimasero a lungo abbracciati, in silenzio. Alex continuava ad accarezzarle il capo dolcemente, sperando che potesse trovare conforto in questo suo gesto.

«Perdonami.» disse, quando finalmente trovò la forza di staccarsi dal petto del ragazzo.

«E di cosa!?» rispose lui, mentre con i pollici le asciugava le ultime lacrime che ancora le bagnavano il viso.

«Sono sempre stata un tipo riservato, non ho mai raccontato a nessuno questa storia.» spiegò lei abbassando il capo.

«Allora ti ringrazio per avermi reso partecipe del tuo segreto» rispose Alex, mettendole un dito sotto il mento per costringerla ad alzare il viso e sorridendole dolcemente.

Federica arrossì leggermente, non era abituata a farsi vedere debole, ma non poté fare a meno di rispondere al sorriso sincero del ragazzo.

Quando si fece ora di andare, come sempre Federica accompagnò Alex alla porta.

Giunto davanti l'uscio il ragazzo schioccò un sonoro bacio sulla guancia di lei.

«Non lasciare che il sole tramonti sulla tua ira!» le disse e, senza aggiungere altro, corse giù per le scale.

Piccole donne?” pensò stupita, riconoscendo la frase “Mi chiedo ancora quali altre sorprese mi riserverà questo ragazzo!?” si disse mentre andava a preparare la cena. Intanto quelle parole sibilline continuavano a ronzarle nella testa e nel cuore.

 

***

 

Gli ultimi mesi di scuola trascorsero velocemente.

Alex non le fece più domande riguardo a suo padre e Federica, d'altro canto, evitò l'argomento che continuò ad essere, per un lungo periodo, fonte dei suoi ragionamenti e delle sue insonnie notturne.

La mattina della pubblicazione dei risultati degli esami delle qualifiche triennali Federica si alzò dal letto guardando, con odio malcelato, i vestiti poggiati sulla sedia della scrivania e, scuotendo la testa, ripensò alla promessa che Alex le aveva estorto l'ultimo pomeriggio di studio prima degli esami.

Se mi promuovono il giorno che espongono i risultati vieni al mare con me e il resto della classe...e ti metti in bikini.” propose con sguardo malizioso.

E se ti bocciano?” chiese lei guardandolo con sospetto.

Bé, in tal caso, non ci ho ancora pensato!” rispose sghignazzando.

E va bene, ci sto!” esclamò lei, presa dall'euforia del momento e dal brillio malizioso degli occhi del ragazzo “Ma a condizione che entro il giorno di uscita dei risultati mi fai sapere che ci guadagno se ti bocciano!” concluse, con un sorriso divertito.

Tornata dal mondo dei ricordi Federica iniziò a prepararsi.

Dopo una veloce doccia, indossò il bikini con stampa Hawaiana che le aveva regalato sua madre, un completo pantaloni e maglietta con scollo alla coreana in lino e delle graziose infradito dallo stile esotico.

Una volta pronta scese le scale di corsa e, appena aprì il portone del palazzo, si ritrovò davanti Alex che l'aspettava seduto sul suo motorino.

«Buon dì!» le disse, esibendo uno dei suoi migliori sorrisi.

«E tu che ci fai qui?» chiese sorpresa «Non avevamo appuntamento a scuola?»

«Si, ma dovevo ancora dirti cosa vinci se mi bocciano!» spiegò lui «Non mi andava di dirtelo di fronte a tutta la classe» aggiunse, facendosi improvvisamente serio.

«Se mi bocciano vengo con te in Inghilterra per la vacanza studio e ti sto accanto quando vai a parlare con tuo padre...sempre se vuoi» disse diventando sempre più impacciato ad ogni parola.

«Sei un tesoro» rispose lei, sinceramente commossa, «ma non ci sarà bisogno, alla fine ho parlato con mia madre, abbiamo deciso di agire per vie legali e chiedergli d'incontrarlo. Non potevo fare una cosa di questo genere alle sue spalle. Sono state le tue parole a farmi riflettere.» spiegò con un mezzo sorriso. «Ciò non toglie che potresti comunque venire con me per la vacanza studio. Io la farò lo stesso.» detto questo gli tolse dalle mani uno dei due caschi, lo allacciò e salì sul motorino stringendo Alex alla vita e approfittando del breve tragitto per godersi quel contatto ravvicinato che aveva iniziato ad apprezzare.

Giunti a scuola trovarono il resto della classe ad attenderli.

Grazie ad Alex anche il suo rapporto con gli altri compagni era migliorato. Non si può dire che fossero divenuti amici per la pelle ma adesso nel gruppo si respirava una certa serenità.

Tutti insieme corsero a vedere i risultati. Uno dei ragazzi, che si trovò ad essere il più vicino alla bacheca, iniziò a leggere i risultati a voce alta.

Appena Federica sentì il ragazzo leggere il nome di Alex, seguito dalla parola promosso, non poté resistere alla tentazione di buttargli le braccia al collo per la gioia.

Alex ricambiò l'abbraccio con trasporto.

Quando si staccarono rimasero alcuni minuti a fissarsi negli occhi con i battiti del cuore accelerati...finché alcuni fischi dei compagni non li riportarono alla realtà.

«Allora tutti al mare!» esclamò Alex, per togliersi dall'imbarazzo.

Inforcati i motorini, i ragazzi si fiondarono a festeggiare con un tuffo la loro promozione.

Il mare distava solo un paio di chilometri dalla scuola, così i ragazzi, in pochi minuti, giunsero a destinazione.

Alcuni, presi dall'euforia, si lanciarono in acqua completamente vestiti. Altri, fatti volare gli indumenti, senza curarsi di dove fossero finiti, si esibirono in alcuni tuffi spettacolari, tra questi vi fu anche Alex che, riemerso in superficie, scrutò la spiaggia in cerca di Federica. La individuò vicino agli asciugamani che si spogliava con evidente imbarazzo.

Uscito dall'acqua le si avvicinò.

«Allora che fai, non mantieni la promessa?» chiese con aria di sfida.

«Sei insopportabile!» esclamò lei facendole la linguaccia e finendo di spogliarsi davanti a lui che, a quella visione, sentì improvvisamente più caldo.

Un coro di fischi d'approvazione, provenienti dal resto della classe, fecero chiaramente capire che la visione era stata gradita da tutti.

Punto da un pizzico di gelosia per gli sguardi lanciati in direzione della ragazza, Alex l'afferrò per una mano e la trascinò in acqua. Appena entrati, un'onda li travolse. Quando riemersero, Alex attirò Federica a se.

«Quasi quasi quella vacanza studio me la faccio regalare come premio per la promozione.» le sussurrò all'orecchio per poi guardarla intensamente negli occhi.

Federica sentì i suoi battiti del cuore aumentare e due secondi dopo avvertì le labbra di Alex sulle sue.

Inizialmente fu un bacio dolce, a fior di labbra ma poi la passione ebbe la meglio...troppi erano stati i pomeriggi in cui si era perso nella contemplazione di quelle labbra e nel sogno di baciarle.

Quando si staccarono le guance di Federica avevano un colorito acceso e suoi occhi risplendevano di felicità.

«Penso che sarà una vacanza molto interessante» gli disse a fior di labbra prima che il ragazzo gliele ricatturasse in un bacio mozzafiato.

Quel giorno la vita aveva svelato ai due ragazzi un altro dei suoi misteri...l'Amore.

 

 

Fine. 

  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Notteinfinita