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Autore: Burymanscript_    29/07/2012    3 recensioni
One-Shot FemSlash ispirata a ''Buddha For Mary'' dei 30 seconds to Mars. spero vi piaccia :3
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lemon | Avvertimenti: PWP | Contesto: Contesto generale/vago
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Mary era sdraiata fuori dalla tenda, nella radura, a fissare il colore bluastro del cielo godendosi la fresca aria della sera. Mary vedeva il cielo anche sul muro della sua camera, e avrebbe voluto spiccare un salto così alto che nemmeno un astronauta l’avrebbe raggiunta. Era una ragazza semplice, faceva ginnastica artistica da quando aveva cinque anni. Era agile e magra, si potevano vedere i muscoli sulle sue braccia anche quando era rilassata. Suo padre l’aveva obbligata a cominciare quello sport, ma lei non voleva questo. Gara dopo gara litigava con quell’uomo perché potesse smettere e respirare tra un allenamento e l’altro e gli studi al liceo. Aveva litigato con lui, una sera di cinque anni fa, e ne aveva subito le conseguenze. Tutti quei lividi, violacei e dolorosi, e quella ferita, così dura e pesante da portarsi dentro. Lui l’aveva violata, la sua intimità, l’aveva stuprata, per la rabbia e l’amore represso che provava verso di lei. Ma ormai erano passati cinque lunghi anni da quel casino, lui era finito in prigione, lei viveva con la madre, troppo assente perché potesse vederla diplomarsi e andare al college. Con lei non parlava quasi mai, i loro discorsi si limitavano alla scuola e a: ‘’che cosa fai stasera, Mary?’’, oppure: ‘’ma il ragazzo non l’hai ancora trovato, Mary?’’. E Mary era sdraiata sull’erba fresca a pensare, a ripensare a tutto questo. Di fianco a lei scoppiettava il fuoco che aveva acceso la sua amica Sarah, che intanto era ritornata alla tenda dopo essere andata a fumarsi una sigaretta. E mentre mangiavano davanti al falò ridevano, scherzavano insieme, tra un boccone e una birra, parlavano del più e del meno, insomma, le solite cose che si fanno tra amiche quando si va in campeggio.
Sarah era la sua migliore amica, era la ragazza che l’aveva tanto aiutata a superare lo shock dello stupro, l’aveva aiutata a reagire alle liti quotidiane, avevano pianto insieme, avevano riso insieme, erano così diverse, ma così unite.
-Beh... Siamo  qui, finalmente, dopo tutto quello che è successo.-  disse Mary.
-Successo.. che cosa?-  chiese Sarah curiosa.
-Cioè.. intendo tutti questi casini, in questi cinque anni… Mio padre, mia madre che non c’è quasi mai, il divorzio dei tuoi, e ora il college.. io e te.. Abbiamo passato tutto questo insieme..
- Già, davvero... Non so se in un’altra vita senza te avrei potuto affrontare tutto ciò da sola…
Sarah smise di parlare per un momento. I suoi occhi azzurri fissavano Mary con aria interrogativa. Mary sussurrò un frase che Sarah non capì molto bene: -Questa è la vita su Marte...  - in quell’istante le labbra di Mary sfiorarono quelle di Sarah, e per la prima volta Mary provò quella strana sensazione di sentirsi quello strano e confortevole sfarfallio nello stomaco, che non le era mai successo prima, nemmeno col ragazzo con cui era stata tanto felice, e che l’aveva tradita portandosi a letto la cheerleader più popolare della scuola.
Sarah non respinse quel bacio così leggero quasi quanto una libellula, ma rispose impossessandosi di quelle labbra così rosse e carnose, come una ciliegia matura d’estate. Dopo pochi istanti Mary si staccò con dolcezza e guardò Sarah dritta negli occhi. Quegli occhi. I più azzurri che avesse mai potuto vedere. Azzurri come il cielo sereno invernale, freddi, ma vivaci e pieni di vitalità, azzurri come il ghiaccio polare, nei più profondi abissi. Quell’azzurro era il cielo in cui Mary aveva sempre sognato di lanciarsi.
Sarah a quel punto si avvicinò lentamente all’orecchio di Mary, ne leccò il contorno e sussurrò:
-Sotto di me c’è il paradiso.
-Sono destinata a sanguinare.. ancora?- chiese Mary impaurita.
-No. Ma sei desinata ad amarmi.
In quel momento a Mary tornarono in mente le parole del padre, quella sera di cinque anni prima:
‘’Faresti meglio a pregare Gesù, lo sai? ’’ le aveva detto con voce bassa e roca.
D’impulso Mary rispose quello che aveva risposto al padre - Io... non credo in Dio -.
-Cosa?- chiese Sarah confusa
- Nulla. Ti amo. E non ho fatto altro che amarti per tutti questi anni. Mi hai sempre sostenuta. Eri lo scoglio a cui aggrapparmi nei momenti più bui. Senza di te non ce l’avrei fatta a superare quel problema -.  Detto questo Mary prese tra le mani il volto di Sarah e iniziò a baciarla, assaporò la sua lingua, dolce e morbida come una pesca, poi si staccò e iniziò a baciarla sul collo, e Sarah gemeva , mentre Mary si abbassava percorrendo con piccoli baci vellutati la curva del seno . Sarah sussultava delicatamente provando piacere, mentre Mary si avvicinava al pube, dopo averle leccato il contorno dell’ombelico e slacciato i jeans azzurro chiaro, proprio come i suoi occhi. Mary si rialzò e mise una mano negli slip di Sarah, che aveva slacciato il reggiseno di Mary e aveva iniziato ad accarezzarle lievemente i seni morbidi e caldi. Sarah si alzò e al culmine del piacere si mise sopra Mary a gambe aperte. Mary tolse la mano leggermente umida e calda dagli slip della ragazza dagli occhi color del cielo e le levò la maglietta bianca senza levare la bocca da quelle sottili labbra.
 
‘’...Tell me, did you see her face?
Tell me, did you smell her taste?
Tell me, what’s the difference,
Don’t they all just look the same inside?’’
 
Le loro lingue si intrecciavano in una danza solenne, con movimenti fluidi, entrambe esperte nella dura e piacevole arte del bacio passionale. E continuarono imperterrite, fino allo spuntare del sole dietro i monti.
Cinque anni prima, Mary era una ragazza santa, era il tipo di ragazza che aveva sempre voluto cadere in mille pezzi.
Ora invece aveva trovato il cielo azzurro in cui spiccare il volo. Lei, ragazza dai capelli rossi con lo sguardo un po’ sognante.
Questa è la vita su Marte.
 
   
 
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