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Autore: ummagumma    30/07/2012    1 recensioni
Matt si passa una mano nella folta chioma scura, si sposta dalla cucina e si dirige nel salotto, si avvicina alla finestra, sposta la tenda e osservando l’ambasciata gli conferma che aveva trovato le parole giuste per una canzone, più che altro per il progetto che avevano iniziato e che per causa di Paul non avevano più terminato “Dobbiamo finire quella canzone, non m’importa se Paul la vuole finire, lì c’ è il mio fottutissimo lavoro e io voglio finirlo, non butto nel cesso tanta fatica.”
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto ciò che verrà narrato è solo frutto della mia fervida immaginazione, i personaggi della storia non hanno mai fatto o detto tutto ciò quindi, buona lettura (me lo auguro) e scusate se non rispecchia le vostre aspettative…

 

Oggi è un giorno come un altro, casa, lavoro e musica, tanta musica, così tanta da riempire un intera vita e  il mondo intero. Note a raffica, come una pioggia di proiettili ma mancava qualcosa, quello che avrebbe riempito l’ultimo spazio vuoto, la parole.
Non vengono, non escono, restano chiuse in un angolo remoto della mia testa, provo a farle uscire ma restano lì, bloccate da non so cosa e da lì nasce la lotta. La lotta contro il muro che si alza e diventa impenetrabile come il mio impermeabile blu. Quell’impermeabile usato nelle tantissime occasioni di pioggia di Londra ma qui è diverso.
Il sole.
Non vedo altro.
Niente pioggia, niente nebbia ma solo sole e caos.
Quel caos che ti snerva, che ti offusca la mente e la paralizza lasciandola nel  baratro, su quell’orlo pericoloso che ti fa oscillare rendendo instabile il cammino, l’equilibrio. Dom dice che queste sensazioni dicono chiaramente una cosa, NOSTALGIA!
La nostalgia di casa, della mia Londra. Basterebbe un volo, qualche ora e mi sentirei meglio e forse quelle maledette parole bloccate uscirebbero fuori come il Tamigi in piena nei giorni in cui le sue acque strabordano i margini, invadendo altri percorsi, altre vie oltre la sua. Si, è questo che ci vuole, un volo, un viaggio, Londra e dei giorni da trascorrere solo con Dom.
Come Beatrice per Dante, io ho la mia Beatrice, la mia Musa, la mia fonte d’ispirazione continua, Dom! Ho passato l’intera notte a pensare, a trovare queste risposte ma alla fine ce l’ho fatta.
Davanti alla mia tazza di thè che qualche ora prima era fumante, quel vapore dolce che si leva dalla tazza e innonda la stanza profumandola di buono, addolcendo chiunque fosse nei paraggi e tenendola ancora tra le mani, ora sento che il suo calore è svanito e che il suo vapore, profumo, ha riempito la stanza.
Socchiudo gli occhi, lo immagino spandersi e visualizzo la mia casa.
CASA.
La  mia casa.
Le tende bianche e vaporose alle finestre, il mio Kawai nero che troneggia al centro della stanza , la pila di dischi di ogni cantante, gruppo, di ogni artista e poi l’inconfondibile fumo di Londra, quell’inconfondibile fumo che ti resta sugli abiti e sulla pelle,lo respiri e con gli occhi chiusi  vedi Londra in tutta la sua pienezza e bellezza.  In fondo, anche se amato, resto sempre un ospite straniero di  un paese lontano, l’America.
Mi alzo dalla mia postazione, con  fermezza e con coraggio, e le mani piene della mia tazza.
Salgo le scale che portano al piano superiore e raggiungo  a passo spedito la stanza in cui riposa Kate e Bing.
Faccio molta attenzione, apro piano, sfiorando delicatamente la maniglia ed entro.
Nel lettone ci sono i miei due amori, la luce della mia vita ma che non mi danno la giusta spinta per aprire la porta segreta delle parole, quella chiave che apre la porta chiusa ce l’ha solo Dom.
Pensando a ciò mi sento in colpa, non so perché ma avverto questa sensazione, una sensazione di dispiacere perché non riesco a trovare la giusta ispirazione.
Con Dominic è diverso, mi basta guardarlo ed entro nell’universo parallelo che si crea in questi attimi. Ci guardiamo e lui capisce al volo a cosa penso e tira fuori il meglio di me, spronandomi  a fare di più, spremendomi come un limone e tirando fuori il vero Matt Bellamy che c’è dentro di me. Si può far uscire il proprio io? Si possono trovare le risposte in uno sguardo?Si può parlare telepaticamente e capirsi senza dire una parola? Si può tutto. Si può. Con la persona giusta si può! Lascio cadere un attimo gli occhi sul pavimento di marmo bianco e sento freddo, me lo sento nelle ossa, non sento il calore, non riesco a sentirlo, mi fa sentire a disagio, rialzo gli  occhi ed entro quasi furtivo nel bagno,poso la tazza sul lavabo e prendo la valigia.
Tutte le volte che faccio un viaggio e poi ritorno, la preparo nuovamente e la lascio lì, sempre pronta per ripartire, così come fanno i grandi esploratori che hanno sempre la valigia pronta per partire in un nuovo posto, un nuovo mondo e scoprire un nuovo luogo.
Mi avvicino al letto e loro sono lì, l’uno accanto all’altro, con le teste chiare sui cuscini morbidi e i capelli biondi che si confondono, poso delicatamente le mie labbra prima su Bing e poi su Kate, lasciandoli soli in quel grande letto a riposare.
Chiudo piano la porta dietro le mie spalle e sento un nuovo sentimento, una nuova sensazione e con le farfalle nello stomaco mi fiondo in strada per prendere il primo taxi e volare a Londra.
In aereo mi sento calmo, non sento il freddo che avevo avvertito prima, non lo sento più ma vedo visualizzarsi una grande tela di ragno e mi sento quasi in trappola, basterebbe un colpo di spugna, basterebbe eliminare la tela con le mani e riprendere in mano la fune a cui mi ero aggrappato, a cui ho dato la mia speranza.
Ora sento questo, lo sento  perché mi sento diviso, mi sento cittadino del mondo ma con il cuore e l’anima a Londra, amato e ricambiato in ogni cosa ma non ispirato, diviso dal mio compagno di avventure e bevute, intrappolato, chiuso in una fantastica tela dorata …
Sull’aereo avevo già le idee più chiare, non mi sentivo più tormentato e frustrato ma sollevato, come se qualcuno mi alzasse e in pochi secondi il carico è divenuto leggero, più facile da trasportare, non è più un fardello, no, non lo è più! Durante il percorso e parecchie ore di volo, ho sonnecchiato e sognato … Sognavo … Sogno … Sognare …

 

                                                                          ************

 

Londra, casa di Dominic Howard.

 

Nella stanza da letto filtra la luce del mattino e la sveglia suona inesorabile alle sette in punto, i corpi avvolti nelle lenzuola sembrano animarsi o più che altro tentano invano di trovare l’oggetto del disturbo, un affare rotondo con due semisfere che trillavano insistentemente finchè una mano mezza addormentata riesce a spegnerla picchiandola sul capo e riuscendo così a farla tacere. Finalmente il silenzio regna nuovamente sovrano e i giovani sotto le lenzuola iniziano con una poderosa strizzata a gli occhi.

 “ Giorno Dom.” esordisce il primo a svegliarsi dal torpore.

“ Fanculo Matt!” esplode l’altro “ ma per quale cazzo di motivo hai puntato la sveglia all’alba?” Matt si mette seduto sul letto e stiracchia le braccia producendo un lieve rumore di ossa scricchiolanti.

“Mio caro bello addormentato, non è l’alba! Sono solo le sette del mattino e noi dobbiamo preparaci mentalmente per scrivere e comporre e soprattutto tenerci in forma.” lo informa.

Dominic scosta le lenzuola puntando i piedi subito a terra, voltandosi verso l’amico, spalanca le braccia e dice “ Le sette del mattino? Tu lo sia che per me le sette del mattino equivale all’alba? Te lo sei dimenticato per caso? E poi per quale cazzo di motivo sei nel mio letto?  “ Matt non presta attenzione alle lamentele dell’amico anzi, si alza e si dirige in cucina per preparare del thè mentre quest’ultimo continua a lamentarsi “C’è il divano, puoi dormire sul divano e poi scalci peggio di un cavallo e soprattutto ne vale della mia reputazione di amatore!”.

Dopo le varie lamentele, Dominic  ripiomba sotto le lenzuola e mettendo la testa sotto il  cuscino , chiude gli occhi tentando di riaddormentarsi ma la grazia e la delicatezza da elefante tipica di Matt lo fa schizzare giù dal letto più nervoso che mai, “Sir Bellamy di grazia, potreste evitare i rumori molesti e fastidiosi che sta inevitabilmente producendo con quelle tazzine?” gli urla dalla stanza da letto.

 Matt non fa una piega e continua a preparare la colazione, nello stesso momento sciacqua la sua pelle diafana e mette su la tuta da jogging, perché era questo quello che voleva fare, correre per tenersi in forma e per osservare tutto quello che lo circonda. Dominic ormai stanco del gran caos che aveva svegliato prepotentemente tutta la casa, abitanti compresi, opta per un paio di occhialoni neri da diva di Hollywood e si chiude in bagno per la quotidiana pulizia del corpo.

Come al solito Matt è impaziente, non gli piace aspettare troppo, e spesso ha rimproverato l’amico per la sua lentezza nel vestirsi, lavarsi e anche mangiare! Di sicuro un modo per perdere tempo l’aveva, più che perdere tempo, lo riempiva facendo qualcosa o rompendo le scatole a Dom, ovvio!

Matt prende la teiera che contiene l’acqua calda e la versa in due tazze, prende due bustine di thè e le tuffa dentro, me prende una mentre l’altra resta sul tavolo della cucina e  con le due dita affusolate afferra il filo sottile della bustina e incamminandosi verso il bagno la esce e la rimette nel liquido caldo permettendo così di sprigionare tutti gli aromi contenuti in essa.

TOC TOC  “ Hey Dom, hai finito, io sono già pronto dai!” gli dice continuando a sbattere le nocche sulla porta “ Guarda che inizio a cantare, io sono Enrico Ottavo chi è più re di me! Sai che quando inizio non finisco più.” lo informa placidamente. Dominic terrorizzato dalla canzone, che oltre tutto gli ricorda tanto un film, sbuca con la testa dalla porta del bagno “No, non puoi farmi soffrire così, ci metto due secondi giuro!” Matt quasi spaventato dagli occhiali più che dall’uscita fulminea  gli risponde “ Cazzo Dom, sembri Kate appena sveglia… brrrr …” Dominic abbassa gli occhiali e con la coda nell’occhio dice semplicemente “Fottiti!”

In men che non si dica Dominic Howard è pronto, vestito di tutto punto, della serie “sfilata di moda”, pantaloni neri attillati, t-shirt bianca con un disegno stile liberty sul davanti, le immancabili All Star e giacca di pelle. Matt l’osserva e sbotta un semplice “Devi sfilare?”, Dominic con tutta la sua eleganza e grazia, fa una passerella e dice “Mio caro, guarda che quello con i chili di troppo sei tu, non io.” e alla fine insieme a Matt esce per la corsetta del mattino, che poi nella sua mente cerca invano di ricordare in quale momento glielo abbia promesso … 

I due giovani vanno verso il giardino che si trova a  poca distanza dall’appartamento.

La giornata sembra calma e abbastanza solleggiata nonostante sia autunno inoltrato. I due iniziano dapprima a camminare per poi iniziare la corsa.

Matt viene colpito da due sagome femminili,  osserva e sono due ragazze e una delle due è a terra ma non presta attenzione al particolare e continua la sua corsa, scrollando le prime gocce di sudore dalla fronte che come perle cadono giù sul terreno. Nonostante sia impegnato nella corsa a Matt non sfuggiva nessun dettaglio, dal barbone che con tutta fretta si alza dal suo giaciglio alla mamma che spinge la carrozzina con il suo bambino e a quelle due ragazze che stanno facendo qualcosa che Matt ancora non riusciva a capire.

 “ Dominic fermiamoci un attimo, ho l’acido lattico che m’infiamma i muscoli. “ gli dice banalmente ma in realtà, l’intenzione è un’altra, fermarsi per osservare quello che fanno le due giovani. Matt si piega in due mostrando finti segni di stanchezza e con lo sguardo sempre rivolto verso le due.
A Dominic non sfugge di certo la cosa e gli fa notare che non è carino osservare così insistentemente delle persone, Matt invece continua e vede che la ragazza ha sfilato via le gambe ma non erano gambe erano protesi.
“Dominic hai visto?” gli chiede a bassa voce “Di certo non sono ceco anche se ho gli occhiali scuri.”
Matt piano, piano si avvicina ad un albero e cercando di non farsi notare continua a spiare le giovani. Una delle due non aveva più le gambe e Matt s’interroga su quale sventura sia mai dovuta incappare una donna così giovane. L’altra ragazza tira fuori delle altre protesi che a vederle sembrano dei trampolini, le infila, la giovane si alza in piedi e inizia a camminare, poi a correre.

 “Dai Jessy, puoi farcela, vedrai che questa volta vincerai tu.” quella ragazza la incita, la sostiene, le da corraggio.

 Mentre le corre dietro continua ad urlare frasi “ Sei sopravvissuta e hai preso a schiaffi la morte, ti sei rialzata e non ti sei persa mai d’animo, ora corri, corri e vinci la tua nuova battaglia e vincerai, si vincerai!” Matt ha un sussulto, si volta verso Dom e dice “ Ho le parole.”

“Scusa Matt, ma quali parole?” gli chiede con aria interrogativa.

“ Le parole. Le parole per quel progetto che abbiamo iniziato con Paul il pianista, quel lavoro sulla canzone delle olimpiadi. Una gara, la vita è una gara e io vincerò, si vincerò e non perderò mai…”

“Forza Jessy, continua a correre il traguardo è vicino, continua, dai che sei forte, non mollare!”  insiste la ragazza.  

“Signor Bellamy, Signor Bellamy …” Matt sente scuotere la spalla sinistra.

“Dominic zitto!” risponde.

“Signor Bellamy tutto bene? SI svegli!” esordisce con prepotenza la voce che tenta di svegliarlo.

Dopo qualche istante Matt apre gli occhi e vede il viso della hostess “Oh Dio, un angelo.” risponde “No signor Bellamy, siamo in aereo e lei era molto agitato e parlava nel sonno, continuava a dire – vincerò,vincerò- e dato che si muoveva molto pensavo non si sentisse bene!” Matt con aria interrogativa si guarda intorno e capisce che quello che aveva appena visto era un sogno, un magnifico sogno che gli aveva dato una bella spinta e soprattutto aveva fatto passare il tempo in fretta.

 
 

                                                                                 **********

 
 
 

Londra, notte fonda, il silenzio dolce della notte avvolge la casa di Dom. Tra le lenzuola candide vi sono due corpi avvolti in esse, quasi attorcigliati. La luna filtra i suoi raggi debolmente dalla finestra, illuminando la parti di pelle scoperta... Il silenzio regna nella casa del batterista dopo attimi di passione e fuoco.

 
 

                                                                                 **************

 
 

Aeroporto di Londra.

Il viaggio si è appena concluso e Matt si appresta a scendere dall’aereo, tenendo per mano dei foglietti che mai e poi avrebbe lasciato. In quei fogli ci sono delle parole.

 

"Race,

It's race,

but I'm gonna win,

YES,I'M GONNA WIN!"

 

 Nella testa del cantante ci sono milioni di pensieri , praticamente un’autostrada affollata. Salta sul primo taxi e come tappa principale va all’appartamento del centro vicino all’ambasciata americana. Fuori dall’abitacolo l’aria della notte pizzica e alza sulle gote la sciarpa di cashmire, continuando comunque a proteggere la gola. Si avvicina al portone, infila la chiave nella toppa, un paio di giri e si apre.

Entra nell’appartamento e come poteva ben immaginare la casa era silenziosa. E’ una cosa ovvia dato che è notte. Il cantante conosce bene le abitudini di Dominic e sa per certo che se è con una donna è sicuramente in camera da letto.
Non le porta mai a casa sua perché se è una tizia in cerca di notorietà o che si è invaghita  potrebbe appostarsi notte e giorno sotto casa, quindi, il bravo batterista prende sempre questa piccola precauzione.
Il cantante accende le luci, così da poter vedere i segni di una scopata verticale oppure di svestimento  frettoloso. Con le luci accese Matt riesce a distinguere una specie di filo interdentale nero e con aria interrogativa le osserva , lo prende in mano (il filo interdentale) e inizia a rivoltarlo piegando un po’ la testa e soprattutto cerca di capire come si mettono ma senza successo “Ma che se le mettono a fare, tanto non coprono  nulla!” Mentre continua il sopraluogo prende la saggia decisione di annunciarsi a modo suo  “Dominic, sono Matt, alzati cazzone.” ma il mondo tace e l’unica cosa da fare e mettersi davanti al letto fin che non si sentirà così osservato da aprire gli occhi …

Matt si piazza davanti al letto, è lì, fermo e immobile, come una statua e piega un lato della e osserva le due sagome. Niente, non si muovono e Dom non si sente osservato, quindi decide di mettersi al suo fianco, scosta con i piedi quello che incontra al suo passaggio e si avvicina “Non sembra Dom.” dice a bassa voce poi con la mano scosta i capelli e vede un viso dai lineamenti femminili “Ma porca …” si allontana e va dall’altro lato del letto, fa la stessa operazione di prima e questa volta e lui.

“Dom, hey Dom svegliati, sono io Matt!” gli sussurra nell’orecchio.

“mpf”

“Dominic James Howard apri quei fottutissimi occhi, sono io Matt!” insiste.

“E’ solo un sogno … mpf … ZzZzZzZzZzZz …” e Dom continua a dormire profondamente.

“Serve una soluzione drastica, ti sveglierò a modo mio.” Matt pensa a come svegliarlo e gli viene in mente il sogno fatto in aereo ed un tratto sbotta “Io sono Enrico Ottavo chi è più Re di me, Dom odia da pazzi quel motivetto, ricordo perfettamente quando abbiamo visto ghost,diceva che era una canzone snervante!” Matt schiarisce la voce e comincia a cantare nell’orecchio di Dominic “Sono Enrico Ottavo il re Enrico Ottavo chi è più Re di me. Voglio impalmar una vedova sconsolata che sette volte s’è già, s’è già sposata. Ogni marito è Enrico Enrico …” Dom inizia a muoversi e sbraita un “No, Enrico Ottavo No … mpf …” Matt continua “Non vuole William o Sam per Signor. Son il suo ottavo Enrico. Enrico Ottavo chi è più Re di me, Enrico Ottavo il Re dei Re, terza strofa uguale alla seconda, Sono Enrico Ottavo …” all’improvviso Dominic balza dal letto con un urlo “Nooooooo, Enrico Ottavo Noooooooooo …” apre gli occhi gonfi e intravede una sagoma scura al suo fianco che, dalla risata,ha subito attribuito all’amico di una vita “Ma tu sei un gran bastardo. Ma che cazzo ci fai alle fottutissime tre di notte?” gli chiede quasi sconvolto e irritato “Lascia lì la bella addormentata e vieni con me in studio!” lo informa mentre si alza ed esce fuori dalla stanza.

 La ragazza al fianco di Dom pare sia in coma profondo e la lascia lì, comodamente sdraiata nel letto. Dominic prende un paio di boxer e una t-shirt e si dirige in cucina per capire quale altro momento di pazzia stava affrontando in quell’istante l’amico.

“Tu, grandissima testa di cazzo, non permetterti più di farmi uno scherzo simile e poi potevi avvertirmi che saresti venuto a Londra!” gli dice stizzito.

Matt si passa una mano nella folta chioma scura, si sposta dalla cucina e si dirige nel salotto, si avvicina alla finestra, sposta la tenda e osservando l’ambasciata gli conferma che aveva trovato le parole giuste per una canzone, più che altro per il progetto che avevano iniziato e che per causa di Paul non avevano più terminato “Dobbiamo finire quella canzone, non m’importa se Paul la vuole finire, lì c’ è il mio fottutissimo lavoro e io voglio finirlo, non butto nel cesso tanta fatica.”
Dominic capisce lo stato d’animo di Matt e resta lì ad ascoltarlo “Sono venuto qui, a Londra perché ne avevo nostalgia e poi lì, in America, non riuscivo a lavorare, avevo bisogno di te, di Chris e di Tom. Non riuscivo a trovare le parole, rimanevo chiuso nello studio e non riuscivo a riempire la musica con un testo. Ho preso il primo aereo e non ho lasciato neanche un biglietto. Mi mancavi Dom, senza di te non ho la giusta ispirazione.”
Mentre Matt formula queste parole dalla porta sbuca una staccona bruna e vede la scena dei due amici che si abbracciano fraintendendo il rapporto di grande amicizia che li lega  “Oh mio Dio, ti piacciono anche gli uomini? Io certe zozzerie a tre non le faccio!” con il viso dipinto di un leggero disgusto e sbatte la porta alle sue spalle. Si sentono, inequivocabilmente, evidenti rumori di raccolta e di vestitura sprint, risbuca fuori dalla porta e se ne và, così, senza batter ciglio e senza chiedersi cosa effettivamente stavano facendo quei due. Matt e Dom si guardano negli occhi tenendosi ancora abbracciati e cominciano a ridere a crepa pelle “Allora Matt, che ne dici di svegliare Chris e Tom?” Matt non ci pensa un solo secondo e risponde con un fulmineo “SI!” Mentre Dom si veste Matt gli fa presente una cosa “Sai che ghiro è Chris, nemmeno i pianti notturni dei figli lo svegliano, come credi di riuscirci?”
E' una cosa difficile da fare, per prima cosa devono svegliare Kelly e poi Chris, quindi è più semplice farlo con Tom che ha il sonno leggero, ma alla fine giunsero ad una saggia decisione, andarci solo loro due per scrivere le parole e poi provare a cantarle sulla base che avevano registrato, perché a quella canzone mancavano solo le parole e la voce di Matt!

I due amici prendono l’auto e vanno allo studio, sia Dom che Matt hanno le chiavi quindi non sorgeva il problema di come entrare e poi sapevano benissimo come far funzionare tutti gli strumenti quindi videocamera in mano, le chiavi pure e vanno spediti alla meta!

La prima cosa che fa Matt appena entrato nel grande studio  e accarezzare le sue amate chitarre, le sue bambine, le sfiora delicatamente mentre Dominic apre la porta della sala mixer e cerca la base, la mette e il cantante fa un cenno a Dominic. I due si siedono sul divano grigio e ascoltano poi Matt tira fuori i foglietti che aveva scritto in aereo e gli racconta prima del sogno poi gli legge le parole che si era appuntato.  

“Vedi Dom, una persona normale è già vincitrice ma immagina un’altra persona che viene privata di qualcosa e quindi deve lottare per vivere e che non vuole perdere la battaglia, immaginala Dom, immagina. Ogni giorno mille difficoltà per raggiungere un traguardo anche se piccolo, la fatica che si prova per farlo e tutto quello che comporta. Dominic la vita e una gara e quella ragazza del mio sogno ha combattuto prima contro la morte vincendo poi contro la sua abilità perduta e ritrovata grazie a dei marchingegni, Dominici lei volveva vivere, combattere e vincere quella gara, come tutti gli atleti, come tutti.”

Dopo che Matt ha terminato il suo discorso Dominic  gli passa un altro foglio. Ci sono degli appunti, è sempre così, Matt parla, sfoga la sua incontrollabile fantasia e Dominic scrive.

“Che ne dici Matt, leggi un po’.” Matt prende il foglio e inizia a leggere “Una gara, la vita è una gara, ma io vincerò, si, vincerò ed accenderò la miccia e non perderò mai e scelgo di sopravvivere, a qualunque costo …”

 

"You won't pull ahead,

I'll keep up the pace and

I'll reveal my strength,

to the whole human race,

yes, I am prepared,

to stay alive,

I won't forgive ..."

 

 

“Sono queste le parole che cercavo, grazie amico!”  la base continua a riempire la stanza e i due, semplicemente felici del lavoro appena concluso, tornano a casa, a Teignmouth per una paio di giorni di libertà e di pesca.

 


THE END





 

NDA:Di questa canzone so che era una collaborazione e che doveva essere un duetto con un pianista di cui le generalità non sono mai state fornite, forse Matt ha voluto creare un alone di mistero ma la storia è proprio questa. Era con sto tizio, le cose andavano bene, suonavano chitarra e pianoforte allo stesso tempo, cosa che Matt non fa mai, cioè sovrapporre i due strumenti proprio perché nei live non può suonarli insieme e quindi deve sacrificare qualcosa, poi il tizio per un motivo a noi e pure a Matt sconosciuto, lascia la collaborazione e il nostro caro frontman accantona il lavoro che aveva fatto per poi riprenderlo qualche mese dopo, cercando le parole adatte da inserire nel testo. Io ho immaginato tutto ciò quindi è pura fantasia. Se Matt non si sente ispirato da Kate beh, questa è una cosa che hanno notato pure le pietre! Ora finisco di rompere e di annoiarvi, besos a todos ^_^

p.s. Dimenticavo di spiegare la storia di Enrico Ottavo … Beh, mi è venuta in mente vedendo The Tudors e poi il giorno dopo ho visto Balli Proibiti e mi sono ricordata di Ghost e di quella canzone. Alla fine ho collegato il tutto e come la cartomante in piena notte viene molestata con quella canzone da Sam, ho deciso di dare a Matt il compito di molestatore notturno!

  
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