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Autore: Haley_    30/07/2012    10 recensioni
Elena Gilbert lavora in un giornale di moda a New York ma, quando il suo datore di lavoro la licenzia, è costretta a tornare a Mystic Falls dove l’attendono alcune questioni lasciate irrisolte sei anni prima. In particolare il rapporto con i fratelli Salvatore, Damon e Stefan, che la conoscono da quando è nata e che hanno un passato fatto di alti e bassi con lei.
Elena si trova a dover gestire situazioni difficili ed eventi avversi e nel mentre deve cercare di far chiarezza sui suoi veri sentimenti per i Salvatore. Quando, però, riesce ad arrivare ad una decisione, scopre che l’uomo che ama sta per sposarsi.
N.B. Sono tutti umani.
STORIA IN FASE DI REVISIONE
Revisionata fino al capitolo:3
Genere: Commedia, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Una damigella per lo sposo'
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                                                                            6

“La smetti di evitare il ‘discorso Damon’ e mi dici che cosa è successo?”

Stefan fermò il film che stavamo vedendo, o meglio che non stavamo vedendo poiché non faceva altro che fare domande e allusioni su Damon.

Mi misi dritta sulla spalliera del divano e sbuffai “Non sto evitando proprio nessun discorso, sto solo cercando di vedere questo film”

Stefan alzò il sopracciglio “E’ noioso”

“E’ romantico”

“E’ paradossale che questa tizia si accorga di essere innamorata del migliore amico solo quando lui gli dice che si sta per sposare!...Mi sembra, invece, molto interessante il fatto che tu e Damon vi ignoriate da più di due settimane!”

“Non ci stiamo ignorando” Si, ci stavamo ignorando.

“Quindi è una casualità che su, fammi pensare, quindici giorni che vi ho visto insieme in una stessa stanza non avete parlato neanche una volta?”

“Esatto”

“Dunque.. se ora lo chiamo per proporgli di andare a prendere una pizza tutti e tre insieme per te non ci sarebbero problemi, giusto?”

“Ti sei proprio impuntato eh?... Ok, in questo momento i rapporti con Damon non sono dei migliori”

“Beh, questo era ovvio ma vorrei sapere il perché”

“Senti Stefan, non voglio parlarne”

“Si è addormentata, cosa vuoi fare?” mi chiese di punto in bianco.

“Cosa? Che stai dicendo?” non capivo.

“Te ne vai?” Ma cosa stava dicendo?

 

 Apro gli occhi. Mi trovo in un letto, è notte fonda e l’unica luce è quella proveniente da un corridoio.  Stavo sognando…ora i ricordi mi perseguitano anche mentre dormo.

D’improvviso ricordo quello che è successo alla vista dei miei polsi, sui quali vi sono i segni della corda usata per legarmi, e mi accorgo di non indossare più la giacca di Stefan né il mio vestito ma una t-shirt abbastanza grande.

Sento delle voci, riconosco quella di Stefan che ho sentito anche nel sonno e poi quella di Damon.

“Mi sembra ovvio che la mia presenza qui non sia gradita e poi sai bene che non posso rimanere”

“Sì lo so, ma, Damon, non saltare alle conclusioni come tuo solito”

“Hai sentito anche tu come mi ha risposto fredda prima”

“Si, ma era scossa…è scossa! E poi che motivo avrebbe per avercela con te?”

“Io..non ne ho idea”

“Ecco, appunto”

“Che pensi di fare?”

“In che senso?”

“Perché l’hai portata qui?”

“Non... non lo so… Non me la sono sentita di portarla a casa sua in queste condizioni, Jenna si sarebbe preoccupata e non è un toccasana per la gravidanza… non volevo..”

“Non è stata una brillante idea…ti costerà cara appena qualcuno lo saprà”

“Non costerà nulla a nessuno, me ne sto andando” mi intrometto, dopo essermi alzata dal letto e essermi avvicinata a loro cercando di coprirmi il più possibile con la maglia.

Non voglio rappresentare un peso per nessuno.

“No Elena, io non volevo dire..” inizia Damon, agitando in aria le mani aperte.

“Si lo so, però ora è meglio che torni a casa mia..Dov’è il mio vestito?”

Mi sento in totale imbarazzo, nuda davanti a loro. Non per quello che indosso, ma dalla vergogna che provo per ciò che è successo.

“Ah, scusa…te l’ho tolto perché era tutto strappato dietro..” Stefan cerca di giustificarsi, non mi disturba dopotutto non è la prima volta che mi vede in intimo.

“Non ti preoccupare… se hai ago e filo cerco di aggiustare quel che posso, così posso tornare a casa”

Stefan sbuffa, scuotendo la testa “Tu non vai da nessuna parte, stanotte resti qui e domani mattina ti fai portare qualcosa da mettere da Caroline o Bonnie e solo dopo ti riaccompagnerò a casa” il suo tono non ammette repliche.

Non lo ascolto, mi avvicino al vestito che vedo poggiato ordinatamente alla sedia in camera da letto e cerco freneticamente di aggiustarlo sedendomi per terra, non so neanche io che sto facendo.

Sento dei passi dietro di me, grandi e pesanti, che rimbombano nel vuoto corridoio, e delle mani che accarezzano le mie, mi volto e vedo Damon accovacciato per terra, proprio dietro di me, che un sorriso dolcissimo mi dice che andrà tutto bene e io sono così presa dai suoi occhi confortanti da non accorgermi che si sta prendendo il vestito.

“Stefan ha ragione, ora devi solo pensare a riposare. Tutto il resto può aspettare.” Dice e mi fa alzare da terra, prendendomi per i fianchi.

“Ora vado, torno di nuovo domani mattina”

Abbasso lo sguardo senza dire una parola, mi sento in colpa per come l’ho risposto prima, vorrei che rimanesse con me.. perché se ne va?  

Pochi istanti dopo, ancora girata, sento la porta sbattere.

“Andiamo a letto?” mi chiede Stefan sorridendo per poi entrare nella sua camera e accendere la lampada sul comodino, solo ora posso vedere chiaramente la stanza: è spaziosa, sulle pareti bianche e grigie è stata usata la tecnica dello spugnato, le lenzuola del letto tondo sono rosse, come l’enorme tappeto che copre quasi tutto il parquet.

Non c’è il tocco di una donna qui, è decisamente il gusto di un uomo in carriera che non si interessa di curare i dettagli dell’arredamento.

Mi sorprendo di esserne così contenta, ecco che ritorna la mia possessività. Sì, è solo questo, ormai ne sono convinta; vedere i due ragazzi, che una volta stravedevano per me, stare con qualcun’altra mi rendeva gelosa.

Gelosa perché non sono più il centro dei loro pensieri, ma devo smetterla di fare la bambina. Se fossi stata più matura, avrei affrontato Damon e la sua amichetta e ora non mi troverei qui, impaurita e con un groppo in gola che non vuole scendere.

“Non sono mai stato bravo con l’arredamento” sorride e mi accorgo solo adesso che si sta togliendo la camicia. Mi giro imbarazzata. ‘Brava Elena, stai dimostrando di essere rimasta la solita diciottenne imbranata’

“Scusa ma fa troppo caldo, non ti preoccupare dormirò sul divano in salone”

“No, io…-O mio Dio, non lo ricordavo così muscoloso…bicipiti, tricipiti e tutto ciò che finisce con ‘cipite’- Possiamo dormire insieme, abbiamo già dormito insieme.. cioè non in quel senso…come amici” finisco rossa come un peperone.

“Va bene, allora metterò una maglietta, mi sento un po’ in soggezione con te che mi fissi” mi fa una linguaccia, prendendo senza vedere una maglia a mezze maniche dall’armadio e mettendosela mentre si avvicina al letto. E ancora una volta mi ha colto in fallo.

Faccia a faccia, entrambi di fianco e stesi sul letto; Stefan mi guarda serio e preoccupato, poggia una mano sul livido che si trova sul mio braccio e io sbando, non lo faccio volontariamente ma dentro di me sento crescere un’inquietudine tale da farmi indietreggiare da lui.

“Scusami Elena..” si affretta a dire.

“No scusa tu- sento il mio respiro diventare più affannato- Non so cosa mi succede, dovrei essere tranquilla.. sei arrivato in tempo e non è successo niente, ma io..” mi manca l’aria.

“No, non sei tranquilla e non puoi esserlo. Guarda come ti ha ridotto quel bastardo- indica i graffi e le ferite che ho sulle gambe, solo ora mi accorgo che la maggior parte sono state medicate e di avere una fasciatura sul ginocchio- io non sono arrivato al momento giusto, ho solo evitato il peggio...”

“Stefan… di certo non è stata colpa tua, ma solo mia..” sento di non riuscire più a trattenere le lacrime.

“Che stai dicendo?”

“Sto dicendo che se non mi fossi comportata da bambina non sarei mai uscita in quel vicolo buio. -la mia voce è rotta dalle lacrime e dai singhiozzi- Pensavo di essere cambiata, pensavo di essere maturata e invece questo mi ha dimostrato che sono sempre la stessa. Mi sono solo illusa in questi sei anni, scappo sempre dai problemi e, quando torno, questi sono sempre lì e non li affronto.”

Stefan mi prende, stringendomi a sé “Tu sei libera, puoi scappare dove vuoi e nessuno ha il diritto di metterti neanche un dito addosso. Non è colpa tua, hai capito? E non è vero che non sei cresciuta.. appena ti ho rivisto ho capito che non eri più la dolce ragazzina di un tempo, ma una donna in gamba e che sa affrontare i problemi, se non fosse stato così non saresti mai tornata qui a Mystic Falls.”

Mi sto calmando ma gli occhi mi bruciano, perciò li chiudo e mi lascio cullare dal mio amico, che ora mi sussurra di dormire.

 

Passarono tre mesi da quella notte, la peggiore della mia vita; ogni volta che chiudevo gli occhi sognavo sempre la stessa scena e quasi tutte le volte Stefan non arrivava a salvarmi. Mi ero rinchiusa in casa, non uscivo quasi mai e cercavo di evitare qualsiasi contatto con il mondo esterno. Avevo lasciato il lavoro al Grill, tremavo al solo pensiero di stare dietro a quel bancone e alla possibilità di servire da bere a colui che mi aveva ridotto ad avere paura anche della mia ombra.

Non avevo sporto denuncia, sebbene Damon e Stefan cercassero di convincermi ogni giorno.. l’unico risultato che avevano ottenuto era quello di farsi aiutare da Tyler. Avrebbe indagato, in quanto capo della polizia, tra coloro che a Mystic Falls possedevano una pistola; io ero molto scettica in ogni caso.

A parte i Salvatore e Tyler, solo Caroline e Bonnie sapevano la verità e non avevo la minima intenzione di dirlo a Jenna e Rick, la prima si sarebbe preoccupata da morire e entrambi non mi avrebbero mai lasciato sola.

In quella casa non c’era più spazio per cinque, per questo con una forza che non avrei mai immaginato di avere, dopo aver prelevato dei soldi dal conto in banca lasciato dai miei, optai per un affitto condiviso di un appartamentino nello stesso condominio di Caroline.

Pensai che stare vicino alla mia amica mi avrebbe aiutato ad avere meno paura del mondo; la verità era che, anche circondata da milioni di persone, mi sentivo sola e indifesa.

Damon e Stefan erano iperprotettivi: chiamavano in continuazione, si proponevano come chaperon anche per fare due metri e cercavano di farmi svagare in tutti i modi.

In realtà io cercavo di evitarli e il rapporto che avevo con loro si limitava ormai a sole chiamate perché difficilmente mettevo il naso fuori di casa; in questi mesi avevo capito di dovermi prendere una pausa da loro in quanto ero troppo fragile e già abbastanza confusa, avrei finito per buttarmi nelle braccia di uno di loro, o peggio di entrambi, e di rovinare irrimediabilmente, questa volta, la nostra amicizia.

Batman e Capitan America, però, erano due teste dure e facevano sentire la propria presenza anche se non c’erano fisicamente, ad esempio si avvalsero di tutte le loro conoscenze da avvocati per spulciare dettaglio per dettaglio fedine penali, biografie e documenti non esattamente legali per trovare una persona che fosse degna di essere mia coinquilina.

Furono capaci di ‘eliminare senza possibilità di appello’ un povero tizio che aveva pagato le tasse in ritardo e un’altra che, al liceo, era stata con un ragazzo che si sarebbe rivelato più in là essere un alcolizzato.

‘Un brav’uomo è sempre prima un bravo cittadino’ aveva detto Stefan.

‘Ogni donna sceglie sempre una certa tipologia d’uomo, non vorrai rischiare che porti a casa gente del genere?!’ aveva detto Damon.

Stavo impazzendo, ragion per cui appena Caroline mi disse che si era liberata una stanza in questo appartamentino colsi la palla al balzo.

Stefan e Damon potevano anche convincere Gesù a condividere l’appartamento con me, ma non mi sarei mai sentita realmente al sicuro. Il grosso però era stato fatto, lo dovevo a Jenna e alla cucciola che stava per nascere, sì era una femminuccia.

Prima o poi avrei superato questa paura, almeno era quello che speravo.

 

Elena sei sicura? Sei ancora in tempo per cambiare idea, vengo da te e rimettiamo negli scatoloni tutta la roba.. La vostra casa è grande non capisco perché non possiate vivere tutti e cinque insieme! 

“Damon, piantala. Sono sicura…e soprattutto ti rispondo alla domanda che mi hai fatto tra le righe: sto bene, posso farcela e la sto superando”

Questa è solo la quarta chiamata della giornata da parte di Damon, tralasciando ovviamente le altre tre di Stefan e i suoi quattordicimila messaggini.

Sto svuotando gli ultimi scatoloni, ho traslocato definitivamente da una settimana ma ho ancora un mucchio di roba da sistemare.

Volevo approfittare del fatto che il mio coinquilino non fosse in casa, ma Damon, con la suo impeto da mamma chioccia, mi ha reso tutto più complesso.

Con una spalla mantengo il telefono vicino l’orecchio, per avere le mani libere e tentare di appendere un quadro; ovviamente mentre cerco di non farmi scivolare il telefono, il tutto mi cade dalle mani.

ELENA?! Cos’è stato?”

“Niente! Mi è caduto il quadro che mi avete portato da Parigi per terra. Sai.. qualcuno mi trattiene a telefono e io non posso ordinare casa!”

Quello che ti ho regalato io??”

“No la stampa che mi portò Stefan”

Dieci anni fa i due andarono in Francia e mi portarono una montagna di regali e foto, volevo andare anche io ma non potendo cercarono di ‘portare Parigi da me’.

Ah! Fa niente, alla fine faceva schifo.. Stefan non ha mai avuto gusto per queste cose.” Vero.

“Ma la stampa è carta, è rimasta intatta…non potrei dire lo stesso del vetro della cornice”

Hai fatto trenta, fai trentuno… butta anche quell’oscenità e non ci pensare più. Questa volta hai la scusa perfetta

“Damon! Ci sono affezionata e, per quanto sia brutta, guardarla mi fa sempre sorridere”

Sei affezionata ad una vacca a trentadue denti che indossa un tutù?.. Che diavolo passava per la testa a mio fratello vorrei sapere, era a Parigi.. non alla sagra del latte di mucca”

Scuoto la testa divertita, questa era come minimo la milionesima volta che affrontavamo quel discorso. Prima di partire per New York, ogni santa volta che entrava nella mia camera cercava di convincermi a togliere dalla parete la mucca.

Mentre cerco di ribattere sento la porta di casa aprirsi, è Mason.

Capelli castani, fisico scolpito, sorriso che ti stende e barbetta incolta che ti intriga,  nonostante sia un adone, non è propriamente il genere di uomo che cerco.

Ho afferrato l’occasione di questo appartamento al volo, in quanto Mason è amico di vecchia data di Jenna e, sebbene l’abbia sempre visto di sfuggita o sentito nominare negli aneddoti di mia zia, il fatto che lei lo conosca così bene mi rassicura e non poco.

E’ il classico tipo da una botta e via, o meglio è quello che lui cerca; ogni notte una ragazza diversa, per fortuna fin ora ha dato la ‘botta’ fuori casa e spero che continui ad osservare le regole che abbiamo ho imposto per questa convivenza.

“Cosa diavolo è questo disastro miss Gilbert?!” mi prende in giro affacciandosi alla porta della mia camera

“Ciao anche a te Mason. Hai passato più di dodici ore fuori casa, non mi dire che questa volta è una cosa seria?”

“No, per carità. La tipa abitava lontano, ho speso un sacco di soldi in benzina… non mi è convenuto, facendo due calcoli..”

Gli lancio un cuscino in faccia e poi sento Damon parlare dall’altro capo del telefono “E’ tornato Johnny Bravo? Mi raccomando ricordati di non salutarmelo.”

“Damon!” non posso far a meno di ridere e ‘Johnny’ mi guarda interrogativo “Dici al tuo caro amico di non preoccuparsi e che ti guardo io per lui, anzi chinati a raccogliere quella carta dietro di te- mi dice indicando la ‘mucca’ di Stefan”- così posso guardarti meglio..” ammicca facendomi l’occhiolino e io alzo gli occhi al cielo.

Ora ti vengo a prendere, inizia a prendere tutta la tua roba” 

Damon non può vedere Mason, ma infondo sa che è innocuo- in caso contrario mi avrebbe impedito di trasferirmi- non capisco, però, perché lo odia tanto.

“Non vado da nessuna parte, però se stasera vuoi venire qui a festeggiare il mio ritorno alla vita e inaugurare la nuova casa sei il benvenuto”

Se stasera fa un passo falso, ti prendo con la forza e ti porto via”

 

“Stefan ti prego smettila!” Urlai con tutta la forza che avevo in gola, cercai di afferrare il suo braccio e di farlo fermare, fortunatamente ascoltò la mia preghiera.

Damon si toccò il labbro inferiore e non sembrò sorpreso di vedere sangue sulle sue dita.

“Cosa pensavi di fare?! Di scopartela e poi di sparire come fai solitamente?” Indietreggiai, sentendo già gli occhi lucidi. Inutile dire che la verità non rimase nascosta a lungo a Stefan, fece parlare Caroline e mi portò a confessare tutto… fino all’ultima parola.

Damon sembrava assente, non si era difeso dal pugno del fratello e non sembrava interessato neanche a ribattere verbalmente.

Questo era quello che mi faceva più male.

“Ora basta. Non vedi che a lui non importa niente? Non voglio che perda tempo con una bambina.” Detto questo uscii dalla casa dei Salvatore, prima che le lacrime uscissero senza ritegno. Rivalutai la mia amicizia con Damon, l’avrei perdonato se solo mi avesse chiesto scusa, l’avrei perdonato anche se avesse mostrato un minimo di dispiacere, ma tutto quello che mi mostrò fu indifferenza, se non fastidio di avermi intorno.

 Mi aveva già umiliato abbastanza la famosa sera e con il silenzio del mese che seguì, non avevo intenzione di dargli questa soddisfazione.

 

“Secondo te che rappresenta?”

“Una vacca che balla, Ty. Dubito ci siamo qualche significato allegorico intrinseco nel quadro.”

Caroline e Tyler si interrogano sulla, ormai famosa, stampa parigina…povero Stefan, se sapesse cosa il resto del mondo pensa dei suoi regali, e soprattutto di questo, ne resterebbe molto deluso.

Nell’ampio soggiorno, intanto, Jenna fa piazza pulita del buffet, splendida con il suo pancione, è al settimo mese e mangia per cinque persone.

“Sai Jenna, il pancione ti rende veramente sexy, e le tue tette sembrano scopp..”

“Ok Mason, ora basta. Non ti permetto di fare apprezzamenti sulla mia ragazza, e smettila di guardarle la scollatura.” Rick tiene la propria ragazza per un fianco ed è nero dalla rabbia , come dargli torto.. Mason è un tale idiota a volte. Ok non a volte, sempre.

Kol parla con Bonnie, sembra che siano in sintonia, mentre Klaus scruta ogni movimento di Care.

Lo conosco appena ma non posso negare di avere una cerca simpatia per lui, l’ho invitato perché so che stravede per la mia amica e mi fa una tenerezza immensa. Sì lo so, sono terribile nei confronti di Tyler, ma se quello di Caroline è veramente amore allora la presenza dell’inglese non può rappresentare un problema per lei.

Jeremy stasera è stranamente tranquillo, anzi un po’ troppo sovrappensiero, ma forse è solo una mia impressione, nonostante tutto scherza e ride con Matt.

“Mason, non fare il bambino di tre anni. Vieni ad aiutarmi a portare..”

Non faccio in tempo a finire la frase che qualcuno suona alla porta, corro ad aprire aspettandomi di trovare Stefan e Damon, finiscono di lavorare sempre tardi.

Ho ragione, a metà.

“Damon” mi apro in un sorriso, ci sono state molte chiamate tra di noi ma non so quanto è passato dall’ultima volta che l’ho visto di persona.

Lui mi si avvicina e mi abbraccia, senza dire niente.

Sono completamente investita dal suo profumo e non posso fare a meno di inspirarlo a pieni polmoni, nel momento in cui mi stringe più forte sento di scoppiare in un pianto liberatorio. Non vedendolo volevo evitare proprio questo, cadere nelle sue braccia. E’ quello che mi riesce meglio a quanto pare, e dire che ho provato con tutte le mie forze ad essere forte e indipendente, come non mai, in questi ultimi mesi.

La verità è che ora più che mai ho bisogno della sua presenza e di quella di Stefan, solo loro riescono a calmarmi.

Perché non Caroline, Bonnie o Matt?

Me lo sono chiesta spesso, ma alla fine proprio per questo loro sono i miei amici  più speciali… hanno questo potere inspiegabile e io non posso fare altro che accettarlo.

“Mi sei mancata, da morire.”

“Anche tu mi sei mancato.” chiudo gli occhi e mi lascio sfiorare i capelli dalle sue labbra e dalle sue mani.

Non posso far a meno di pensare che non si riferisca a questi mesi, ma, come me, ai sei anni che abbiamo passato separati.

“Ma allora mi hai mentito, l’avvocato qui presente è il tuo fidanzato”

Imbarazzata, fulmino Mason dopo aver sciolto l’abbraccio con Damon, che inizia a sfilarsi la giacca, restando solo con la camicia bianca.

“Anche se fosse, a te che cosa interessa?” Damon risponde acido mentre avanza verso il resto degli invitati salutando tutti.

“Stefan?” gli chiedo, è strano che non sia con lui.

“Arriverà a momenti. Siamo venuti con due macchine diverse.”

Infatti dopo pochi minuti, il campanello della porta suona di nuovo e mi appresso ad aprire, entusiasta di rivedere anche Stefan.

L’immagine che mi trovo davanti non è quella che mi aspetto, per cui rimango per qualche secondo senza parole e cerco di riordinare le idee.

“Ciao Elena, scusami avrei dovuto avvisarti che portavo qualcuno…”

Stefan è accompagnato da una splendida ragazza bionda, alta e magra. Quale definizione da il vocabolario di ‘fotomodella’? Non mi ricordo, ma sono sicura che lei la rispecchia in pieno.

Muoviti, Elena, dici qualcosa.

“Ehm.. si certo, non ci sono problemi…figurati..”

Sento gli occhi di tutti addosso, stanno sicuramente guardando la scena perché improvvisamente sento uno strano silenzio, bene non sto facendo la figura dell’idiota solo davanti a Stefan e la sua barbie amichetta, ma proprio davanti a tutti i miei amici.

Stefan e la ragazza ancora senza nome, che non smette di sorridermi e che vorrei picchiare se solo avessi una mazza da baseball tra le mani, non sembrano muoversi neanche di un centimetro.

“Possiamo…passare?” Svelato l’arcano: sono rimasta imbambolata davanti la porta, ecco perché non entravano.

Mi sposto agitata e rossa, viola, turchese, arcobaleno in volto.

“Elena ti presento Rebekah, la mia fidanzata”

 


 

Salve!!!

Chiedo umilmente perdono per aver aggiornato più tardi del solito! Ma ora ho finito gli esami e sono totalmente in vacanza, per cui aggiornerò più velocemente :)

Allora passo subito a parlare del capitolo... Elena ha subito senza dubbio uno shock e c'è stato un salto temporale di tre mesi, necessario per la storia e per non annoiarvi ulteriormente. Ha passato questi mesi in casa, e nonostante ora sembri aver superato un pò l'accaduto è ancora molto provata... Elena, inoltre, è troppo buona e si sacrifica per il bene degl'altri..infatti si trasferisce in un'altra casa sebbene non sia per niente il momento adatto e si vede chiaramente che Damon l'ha capito perciò non condivide la sua scelta. Ho introdotto Mason, siccome qui a Mystic Falls sono tutti super hot Elena doveva assolutamente avere un coinquilino all'altezza, e Damon che ne pensa? Non sembrava proprio entusiasta :p Continuo a inserire i flashback in parallelo con gli avvenimenti del presente perchè c'è veramente ancora troppa storia da raccontare e non so quanti capitoli ci vorranno xD Ho quasi finito di scrivere anche il settimo capitolo, in quanto questo è concepito inizialmente come maxi capitolo... ma a me piace mantenere una certa omogeneità, quindi non mi andava di pubbligare un cap molto più lungo rispetto agli altri. Ovviamente se leggo che siete incuriosite cercherò di velocizzarmi e aggiornare il prima possibile, se no elaborerò il tutto con più calma xD Parliamo del colpo di scena... Stefan è fidanzato! Questo lo fa sicuramente salire di posizione rispetto Damon come sposo ...ovviamente è tutto da leggere e finchè non verrà detto chiaramente non può essere detta l'ultima parola. La mia Rebekah sarà un po' diversa da quella del telefilm...sicuramente più sicura di sè e il prossimo capitolo sarà sicuramente più divertente, in quanto Elena ha appena acquistato una nuova nemica e Damon, per primo, se ne accorgerà... ma non vi anticipo più niente :)

Grazie a chi legge e recensisce.. leggere i vostri pareri, sia positivi che negativi, mi rinnova sempre la voglia di scrivere e mi sprona a fare di meglio e grazie anche a chi ha inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate! Alla prossima!!

 

 

 

  
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