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Autore: Pomerania Lintot    30/07/2012    1 recensioni
Siete mai state lasciate sull'altare? No? Beh, Cassandra Dante si.
Cassandra è un'ironica ed intelligente ragazza, che vive a Firenze e lavora nello studio del padre. Con una mamma artista e amici stravaganti, riuscirà a superare l'abbandono del quasi marito (ma ormai ex-fidanzato), Paolo? E riuscirà a innamorarsi di nuovo?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 1

 

"Non è possibile. No, non è successo realmente.".

"Cassandra, guardami per favore." Dice mia madre versandomi la tisana.

"Non è vero" ribadisco. Sono abbandonata sul divano di casa mia, intrappolata nel mio vestito da sposa.

"Cassandra, amore, non ci pensare".

"Ma mamma come faccio a non pensarci? Non so se hai realizzato, Paolo, il tuo amatissimo genero, mi ha abbandonata sull'altare!".

"Tesoro ho ben realizzato, ma morto un Papa se ne fa un altro. Dai bevi questa tisana".

"Ma che tisana e tisana mamma, dammi un bicchiere di rum! Una sigaretta e una lametta, mi sento molto come Donatella Rettore!".

"Tu fumi?".
"Ma mamma ti ho appena detto che mi voglio tagliare le vene e l'unico tuo pensiero è se fumo o meno? Ma siete tutt
i rimbecilliti oggi?!".

Sento la porta sbattere. E' mio padre.

"Sophy, lasciami da solo con Cassandra", dice mio padre versando due bicchieri di rum...lui si che ci capisce!

Va bene caro, ma vacci piano con questa robaccia!”.

Papà si mette seduto vicino a me e mi abbraccia.

Cassy, lo so che è difficile, ma quello non mi è mai piaciuto!”.

Ma non è vero! Gli avevi prestato pure la tua preziosissima macchina fotografica, la quale, ti ricordo, non hai mai prestato a nessuno, neppure a me!”.

Cassandra, lui me l'ha rotta quella macchina fotografica!”. Mi sorride.

Papà ma perché lo ha fatto? Tu, te lo aspettavi?”.

Amore certo che no, ma la vita è come una scatola...” non fa in tempo a finire la frase che intervengo “No papà, Forrest Gump ora no! Lo so che è il nostro film preferito, ma è così triste!”.

Rimaniamo in silenzio. Poi mio padre mi chiede come mai io non pianga.

Non lo so. L'unico sentimento che riesco a provare adesso è...rabbia!”.

Sentiamo bussare alla porta, “Hey si può?”.

E' Andrea, il mio migliore amico. Appena entra mi guarda e scoppia a piangere. E' gay, in tutto e per tutto.

Ma no, tesoro non è possibile. Quello stronzo! Quel bastardo...se lo incontro io, io...”.

Tu cosa, gli tiri dei biscotti che hai preparato? Oppure il lucidante per le unghie?!”.

Andrea, è arrabbiata, capiscila, in questo momento ha solo bisogno di silenzi ed assenzi”, dice mio padre, notando che Andrea ci è rimasto malissimo.

Andre, scusami dai. Ma tu capiscimi: sono vestita, truccata e pettinata come una principessa, ma non ho la cosa che amavo di più al mondo...Paolo.”.

Silenzio.

Lo odio, lo odio e lo odio. Ma odio di più me stessa, è solo colpa mia se non mi ha voluta sposare!”.

Mio padre si alza di scatto “CASSANDRA DANTE, MA CHE COSA DIAMINE STAI DICENDO?”. Aiuto, è davvero incavolato.

Non mi da il tempo di rispondere, che se ne è già andato sbattendo la porta.

Cassy, tesoro, tuo padre ha ragione: tu non c'entri assolutamente nulla! Se quello è uno stupido, imbecille, bastardo, tutto muscoli e niente cervello, non è colpa tua!”.

Andrea mi fa sorridere, “Ma quali muscoli, Andrea! Paolo è uno che lavora in banca e il suo rapporto con l'attività fisica è pessimo. Quando l'estate andavamo al mare, a Livorno, stava sempre sotto il tettino della sdraio!”. Andrea mi guarda, si vede che non sa se ridere o rimanere serio...è proprio il migliore!

Decido quindi di prendere le redini in mano: “Andre, mi manca tantissimo. Sono passate solo cinque ore da quando lui è sparito dalla chiesa...e non respiro senza lui!”.

Andrea capendo il mio dramma, ci scherza su “Tesoro, ma mi dici quale donna sulla faccia della terra riuscirebbe a respirare con quel corpetto?!”. Rido di nuovo, forse dovrei tenermelo in casa, Andrea, è perfetto! L'importante è che non si metta a parlare degli equivoci a sfondo sessuale che gli accadono a lavoro; lavora in una gioielleria al centro commerciale, e quasi tutti i giorni mi chiama da lì e mi racconta tutte le battute maliziose che possono venir fuori dalla sua bocca. Mi ricordo di una volta quando ero in negozio a fargli compagnia: una cliente gli chiese la misura numero 18 per un anello da uomo, lui senza pensarci disse “Bah un po' piccolo, no?” la cliente lo guardò, e lui, capendo solo dopo il commento contorto che aveva tirato fuori, si scusò dicendo: “No, ma io dicevo la 18 è piccola per la mano di un uomo!-Se si fosse fermato qui sarebbe stato meglio, invece continuò-anche perché in un altro campo ci si potrebbe divertire, non crede?”. La cliente, fortunatamente più gallina di lui, si mise a ridere così tanto che prima di acquistare l'anello corse in bagno!

Lui mi guarda, mi vede pensierosa, non dice nulla, mi tiene solo stretta la mano.

 

 

* * *

 

 

Finalmente sono sola. Mi sono assentata per togliermi il vestito.
E' bellissimo: ha il corpetto stretto, una cinta lilla sul girovita e la gonna che scende sino le caviglie, fatta tutta gonfia dal tulle. La sento, sta per cadere...eccola, la prima lacrima che verso per Paolo. Non avevamo mai avuto dei seri problemi, solo qualche litigata nella norma!
Stavamo insieme da 5 anni, ci siamo conosciuti all'università. Io ero all'inizio del terzo anno di legge, mentre lui si stava per avvicinare alla laurea in economia.

Era l'autunno del 2006.Eravamo in biblioteca, io avevo le cuffie alle orecchie proprio per la compagnia. Distratta come ero-e sono-, feci cadere il mio mp3 per terra e credo di aver cacciato un urlo così forte, che avrebbe tranquillamente fatto le scarpe a Tarzan!

Sentii una mano toccarmi la spalla: “Signorina è pregata di far silenzio, qui c'è gente che non ama molto la confusione. Io non sono fra questi, ma se vuole può seguirmi fuori, così le dirò alcune cose”. Era una ragazzo molto molto carino: alto-forse troppo-, robustino, capelli castani ed occhi marroni. “Mi scusi, ma perché la dovrei seguire?”

Se vuole che glielo dica, venga fuori!”

Pensai che fosse qualcuno d'importante e credetti che mi avrebbe proibito di tornare in biblioteca.

Uscimmo, ci mettemmo a sedere su una panchina.

Signorina, prima di tutto piacere Paolo. Posso darle del tu?Lei può farlo anche senza chiedermelo!”.

Piacere mio, Cassandra, Certo che puoi. Ma, scusa se insisto eh, che devi dirmi?”.

Cassandra, che bel nome. Che devo dirti...beh che sono circa tre settimane che mi siedo vicino a te in biblioteca e tu credo non ti sia mai accorta. Insomma, quello che voglio dirti è che mi piaci e che vorrei conoscerti!”.

No, non me ne ero mai accorta! Le sue parole mi lusingarono tanto al tal punto che gli detti un appuntamento per la sera stessa a Ponte Vecchio.

Romantico eh? In realtà è perché ci abito vicino e se fosse stato un maniaco avrei saputo dove scappare!

Insomma, uscimmo e fu una serata bellissima. E così tutte le altre, fino a che, circa tre settimane dopo ci mettemmo insieme.

Era tutto bellissimo. Fino ad oggi. Voglio dire, quando l'altro ieri ci eravamo salutati, le sue parole furono “Amore mio, tra due giorni sarai mia moglie. Sei bellissima e sei perfetta!”.

E poi, puuuffh...sparito. O meglio, scappato! Si quel farabutto è scappato dalla chiesa. San Lorenzo era bellissima, la mia chiesa preferita.

Oddioooo quanto lo odioooo!!!

Però a pensarci bene, ho un bellissimo cognome, Dante, magari posso chiamare l'Alighieri con qualche seduta spiritica e chiedergli se aggiunge un altro Paolo alla lista dei dannati!

Mi sono spogliata. Mi metto il pigiama e via a letto. Non voglio niente e nessuno, voglio solo me stessa!

Piango, ecco, finalmente ce l'ho fatta! Piango a dirotto!

Voglio dormire, solo dormire.

 

Verso le tre del mattino, l'ora in cui il Diavolo decide di giocare con le sue vittime, mi sveglio, in preda al panico e alla rabbia. Mi alzo, prendo le forbici dal primo cassetto della mia scrivania e lo taglio.

Zaack!

Ed il mio abito da sposa ora potrebbe andare bene per una serata in discoteca.

Come se fossi posseduta-e forse lo sono-, scendo di sotto, vado nello sgabuzzino dove so che mia madre ha nascosto i regali di nozze. Bene brutto bastardo, li ho tutti io!

Li porto piano piano tutti in salotto, saranno una settantina!

Vado in cucina prendo il barattolo della Nutella, e tra una cucchiaiata e l'altra apro tutti i regali.

C'è di tutto: frullatore, tostapane, batteria di pentole, servizio da caffè, servizio da tè, piatti bellissimi, una TV al plasma, un lettore DVD, e altre robe del genere!

Mi alzo e prendo la bottiglia di rum, senza il bicchiere e mi ci attacco di sana pianta.

 

 

E' mattina, mi sveglio e mi fa male la testa, voglio correre in bagno. No, devo correre in bagno.

Scavalco i pacchetti ancora chiusi e le cartacce di quelli scartati.

Vado nel bagno del piano terra. Apro la porta...mannaggia! Troppo tardi.

Vergognandomi del gesto, inizio a pulire tutto, sia nel bagno che nel salotto. Prendo un'altra bottiglia di Rum e la metto al posto di quella che mi sono finita. Appena sento la voce di mia madre mi metto a sedere sul divano e fingo di leggere un libro.

 

Cassandra, tesoro, già sveglia?Con quello che ti è successo potevi dormire un po' di più!”.

No mamma, non ho sonno. Ma grazie del pensiero.”.

Cassandra, hai bevuto?”.

Beccata!

No mamma, ma che dici?” dico molto inviperita.

Calmati Cassy, lo dicevo per scherzare, quando mai sei così gentile da dirmi “grazie del pensiero”?!”

 

La guardo e sorrido.

Cassandra, vuoi venire a farmi da assistente oggi alla scuola di danza?”.

No mamma, adesso non mi va. Al massimo passo nel pomeriggio. Dai ci vediamo.”

Mia madre è una ex ballerina francese che insegna danza classica nella nostra vecchia casa. Mio padre l'ha tutta ristrutturata come regalo per il loro anniversario, ed è venuta fuori una bellissima scuola di danza classica. Ogni tanto do qualche lezione alle più piccole, ma non ho una vera qualifica per farlo, ecco perché mi chiama assistente. E naturalmente quando siamo nella scuola lei non è “mamma” ma è “Miss Sophy” ed io “l'assistente di Miss Sophy”.

 

Se ne è andata. Sono sola. Papà sicuramente sarà già a lavoro. Io, in previsione del viaggio di nozze avevo preso due settimane di ferie, ma a questo punto domani mattina rientro in ufficio. Lavoro nello studio legale di mio padre, “Studio Legale Dante”. Nello studio siamo in cinque: papà, Gregorio, Marco, Tania ed io. Marco è l'uomo più gentile che si possa incontrare-mi chiedo ancora oggi perché faccia l'avvocato. Tania invece è la mia migliore amica. Lei è assolutamente portata per la carriera forense. Gregorio è l'avvocato più anziano insieme con mio padre, non che suo migliore amico. Ha una figlia di ventuno anni, Sara. Ci conosciamo sin da piccole, io sono più grande di lei di cinque anni, e mi ha sempre considerato come la sorella maggiore che non ha. Ed io come la sorella minore che non ho. Ci vogliamo molto bene. A proposito, fammela chiamare!

Tuuu, tuuu, tuuu...”E' da ieri dopo il misfatto che aspetto la tua chiamata! Sono o non sono tua sorella?Che palle!”

Sara calmati, passi da me?”

E' ovvio, a tra poco.”

Cinque minuti e il campanello suona. Le apro. Per precisare, io e Sara abitiamo una difronte all'altra!

Mi abbraccia e non piange, non sorride. Io invece cado in una depressione fulminea e le piango addosso.

Stai tranquilla, ora ci sono io.”

Entriamo in casa e andiamo in salotto, Ci mettiamo sedute, lei mi tiene stretta ed io lascio cadere la mia testa sul suo petto.

Dai tirati su...guarda che ti ho portato?”, dice tirando fuori dalla mega-borsa, di non so che stilista, un DVD.

E' il DVD che ho fatto fare con raccolti dentro tutti i filmati di noi da piccole fino ad oggi!”

Sara, che bello. Dai mettiamolo subito. Ah, e naturalmente c'è anche Paolo?”

Ed io chi sono la strega di Hansell e Gretel? No, ho tolto questa notte le scene con lui, tanto non erano molte!”.

Che amore che è la mia Sara.

 

Guardiamo per tre ore quel lunghissimo DVD! E' bellissimo rivederci da piccole alla nostra prima lezione di danza, o al mio compleanno in piscina. Il giorno del mio diploma, il giorno del suo, la mia laurea,i suoi diciotto anni!

Quando finisce il DVD, Sara mi dice che deve andare a lezione che è tardissimo. Mi da un bacietto e via, scappa.

 

Rimango sola in casa e decido di andare a dormire. Entro in camera mia, apro il letto rifatto da Cinzia, la cameriera, e mi ci metto dentro. Mi addormento con le lacrime che mi entrano in bocca da sole. Sono amare, come me.

 


 

  
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