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Autore: Echo90    30/07/2012    7 recensioni
Le sciolse i capelli neri mentre le baciava il collo, piano e dolce, come se ne valesse della sua vita. E per quanto la volesse si impose di assaporare ogni attimo e ogni angolo di lei, della sua pelle che aveva lo stesso sapore del miele.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Brittany/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aveva come un presentimento. Il presentimento che quella sarebbe stata l’ultima volta, l’ultima volta con lei. E forse non l’avrebbe nemmeno più rivista se non nei suoi sogni. Ugualmente si decise a bussare, provando a memorizzare il rumore delle nocche contro il legno duro, mentre aspettava e sperava di sbagliarsi. Perché infondo tutti la consideravano stupida e lei lo aveva accettato, quasi fosse obbligata a ritenersi tale per punizione divina. Da tutto questo non vi era via di fuga, nemmeno una, che non fosse lei. Lei con i suoi capelli neri e gli occhi del colore della terra bagnata; lei con le sue labbra piene e rosse come ciliegie mature e la straordinaria dolcezza che aveva riservato a lei sola; lei che l’aveva amata con tutta l’anima prima ancora di rendersene conto e che a rimaneva a vegliarla quando la pioggia scendeva e i tuoni sembravano picchiare alla finestra. E se fra un secondo la sua Santana avesse aperto la porta, l’avrebbe vista versare due lacrime per poi asciugarle frettolosamente. Dopo aver bussato di nuovo si sedette sulle scale, ad aspettarla con la testa fra le mani.
“Britt, ehi!”
“Santana.” Disse alzandosi di scatto.
“Britt che ci fai qui fuori? Ti ho detto mille volte che il campanello esiste per essere suonato…”
La ragazza bionda si accigliò, incrociando le braccia e battendo ritmicamente il piede destro.
“Avrei disturbato le fatine che ho lasciato qui a proteggerti,  San, perché non vuoi capirlo?”
E Santana non poté fare a meno di sorridere, prendendole la mano e baciandola dolcemente.
“Scusa tesoro, lo dimentico sempre.” Rise e ancora una volta trovò che la sua donna fosse adorabile –e che fosse bella. Terribilmente bella e si disse che quella non sarebbe stata l’ultima volta, perché per loro non ci sarebbe stata mai una fine. Ogni volta sarebbe stato un inizio nuovo –ogni volta si sarebbero amate un po’ di più.
Brittany si avvicinò dolcemente e quando potè sentire il respiro caldo di lei sulle labbra, annullò ogni distanza e poi la strinse, forte forte.
“Ti perdono, San.” Le sussurrò all’orecchio mentre sentiva distintamente la mora rabbrividire e lasciava il suo sorriso da qualche parte, smarrendolo. Temette di non ritrovarlo e non riuscì più a fingere. Affondò il viso nel petto della giovane e pianse. Brittany le respirò fra i capelli e fu certa che sarebbe impazzita senza di lei. Perché non avrebbe amato nessun altra, nessuna che non avesse i suoi bellissimi occhi.
“Entriamo Britt.” Alzò lo sguardo e quando incrociò i suoi occhi azzurri e umidi, pensò che il suo amore non fosse abbastanza, che quella ragazza bionda meritasse di gran lunga qualcosa in più che la stronza di Lima Heights che tante volte aveva saputo rifiutarla e tante volte l’aveva rinnegata. Come se valesse meno niente, quando invece era tutto. Anzi no. Di più.
Salirono le scale e Santana teneva lo sguardo basso e non seppe rialzarlo, finchè –una volta sedute sul letto- Brittany non le prese il viso fra le mani –e la baciò.
“Amore, dobbiamo parlare.”
“Non adesso, ora faremo l’amore e io chiederò alle mie fatine di fermare il tempo. Così tu non andrai via, nemmeno fra un milione di anni.”
La mora non potè fare a meno di sorridere, pensando a quanto splendida fosse quella giovane donna che la teneva fra le braccia.
“Vuoi, Santana? Perché io lo voglio se tu lo vuoi.”
“Io voglio te, Britt. Ti voglio come non mai.”
La bionda sorrise, prendendola per la vita, trascinandola con sè sul letto, disfacendolo piano. E quando la sua donna le fece notare con un sorriso che le paperelle del suo copriletto non si sarebbero scandalizzate se avessero fatto l’amore sopra di esse, lei rispose con un alzata di spalle che avrebbe tanto voluto, tantissimo, il profumo della sua ragazza su quelle lenzuola, per tenerle compagnia.
In quel preciso istante, Santana ebbe la certezza che nulla potesse essere equiparato a lei. Nulla, nemmeno la fama, o il denaro. E quando Brittany la fece distendere sotto di sé, dimenticò ogni cosa e ogni parola, baciandola come se quei giorni infelici non sarebbero mai arrivati. Continuò a respirarla.
Le sciolse i capelli neri mentre le baciava il collo, piano e dolce, come se ne valesse della sua vita. E per quanto la volesse si impose di assaporare ogni attimo e ogni angolo di lei, della sua pelle che aveva lo stesso sapore del miele.
“Quando sarai a Louisville, e ti guarderai allo specchio, ti ricorderai di me.”
Santana sorrise “E tutti sapranno che non sono sul mercato.” Brittany alzò un sopracciglio. “Vuol dire che sono tua, amore, solo tua.”
“Davvero?”
“Davvero.”
“Menomale che Lord Tubbington è andato a fare la spesa, altrimenti te la farebbe pagare cara, San, sai quant’è geloso.”
Santana sorrise in un bacio, prima che la sua ragazza scendesse a baciarle la mandibola, e poi di nuovo il collo, mentre le sue mani scorrevano sotto la camicia rossa di lei. Prese a sbottonarla, lentamente, partendo dall’ultimo bottone, mentre le sue labbra si fermavano sull’ombelico e la sua lingua pareva spingere per entrare nel suo corpo. I sospiri della mora la indussero a continuare mentre ogni bottone scivolò via fra le sue dita sudate, giungendo al suo petto, al suo reggiseno bianco, alla carne soffice che racchiudeva il suo cuore. Le parve bella come non mai –più di sempre, più di tutto. E anche se avrebbe voluto strapparglielo, come tante volte aveva fatto, si disse che quella sarebbe stata l’ultima volta e doveva, doveva cazzo, far sì che lei si ricordasse di ogni bacio, di ogni carezza e pensasse a lei ogni dannata volta che si fosse trovata da sola.
Prese ad accarezzarla sopra la stoffa che pareva bianchissima sulla sua pelle abbronzata e Santana non potè più trattenersi. Gemette piano mentre le mani della sua ragazza scendevano lungo la sua schiena e trovavano quel piccolo gancio che aprì in un attimo, come se esso non aspettasse altro che le sue dita.
La mora rise e Brittany alzò lo sguardo confusa.
“Sai, che sono stata con tanti ragazzi, vero, B.?” Domandò senza smettere di ridere.
“Piccola ti prego, non voglio pensarci proprio adesso. Anzi non voglio pensarci affatto.”
La mora parve non udirla, guardava il soffitto e sorrideva.
“Nessuno di quei tizi è riuscito a sbottonarmi il reggiseno al primo colpo. La maggior parte delle volte rinunciavano, andavano direttamente al sodo e dopo tre minuti era tutto finito. Con te…” Parve pensarci un attimo. “Con te è tutto così bello, amore. Mi fai impazzire ed io ti amo da morire.”
Brittany spalancò gli occhi sorpresa e la baciò come a dirle che sì, anche lei l’amava, mentre spegneva lo sguardo e le sue mani sapevano benissimo dove andare. Avrebbe potuto dipingere quel corpo su una tela ad occhi chiusi, lei che non sapeva disegnare. E ora avrebbe suonato su di lei come fosse uno strumento, lo strumento d’un grande artista. Scese sul suo collo e lo baciò a lungo mentre Santana affondava le unghie nella sua bellissima schiena.
“Brittany, per favore.”
La bionda sorrise. “Amore, non avere fretta.” Disse sulla sua pelle. E scese su di lei, ancora, mentre le sue mani sfiorarono finalmente il suo seno. E quando la sfiorò con le labbra, Santana gemette e la sua voce risuonò nella stanza, come una canzone. Aveva una voce stupenda, la bionda l’aveva ascoltata tante volte, nella stanza del coro. Ma quando avevano fatto l’amore per la prima volta se n’era innamorata, implorandola di non trattenersi, di non farlo mai.
Le baciò il seno, sentendola inarcare la schiena e la udì mentre sospirava. Quando soffiò su di lei Brittany reagì rapida al suo tocco, seppellendo le mani fra i suoi capelli e stringendola a sé ancora di più, quasi impedendole di respirare. L’avrebbe lasciata andare, avrebbe sorriso e pur non volendo le avrebbe detto -va’ amore. Io ti aspetterò qui.-
Si sollevò a guardarla e le parve talmente bella, talmente perfetta, da non appartenere a questa terra. Sei bellissima, disse e Santana si riscosse, la guardò e si levò a sedere. Le baciò le labbra, e le sue mani corsero sotto la sua canottiera. Poi la strinse, la strinse e la tirò su, sfilandola quando la sua donna sollevò le braccia per aiutarla. La portò al viso respirando il suo profumo e sussurrò “questa verrà con me” per poi appoggiarla a letto e tornare alla sua pelle.
“Sei così calda, Britt.”
“E’ merito tuo, mi fai impazzire.”
Un bacio e poi un altro e un altro ancora. Mentre la mora le slacciava il reggiseno e lo gettava lontano con un sorriso aggrappandosi ai suoi seni, venerandoli, accarezzandoli, sfiorandoli appena mentre il respiro della sua donna le lambiva i capelli, accendendola. Quando chiuse le labbra attorno a quei gioielli chiari, Brittany sussultò ma non emise un suono. Solo, si aggrappò a quei capelli neri, stringendoli di più ad ogni ansito.
“Santana, spogliami ti prego.” Disse come se ne valesse della propria vita. La mora alzò il viso per baciarla. “Tutto quello che vuoi.”
Stringendola, la fece stendere sotto di sé perdendo un battito ad ogni bacio e una lacrima silenziosa al pensiero che quell’angelo le appartenesse per una sola notte ancora. Come avrebbe potuto, come avrebbe potuto incatenarla a sé, impedendole di andare avanti, di trovare qualcuno che avesse potuto proteggerla –ma mai amarla quanto lei l’aveva amata. Si approfitteranno di lei, pensò. Ed io sarò in cima ad una piramide e nulla potrò fare, nulla potrò dire, nessun diritto potrò vantare su di lei –che non sarà più mia.
Le sfilò con rabbia i pantaloncini chiari che indossava e scese su di lei, stringendola forte per la vita, raccogliendo con le labbra le gocce di sudore che scendevano lungo il suo ventre. Poi la guardò, ponendo le dita sul bordo dei suoi slip, aspettando un cenno di assenso.
“Non hai bisogno di chiedermi il permesso…”
Ogni ostacolo fu abbattuto, non vi era più nulla, nulla che avrebbe potuto frapporsi fra i loro corpi e le loro menti parvero incatenarsi alla stessa pietra, imploranti di essere salvate.
“Amore, ti prego, per favore…”
E Santana non potè più aspettare. Pensò di non aver mai visto nulla di tanto bello, nemmeno nei suoi sogni, nemmeno nei suoi desideri. E la realtà superò di gran lunga ogni fantasia.
“Sei bellissima.”
La baciò, e non smise di baciarla nemmeno per un attimo, e raccolse ogni stilla di quel nettare dolce che sgorgava da lei come da una sorgente mentre Brittany stringeva il suo capo fra le mani, inarcava la schiena e ripeteva che l’amava più di ogni cosa. Quando giunse al momento più alto fra i momenti alti, non appena Santana era entrata in lei, aprì gli occhi. Il soffitto era una superficie opaca che roteava, e gli occhi della sua ragazza parvero braci accese nella notte.
Ho toccato il paradiso? Si chiese. Santana, mi hai portata dove nemmeno le fate più belle mi hanno portata mai. Ma questa era davvero l’ultima notte e gli occhi le si riempirono di lacrime.
Pianse. Pianse come non aveva pianto mai, pianse senza ritegno mentre la mora capiva e non parlava –poi si decise, e si stese su di lei con tutto il suo peso, asciugandole il viso, sfregando le proprie gote contro le sue.
“Scusami, San, non volevo.”
Sorrise.
“Sono una pessima fidanzata, Britt.”
La bionda la guardò perplessa.
“Come ho potuto pensare, anche solo per un attimo, di andare via lasciandoti qui?” Urlò con rabbia, per poi svincolarsi da quell’abbraccio e cercare i suoi vestiti. Quando li trovò lasciò cadere per terra ogni cosa, quasi non contasse più. Stringendosi il volto fra le mani, si avventò su di lei e la baciò finchè il respirò non le morì in gola e il cuore prese a batterle fuori dal petto.
“Piccola, sei la cosa più stupendissima della mia vita. Sei perfetta. E mi hai amato con tutto il cuore anche se sono stupida. Non ti ringrazierò mai abbastanza per questo. Mai. Ma ora devo lasciarti andare, non posso costringerti a rimanere qui. Anche se non sarò più felice.” Poi assunse un aria pensierosa e disse: “Lord T. lui si che ne sarà felice! È così geloso di te! Ma sai, ero sicura che prima o p…” Santana la strinse più forte, più forte che potè. E d’improvviso ogni cosa assunse un contorno nitido nella sua mente.
“Stavo per compiere la scelta peggiore della mia vita. Grazie amore. Quest’anno sarà solo tuo, quest’anno farò del mio meglio per aiutarti. E mi farò perdonare di non aver capito… di essere stata troppo concentrata su di me per realizzare che da sola non ce l’avresti fatta.” Poi raccolse le lacrime che nel frattempo avevano preso a scendere sul viso della sua donna -che pareva una bambina- e sorrise, prendendole la mano.
“Che ne diresti di tornare a letto?”
“Prima prometti che non mi lascerai mai.”
“Prometto. Prometto mille volte, Britt. Ma ora non voglio parlare più.”

   
 
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