Somewhere over the fireworks

Era una serata tranquilla, fresca e limpida. Le feste in mare per il 4 Luglio erano sempre le più belle, soprattutto sulle spiagge calde della California.

Era pieno di bei ragazzi, praticamente uscivano da ogni angolo, e di alcool. Insomma, una di quelle serate fantasmagoriche che raramente la gente ricordava il giorno dopo, troppo presa a occuparsi dei postumi della più grande sbornia della propria vita.

E Blaine la passava a borbottare. Ovviamente.

Era difficile essere soddisfatti, quando i comportamenti di quello che era il suo neo fidanzato erano inspiegabili. Insomma, ormai si conoscevano da quasi cinque anni e dopo essersi frequentati per ben due anni, Blaine pensava di poter rivelare quel mistero che era Sebastian Smythe.

E invece quella sera si ritrovava da solo, in un bar, a sorseggiare un Sex on the Beach in solitudine.

Sebastian era sparito chissà dove e chissà con chi, e solo quell'ultimo pensiero gli faceva rivoltare lo stomaco per la gelosia.

Non aveva idea di cosa gli fosse preso: aveva cercato di afferrargli la mano e ogni volta Sebastian si era ritirato come scottato, e quando invece aveva cercato di abbracciarlo, Sebastian si era scansato, tossendo ripetutamente.

Ma cosa...

“Non voglio toccarti.”

Quelle parole continuavano a ronzargli nella mente. Sebastian era stato chiaro, non voleva toccarlo.

Lo vide venire verso di lui dopo quasi due ore fermo lì a bere, sentendo il fastidio salirgli.

“Ci sono i fuochi,” gli disse Sebastian, svogliato.

Blaine si voltò a fissarli, per non dover continuare a bruciare il suo ragazzo con lo sguardo.

E poi... L' illuminazione.

Blaine tossì leggermente per attirare l'attenzione di Sebastian, aspettando il momento in cui nessuno scoppio gli oscurasse la voce; quando gli occhi di Sebastian furono sui suoi, Blaine sogghignò.

Improvvisamente si tolse la maglietta e altrettanto repentinamente l'attenzione di tutti si spostò dai fuochi d'artificio al torace nudo di Blaine, che ora si stava togliendo le scarpe e aprendo la cerniera dei pantaloni.

Sebastian lo fissò a bocca aperta.

“Blaine!” la voce gli era uscita così acuta che si rimbeccò da solo per sembrare una donnina. “Che cazzo stai facendo?”

Blaine si abbassò i pantaloni, alzando una gamba per sfilarseli di dosso.

Prima che si togliesse anche i Boxer, Sebastian fu davanti a lui, coprendolo come meglio poteva col proprio corpo.

Dio, lo stavano guardando tutti.

Lo prese per una mano e lo trascinò dietro un muretto dove si erano accampate tutte coppiette intente a pomiciare.

“Che cazzo stavi facendo? Quel Pel-di-carota, lì, ti stava mangiando con gli occ-”

Non finì di parlare, perché le labbra di Blaine finirono le sue, catturandolo in bacio arrabbiato e frenetico. Sebastian ci mise pochi secondi a ricambiare, portando una mano all'attaccatura dei capelli di Blaine e l'altra a carezzare la pelle scoperta della schiena.

Il bacio divenne rumoroso, a causa dei schiocchi dello loro labbra e ai gemiti che Blaine si lasciava scappare e che spedivano brividi dritti all'inguine di Sebastian; le loro lingue s'incontrarono come richiamate da una forza sconosciuta, mentre il contatto rendeva il tutto ancora più eccitante.

Si staccarono qualche minuto dopo, ansanti e sudati, con lo sguardo sconvolto.

“Volevo farti ingelosire, così avresti voluto toccarmi,” sussurrò Blaine, per spiegare lo spettacolo di prima davanti ai fuochi.

“Blaine io ho sempre voluto toccarti e, Cristo, se voglio farlo ora.”

Le loro labbra si scontrarono di nuovo per un altro bacio veloce, ma non meno frenetico.

“E allora perché...” sussurrò Blaine, a corto di fiato.

“Ci siamo messi insieme da appena un giorno e ho già voglia di scoparti contro questo stesso muro,” ok, la poesia era poca, ma almeno era eloquente. “Come pensi che possa... Toccarti così facilmente senza cadere in tentazione? Io so che tu vuoi andarci piano, quindi, beh, cercavo di starti lontano.”

“Quindi tu mi hai evitato tutta la sera e mi hai trattato da appestato soltanto perché non volevi saltarmi addosso?”

Sebastian incassò. “Sì,” disse, impettito.

Blaine posò le labbra sulle sue, con più calma ora, quasi carezzandole con le proprie.

“E se ti dicessi che puoi fare di me quello che vuoi?” disse, scherzando.

Sebastian si abbassò a baciargli il collo, facendolo sibilare leggermente e sorrise contro la sua pelle.

“Cattivo scolaro. Così mi invogli a farti cose che non-”

“I fuochi! Ci sono ancora!”

Blaine saltò via dalle sua braccia con una velocità da far invidia ai campioni olimpici e Sebastian si trovò a grugnire contro il vuoto che ora sentiva sotto i polpastrelli e dove prima c'era magnifica pelle di Blaine.

Lo vide correre per tornare alla festa e Sebastian lo seguì, inciampando sui suoi stessi piedi per rincorrerlo.

“Blaine, cazzo, vestiti immediatamente.”

Inutile dire che non venne ascoltato minimamente e che di nuovo l'attenzione di tutti non era suoi fuochi.

Sebastian avrebbe ucciso chiunque avesse organizzato quella maledetta festa. Dopo averlo benedetto, ovviamente – aveva pur sempre visto Blaine mezzo nudo, finalmente.