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Autore: Fefy_07    30/07/2012    3 recensioni
Stefan e Damon ragazzini, che hanno una sorta di primo approccio con la magia. Dal testo:
“È come una specie di garanzia, che faremo io e te,” cominciò lui “un giuramento solenne. Solenne perché servono delle condizioni da rispettare perché il giuramento sia valido.”
Genere: Mistero, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Damon Salvatore, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è stata scritta utilizzando un prompt proveniente dalla masterlist del The Vampire Geometry Fest!

Prompt: Child!Damon/Child!Stefan - Patto di sangue

Damon 11 anni, Stefan 5 anni

Fratelli di sangue


Era un pomeriggio freddo d’inverno, particolarmente brutto per il piccolo Stefan. Damon e suo padre, dopo il pranzo, avevano avuto un’altra delle loro brutte discussioni, e Damon era corso fuori casa urlando che presto sarebbe andato via per sempre da quel posto. Da allora non era ancora rincasato. Stefan non poteva uscire da solo e aveva paura che suo fratello non tornasse più, che l’avesse lasciato da solo.

Damon era sempre stato impulsivo, specialmente quando era di cattivo umore. Poteva esploderti contro per un niente, e Stefan l’aveva imparato bene in quegli anni. E se fosse partito col cavallo, verso un posto lontano? O peggio, e se si fosse fatto male durante un eccesso di rabbia e adesso non potesse tornare a casa? O si fosse incamminato guidato dal risentimento e adesso non riuscisse a ritrovare la strada di casa?

Mentre tutte queste ipotesi angoscianti gli si affacciavano alla mente, Stefan notò che stava cominciando a piovere. Sulla finestra cominciavano ad atterrare piccole goccioline d’acqua, che scendevano giù, formando lunghe scie. La cosa lo allarmò, il fratello avrebbe preso un raffreddore, o forse peggio. Proprio mentre stava per decidersi a scappare e cercarlo, sentì la porta aprirsi dietro di lui ed entrò un Damon leggermente bagnato, abbastanza logoro, che appariva dolorante. Però era tutto intero, ed era lì.

Stefan non contenne la gioia e saltò addosso a suo fratello, che per poco perse l’equilibrio. “Sei tornato!” urlò, tenendogli le braccia al collo e affondando il visino nella camicia strappata. “Certo che si, Stef, non mi aspettavi?” disse quello spaesato, carezzandogli i capelli e liberandosi dal suo abbraccio. Si sedette in poltrona, col più piccolo che lo seguiva con lo sguardo, e lo guardò fisso in viso. “Sono stato a cavalcare. Ero davvero arrabbiato e c’è voluto un bel po’ prima che mi rendessi conto dell’ora e del tempo. Sono tornato più in fretta possibile, ma ho fatto una piccola caduta. Non è niente,” si affrettò ad aggiungere, vedendo la preoccupazione palese sul volto di Stefan, “solo pochi graffi. Non temere. Quando sono uscito dalla stalla pioveva già, e mi sono bagnato un po’ raggiungendo casa. Ma ora eccomi” concluse, con un sorriso sereno in direzione del piccolo.

“Capisco” disse Stefan, il visino serio “però oggi mi hai spaventato Damon. Pensavo mi avessi lasciato come ha fatto la mamma. Ho avuto davvero paura di rimanere da solo.” Damon non commentò il riferimento alla loro madre, scomparsa quando Stefan era ancora molto piccolo, ma si limitò a dire “Andiamo Stefan, sono stato via parecchio, ma avresti dovuto sapere che sarei tornato. Non ti lascerei mai solo, fratellino. Qualunque cosa succeda, io sarò sempre al tuo fianco.” Ma il piccolo non sembrò più tranquillo, pensava ancora all’impulsività del maggiore. Fu allora che a Damon venne un’idea. “Se ti fa stare più tranquillo, possiamo fare una cosa,” disse, osservando bene le reazioni del fratello “ma è una cosa proibita, abbastanza pericolosa e che non deve sapere nessuno, eccetto noi due. Una cosa solo tra te e me. È una cosa molto importante, una volta fatta non si torna indietro”

Stefan non amava fare cose pericolose, ma le parole di Damon lo avevano intrigato. “Che genere di cosa, Damon?” Il maggiore prese un minuto per raccogliere le idee su come spiegare al fratello quello che aveva in mente. “È come una specie di garanzia, che faremo io e te,” cominciò lui “un giuramento solenne. Solenne perché servono delle condizioni da rispettare perché il giuramento sia valido. Dev’essere fatto di notte, per prima cosa. E poi dobbiamo usare il sangue, il nostro sangue. Dobbiamo andare insieme nel bosco, con il giuramento scritto su un foglio di carta, versarci sopra il nostro sangue, che deve mischiarsi, e ripetere a voce alta le nostre parti dell’accordo. Sarà una cosa che io farò se tu farai qualche altra cosa in cambio, capisci? E una volta fatto, dobbiamo bruciare il foglio, in modo che la cenere si disperda nel bosco. Tutto questo, in una notte di luna piena. Se faremo esattamente così, il giuramento è valido fino alla morte e va rispettato, o il prezzo è proprio la vita. In pratica, chi rompe il giuramento, muore.”

Durante tutta la spiegazione del fratello, Stefan era rimasto zitto, accucciato ai suoi piedi, col cuore che batteva forte. La cosa sembrava dannatamente seria. E poi Damon dove aveva trovato questo giuramento? E tutte quelle regole? Il bimbo era combattuto: da un lato era spaventato per tutti i divieti che avrebbero dovuto infrangere per portare a termine quella cosa (non uscire di notte, non andare nel bosco da soli) e preoccupato per il fatto di usare il sangue e il fuoco in quello strano rituale; dall’altro era eccitato all’idea di avere un patto segreto col suo fratellone e si rendeva conto che, se avesse accettato, davvero Damon non avrebbe mai potuto lasciarlo. E poi, con lui sarebbe stato al sicuro, no?

“Allora, che ne dici, Stef? La luna piena è stasera” sorrise Damon, evidentemente emozionato all’idea “se vuoi fare qualcosa, dovremmo muoverci e cominciare a progettare il da farsi.” Per il piccolo fu quasi impossibile rifiutarsi, davanti a tanto entusiasmo del fratello. Programmò di chiedere al fratello, in futuro, dove accidenti avesse trovato quella specie di rituale. “Ci sto, Damon” disse, sorridente. Passarono il resto del pomeriggio a pensare al piano per fuggire dai loro letti, intorno alla mezzanotte, e arrivare al bosco, compiere il rituale e tornare nel più breve tempo possibile. Se li avessero scoperti, sarebbero stati guai grossi ed entrambi lo sapevano bene. L’ora di cena arrivò subito, e i due ragazzini avevano appena finito di stilare su carta il loro accordo. Dopo aver mangiato e definito gli ultimi dettagli, lontani da orecchie indiscrete, i piccoli si coricarono a letto, per un breve sonno.

Stefan non riuscì ad addormentarsi nemmeno per un minuto. Adesso che la cosa era diventata reale, non era più troppo sicuro di volerne fare parte. Aveva paura. Si agitava e rigirava nel letto, cercando di riposarsi almeno un po’, ma fu tutto inutile. Ogni tanto lanciava un’occhiata al letto del fratello, che dormiva tranquillo, quasi non dovesse svegliarsi di lì a poco per fare una delle cose più proibite che avesse mai fatto. Ma Damon era così, era ribelle e non aveva mai paura. Stefan lo sapeva. Cominciò ad ascoltare i rumori nella casa, tutti i servitori che pian piano andavano a dormire, e infine anche loro padre, che lasciava lo studio per andare in camera da letto.

A mezzanotte in punto, quasi avesse una sveglia interna, Damon si sollevò sul materasso e guardò dritto verso il fratellino, teso ma determinato. Con un cenno d’intesa, i due sgattaiolarono fuori, aggirarono le camere in silenzio e si diressero verso la porta sul retro, che puntava dritto verso il prato ai margini del quale c’era il bosco. Non si scambiarono una sola parola, finché non raggiunsero gli alberi scuri, allora Damon avvertì Stefan di rimanergli vicino, e di stare attento a non inciampare.

Stefan era sempre più impaurito, ma tentava di nasconderlo al maggiore, che sembrava perfettamente padrone di sé stesso. Il bosco scuro era tetro e pieno di ombre minacciose, nonostante la candela che Damon teneva accesa in una mano, per fare luce. Scelsero una piccola radura, nel verde degli alberi, in un punto che Stefan pensò dovesse essere il più nascosto e protetto di tutto il bosco. Si fermarono e Damon spense la candela, lasciandoli quasi nella totale oscurità. Le nuvole del pomeriggio si erano diradate e la luna piena splendeva, grande e lucente, sulle loro teste, dando alla scena una sorta di bagliore mistico che innervosì ancora di più il più piccolo dei Salvatore.

“Allora, cominciamo” disse Damon, togliendosi di tasca un coltellino, che Stefan non aveva mai visto prima, e facendosi un taglio lungo ma poco profondo sul palmo della mano, con una smorfia. Poi lo tese al fratellino, invitandolo con lo sguardo a fare lo stesso. Stefan esitava, ma sapeva di non poter aspettare troppo, così, con un respiro, si incise a sua volta il piccolo palmo, soffocando un gemito. Intanto il fratello aveva spiegato il patto che avevano stilato nel pomeriggio, e vi aveva cominciato a versare sopra qualche goccia di sangue. Stefan ripeté l'operazione, obbediente.

“Ora, diciamo ad alta voce la nostra parte di accordo” sentenziò il maggiore, recitando poi “Io, Damon Salvatore, giuro solennemente che, qualunque cosa accadrà, rimarrò sempre al fianco del mio fratellino, Stefan Salvatore, per proteggerlo e sostenerlo.” Stefan sentì una sorta di calore a quelle parole, dopodiché cominciò la sua parte “E io, Stefan Salvatore, giuro solennemente di rimanere al fianco del mio fratellone, Damon Salvatore, per aiutarlo e sostenerlo, senza mai tradirlo”. Damon sorrise, poi arrotolò il foglio con l’accordo di sangue, tirò fuori un fiammifero dalla tasca e lo bruciò.

I due fratelli rimasero a guardare il foglio accartocciarsi e bruciare, lentamente, ognuno immerso nei propri pensieri. “Adesso è fatta, Stef,” disse Damon al fratello, una volta che del foglio non rimase altro che cenere “siamo legati da un patto di sangue. Non possiamo scioglierlo mai, né parlarne, è una cosa solo nostra, finché saremo in vita. Io proteggo te e tu non tradisci me. Qualunque cosa accada, noi saremo uniti, sempre!” Il piccolo sorrise, felice per quella nuova sicurezza, e annuì, tendendo la mano al fratello e incamminandosi con lui verso casa.


Angolino dell'autrice

Ciao a tutti, è la prima volta che provo a pubblicare qualcosa. Ho cominciato a scrivere piccole one shot, basandomi su alcuni prompt che mi hanno intrigato. Questa è solo la prima che provo a pubblicare e sicuramente non sarà l'ultima, saranno tutte storie one shot. Non è uscita esattamente come me l'aspettavo però :\ Forse non ho caratterizzato bene i personaggi, o forse mi sono dilungata troppo. Sicuramente poteva essere fatta meglio, ma questo è il meglio che la mia testa ha saputo immaginare leggendo il prompt >.< Beh, detto questo, direi che posso salutare, spero di ricevere qualche piccola recensione che mi possa dare preziosi consigli, nel bene e nel male, apprezzerei davvero tanto e risponderò a chiunque mi farà questo piacere!! :) Ciao e buona lettura!!
  
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