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Autore: Sam Biersack    31/07/2012    1 recensioni
Inghilterra rurale del '700.
Axel è un giovane proveniente da una famiglia ricca e prestigiosa.
Saix è l'amico d'infanzia del giovane rampollo.
Ormai le loro vite sono segnate, sono grandi abbastanza per prendere in mano le redini delle loro vite, ma a che prezzo?
{Questa è una delle prime One Shot su Kingdom Hearts che pubblico, ma specialmente sulla coppia Saix/Axel.
Questa è la prima parte.}
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Axel, Saix
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Hurt

 

 

 

 

 

In quel periodo c'erano parecchie cose che non gli andavano a genio a partire dall'aria di fidanzamento che aleggiava nella sua tenuta in campagna, al profumo delle elezioni che di li a pochi mesi si sarebbero tenute nel centro del paese dove tutti gli abitanti sarebbero accorsi. Questi erano principalmente i motivi per cui Axel, un giovane ragazzo benestante inglese, se ne stava costantemente rinchiuso nella propria camera a suonare continuamente quel piano dai tasti ormai consumati, per quanto stava attaccato allo strumento.

Sebbene Axel fosse un giovane di 23 anni di bell'aspetto e più che pronto per trovare moglie sembrava non manifestare interesse in cose di questo tipo, anzi dal comportamento che teneva con gli amici di famiglia e il fratello sembrava tutto e per tutto ancora un giovincello con le labbra che sapevano di latte, pronto solamente per uscire a correre scalzo nel prato.

 

“Non puoi continuare così, non lo capisci che sei la vergogna della nostra famiglia?”

 

Domandava costantemente il padre, un giovane uomo di bell'aspetto che aveva trovato la fortuna con la morte e l'eredità del padre scomparso quando era appena convolato a nozze, ora di mattina e ora di sera. Non lasciava tregua al figlio, lo voleva vedere con una famiglia sua, ma specialmente la cosa che voleva di più al mondo era un nipote a cui lasciare qualcosa in eredità, semmai gli fosse successo qualcosa.

Axel, nel sentire continuamente quelle parole, sollevava le iridi di un verde smeraldo negli occhi del padre e sorrideva con il suo classico gesto sfrontato sebbene non fosse mai stato un tipo irrispettoso.

 

“Padre, esaudirò il vostro desiderio solamente quando vedrò Phil partecipare ad un ballo pieno di aristocratici. Solo allora potrò convolare a nozze, perfino con la mia amata cugina.”

 

Rispondeva il figlio togliendo le mani dal pianoforte, giusto per non dare motivo al padre di indispettirsi ancor di più. A quel punto, quando Axel esclamava quelle parole, il padre arrossiva talmente tanto dalla rabbia da raggiungere (se non superare) perfino il rosso acceso di cui erano colorati i suoi capelli.

Si dava il caso che Phil fosse un uomo di mezza età che si occupava dei maiali della famiglia, viveva praticamente con loro 24 ore su 24 e ciò gli lasciava addosso un odore sgradevole udito da qui fin il confine dell'Inghilterra.

Ecco perché il giovane approfittava delle disavventure dell'uomo per mettere dell'amaro in bocca al padre, non c'era modo migliore.

Solo a quel punto nella sua stanza entrava forse l'unica persona in grado di capirlo.

Alto, di bell'aspetto e con dei lunghi e lisci capelli azzurri. Il suo nome era Saix.
Quando Axel vedeva che il ragazzo metteva piede nella sua stanza sorrideva, non poteva far altro in sua compagnia. Era forse l'unica ragione per cui era rimasto ancora nella tenuta del padre, era rimasto per lui: per Saix.

Quel pomeriggio particolare il ragazzo era entrato nella camera sfoggiando un espressione quasi dispiaciuta mentre si faceva vicino al pianoforte, attirando così l'attenzione del giovane dai capelli rossi.

-Che succede mio buon amico?- Domandò Axel con un sorriso largo da un orecchio all'altro, cessando di suonare per voltarsi così verso il giovane che aveva poggiato una mano sul pianoforte, prendendo più volte dei profondi respiri.

-Si tratta di vostro padre.- Esclamò infine.

Per chi non conoscesse Saix verrebbe da pensare che fosse un tipo decisamente freddo e distaccato, il classico giovane sui 27 ani che amava starsene per conto suo e nient'altro, ma per Axel che lo conosceva da quando aveva 10 anni era diverso, sapeva che quando usava quel tono era perché qualcosa andava storto e la cosa lo mise in agitazione e non poco.

-E' successo qualcosa? Quell'uomo per quanto è forte può essere molto sfortunato. Pensa che alle volte mi viene da pensare che lui sia convolato a nozze con la sfortuna, e non con quella santa di mia madre che ha avuto il coraggio di accoglierlo tra le sue grazie.-

Saix scosse con veemenza il capo facendo così ondeggiare qualche ciocca azzurra.

Prese a torturarsi il labbro inferiore, vizio che aveva passato anche ad Axel ecco perché ora si ritrovarono entrambi a fare la medesima cosa.

-Al dire il vero, mio sfortunato amico, penso che sia molto peggio.-

Nell’udire quelle parole sobbalzò un po’ e fece una risatina bassa, la classica risatina nervosa che era solito fare in certe situazioni.

-Peggio? Parla amico mio, mi preoccupi.-

Saix prese un profondo respiro, incominciando a parlare.

 

{…}

 

-No, no e ancora no. Non mi potete costringere.- Ormai erano sì e no 10 minuti che Axel non faceva che fare avanti e indietro per il grande salotto, guardando ogni volta che poteva in mal modo il madre che se ne stava seduto come se nulla fosse sulla sua poltrona, sorseggiando un bicchiere di latte caldo.

-Axel, figlio mio, è inutile che ora ti agiti. Ormai è stato tutto deciso. Si terrà domani sera.-

L’uomo finì di bere il latte tutto di un sorso e sospirò, sollevandosi dalla poltrona. –Ah, finirò per fare tardi. Devo andare alla locanda con alcuni amici, questa sera non torno a mangiare. Avverti la cuoca.-

-Siamo in due.- indispettito come non mai il giovane dai capelli rossi uscì dalla stanza, chiamando al suo seguito l’amico che per tutto il tempo era stato affianco alla scrivania del suo padrone con un espressione mortificata in volto.

Reno, così si chiamava il padre di Axel, lanciò uno sguardo glaciale al giovane che seguì i passi del figlio, intimandogli di uscire immediatamente.

No, non sarebbe stata una cosa facile.

 

-Ma chi si crede di essere per mancarmi di rispetto così?- Domandò tra uno sbuffo e l’altro Axel una volta che ebbe raggiunto il pianerottolo della sua camera, osservando i raggi caldi del sole.
Suo padre aveva appena abbandonato la tenuta in carezza, era sicuro che in casa non ci fosse nessuno a parte le domestiche che stavano in cucina, le sentiva per via delle pentole che venivano appoggiate. Ora poteva stare tranquillo sì, come no. Era un fascio di nervi, ecco la verità.

Saix era appoggiato ad un anta della finestra a braccia conserte, seguendolo in tutti i suoi movimenti, spostando il capo a destra e a sinistra soffermandosi sul centro quando l’amico lo sovrastava quasi con la sua figura.

-Mio caro amico, dovresti seriamente calmarti.- Ripeté forse per la millesima volta il ragazzo dai capelli celesti, abbozzando una sottospecie di sorriso, come per rassicurarlo.

Axel lo osservò per qualche secondo e senza dire nulla si buttò sul suo corpo un po’ più grande del suo; poggiò le mani sulle sue spalle e si sollevò un po’ per sfiorare le labbra del ragazzo con le proprie, unendosi a lui in quel che era un bacio delicato ma al tempo stesso carico d’ansia e di paura. Da parte di entrambi.

Saix non si stupì minimamente del gesto del ragazzo anzi gli cinse la vita con un braccio stringendo ancor un po’ di più al suo corpo, schiudendo appena le labbra per sentire la lingua calda e umida nel rosso addentrarsi nella propria bocca per trovare la gemella.

Ormai erano anni che erano soliti comportarsi così.
Quando la situazione si faceva pesante l’uno cercava le labbra, le carezze e il corpo dell’altro per sfogarsi, per sentirsi almeno una volta in vita loro accetto e desiderato per quel che erano.

Si può dire che si usavano a vicenda, o almeno all’inizio era così.

Verso i 18 anni, Axel, aveva incominciato a desiderare altro a volerlo solo per sé. L’amicizia, l’affetto, la stima che provava per lui si tramutò in amore. Un amore doloroso e senza un futuro.

Un amore che ti lacera l’anima e ti dissangua interamente, lasciandoti al bordo di una strada logora e mal fatta.

Ecco come si sentiva Axel quando stava o solamente pensava a lui.

-Non ce la faccio mio amato.- Mormorò una volta che si staccò dalle sue labbra. Gli occhi verdi ricolmi di lacrime e disperazione. –Non voglio sposarmi, voi siete il solo e l’unico che potrò mai amare in vita mia.- Disse e non riuscì a non farsi scappare un singhiozzo cosa strana da parte sua, non amava farsi vedere in questo stato da nessuno. Tanto meno da Saix.

 

La sera dopo Axel decise di acconsentire alla scelta del padre, ovviamente spronato dal giovane amante, e recarsi al ballo per trovare moglie.

 

“Farò presenza e nient’altro. Non intendo davvero cercami una moglie per mettere su famiglia. Io amo solo te mio caro amico, sarei disposto a lasciare la mia parte di eredità e tutto per te. Tutto.”

 

Ecco cosa aveva detto Axel prima di recarsi nella sala grande, dove secondo il padre avrebbe incontrato quel che era la sua futura moglie.

Lo fece, presenziò e ballò con qualche donna fingendosi interessato al loro chiacchiericcio inutile, provò perfino ad ascoltare una di esse ma non ci fu nulla da fare.

Solamente una ragazza riuscì a catturare la sua attenzione, o almeno un minimo.

 

-Potrei sembrare maleducato se dovessi chiederle il vostro nome, mia giovane fanciulla?- Axel si era messo avanti alla giovane con l’abito azzurro, guardando la fisso negli occhi un po’ castani. Le sorrise come farebbe qualsiasi altro uomo interessato ad una giovane fanciulla, sebbene il suo cuore fosse occupato già dall’amico d’infanzia i suoi occhi necessitavano pur sempre di “cibo” e quella giovane era un bocconcino prelibato.

-Non potrei essere che lusingata, mio signore.- Rispose con un piccolo sorriso in volto, coperto da un ventaglio con rose rosse e blu. La ragazza sembrò tergiversare quasi sulle sue parole, sebbene quel che aveva detto. –Mi chiamo Cissnei.-

-Cissnei, è un nome affascinante come la giovane che lo porta.- Disse di rimando il rosso e prese la mano della ragazzo coperta da dei guanti bianchi in pizzo e tenendo lo sguardo su di lei le baciò il dorso della mano, sorridendo quasi in modo provocatorio.

Suo padre voleva ciò, no?

 

 

 

Infondo alla stanza dimenticato da tutti c’era un ragazzo completamente immerso nel dolore e con le lacrime a gli occhi, il cuore a pezzi e il respiro mozzato.

C’era un ragazzo che vedeva tutte le sue convinzioni sparire con un solo bacia mano.

C’era un ragazzo che rinunciava a tutta una vita per amor di un altro uomo.

 

 

 

 

  
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