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Autore: CaskaLangley    13/02/2007    7 recensioni
Dimenticare qualcosa di importante. Questo era il requisito per entrare nel Castello dell'Oblio.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kairi, Naminè, Riku, Sora
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Kingdom Hearts
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[ I WILL NEVER FORGET ]

Attenzione: la storia prende luogo tra la fine di KH: Chain of Memories e l’inizio di Kingdom Hearts 2. Può contenere spoiler sul primo, mentre non ne dà nessuno di significativo sul secondo :o

I WILL NEVER FORGET
3. Non ti scordar di me ~ Amore Adorante

Sotto le scale di vetro c’era il mare.
Onde lente come in un mattino di sole tranquillo.
Dopo l’ultimo gradino mise senza esitazione entrambi i piedi nell’acqua, e guardandosi attorno riconobbe ogni cosa.
La casa sull’albero. La baia, e la stella. La baracca, la scuola. L’entrata del rifugio e i disegni sulle pareti, contemporaneamente.
Sora vedeva tutto.
Ogni cosa…tutta insieme.
Sentì chiamare il suo nome da un suono senza voce, che veniva dal mare. Si girò per capire da dove arrivasse, ma tutto intorno era blu, brillante di riflessi del sole che gli ferivano gli occhi.
Occhi.
Gli occhi di Kairi erano dello stesso colore di quel vetro…
“…Kairi…?”
Ad un nuovo passo il mare divenne una distesa azzurra di minuscoli fiorellini che si muovevano come le onde, trascinati da un vento che però era immobile. Si alzò un turbine di petali, e Sora chiamò più forte: “Kairi?!”
Sentiva il suo profumo, il profumo di quei fiori.
Corse a perdifiato, falciandoli lungo il cammino, corse in tondo, senza meta, ettari sconfinati di azzurro.
Finché non giunse alla cascata.
E lei era lì.
“Kairi!” la chiamò con la gioia nel cuore.
Lei esitò, come se non riconoscesse la sua voce. Ma poi fermò la mano che accarezzava il pelo dell’acqua, e si girò, e in quel momento gli sorrise, luminosa.
“Sora!”
Sora ripeté più forte il suo nome e abbassò gli occhi sentendo l’eco dei propri passi.
Sulla vetrata sotto i suoi piedi c’erano i loro volti, le loro immagini immobili in una frazione di tempo.
Sora, Donald, Goofy. E poi Kairi e Riku.
Era a questo che il suo cammino l’aveva portato?
A essere l’immagine impressa su un vetro?
Voleva tornare a casa. Voleva tornare a casa. Voleva tornare a casa…
“Che posto è questo?”
Il cuore di Sora si fermò nel suo petto. Ebbe per un attimo paura di girarsi.
“Riku…” sussurrò.
“Riku?” domandò Kairi che era a pochi passi da lui “C’è Riku?”
“Che razza di posto assurdo è questo?” domandò Riku.
Sora chiuse gli occhi e li riaprì. Loro erano lì. Il resto non aveva importanza.
“Riku!”
“Sora! Dov’è Riku?” domandò Kairi guardandosi disperatamente attorno.
Riku avanzò sulla vetrata: “Mi sembra chiaro che questo posto non è reale.”
“Però c’è” fu la risposta di Sora. C’era, e questo lo rendeva reale.
“C’è che cosa?” domandò Kairi.
“…questo posto.”
Lei gli prese lentamente la mano, stringendola appena.
“…non è un sogno, vero…?”
“Lo è.” rispose Riku guardandosi intorno. Sora scossa la testa: “Credo anch’io…”
“Che cosa credi? Sora? Stai parlando con qualcuno?”
Sora le sorrise: “Con Riku.”
Kairi sorrise felice, cercando un punto famigliare a cui rivolgersi, ma quando vide che non c’era niente se non l’azzurro chiuse gli occhi e disse dolcemente: “Ciao, Riku.”
“Ciao, Kairi” le rispose lui restando fermo. Lei non fece nulla. Sora cercò di essere dolce: “Riku ti saluta.”
Kairi annuì.
“Mi mancate” disse “Quando tornerete?”
Sora annuì con forza: “Presto, molto presto.”
“Molto presto…” ripeté Riku malinconico, dandogli la schiena e allontanandosi. Sora gli corse dietro, sollevando petali azzurri ad ogni passo, anche dove i fiori non c’erano, mentre la vetrata si allargava per continuare a contenerli.
“Dove sei adesso? Vengo da te! Vengo da te e torniamo a casa!”
Riku si girò e gli sorrise. Non era il sorriso di chi crede nella parola casa.
L’aria profumava di fiori e Paopu. Sora si voltò e guardò Kairi: “Digli qualcosa! A te darà retta!”
Kairi rabbrividì per un soffio di vento e supplicò guardandosi in giro: “Riku…?”
“Kairi? Sora, Riku?”
Tutti e tre guardarono verso lo stesso punto, dove una ragazza bionda e minuta aveva uno sguardo triste.
“Naminé!”
Sora corse verso di lei, ma non riuscì ad andare oltre la vetrata.
“Naminé! Siamo ancora nel Castello dell’Oblio?”
La ragazza annuì, poi guardò verso Kairi e disse quasi commossa: “Tu sei Kairi…”
“…tu chi sei..?”
“Lei è Naminé!” rispose Sora indicandola “Naminé, sei tu che ci hai fatti incontrare?”
Naminé scosse lentamente la testa.
“Tu stai per addormentarti…forse in questo piccolo spazio di incoscienza, i vostri cuori si sono incontrati.”
“Sì, ok, tutto questo è molto bello, ma possiamo tornare a casa adesso? Riku è qui!” –lo disse come se la sua sola presenza gli conferisse il potere di decidere su qualsiasi cosa.
Sentì Kairi avvicinarsi piano. Si fermò vicino a lui, e guardò Naminé con grandi occhi pieni di speranza: “Puoi farci tornare a casa insieme?”
“Non può” rispose gelidamente Riku. Sora si girò verso di lui, che disse: “E’ qui per dirci qualcosa, non è vero?”
Naminé annuì debolmente.
“…i ricordi che le persone hanno di Sora…tra poco spariranno.”
“Che cosa?!” domandarono lui e Kairi insieme, e lei come per paura di perderlo gli afferrò una manica e disse ad alta voce “Io mi ricordo di Sora! Mi ricordo benissimo!”
“Succederà tra poco…in realtà sta già succedendo.”
Sora sentì la stretta di Kairi farsi tremante.
“Questo…che cosa significa?”
“Significa quello che ho detto, purtroppo…”
Sora non vide più niente davanti a se. Solo malinconia immobile.
…Sora si rifletteva negli occhi dei suoi amici. Era inscritto nei loro ricordi. I momenti che avevano vissuto insieme intessevano la trama di quello che era.
Non era più Sora se Riku non ricordava quante battaglie con le spade di legno contro di lui aveva vinto.
Non era più Sora se Kairi non ricordava di aver cucito un amuleto per lui.
Senza i ricordi delle persone che amava, Sora smetteva di esistere.
Si sentiva già inutile. Si sentiva già vuoto.
…l’immagine quasi sacra su un’inutile vetro.
Voleva tornare a casa.
Voleva tornare a casa…
“E’ una condizione permanente?” chiese Riku con un tale distacco che non sembrava la cosa gli interessasse più di tanto. Sora si sentì terribilmente ferito. Naminé sospirò: “No. Forse. Non credo. E’ possibile che duri il tempo di ripristinare i ricordi di Sora, solo…non so quanto tempo ci vorrà.”
Riku rise freddamente: “Questa non è una risposta molto chiara.”
“Che cosa sta succedendo?” gli chiese Kairi con la voce scossa “Sta parlando con Riku? Che cosa si stanno dicendo? Che cosa vuol dire che deve ripristinare i tuoi ricordi? Sora, dimmi qualcosa!”
Voglio tornare a casa.
Voglio tornare a casa.

“Perché…”
“…vorrei poterti rispondere chiaramente… ”
Sora strinse forte i denti.
Nessuna risposta chiara, certo. Naturalmente.
Lui era solo il pupazzetto che rischiava la vita impugnando il Keyblade, in fin dei conti.
Nessuna risposta. Nemmeno bugie.
Naminé gli sorrise compassionevole.
“Forse è meglio che vi salutiate, visto che ne avete l’occasione…”
“No…” mormorò Kairi, scuotendo forte la testa. Poi afferrò di nuovo la maglia di Sora e lo costrinse a guardarla, e ripeté: “No!”
Sora non sapeva cosa dire. Era immobilizzato e impotente. Sentire Kairi così gli prosciugava ogni goccia di coraggio.
…voglio solamente ritornare a casa…
“…mi dimenticherò di loro…?”
“No!” rispose Kairi dandogli un pugno sulla spalla.
“No…” rispose anche Naminé “…però una volta hai scelto tu stesso di dimenticare, ricordi? E’ stato per salvarmi…”
“…sì. Ricordo.”
Ricordava.
Il rifugio segreto era una caverna.
Si dice che il frutto di Paopu tenga uniti per sempre chi lo condivide.
Ventotto a dodici, la corsa alla stella. Trentuno a ventidue, le spade di legno.
Ricordava. Ricordava.
“E io?! Io non posso scegliere?!” gridò Kairi con la voce spazzata.
Sora guardò Riku. Riku distolse lo sguardo.
“…dimenticherai tutto…?”
Naminè gli sorrise dolcemente: “Riku ha rifiutato un’offerta…vantaggiosa.”
“Che cosa sta succedendo?!” chiese Kairi a un passo dalle lacrime “Sora!”
“Quale offerta?” domandò Sora, ansioso “Riku? Quale offerta? Riku! Ti dimenticherai?”
Riku guardò Naminé. Lei gli sorrise.
Sora sentì il proprio corpo leggerissimo per un attimo. Vide un’espressione spaventata dipingersi sul visino di Kairi, che gli strinse più forte la maglia.
“Sora?!”
“Si sta addormentando…” spiegò Naminé, con la voce più delicata possibile. Non c’era bisogno di aggiungere altro.
“Non ti addormentare!” lo pregò Kairi “Non ti addormentare!”
Riku disse: “E’ inevitabile.”
Sora era felice che Kairi non potesse sentirlo.
Le sorrise, cercando di rassicurarla: “Non mi addormenterò.”
Lei fingeva di credergli, ma cominciò a piangere sommessamente.
Sora non aveva mai visto Kairi piangere.
Era sempre così piena di energie, vitale e coraggiosa come un maschio.
Adesso che era così fragile, Sora non sapeva cosa dire.
Accarezzata dai capelli corti e sottili di lei, che si muovevano con la brezza, la figura lontana di Riku sembrava esattamente come quando aveva varcato la porta.
Isolata…e sola.
In quel momento Kairi si illuminò tra le lacrime “Riku! Riku sa sicuramente cosa fare!”
“Non posso fare niente.”
“…credo che nemmeno Riku possa fare qualcosa per questo…”
“Kairi…” cominciò Naminé, ma lei la interruppe “Stai zitta! Non ti prenderai i miei ricordi, va bene? Io non li lascerò andare!”
Naminé sorrise. Anche Sora.
Poi Kairi lo abbracciò: “…non ti dimenticherò…non ti dimenticherò…”
Lui trattenne il respiro e la strinse. Profumava di fiori azzurri.
Naminé scomparve. Anche lui si fece più leggero, ma la stretta di Kairi lo fece tornare per un momento di carne.
“Non ti dimenticherò!”
“Lo so…”
“Non ti dimenticherò! Non posso dimenticarti!” scosse forte la testa, con le lacrime che ormai le rigavano le guance e facevano diventare rossi i suoi bellissimi occhi, poi con la voce sconvolta dai singhiozzi mormorò “…Hai tenuto il mio cuore nel tuo petto…”
Sora la strinse più forte e guardò Riku da dietro le sue spalle fragili.
Riku si avvicinò, ma non abbastanza.
“Non ti dimenticherò…” singhiozzò Kairi “…non ti dimenticherò…” - lo strinse con disperazione quando i suoi contorni si fecero più labili. Sora poteva sentirsi mancare piano piano. Guardò Riku negli occhi color acqua, freddi come diamanti.
“Dimmi dove sei.”
“Non posso.”
“Dimmi dove sei!”
“E’ meglio se non mi vieni a cercare.”
“Perché?”
“…quello che sto diventando…non voglio che tu lo veda.”
“…non dimenticherò…non dimenticherò…non dimenticherò…”
“Dobbiamo tornare a casa insieme!”
“Non so se quella è ancora la mia casa.”
“…non dimenticherò…non dimenticherò…”
“Smettila di fare lo stupido! Riku! Dimmi dove sei!”
“Non servirebbe. Te lo dimenticheresti appena sveglio.”
“Ma lo saprò!”
“Non lo ricorderai…”
“Lo saprò!”
Riku gli sorrise con affetto.
“…non dimenticherò non dimenticherò…”
Sora strinse Kairi più forte, finché non sentì il suo corpo privo di consistenza e lei piangere di più.
Allungò una mano, e Riku gliela prese. La strinse forte, ma lo sentì solo per un attimo.
“Nemmeno io ti dimenticherò.”
“…non dimenticherò non dimenticherò non dimenticherò…”
“Kairi” riuscì a dirle con quel poco di forza che riusciva a racimolare “Troverò Riku e tornerò da te. Torneremo insieme, è una promessa.”
“…non dimenticherò…non dimenticherò…”
Sora non vedeva più Riku. Cercò di trattenere Kairi tra le braccia ma non la sentiva più.
“Mi senti? Kairi! Torneremo! Torneremo presto insieme! Te lo prometto, aspettaci, Kairi! Aspettaci!”
“…non dimenticherò…”
Uno stormo di colombe si alzò in volo, portandosi dietro i fiori e il profumo di Kairi.
“Vi troverò! Vi troverò! Riku! Kairi! Vi troverò, ve lo prometto!”
L’acqua del mare era calda, adesso.
Sora sprofondò con gli occhi chiusi.

Ogni passo, anche il più piccolo.

Kairi sentiva un profondo vuoto nel cuore. Come se da tempo le avessero rubato qualcosa di prezioso.
“Quell’altro ragazzo, te lo ricordi…? Quello che giocava con noi…”

Anche quando non ne sono consapevole, il mio pensiero vola fino a te.

Buio. Solamente buio da tanto di quel tempo, ormai.
DiZ gli disse che trovando Roxas avrebbe aiutato Sora a svegliarsi.
Riku si tirò su il cappuccio, e non si diede nemmeno il tempo di fare domande.

Anche se le ferite si strappano tanto quanto queste distanze interminabili, io non scapperò.

Occhi blu. Lunghe gare sulla spiaggia. Un disegno fatto male. Ore e ore a guardare l’orizzonte sognando nuovi mondi. Occhi blu.
“Quel ragazzo…voglio rivederlo…”

Il mondo non è abbastanza vasto da rendere impraticabili le strade che ci riporteranno a noi, né il tempo è abbastanza lungo da impedirci di ritrovarci e tornare insieme a casa.

“Non ha detto come si chiama. Per dirla tutta, era molto scortese…”
Per Sora fu come la scintilla nel buio e sorrise apertamente come non faceva da tanto.
“Scortese? Allora deve essere Riku!”

Siamo sempre più vicini.

Quando non ce la fece più a stare ferma strappò un foglio.
Accarezzò il mazzolino di nontiscordardimé essiccati e le venne da piangere, ma chiuse il libro, perché non era più tempo di piangere, ormai. Il suo viaggio stava ricominciando.
Intinse la penna nell’inchiostro.

Le distanze sono solo numeri.
Il tempo solo attimi.
La memoria solo sogni.


Riku aveva perso il suo corpo, e perso quello stava definitivamente perdendo anche se stesso. Ormai non importava. Ma con quello che restava, finché restava, c’era ancora una cosa che doveva fare….

Siamo più forti di questo.
Siamo più forti di tutto.


Sora guardò un’ultima volta gli Heartless riversarsi come lava nera su Hollow Bastion. Impugnò più forte il Keyblade stringendo i denti. Stringere i denti. Stringere i denti ancora un po’.
“Riku…Kairi…datemi solo un altro po’ di tempo, ok…?”

Noi siamo dovunque.
Siamo per sempre.


Kairi chiuse la lettera nella bottiglia e la affidò fiduciosa al mare.

Io non dimenticherò.

***

Note incoerenti dell’autrice
Anche se è slittata a quarta, questa è la seconda storia che ho scritto sui 35 Flowers (sempre il theme set che sto completando per True Colors). Il motivo per cui è rimasta nel pc tanto a lungo, è che come sempre è colpa di Nomura che inventa belle trame e non le spiega XD I punti oscuri sulla faccenda dei ricordi di Sora e compagni sono molti. Per esempio non si capisce se Riku abbia o meno dimenticato ò_o lui rifiuta l’offerta di Naminé di manipolare la sua memoria per chiudere l’oscurità nel suo cuore, e inoltre sembra ricordare quello che è successo nel Castello dell’Oblio. Però questo renderebbe volontaria la modifica dei ricordi di Kairi e degli altri, che invece dovrebbe essere una specie di effetto collaterale dell’alterazione fatta su quella di Sora…ò_O anche perché chi se ne frega di modificare i ricordi di Selphie?!
Quindi, prendetela come viene è_é

  
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