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Autore: _Deina13    31/07/2012    6 recensioni
[One-shot]
Ho voluto aggiungere alcuni momenti fra Cam e Luce, perchè dopo Fallen non ce ne sono praticamente più.
E poi perchè Lilith ha lasciato un vuoto enorme nel cuore del nostro Cam, e lui ha sofferto in un modo ineguagliabile.
Così ho deciso di far approfondire, in qualche momento specifico, la loro amicizia ed il loro rapporto.
Sempre sotto il controllo continuo di Daniel e Lucifero, naturalmente ;'3
[Spoiler per chi non ha letto l'intera saga compreso lo spin-off]
[Personaggi: Lucinda, Cameron, Daniel, Lucifero, Annabelle, Arriane]
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Medioevo, Inghilterra
14 febbraio



A metà della canzone, Luce era già a corto di fiato e rideva, quando si fermò davanti al nuovo cavaliere.
Il giovane era alto e snello, con una maschera maculata di leopardo. Era di sicuro la maschera più elegante di tutta la festa. L'uomo le porse le mani guantate, e quando Luce vi posò sopra le sue con cautela, la sua stretta fu salda, quasi possessiva. Dietro i fori della maschera da leopardo balenò una scintilla gentile quando gli occhi verde smeraldo incontrarono i suoi.

«Buona sera, madamigella. Danzate legiadra come un angelo»

«Buonasera a voi, signore» rispose Luce con voce tremula.

Una delle maniche del vestito le era scivolata dalla spalla. Sentì lo sguardo dell'uomo sulla pelle nuda. Fece per alzarsi la spallina, ma una mano guantata intercettò la sua per fermarla.

«Il disordine in cui versate è adorabile» Lui fece scorrere un dito sulla clavicola di Luce, e lei rabbrividì. «Accende l'immaginazione di un uomo»

La musica cambiò registro, suggerendo ai ballerini di cambiare compagno. Le dita del signore lasciarono la sua pelle.
Era decisamente il ballerino più elegante di tutta la festa.
Luce sentiva di conoscerlo e non allo stesso tempo.
Era lo stesso ragazzo che, alla sua vecchia scuola, le aveva sventolato davanti la pelle di muta di un serpente, in un picnic ad un cimitero? Era lo stesso che prendeva dieci ai compiti di francese? Scatenato, divertente e affascinante adolescente dalla bellezza eterea, che lei non avrebbe mai potuto immaginare con così tanta tristezza negli occhi.
Quasi poteva paragonarlo ad ogni Daniel che aveva visto nel suo viaggio, ogni volta che perdeva la sua Luce. Ma no. Gli occhi di smeraldo di quell'uomo erano ancora più tristi.
Il viso era stanco, anche se non aveva perso il suo fascino. Doveva aver pianto molto, e se non aveva pianto – i suoi occhi non erano né gonfi né lucidi, ma tutto quel dolore che vedeva attraverso quei due smeraldi scintillanti non potevano non essere degni di un pianto – si era tenuto tutto dentro, infliggendosi una tortura che non avrebbe avuto fine. E invece no. Luce poteva riuscire quasi ad intercettare il percorso che i rivoli di lacrime usciti a flotte da quei magici occhi sulle sue guance pallide e perfettamente scolpite nella pietra di gesso.
Se era vero – se era stato ferito nel profondo tanto da non poter più riuscire a ridere – allora il suo stato era più che comparabile a qualcuno che aveva perso l'amore della sua vita. E Luce era sicura che si trattasse di una pena d'amore. Che cos'altro poteva conciare così anche l'uomo più forte del mondo e dei cieli?

«State bene, signore?» Luce non si era aspettata di dirlo.

L'anima di questo giovane era gravata dalla sofferenza. Cosa, se non l'amore, aveva mai potuto ridurlo così?

«Non sono mai stato meglio» qualcosa sul suo viso cambiò.

C'era qualcosa di strano in Lucinda, e lui se ne era accorto. Qualcosa di strano nei suoi occhi, come una venatura di consapevolezza. E, leggeva, sincero dolore nei suoi confronti. Era davvero ridotto così male?
Lei la preoccupava, il suo amore la preoccupava, ma non lo riguardava. Che cosa lo aveva spinto ad andare fin là? La smania di voler soffrire ancora di più?
Meglio cambiare compagna.
Ma Luce non voleva lasciarlo andare. Non era giusta così tanta sofferenza, nemmeno in qualcuno come lui. O in lui.

«Cam.. Cameron.. no.. Camriel! Aspettate» esclamò lei, senza sapere nemmeno da dove aveva tirato fuori quell'ultimo nome. Un attimo prima di mischiarsi nella folla, lei lo prese per il braccio e lui si volse, con lo stupore che si poteva benissimo leggere attraverso quelle pietre preziose. «Vi prego..»

«Lucinda..» il suo nome, melodioso nel vento, gli uscì come un sospiro flebile dalle labbra carnose. «Come fate a sapere.. il mio nome? Camriel.. io..»

Lei scosse la testa e lo guardò preoccupata, e la mano che prima era stretta al suo braccio era arrivata fino alla sua spalla.

«Per favore ditemi.. cosa vi ha ridotto così?» la sua voce tremava, ma non era una conseguenza del ballo, era solo tristezza pura nella voce.

«Così come?» si sforzò di sorridere, nascondendo tutto, ma non ci fu un ottimo risultato. «Io sto benissimo, madamigella»

Luce scosse ancora la testa. «Vi prego, per favore. Fa male vedervi così»

Lui non rispose. Le sue labbra si schiusero e poi si incresparono, per poi farlo di nuovo, in un movimento che portava via ogni pensiero.

«Cos'è che vi affligge?»

«Nulla, non c'è nulla che mi affligge, io sto bene» ripeté il giovanotto, cercando di mostrarsi convinto. Sentiva lo sguardo di Daniel – lo aveva visto fin dal primo istante – incollato a loro due, ed questo lo rendeva più nervoso di quanto non fosse già. «È meglio che andiate, il vostro cavaliere vi aspetta»

Luce non aveva bisogno di voltarsi per capire che parlava di Daniel, e che probabilmente la stava osservando fare delle avance a Cam. Ma non era un problema, nel presente gli avrebbe spiegato tutto, ora no. Non vedeva l'ora di vederlo, ma doveva risolvere prima la questione di Cam. Dava una fitta al cuore vederlo il quello stato praticamente vegetativo.

«Sto andando» rispose Luce, con due dita che si adagiavano sul suo collo. «Ma per favore, ditemi cos'è che vi procura tanto dolore. Se lo tenete dentro, starete peggio»

Le sue labbra s'incresparono ancora, ma questa volta rispose, sempre più convinto. «Nulla»

«È per amore?»

Le labbra di Cam ripeterono lo stesso rituale ipnotico di prima.

«Camriel.. Cam, non vi rende meno uomo non parlarne, non li rende meno veri, un vero uomo affronta i suoi dolori a costo di piangere tutte le lacrime che solo le nuvole possono contenere. Questo non vi rende meno virile, anzi, questo vi rende.. più forte, non sareste umano se non soffriste, o almeno.. non sareste vivo»

Schiuse le labbra ancora una volta e finalmente trovò le parole. Le poteva capirlo. «Ho solo.. sbagliato persona. Sbagliato persona alla quale donare tutto»

Un sorriso di incoraggiamento e di fierezza si dipinse sulle labbra di Luce, e la sua voglia di correre fra le braccia di Daniel si faceva man mano più grande.
Le sue mani si allontanarono dal suo corpo e si sistemò la maschera.

«Ricordate, Cam, e ve lo sto dicendo io. So che voi mi conoscete, e mi conoscerete» disse, un istante prima che lui scomparisse fra la gente per andare a ballare con la sua amica. «C'è sempre, sempre, una via d'uscita, una seconda possibilità»

E, proprio mentre, nel suo ballo, Cam voleva tornare a parlare con lei, Daniel le si parasse davanti per portarla lontano, in luoghi che solo l'amore poteva creare.



S&C, Georgia,
novembre 2009



«Se, uhm, Luce vuole uscire, qualcuno dovrà aiutarla a calarsi fuori dalla finestra» tamburellò le dita sul tavolo con aria imbarazzata. «Ho fatto una specie di barricata di libri davanti all'ingresso, nel caso che a qualcuno venisse in mente di disturbarci»

«A me l'onore» Cam aveva già infilato il braccio nell'incavo del gomito di Luce.

L'accompagnò alla finestra, il sorriso caldo e rassicurante. Sollevò il pannello di vetro e insieme contemplarono il campus dove si erano conosciuti. Luce, senza volerlo, venne pervasa da un'ondata di nostalgia, tutte le cose che aveva fatto in quel posto, Daniel, Cam, Arriane, anche Penn.

«Non sono tutti brutti ricordi» si lasciò sfuggire un sussurro, e a lui arrivò in un melodioso sospiro. Lei lo guardò e sorrise incerta, scuotendo la testa.

Lui scavalcò per primo, atterrando lieve sul cornicione, e le tese la mano.

«Milady»

La sua stretta salda e sicura la fece sentire piccola e leggera, facendo due piani in due secondi. Aveva le ali nascoste, ma si muoveva con la stessa grazie di quando volava. Atterrarono morbidamente sull'erba umida di rugiada.

«Capisco che non gradisci la mia compagnia» disse lui. «Al cimitero, sai, non... in generale»

«Giusto. No, grazie»

Lui distolse lo sguardo e si frugò in tasca, sfilandone una campanella d'argento. Gliela porse. «Basta che la suoni quando vuoi una mano a risalire»

«Cam» la sua voce era incerta, come il suo sorriso, ma non c'era niente più bello di quello, nemmeno la sua voce sinfonica.

«No, aspetta un attimo» lui la bloccò, già prevedendo quello che stava per chiedergli. «Devo dirti una cosa»

Le prese la mano, ma mollò subito, ricordandosi che lei non sopportava quando era lui a toccarla. Certo lui non era all'altezza di Lucifero, neanche a pensarci, non era così bello e non era così forte e magnetico. Nemmeno all'altezza di suo fratello, non c'erano comparazioni con lui, l'acqua e l'aceto. E, non c'era bisogno di dirlo, non era abbastanza dolce ed innocente come quella specie di Nephilim.

«Grazie. Devo ringraziarti, davvero» disse, infine, dopo una lunga esitazione.

Luce scosse la testa. «Ringraziarmi? Per cosa?»

«Ci ho pensato tanto, a quella sera in Inghilterra, una decina di secoli fa» gli scappò una sottile risata e i suoi occhi brillarono alla luce del sole. «Grazie, per quelle cose che mi hai detto»

Anche a Luce scappò una piccola risata, che spezzò la tensione che aveva in corpo. «Già, c'è sempre una seconda possibilità»

«Eri in fusione, l'ho capito.. quando? Dopo anni! Ma.. va bene, grazie, grazie tante»

«Cam» disse Luce. «Te lo meriti, qualunque persona al mondo lo merita»

«Non sono cattivo Luce, vorrei tanto avere la possibilità di.. fartelo capire» disse, mentre osservava le sue mani delicate giocherellare con la campanella che le aveva appena regalato.

Luce annuì. «Spero di poterti conoscere meglio, Cameron»

Lo aveva chiamato Cameron. Gli sfuggi l'ennesimo sorriso. «Lo spero anche io»


Paradiso, Cielo
novembre 2009



«Ti penseremo» disse Annabelle. «Sempre»

Rimaneva Cam, fermo al fianco di Daniel, ognuno con un braccio intorno alle spalle dell'altro. «Ce l'hai fatta, fratello» disse. «Ti devo le mie scuse»

«Ovvio che ce l'ho fatta» Daniel finse un tono altezzoso, ma la sua voce esprimeva un profondo affetto. «Grazie a te»

Cam prese la mano di Luce, e la baciò con tanta delicatezza e dolcezza da far ridiventare acqua il vapore acqueo e il ghiaccio che formavano le nuvole attorno a loro. I suoi occhi brilalrono, verdi, il primo colore che lei aveva visto nel tetro grigiore della Sword & Cross.
Lui inclinò la testa di lato e deglutì.
L'attirò a sé e le sue labbra sfiorarono le proprie e si fermarono ad un soffio dal suo orecchio per sussurrarle: «Non gli permettere di mostrarti il medio, la prossima volta»

Lei rise, ma era una risata nervosa, per trattenere le lacrime che, di lì a poco, sarebbero corse veloci lungo le sue guance. «Promesso»

«Bada che ti tratti bene. Ti meriti il meglio di quanto c'è al mondo»

Ancora un attimo e sarebbe esplosa. Non voleva lasciare la sua mano. «Ricordati ciò che ti ho detto, ok?»

Lui annuì. «Se tu sarai felice, io sarò felice»

«Mi mancherai. Tanto» si lasciò andare ad un ultimo abbraccio. E Daniel, guardandoli, si lasciò sfuggire un piccolo sorriso.

«Ti penserò talmente tanto che sentirai la mia presenza persino nei tuoi sogni» sussurrò strofinandole la schiena, con la testa poggiata sui suoi capelli. «E se Daniel ti tratta male, e non scherzo, gli darò una bella lezione»

Luce sorrise ancora e sciolse l'abbraccio, prendendo la mano di Daniel. Non voleva lasciare nessuna delle due, non era pronta, come quando zia Dee le aveva suggerito di tagliarsi i capelli e lei non se la sentiva.
Sentiva lo sguardo di ghiaccio di Lucifero su di loro, ma tutti coloro che la circondavano non si accorgevanodi niente.

«Cosa farai?»

«Farò la mia parte» scoccò un'occhiata a Lucifero, di sottecchi. «La conosco bene. E conosco gli addii»

Lasciò la mano di luce, e per lei fu come se la Terra stesse crollando, e le ammiccò. Un attimo dopo scomparve in cielo.
Tutti rimasero ad osservarlo finchè non divenne un puntino dorato in lontananza.


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F.
Ps. Lucifero non avrei dovuto nemmeno nominarlo, ma dato che parlavo di amori finiti male
(e Daniel e Luce non sono uno di questi)
lui mi faceva tanta tenerezza ed ho dovuto aggiungerlo :'3
grazie di essere passati e, se mi lasciate una piccola recensione, sarei felice felice felice ='D
   
 
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