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Autore: Lulanz    31/07/2012    0 recensioni
Come già detto, i personaggi - Alia-Veena Elban e Frarn Alas - sono quelli del GdR di Star Wars a cui io e la mia Ragazza giochiamo, tra l'altro GdR che consiglio. Frarn è un ex-Padawan particolarmente dotato nelle vie della Forza, come di grande pazienza, sopravvissuto per puro caso all'Ordine 66, una lunga storia che magari prima o poi scriverò. La storia si svolge due anni dopo l'Ordine 66. Keelan è un altro Jedi sopravvissuto all'Ordine 66 e Aneirin la sua compagna, una mercante twi'lek.
Tutto ciò che Star Wars è, nomi e argomenti a parte quelli originali inventati da noi, appartiene ovviamente a Sua Maestà George Lucas.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avvertiva la pietra sotto le dita, il peso del suo stesso corpo, il nulla sotto i suoi piedi. Lo strapiombo continuava per centinaia di metri, ma Frarn sapeva cosa fare. Socchiuse gli occhi e si concentrò per ignorare il dolore muscolare nelle sue braccia. Avvertì l'aura di Forza del suo maestro che lo osservava attentamente qualche metro sopra di lui, da una posizione di sicurezza, e cercò di non fare caso al moto di rabbia che gli serpeggiava dentro, soffocato dai suoi esercizi di tranquillità e pace. Mosse un braccio verso l'alto e si agganciò con le dita per tirarsi su. Un movimento alla volta, il padawan riuscì a raggiungere la costa di roccia e a tirarsi in salvo, quindi si rimise in piedi, raggiungendo il Maestro Geocas.

-Bene. Ce l'hai fatta prima di sera. Ma ce la farai a sopravvivere a me?-
-Eh? Cosa? Non penso di aver capito bene, Ma...-

la voce gli morì in gola quando il volto del Maestro cambiò. Divenne più alto, più pallido, una ragnatela di rughe si diffuse sul suo volto, mentre alle sue spalle, il Tempio Jedi esplodeva di fiamme e morte e l'aria si tingeva di rosso. Ovunque, marce di Cloni portavano alla conclusione la sua vita, per come la conosceva. La mano del suo nemico, magra e ossuta, si mosse sull'impugnatura di una spada laser a due mani e la accese. Un lampo rosso disegnò nell'aria la lama di luce, che immediatamente Frarn vide saettare verso di se. Accendere la sua spada laser e parare il colpo dell'essere che era stato il suo Maestro, fu un unico movimento. Quindi, spinse indietro con la Forza Lord Caladrel, il suo nemico, e assunse una posizione difensiva. Lo aveva affrontato e sconfitto ben due volte, ma non da solo. Da solo non avrebbe potuto sostenere a lungo gli attacchi del vecchio Sith, lo sapeva bene. Un ruggito inumano, Caladrel si fece nuovamente sotto accorciando la distanza e Frarn mosse con rapidità ed attenzione la lama a intercettare quella del Sith. Troppo tardi. Il colpo era passato e Frarn restò immobile, gli occhi sbarrati dall'orrore e dal dolore immenso, mentre la lama di luce del suo nemico gli oltrepassava pelle, muscoli, ossa, e infine il suo cuore, spaccandolo. Stranamente, proprio in quel momento li notò. La vista che si appannava gli mostrò, a pochi metri da lui, i cadaveri straziati di Keelan, di Aneirin. Di Alia-Veena. E poi udì un grido strozzato, il suo. Frarn si rese conto che non poteva farci nulla, di essere del tutto impotente: era stato ucciso.

 

E poi aprì gli occhi.

Chiunque, risvegliatosi da un incubo simile, si sarebbe svegliato di soprassalto, tirandosi a sedere, avrebbe respirato a fatica, ansimato, sudato.

Non Frarn.

Lui semplicemente aprì gli occhi, calmo, e constatò di essere vivo. Solo un sogno. Solo... un sogno. Era in una stanza confortevole, illuminata da una luce bluastra e surreale, proveniente dalle lampade tubolari di compagnia. Era ancora notte fonda, chiaramente. Da uno spiraglio lasciato aperto nella finestra entravano gli odori notturni e un refolo di vento fresco.

Alia-Veena era accanto a lui e dormiva profondamente, bloccandogli il braccio sinistro con il peso della sua testa. Adorava il modo in cui Alia-Veena, la dura e a volte forzatamente antipatica Alia-Veena, si accoccolava a lui per dormire. Frarn osservò per qualche istante il petto della nobile alzarsi e abbassarsi con regolarità, quindi tornò ad osservare il soffitto, facendo qualche respiro profondo per lasciarsi l'incubo alle spalle.

-Semplicemente un brutto sogno-, si trovò a pensare.

A volte i Jedi potevano prevedere il futuro mentre sognavano, ma quello era semplicemente un incubo. Non aveva mai assistito all'attacco del Tempio e Caladrel era stato sconfitto dagli sforzi combinati suoi e di Keelan non una, ma due volte. Di sicuro non sarebbe più tornato e in ogni caso dubitava che il suo Maestro fosse mai stato Caladrel travestito.

Ciò nonostante quel sogno terribile ebbe un effetto. Frarn si trovò comunque a riflettere sulla sua situazione.

Non era facile. Nessuno poteva capire quanto per lui fosse pesante, ma non si trattava di un'insensibilità generale: era lui stesso che si rifiutava di lasciar trapelare, perfino con se stesso, quanto fosse difficile.

 

Sastria era la sua casa, ora. Ma non era al sicuro, semplicemente perchè non vi era un posto nella galassia dove potesse esserlo. L'Impero era ovunque e lui e Keelan non erano certo in condizione di affrontarlo da soli. Inoltre, potevano essere loro stessi un pericolo per Sastria. Il pianeta era conosciuto come filo-imperiale e Darth Vader era già stato li, in visita, cercando di comprendere come il dissidente Lord Caladrel, forte nel Lato Oscuro, fosse stato sconfitto da un plotone di ribelli capeggiati da Alia-Veena. In quell'occasione, lui e Keelan erano letteralmente fuggiti dal pianeta per evitare di mettere nei guai Sastria per aver protetto due Jedi, e a fatica Alia stessa era riuscita a superare l'esame mentale del Lord dei Sith. Ma quanto sarebbe durato? Quanto, prima che l'Impero non avesse deciso un'incursione chiarificatrice? E quei Padawan... quelli che lui e Keelan stavano crescendo nella scuola stipendiata da Alia-Veena... sarebbero quel giorno stati catturati? Non poteva permetterlo. Ma soprattutto, come fare a sentirsi realmente accettati in un luogo che si potrebbe mettere in pericolo? Keelan non sembrava comprendere questo, ma vi erano troppi innocenti, troppe vite inconsapevoli, che gravavano sulle loro spalle.

Keelan stesso poteva mettere se stesso e loro, i suoi amici, in pericolo. "Se anche una sola volta la strada buia tu prendi, per sempre essa dominerà il tuo destino!" Così diceva spesso il Maestro Yoda. Non sembrava mai stufo di ripeterlo e ripeterlo. Frarn sapeva che era vero. E Keelan non era caduto nel Lato Oscuro una sola volta, ma due, anche se la seconda era stata causata artificialmente. Sapeva che il pericolo di ritrovarsi contro di lui era reale e, se fosse successo, lui sarebbe stato l'unico a potersi contrapporre a lui. Magari solo il tempo necessaro a far mettere in salvo gli altri. O forse, avrebbe dovuto ucciderlo. Keelan. Un suo amico.

Che mondo era quello in cui si era risvegliato, tanto da spingere alla follia persone dall'animo gentile?

E poi vi erano Aneirin e le sue complicazioni. La twi'lek, sua amica, sembrava gradire le sue visite all'allevamento di Ferf nel bosco e a lui non dispiaceva passare del tempo fuori città. Ma soprattutto, non perdeva occasione di testare, con domande abbastanza sottili da non far irrigidire la giovane, quanto restasse nella sua mente delle recenti scoperte sulle circostanze della sua nascita. Un Jedi ha delle responsabilità sulle persone che lo circondano, sempre.

E la responsabilità principe era quella che aveva accanto. Alia.

Nutriva verso di lei un affetto sincero e carico. Ne era innamorato, e tanto. Già superare ciò che i Jedi credevano ai tempi della Republica circa l'abbandonarsi agli affetti personali era stato un trauma, ma il suo Maestro non era esattamente un maestro ortodosso come piaceva al Consiglio. Ma Alia non era solo quello. Era una sfida, una cosa meravigliosa da salvare prima, e da proteggere, poi. La mente della giovane nobile era un contorto nodo di problemi che si concatenavano e cambiavano continuamente conformazione. La meditazione era la sua unica arma, e anche se la usava egregiamente, Frarn sapeva che la perfezione non esiste, in nessun campo. Con Alia era sempre così. Giorni di progressi che potevano essere cancellati dall'errore di un istante.

Sapeva cose di lei di cui nemmeno lei era a conoscenza, sapeva di poterla salvare. Sapeva di potercela fare. Ma ogni tanto la difficoltà di ciò che si proponeva finiva per prevaricarlo.

Non era solo Alia-Veena, ma tutto. I Padawan. Il pianeta. Keelan. Aneirin. I messaggi di dolore e orrore che la Forza gli recapitava puntualmente quando l'Impero trovava un Jedi fuggiasco. A tutto ciò, Frarn aveva dentro di se trovato un nome. Onda. Perchè era quello che era. Un'Onda che rischiava perennemente di sommergerlo, se lui non fosse stato bene attento a mantenersi a galla. Ed era sempre più difficile, ogni giorno che passava.

Frarn però, fece qualcosa che nessuno nelle sue condizioni avrebbe fatto.

Nella semi-oscurità, sorrise. Non un sorriso amaro, ma uno sincero, luminoso.

Lui conosceva il segreto.

Respirò profondamente ed entrò in meditazione. Visualizzò, nello spazio nero e puntato di stelle che diveniva il suo universo quando era in meditazione, tutti i suoi problemi, e quelli di coloro a cui voleva bene. Trovò a tutti una forma energetica, e li riavvicinò. Quindi, li chiuse nel suo pugno, dominandoli, trasformandoli, letteralmente, in Forza positiva. La lotta era lunga, difficoltosa. Forse avrebbe richiesto la sua vita, e sebbene fosse ben deciso ad arrivare alla vecchiaia, se fosse successo avrebbe voluto dire che così doveva essere. E l'Impero sarebbe stato sconfitto, ci sarebbe stata la vera pace. Alia-Veena sarebbe stata liberata dai fantasmi del suo passato, e così Aneirin. Keelan sarebbe stato purificato definitvamente dal Lato Oscuro. Uscì dalla meditazione e volse lentamente la testa. Alia-Veena dormiva ancora profondamente, un lieve sorriso sulle labbra, le curve del suo corpo morbidamente spinte contro il suo. Ne avvertiva distintamente il calore. Si avvicinò a baciarla delicatamente sulle labbra, provocando un mugolio che fece temere al Jedi di averla svegliata, ma la Nobile si riappisolò subito.
La strada era lunga, ma sarebbe venuto a capo dei suoi problemi, in un modo o nell'altro.

Con un sorriso libero da ogni paura, si riaddormentò, in pace.

  
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