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Autore: miki_koishikawait    14/02/2007    6 recensioni
Un giorno come tutti gli altri andate a scuola con i vostri compagni di classe pensando che sia il secondo giorno di un anno scolastico noiosissimo. Quando arrivate in aula la vostra prof.ssa vi annuncia che per tutto l'anno scolastico cinque nuovi studenti vi faranno compagnia. Tutto normale dite voi, ma se quei cinque studenti fossero persone irreali, protagonisti del vostro cartone animato preferito?
Genere: Romantico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Ryo Ishizaki/Bruce Arper, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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-Marina svegliati…-

Eccomi con una nuova storia…Era da un bel po’ che volevo scriverla, è nata una notte da un sogno che ho fatto (dove, oltre a questi,c’erano altri  protagonisti principali: Matsuyama/Philip, Kojiro/Mark e Misuri/Julian) e doveva essere una RR.

Spero che vi piaccia e scusate alcuni Orrori di ortografia (l’ho scritta alle 23…)

DISCLAIMER: Tutti i personaggi presenti sono nati dalla mia mente bacata, tranne Tsubasa, Sanae, Misaki, Wakabayashi e Ishizaki che sono opera del Sensei Yoichi Takahashi.

 

-miki-

 

-Micaela svegliati…-

Uff…chi è che rompe a quest’ora? Non si può nemmeno dormire in santa pace…

-Ancora cinque minuti…- la ragazza si girò dall’altra parte nascondendosi sotto le lenzuola.

-Eh no cara mia! Ora tu ti alzi! Se no va a finire che perdi la metro e arrivi tardi a scuola!- dicendo questo sua madre si avvicinò velocemente al letto e la scoprì, si diresse poi verso la finestra e alzò la tapparella per far entrare un po’ di luce.

-Allora oggi non ci vado…non vedo dove sta il problema…- si stropicciò gli occhi e sbadigliò lentamente.

-Come no…oggi è solo il secondo giorno di scuola e tu pretendi già di stare a casa?!? Mi sa che ti ho viziata troppo sotto questo punto di vista…- la madre uscì dalla camera borbottando ancora qualcosa.

La ragazza anche se controvoglia si vestì e si lavò abbastanza in fretta e dopo 10 minuti era già pronta con lo zaino in spalla.

-Aspetta che ti do un passaggio fino alla stazione della metro-

-Cioè…tu mi hai rotto le scatole cinque minuti prima dicendomi che dovevo muovermi e tutto, e ora mi dici che mi dai un passaggio in macchina?!?-

Sua madre la guardò e scoppiò a ridere -Beh se non vuoi vai pure a piedi, ma se aspetti ancora un po’ nemmeno se ti metti a correre riesci a prenderla in tempo!-

-Uffa…alla fine vinci sempre tu…- Micaela si rassegnò e uscì da casa per chiamare l’ascensore.

 

Salì sulla metropolitana e si guardò intorno alla ricerca di una sua compagna di classe, ma non trovò nessun viso familiare.

Decise allora di ascoltare la musica del suo lettore mp3 e non appena adocchiò il primo posto libero si sedette.

Non appena raggiunse la terza fermata buttò un occhio veloce sulla banchina per vedere se c’era anche un’altra sua compagna con la quale era solita fare la strada insieme, ma nulla…

Iniziò a pensare di aver sbagliato carrozza, di solito si trovavano sulla penultima eppure le sembrava di esser salita su quella giusta; poi con suo grande terrore guardò l’orologio e lanciò un urlo di rabbia che fece girare nella sua direzione tutti i passeggeri, ora si spiegava perché non aveva trovato nessuna delle due compagne: aveva preso la metro prima!

Tutto questo casino per alzarsi in fretta e poi scoprire che poteva fare benissimo con calma…quando sarebbe tornata a casa avrebbe mandato a quel paese sua madre!

Comunque ormai mancava poco e sarebbe arrivata a Lambrate, quindi si mise il cuore in pace e decise di aspettare le due ragazze prima di prendere l’autobus.

 

-Eccola!-

-Miki!-

La ragazza sentì il suo nome e alzando lo sguardo dal numero 39 di Capitan Tsubasa che si era portata da casa, vide due ragazze che agitavamo la mano per farsi vedere.

Infilò il volumetto nella tasca anteriore dello zaino e le raggiunse velocemente salutandole con un tono un po’ seccato.

-Ehi che è successo? Dai che è una bella giornata!- Silvia la guardò sorridendo.

-Si come no, scommetto che vostra madre non vi ha buttato giù dal letto venti minuti prima dicendovi che sareste arrivate in ritardo…sigh…e io che stavo facendo un bellissimo sogno…-

-Ah ecco perché non c’eri prima! E noi che pensavamo avessi già deciso di bigiare!- la ragazza con i capelli ricci la guardò perplessa e poi rise di gusto.

-Chi io? Non lo farei mai! Figurati se me la bigio già il secondo giorno!- la ragazza scoppiò in una risata nervosa e accellerò il passo. (Come no…e la tipa di prima che voleva rimanere a letto e non andare a scuola chi era? Topo Gigio? NdAutrice)

Le due ragazze aumentarono anche loro l’andatura e salirono sulla 54 poco prima che l’autista chiudesse le porte.

-Oggi che materie ci sono?-

-Io sapevo solo di educazione fisica, infatti ho portato solo la tuta e il diario assieme a una penna- Chiara aprì la borsa che portava sulla spalla e fece vedere il contenuto alle due compagne.

-Beh ma che io ricordi fisica è alla terza ora e di sicuro giocheremo a pallavolo, mentre non ricordo cosa diavolo abbiamo alle prime due…-

-Alla prima ora c’è matematica, mentre alla seconda c’è la tua materia preferita…-

Micaela guardò con orrore la ragazza che si trovava di fronte a lei e con voce roca disse –Ti prego…tutto ma non tedesco…- (manco fosse la fine del mondo!!! Io non facevo tutte queste storie per le lezioni di tedesco!NdA; no infatti…le saltavi direttamente…NdT; ehm… >.<”NdA)

-Dai Miki pensa che oggi solo tre ore e poi andiamo a fare shopping in Duomo!-

-Chi? Cosa? Dove? Quando? Perché?- (hai dimenticato “come” NdA)

Chiara e Silvia dopo un “tu sei fuori di testa” scoppiarono a ridere e trascinarono la loro amica giù dall’autobus. Mentre aspettavano il verde per poter attraversare la strada decisero di ricordarle cos’avevano programmato per quel pomeriggio.

-Dato che questa settimana siamo abbastanza libere e dobbiamo ancora riprenderci dall’essere tornate a scuola, avevamo deciso di fare un giro per negozi in corso Vittorio Emanuele-

Miki dapprima fece una faccia sorpresa e poi cadde dalle nuvole ricordandosi tutto quanto.

-Ah si! È vero! Almeno una boccata d’aria in questa bruttissima giornata…-

Le due ragazze la guardarono come se fosse un alieno e scoppiarono a ridere nuovamente.

-Ma tu guarda quante storie devi fare per un’ora di tedesco!!!-

Micaela le guardò e facendo una linguaccia iniziò a salire le scale dell’edificio.

Quando arrivarono in classe salutarono alcuni compagni e presero posto nelle ultime due file. Notarono che c’erano cinque banchi in più, ma pensarono subito che le bidelle avessero sbagliato a sistemare l’aula il giorno prima.

Dopo cinque minuti la campanella suonò ed entrò in classe la professoressa di matematica: una donna molto alta con i capelli neri corti e un paio di occhiali appoggiati sulla punta del naso. Questa appoggiò il registro sulla cattedra e salutò i suoi alunni cercando di attirare la loro attenzione.

Non appena sentì la voce della prof, Miki appoggiò il manga che stava leggendo sulle sue gambe; non avendo una stabilità, il volume cadde fortunatamente senza far rumore. Mentre stava per raccoglierlo si accorse che il disegno sulla copertina risultava più chiaro di prima, ma pensò che forse era solo la sua immaginazione.

La prof nel frattempo aveva iniziato la sua solita ramanzina di inizio anno; non era una brutta persona, anzi, Micaela si trovava abbastanza bene con lei e anche la materia le piaceva, ma purtroppo le sue spiegazioni non erano altro che sonnifero.

Dopo un buon 15 minuti di “questo è l’ultimo anno”, “dovrete impegnarvi di più per gli esami” e un buon “non andrete da nessuna parte se non studiate” la prof cambiò argomento.

-Allora ragazzi ho una notizia da darvi, non so se vi farà piacere o meno, ma sarà di sicuro una cosa nuova per voi- prese fiato e continuò -Per tutto quest’anno la nostra classe ospiterà cinque ragazzi giapponesi che vogliono “vedere” com’è organizzata l’istituzione in Italia. Non sono mai stati all’estero, solo alcuni di loro quindi…- una mano alzata la bloccò e con un gesto consentì al ragazzo seduto nell’ultima fila di parlare.

-Scusi prof, ma parlano tutti quanti italiano?-

La prof si sistemò gli occhiali e guardando il ragazzo rispose un semplice –Si-

Con quella parola aveva conquistato l’attenzione generale della sua classe e quindi con un po’ d’orgoglio riprese il discorso.

-Sinceramente non so se abbiano origini italiane o meno, comunque sta di fatto che la barriera linguistica non sarà un problema. Però ragazzi mi raccomando…Fateli sentire a loro agio e ricordate che la loro cultura e le loro usanze sono un po’ diverse dalle nostre-

Guardò le facce sorprese ed allibite degli alunni e aggiunse infine -Sono sicura comunque che andrete d’amore e d’accordo dato che amano il calcio…-

I volti di Federico e Andrea, due degli unici tre maschi di quella classe, si illuminarono quasi come lampadine; non sapevano se prenderlo come uno scherzo il fatto che dei giapponesi si interessassero al calcio, ma di una cosa erano sicuri: sarebbe stato bello confrontare i due modi di giocare.

-Sono quattro ragazzi e una ragazza. L’unico nome che ricordo in questo momento è appunto quello della ragazza: Sanae-

Non appena sentì quel nome Micaela ebbe un leggero mancamento.

Sono giapponesi, amano il calcio e la ragazza si chiama Sanae…no no… Ma a cosa vado a pensare?!? Figurati se esistono dei personaggi di un fumetto… Non è possibile è solo una coincidenza…

Non appena si riprese un po’ fissò intensamente la prof di matematica come se questa avesse potuto darle una qualunque risposta.

La prof si sedette sulla sedia dietro la cattedra e dopo aver aperto il registro pensò ad alta voce.

-Dovrebbero arrivare a mo…- non fece in tempo a finire la frase che qualcuno bussò alla porta.

Un uomo di circa quarant’anni dopo aver udito “avanti” aveva aperto la porta della 5^Bt e annunciato alla professoressa che i nuovi studenti stavano aspettando fuori dalla classe.

I ragazzi non sapevano come mai il loro bidello era così euforico, ma il motivo l’avrebbero scoperto qualche secondo più tardi…

-Prego li faccia pure entrare-

Bastò un piccolo segno con la mano e l’uomo si spostò per far passare cinque studenti che sembravano leggermente spaesati.

L’intera classe rimase immobile e con la bocca spalancata non appena il gruppetto asiatico superò la soglia della porta.

-Dalle vostre facce mi sembra che non ci sia alcun bisogno di fare le presentazioni, ma dato che voi li conoscete come Holly, Benji e altri nomi “italianizzati” sarà meglio sentire come si chiamano veramente-

I ragazzi italiani non sapevano se sorprendersi più del fatto che dei personaggi di un cartone animato fossero li davanti a loro o che la loro prof di matematica non sembrasse affatto sorpresa. (Mi pare ovvio che io sarei più sorpresa di trovarmi di fronte i ragazzi di CT in carne e ossa, chi se frega della prof >___< NdA)

-Allora inizio io? Piacere di conoscervi sono Tsubasa Ozora e sono il capitano della nazionale giapponese di calcio, sono venuto qui in Italia soprattutto per vedere dal vivo come giocate!-

Quante volte aveva visto quel viso sorridente sulle pagine di Capitan Tsubasa? Quante volte aveva invidiato quel ragazzo che anche nelle situazioni peggiori riusciva a dare una carica ai suoi compagni portandoli alla vittoria?

Guardò velocemente i ragazzi asiatici e si accorse di lui…

Due occhi neri, profondi come l’oscurità e pieni di determinazione.

Il ragazzo che in tutti quegli anni lei aveva sognato era di fronte a lei, in carne e ossa e lei non riusciva a capirne il motivo. Non sapeva come mai dei personaggi di un fumetto potessero “apparire” nella vita reale; iniziò a pensare che fosse un sogno, ma dopo essersi pizzicata il braccio non sentì altro che un leggero dolore.

Non era possibile tutto ciò, eppure era vero e inoltre, a giudicare dalle espressioni dei suoi compagni di classe, non era la sola a pensarla in quel modo.

Improvvisamente, come se fosse stata colpita da una scossa elettrica prese velocemente il volumetto che fino a qualche minuto prima teneva sulle gambe e rimase ancor più sorpresa: le ultime venti pagine erano tutte bianche, copertina inclusa, ma la cosa più strana era che man mano che il tempo passava i disegni scomparivano lentamente…

 

 

Primo capitolo concluso, sto già lavorando al secondo che dovrei pubblicare fra poco.

Prima di tutto vorrei dire che la scena finale è ispirata ad un pezzo del manga Fushigi Yuugi di Yuu Watase (mi raccomando leggetelo!) l’unica differenza che qui invece che scriversi la storia, si cancella.

Ringrazio tutti coloro che hanno letto questa fan fiction e in particolare Clata, Sanae, Eos e Minigo che mi appoggiano sempre quando decido di scrivere qualche cretinata XD

Un bacio a tutti i lettori e gli autori di EFP.

 

  
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