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Autore: Ary_S    31/07/2012    1 recensioni
Taglia! Sbudella! Squarta! Riponi gli organi dentro i barattoli! Sporcati di sangue le dita!
Più scavo dentro quel corpo agonizzante sotto le mani, più sento le mie emozioni lacerarmi l'anima, come se volessero uscirne dopo una lunga prigionia.
Lei mi guarda con occhi supplicanti, e vedo me stesso riflesso nei suoi occhi.
La cavia è diventata il torturatore, il torturatore la cavia.
La testa che sto aprendo non è quella dell'animale, è la mia.
*
Sono un essere nero.
La luce è mia nemica.
Devo inghiottire la luce.
Nessuno può capirmi.
"Dimenticala, figlio. Quella luce può soltanto accecarti".
Ti sbagli, madre. Io non posso dimenticarla. Non voglio. E' l'unica luce che mi ha fatto vedere che pure in una creatura di tenebra come me c'è del buono. L'unica che mi abbia mai dato calore. L'unica che non voglio offuscare con la mia oscurità. L'unica che abbia mai amato, e che non potrà mai essere mia.
*
Il pianoforte... ti somiglia.
Ha tasti bianchi e neri. Rappresenta l’equilibrio tra luce e oscurità, e trasmette l’intensità della loro tormentata e proibita unione.
“ Perché non vuoi che la gente ti senta suonare?”.
“ Perché attraverso il pianoforte riveleresti i tuoi sentimenti".
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Crona, Franken Stein, Maka Albarn, Medusa, Soul Eater Evans
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta, Tematiche delicate
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Tastie corde.
 
 
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Il violino è aggraziato. E’ elegante. E’ lo strumento delle lacrime cadute, della nostalgia di un bel ricordo.
 
La sua mano prende con delicatezza l’archetto.
Sembra indugiare un attimo, prima di liberare il suo sconfinato talento attraverso quel piccolo strumento in legno che riposava… no, attendeva sulla sua spalla.
I biglietti erano stati già esauriti il primo giorno delle vendite.
 In questo momento, migliaia di occhi stanno osservando quel giovane, solo, al centro del palco.
È normale avere timore, sentire un brivido freddo alla pancia, col fiato che si rompe.
No… non per lui.
 
Il suono malinconico ma virtuoso, sprigionato dal violino, si insinua dentro le anime di ogni singolo spettatore.
Anche nella mia.
Sembra così a suo agio.  Eppure non c’è nessuno ad assisterlo, a incitarlo… solo un pubblico ipnotizzato. Muto.
No, non è solo. La sua forza… è il violino che vibra sotto la sua volontà.
Il pianoforte non potrà mai esprimere la stessa malinconia contenute in quelle corde.
Mani che battono. Bocche che si spalancano, stupefatte.
Sono l’unico che rimane seduto.
Osservo attentamente la sua espressione.
 Non è felice.
E’ soddisfatto.
E’ diverso.
Eppure...
Perché io mi sento sempre così male quando mi fanno  complimenti? Come mai mi sembrano solo bugie, i loro sorrisi e le loro congratulazioni?
 
Il suo obiettivo era quello di sentire la folla che lo chiamava, non di regalare una melodia al mondo.
Spregevole.
 
                                           °***°
 
 
 
“Il pianoforte ti somiglia”.
Non me l’aspettavo.
 
“ Tu, invece, non hai proprio niente a che fare con l’ aggraziata malinconia del violino. Sei noioso e rompipalle”.
Mi guarda per un attimo e ride. Una risata forzata, nata solo per infastidire.
“ Ah, ah, può darsi. In casa infatti l’esperto in archi sei tu”.
Lo sapevo. Lo sapevo che avrebbe detto questo.
Cerco di non guardare i bellissimi strumenti a corda imprigionati in quelle teche, attaccate alle pareti del salone.
Sono appartenuti ai miei avi. Tra i migliori violinisti del mondo, c’è sempre stato un membro della nostra famiglia, da sempre.
Da generazioni, sarò il primo a infrangere questo dogma.
“ Ti ho mai detto perché ho scelto il pianoforte? “.
Il mio tono è cambiato. E mio fratello se ne accorge.
“ Perché ha tasti bianchi. Sono candidi, belli, emettono suoni puliti e melodiosi. Forse troppo. Ma ha anche tasti neri. Si incastrano perfettamente tra quelli bianchi. Il loro suono è distorto, come incompleto. Ma se si suonano entrambi, la melodia che producono è sublime. Rappresenta l’equilibrio tra la luce e l’oscurità, e trasmette l’intensità della loro tormentata e proibita unione. L’armonia tra bene e il male, attraverso la quale i sentimenti dell’uomo vengono espressi al meglio”.
“ Ho ragione, fratellino. E questo tuo discorso ne è la prova”.
 
 
                                                                              °***°
 
 
 
“ Perché non vuoi che la gente ti senta suonare?”.
Abbasso lo sguardo.
“ Pensi  forse di non essere bravo?”.
“ Penso che la gente abbia meglio da fare piuttosto che ascoltarmi. Quindi non voglio dar loro noia. Tutto qui “.
“ No, semplicemente  non vuoi dar loro la possibilità di ascoltarti “.
Chiudo gli occhi e mi metto le mani nei capelli. Non voglio che mi guardi in viso.
“ Perché attraverso il pianoforte riveleresti i tuoi sentimenti”.
 
 
 
 
 
 
 
Eccola qui. Questa è la prima di una serie di piccola oneshot molto brevi e ermetiche su i miei personaggi preferiti di Soul Eater ( può darsi che ne faccia anche qualcuna su chi non mi piace molto, però).
Soul è molto interessante come personaggio,  e nel manga ho trovato molto belle le scene dove si parlava del suo passato…
Qui ho voluto analizzare la sua rivalità con Wes, suo fratello maggiore.
Il fatto che sia il primo degli Evans a suonare il piano me lo sono inventato di sana pianta XD
Ho preferito non scrivere nessun nome. Infatti, nell’ultima parte della storia Soul con chi parla? Quando scrivevo non lo sapevo nemmeno  io. Per quanto mi riguarda, potrebbe parlare con chiunque. Wes, Maka, il Diavoletto, uno psicologo, chiunque. Lascio a voi la scelta :3
Insomma, spero che vi sia piaciuta JL’ho scritta alle 7 di mattina dopo una notte insonne, siate clementi XD ( il disegno che ho postato non mi appartiene)
Arys
   
 
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