Rosso Straordinario

 

- Se ci fossimo sposati, i nostri figli avrebbero avuto i capelli molto rossi -.

- Di un rosso straordinario -.

- Di un rosso straordinario. Più brillanti dei girasoli -.

 

 

Avrebbero potuto avere figli dai capelli rossi, se avesse accettato di sposarlo. Rossi come un incendio, brillanti e violenti come i colori della loro notte stellata, in quel prato, dopo aver ucciso un essere solo, spaventato e confuso, intrappolato per errore in un mondo che non era nemmeno il suo. Rossi come il dolore, e la passione, e l’amore, e la follia.

Rosso straordinario, come l’anima di Vincent.

Forse, se si fossero sposati, Vincent non si sarebbe mai ucciso, perché lei avrebbe fatto tutto per impedirlo. Forse, lui sarebbe stato la sua cura, e Amy avrebbe smesso di sentirlo – quel dolore sordo, incomprensibile eppure onnipresente, insensato, sepolto nel profondo della sua anima, come la nostalgia di qualcosa che non è mai successo.

Eppure il loro non sarebbe stato un matrimonio, ma mera consolazione. E quel rosso prepotente, straordinario, sarebbe stato in qualche modo opaco, sbiadito dal tempo e dalla rassegnazione. E gli ipotetici figli di Vincent Van Gogh ed Amy Pond meritavano di meglio.

E poi, Amy aveva paura. Paura di smettere di correre con il Dottore da mondo a mondo, da epoca ad epoca. Paura di legarsi all’uomo sbagliato e perdersi in un tempo che non era il suo, senza la sua famiglia e i suoi amici.

Aveva paura di quell’insistente ricordo impossibile che la tormentava – una piccola scatoletta rossa, il luccicare di qualcosa nella penombra, un’ansia e un’eccitazione che non aveva mai provato davvero, e quell’abito bianco che non sarebbe stato nel suo armadio se avesse controllato – e delle lacrime che continuava a piangere senza un vero perché.