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Autore: Marguerite Tyreen    01/08/2012    4 recensioni
Queen, Beatles, Led Zeppelin e Pink Floyd : quattro band, cinque protagonisti e cinque flashfic per rileggere, in modo del tutto personale, cinque episodi che hanno -alcuni più e altri meno- segnato la storia della musica.
Il tempo come filo conduttore.
Seconda raccolta di esperimenti: meno di 2500 parole in tutto.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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In seguito allo scioglimento dei Led Zeppelin e al rifiuto del cantante Robert Plant di riformare la band, nel 1993 il chitarrista Jimmy Page comincerà un sodalizio artistico con l'ex cantante dei Deep Purple, David Coverdale.
Nel 1994, il duo Page/Plant si ricomporrà.

[#Rimpianti / 328 parole]

 

As I watch the rising sun,
I see a new day just begun
Thinking 'bout the sacrifice,
Wondering how to pay the price,
Now my world is growing cold
(Coverdale/Page, Take me for a little while)


They talk of days for which they sit and wait

all will be revealed.
(Led Zeppelin, Kashmir)


 

 

Growing cold
(Jimmy Page – Led Zeppelin)

 


Tokyo, 1993

Lui sta scaldando la voce di là, io ripeto gli ultimi accordi alla chitarra.
Sta ripassando il testo di Kashmir e ogni volta è una stilettata al petto. Non ha le tue note d'arpa, non ha la tua passione. Non ha la tua ricerca spirituale di quando, chino sui fogli, passavi la notte a piegare le parole al tuo sentimento.
E non ha la stessa bellezza fiamminga, assente e lontana, sul palco, quando lascia ondeggiare una chioma che non ha il colore della tua.
Me ne sono andato sbattendo la porta, quella sera, quando mi hai detto che non avevamo più alcuna possibilità. Siamo invecchiati, Robert, ma i tuoi occhi hanno ancora il riflesso sfuggente di allora.
Ti ho chiamato traditore, vigliacco. E tu illuso e nostalgico.
Non ho capito che tu sapevi già tutto. Che tu sapevi che quel tempo non sarebbe più tornato.
Perdonami. È che non riesco a rassegnarmi.
Smetti di massacrare quella canzone, David! Grida la mia testa. Non è vero, non la sta massacrando. Non è giusto nemmeno così.
Ma lo so io cosa significano quegli anni folli. Quegli anni in cui eravamo giovani e abbiamo conosciuto il nulla dell'oblio e sfiorato l'assolutezza del tutto.
Qualcosa si è spezzato, Robert. Eri la mia parte solare, la luce che completava le mie tenebre.
È come se la Natura non respirasse più in armonia, da allora. Come se il mio mondo stesse diventando sempre più freddo. Come se la nostra Opera si fosse fermata, senza raggiungere il suo stadio più alto.
Ripensi qualche volta a quelle albe che ci sorprendevano con il loro bagliore, illudendoci che la nostra Rubedo* fosse vicina, dando un senso alle nostre veglie?
La canti ancora, tu, la nostra Kashmir? Io la suono talvolta, sai, ma non per il pubblico. Per me solo, cercando nella notte l'eco di un passato che non significa più nulla.
E la mia chitarra piange, su quel tempo. Quel tempo che non tornerà più.

_____

* La Rubedo (o Opera al rosso) nell'alchimia è la fase finale del processo alchemico, in cui la materia grezza, dopo essersi dissolta e purificata, si fissa in un'altra materia più alta e più nobile.

   
 
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