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Autore: ElenaDobrevSomerhalder    01/08/2012    2 recensioni
[IN REVISIONE]
Una storia dove i personaggi andranno al College in altre città, incontreranno nuove persone e, ovviamente, nuovi pericoli. Fino alla 3° stagione segue la serie TV.
Prima parte di una trilogia.
AMBIENTAZIONE TEMPORALE: alla fine dell'estate che segna il passaggio al College (5° stagione)
AMBIENTAZIONI GEOGRAFICHE: Mystic Falls, Durham, Los Angeles
PERSONAGGI PRINCIPALI: Elena, Damon, Stefan, Caroline, Bonnie, Nuovo Personaggio
PERSONAGGI SECONDARI: Klaus, Rebekah, Matt, Meredith, Jeremy, Tyler, Elijah, Kol, Katherine, Nuovi Personaggi
COPPIE: Damon/Elena, Stefan/Elena, Klaus/Caroline, Matt/Rebekah, Stefan/Meredith, altre nuove coppie
CAPITOLI: 22
ESTRATTO DAL 2° CAPITOLO:
Ad Elena venne in mente di prendere dei fiori dal vasto giardino attorno al loft[...].
Quando ne raccolse una busta piena [...] si voltò per tornare dentro, ma si ritrovò Damon davanti.
«Ti sei lasciata sfuggire il fiore più bello di tutto il giardino. Tieni.» le disse senza nascondere un doppio senso nella frase, porgendole una stupenda rosa rossa.
«Non volevo ferirmi con le spine.» gli rispose a tono Elena.
«Basta toccare i punti giusti.» continuò sull'onda dei significati nascosti Damon, prendendole la mano e facendole appoggiare il pollice e l'indice dove la rosa non aveva spine.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Your Love Saved Me - Cap 3
Capitolo 3 - Bugie, sogni e segreti...


«Ciao, Alyssa.» esordì Damon, con le braccia conserte.
Alyssa era praticamente sbiancata. Le gambe le tremavano e il respiro era affannato. Quello era il suo segreto, la vergogna più nascosta, la parte più brutta della sua vita.
Le sue gambe cedettero, e per poco non si ritrovò a terra. Tutto si fece buio.
Damon la prese in braccio, e l'adagiò sul divano nella sua cucina. Forse non avrebbe dovuto sorprenderla fino a questo punto. Prese un canovaccio, lo inzuppò d'acqua fredda, lo strizzò e poi lo adagiò sulla fronte di Alyssa, che ancora non aveva ripreso conoscenza.
Damon curiosò in cucina, negli stipetti e nel frigorifero, alla ricerca di qualcosa di buono da offrirle al risveglio per farsi perdonare, ma c'era ben poco. Alla fine prese un succo di frutta dal frigo e lo versò in un bicchiere. Poi prese una sedia, l'avvicinò al divano e ci si sedette, aspettando il suo risveglio; passarono diversi minuti prima che Alyssa si risvegliasse. Damon le offrì il succo, e lei imbarazzata lo bevve fino all'ultimo sorso.
«Non volevo spaventarti.» si scusò Damon.
Alyssa scosse la testa. «Da quanto lo sapevi?» gli chiese.
«Qualche giorno.»
«L'hai detto a qualcuno?»
«No. Lo so solo io.»
Alyssa fece un sospiro di sollievo. «Ti prego, promettimi che non lo dirai a nessuno!».
Damon le sorrise, e la rassicurò: «Non l'ho detto a nessuno finora, e non lo farò nemmeno in futuro, puoi stare tranquilla.».
«Grazie.» gli disse Alyssa, accennando un sorriso.
«Perché stai in questo postaccio?» le chiese incredulo Damon.
«Ecco...era l'unico posto libero che potevo permettermi, calcolando il costo del college e tutto il resto.» rispose Alyssa imbarazzata. Le era successo spesso di imbarazzarsi a causa della sua condizione economica.
Damon si rattristì, lui per fortuna non aveva mai avuto problemi con il concedersi tutti i lussi che desiderava. Invece quella ragazza aveva lasciato tutto ciò che aveva per andare a vivere in una topaia, solo per realizzare il suo sogno. Era ammirevole ma anche così triste.
La mente di Damon iniziò a vagare in cerca di una soluzione, ma gli bastò poco per arrivare ad una conclusione.
«Hai visto dove abito io, no?» le chiese.
«Sì, ed è molto diverso da qui. Non è sicuramente fatto da due cantine unite e leggermente adattate ad un monolocale.» affermò tristemente Alyssa.
«Già, appunto. Ti ricordi quante camere ci sono?» Damon era sorridente, e molto gasato.
«Sei, se non sbaglio.». Alyssa non capiva dove volesse andare a parare Damon.
«Esatto. Ma noi siamo cinque. Quindi, che ne dici di riempire quella camera vuota?» disse Damon in modo convincente, alzando il sopracciglio.
Alyssa rimase sorpresa dalla proposta. Era spiazzata, e non sapeva cosa dire. «Io...Damon...Non credo sia una buona idea. Non potrei mai aiutarvi abbastanza con l'affitto di quell'enorme casa.».
«Quale affitto? Quella casa è mia, l'ho comprata per me e i miei amici, e tu ora ne fai parte, quindi non dovrai pagare un bel niente. Sarai mia ospite.»
«Damon, non posso accettare. Sei molto gentile ad offrirmi tutto questo, ma, davvero, non posso. Devo cavarmela da sola.»
«Ok, per oggi non insisto più. Mi prometti però che ci penserai? La porta è sempre aperta per te.» le chiese Damon, con un sorriso tenero, e le accarezzò il viso, spostandole una ciocca di capelli.
«Va bene.» gli rispose Alyssa, mentre il suo cuore perse un battito. Nessuno l'aveva mai trattata con tanto riguardo.
«Visto che vuoi stare qui, almeno permettimi di darti una mano a darci una sistemata. Ci vediamo tra un po', ok?» le disse risoluto Damon, e prima che lei potesse ribattere se ne andò.
Tornò dopo mezz'oretta, con la sua macchina piena di buste. Le portò in casa di Alyssa e sistemò ogni cosa al suo posto. Alla fine ogni stipetto era pieno e il frigorifero era stato rifornito di tutto il necessario. Damon quasi costrinse Alyssa a studiare al parco mentre lui si sarebbe occupato di dare una sistemata a quello scantinato e avrebbe cercato di trasformarlo in qualcosa di più simile ad un appartamento.
Quando Alyssa tornò dopo qualche ora, si stupì di quel che vedevano i suoi occhi: tutto sembrava più luminoso di prima, gli insetti erano spariti e non si sentiva più la puzza di umidità tipica delle cantine, ma anzi, si poteva sentire un buon profumo di glicine.
«Ho tirato ad indovinare, spero ti piaccia come profumo» le disse Damon quando la vide inspirare profondamente con gli occhi socchiusi, alla ricerca di quel profumo.
«Azzeccato. Mi piace davvero tanto il glicine. Diciamo che è uno dei miei preferiti.» rispose contenta, sorridendogli.
«Uno? E quali sarebbero gli altri?» chiese curioso Damon.
«Beh, come fiori mi piacciono le gerbere, i gigli, le calle, ovviamente le rose, e il glicine appunto. Come profumo invece mi piace anche ai fiori d'arancio, al talco o alla brezza marina. Comunque hai già fatto fin troppo per me, quindi non ti azzardare a comprare altro per questa casa, ok?» gli disse risoluta Alyssa.
«Vedo che l'uscita ti ha ricaricata eh?» disse ridacchiando Damon, facendo ridere anche lei.
Damon rimase ancora un'oretta con lei, a parlare e a scherzare, poi se ne andò a casa.

Nei giorni seguenti ogni pomeriggio Damon uscì per un paio d'ore insieme alle quattro ragazze dopo le lezioni, e ogni notte andò di nascosto da Alyssa, guardandola da fuori della finestra. Per fortuna constatò che passò le nottate seguenti abbastanza tranquilla, ora che non c'erano più insetti ad infastidirla.
Ma una notte Alyssa iniziò a rigirarsi nel divano senza pace, e sembrava mormorare qualcosa nel sonno. Damon così pensò di vedere cosa stava sognando.

«Ho sbagliato a stare con una come te, non sei alla mia altezza!»
«Se hai pensato che ti amassi davvero sei solo una stupida!»
«Sei troppo brutta per uno come me!»
«Volevo solo portarti a letto, ora che ci sono riuscito non me ne frega più niente di te, sparisci!»
«Non vali niente in confronto a me!»
«Con me il primo bacio? Sicura? Io non me lo ricordo affatto!»
«Ancora non riesco a capire come hai fatto a piacermi!»
«Sono stufo di stare con te, io voglio darmi alla pazza gioia e farmi un sacco di ragazze!»
Gli ex di Alyssa erano tutti davanti a lei, pieni di veleno e parole pungenti. Lei era seduta in un angolino, fattasi piccola piccola, sempre di più dopo ogni mala parola. I suoi occhi erano velati dalle lacrime, e il suo cuore, già spezzato in passato da quei ragazzi, stava subendo ulteriori crepe e squarci.


Damon decise di farla stare meglio, e l'unica cosa che potesse fare per aiutarla era entrare nel suo sogno.

Damon apparve dal nulla, con indosso un'armatura nera lucente e un lungo mantello nero al di fuori e argentato all'interno. Le corse incontro, e l'abbracciò protettivo. Si voltò verso i ragazzi, guardandoli con uno sguardo torvo, e poi sorrise malefico.
«Sono molto contento che la pensiate così. Ma non di certo perché avete ragione. Vedete, voi non valete niente, e non siete per nulla all'altezza di una ragazza come Alyssa. Lei è bellissima, intelligente, dolce, umile, forte, e una donna come lei, con tutte queste belle qualità, merita solo un Principe. Come me.» disse solennemente Damon, poi la prese in braccio e passò in mezzo al gruppo di ragazzi. Dietro di loro vi era un cavallo nero, su cui Damon e Alyssa salirono e se ne andarono.
Arrivarono ad una collina circondata da una fitta nebbia, che però lasciava intravedere un castello tutto nero, ad eccezione degli infissi e del tetto che erano d'argento e spiccavano sull'oscura figura. Damon fece scendere Alyssa dal cavallo e galantemente la condusse all'interno del castello. Le riservò una grandissima stanza e la riempì di fiori, tra cui variopinte gerbere, raffinati gigli e infine una bellissima rosa nera.
«Tu meriti solo il meglio. D'ora in poi ti basterà chiedere tutto ciò che desideri, e io te lo farò avere con molto piacere.» le disse Damon mentre le porgeva la rosa, poi le baciò dolcemente la fronte.
«Grazie, Damon. Però non credo che tu potrai farmi avere ciò che desidero più di ogni altra cosa.» sussurrò Alyssa a testa bassa.
«Di cosa si tratta? Son sicuro che potrò soddisfare qualsiasi tua richiesta.» le disse dolcemente Damon, accarezzandole il viso.
«Essere amata. Davvero amata. Solo per quel che sono.» gli rispose Alyssa, guardandolo negli occhi.
«Non devi neanche chiederlo. C'è già chi ti ama per come sei.» le sussurrò Damon, guardandola dolcemente negli occhi e avvicinando il viso a quello di Alyssa.
Il respiro di Alyssa si fece più affannoso e il suo cuore cominciò a battere all'impazzata, finché le labbra di Damon sfiorarono le sue e il tutto esplose in un vortice di emozioni.

La sveglia di Alyssa interruppe il sogno, e lei si svegliò madida di sudore e col respiro affannato. Damon si affrettò ad andarsene, e aspettò Alyssa nel giardino della scuola. Ma quando Alyssa arrivò e lo vide si bloccò: rimase ferma immobile a bocca aperta a guardarlo. Il ricordo del sogno di quella notte si fece vivido in lei e le sue guance avvamparono. Come aveva potuto fare un sogno simile?! Ora si vergognava perfino a guardarlo.
«Buongiorno, Alyssa!» disse ad alta voce Damon andandole incontro.
«Ciao...» rispose imbarazzata Alyssa, cercando di evitare il suo sguardo.
«Tutto bene?» le chiese Damon, vedendola diversa dal solito e sapendo cos'aveva sognato.
«Ehm... Non proprio... Oggi mi sento strana, scusami...» disse mortificata Alyssa.
«Posso fare qualcosa per te?» chiese gentilmente Damon.
A quelle parole Alyssa rabbrividì. Damon era sempre così gentile e disponibile nei suoi confronti, e anche nel sogno era stato così. Ma aveva visto Damon ed Elena in giardino, il giorno in cui l'aveva conosciuto, ed era sicura che tra loro ci fosse qualcosa anche se cercavano di tenerlo nascosto. Da allora Damon aveva passato molto tempo insieme ad Elena, ma con loro c'erano sempre anche Bonnie, Caroline e Alyssa, e a parte qualche battutina ogni tanto si evitavano chiaramente. Alyssa però non voleva immischiarsi in tutto questo. Voleva continuare ad essere amica di entrambi, per cui avrebbe dovuto dimenticarsi di quel sogno, il prima possibile. E per farlo forse sarebbe stato meglio non vedere Damon.
«No, ma grazie lo stesso. Vorrei solo stare un po' da sola.» disse Alyssa pacatamente.
«Come preferisci. Quando hai bisogno, lo sai che ci sono, devi solo farti sentire e arriverò subito.» le disse Damon, poi le fece l'occhiolino e se ne andò verso la facoltà di medicina. Forse quella notte aveva esagerato.
Dopo qualche minuto arrivarono Elena, Bonnie e Caroline, e salutarono Alyssa quasi in coro.
«Come stai?» le chiese Bonnie.
«Bene, sono solo un po' assonnata. Voi?» rispose Alyssa.
«Tutto bene. Non hai dormito stanotte?» disse Caroline a nome di tutte e tre.
«Non molto diciamo, infatti credo che oggi non resterò fuori con voi, mi spiace...» disse sconsolata Alyssa.
«Figurati, non ti preoccupare! Riposati pure!» disse apprensiva Bonnie.
«Ma Damon che fine ha fatto?! Noi dobbiamo entrare, se non si sbriga ci vediamo all'uscita!» sbuffò Elena.
«Ehm...veramente Damon è già arrivato...» disse imbarazzata Alyssa.
«Cosa?!» esclamarono Elena, Bonnie e Caroline.
«Sì...se n'è già andato in classe...» continuò Alyssa.
«Ok, Damon sta decisamente male!» disse ironica Caroline.
«Perché non ci ha aspettate qui come al solito?» chiese Elena, ora dispiaciuta.
Alyssa cercò di inventarsi una scusa plausibile nel più breve tempo possibile: «Ha detto che doveva vedersi con dei suoi compagni di studi prima delle lezioni per sistemare degli appunti o qualcosa del genere.».
Le tre ragazze la guardarono con gli occhi sgranati, poi si guardarono tra di loro confuse.
«Confermo la mia ipotesi.» disse teatralmente Caroline, e poi ridendo si avviarono tutte insieme verso la classe.

All'uscita dalle lezioni Alyssa se ne andò subito a casa, mentre le altre ragazze aspettarono qualche minuto davanti all'entrata per vedere se Damon si sarebbe fatto vivo, prima di andare anche loro a casa.
Dopo qualche secondo se lo trovarono davanti.
«Dov'è Alyssa?» chiese preoccupato.
«Buongiorno anche a te, Damon. Grazie dell'interessamento eh!» gli disse Caroline sarcastica.
«Ho chiesto dov'è Alyssa!» stavolta nel tono di Damon c'era anche una punta di rabbia, oltre che la preoccupazione.
«Se n'è andata a casa, era stanca. Perché t'interessa tanto?» gli rispose risoluta Elena.
Damon rimase spiazzato dalla domanda. Già, perché gli interessava tanto cosa faceva Alyssa, se stava bene, se dormiva o meno? Non lo sapeva nemmeno lui, o forse ancora non era riuscito ad accettare il fatto che in fondo ci tenesse a quella ragazza conosciuta da così poco tempo, ma che a lui sembrava di conoscere da una vita.
«Non è affar tuo. E comunque ero solo preoccupato per lei, stamattina l'ho vista...strana.» disse Damon, dapprima freddo.
«Sì, oggi era parecchio strana. E a quanto pare non era la sola, a meno che tu non le abbia detto una bugia.» aggiunse Bonnie.
«Che bugia?» Damon si allertò. A cosa si stava riferendo Bonnie?
«Che dovevi andare in classe prima delle lezioni per degli appunti e quindi non sei rimasto con lei ad aspettarci.» disse Bonnie risoluta, con le braccia conserte.
«Ah....quella stupidata lì.» Damon ringraziò mentalmente Alyssa per quella piccola bugia: se avesse detto che lei aveva preferito non restare sola con lui a causa del sogno di quella notte, le ragazze avrebbero avuto il dubbio che ci fosse lo zampino di Damon. «No, era vero. Sapete, anche io sto frequentando il college, e a differenza di quello che pensate voi e mio fratello non lo sto facendo per gioco o per controllare voi donzelle. Ci vediamo a casa.» terminò Damon, e si avviò verso la sua macchina.
Le ragazze si guardarono stranite, poi si avviarono verso la macchina di Bonnie e andarono a casa.

Damon passò da casa di Alyssa, cercando di non farsi vedere, per controllare come stesse. Era sdraiata sul divano e dormiva. Damon fu contento che fosse davvero solo stanchezza la sua, e non altro come un turbamento nei suoi confronti, ma si ripromise di non intromettersi più nei suoi sogni visto l'effetto che le procurava. Una volta tranquillizzatosi, Damon tornò a casa, e sentì la sola presenza di Stefan ed Elena in camera di Stefan, e il rumore della porta-finestra della cucina che si chiudeva. Affinò l'udito e riuscì a sentire la conversazione tra suo fratello e la vampira.
«Allora, cosa c'è di tanto importante da dovermene parlare proprio adesso che stavamo studiando e da addirittura cacciare fuori casa Caroline e Bonnie per non essere spiati?» era la voce di Elena.
«Elena...vedi...mi ha chiamato Meredith.» Stefan sembrava piuttosto impacciato, come se non sapesse da dove iniziare.
«E...? Stefan falla breve e sii diretto, per favore! Oddio...è successo qualcosa a Jeremy?!»
«No, no, Jeremy sta bene. Almeno per ora. Meredith è preoccupata... Anche lì nei pressi di Mystic Falls sono spariti alcuni vampiri e streghe. Lei sta cercando di tenere sott'occhio Jeremy, ma lui è più in giro che a casa, e tra il lavoro e seguire tuo fratello lei non ce la fa più. Ha bisogno di aiuto.» disse Stefan più pacatamente possibile, ma non gli riuscì così bene. Damon rimase sorpreso sentendo quel che stava succedendo a Mystic Falls.
«Oh no... Anche a Mystic Falls... Quindi è una cosa più grossa di quel che credevamo... Quindi ora come facciamo?»
«Io tornerò lì. Hanno bisogno di me e qui tutto sommato sono di troppo.»
«Cosa?! Stefan ma che dici?! Anche qui abbiamo bisogno di te! Devi controllare tuo fratello, ricordi?»
«Potrai farlo benissimo tu al mio posto. Tanto la maggior parte del tempo sei già con lui.» Damon riuscì a cogliere la gelosia nel tono di Stefan.
«Stefan...ti prego...non andare! Chiamerò Tyler o Klaus e ci farò andare uno di loro, contaci.»
«Elena...è giusto che vada io, credimi. Meredith ha chiamato me, quindi sono io che devo aiutarla.»
«E quindi se io ti chiedo di restare qui la mia parola non vale niente?»
«Non ho detto questo. Elena, è già difficile così, perché stai complicando le cose?!»
«Io non sto complicando un bel niente, anzi, ti sto risolvendo un problema. Non dovrai spostarti a Mystic Falls. Sai cosa vorrebbe dire essere da solo a Mystic Falls ora come ora?»
«Non sono solo, ci sono Meredith e Jeremy!»
«Sono umani Stefan! SOLO UMANI! Non potrebbero proteggerti! E conoscendoti, saresti tu a rimetterci la pelle per proteggere loro. Io non voglio perderti. Ti sembra tanto difficile da capire?»
«Sì, visto che mi hai lasciato e hai preferito mio fratello a me.» Damon strinse i pugni nel sentire suo fratello parlare così. Pensava l'avesse superata ora che Elena non stava insieme a nessuno dei due, ma evidentemente si era sbagliato. Alla grande.
«Stefan, io lo amo. Ma sai benissimo che amo anche te. Sono due amori diversi, e non sono ancora riuscita a capire quale sia la mia strada. Ma sono certa che non voglio perderti. Sei troppo importante per me.»
«Elena, smettila di prendermi in giro. Smettila di prendere in giro anche Damon e soprattutto te stessa! Sono stufo di stare ad aspettare una persona che non avrà mai solo me nel suo cuore.» urlò Stefan, poi si prese un attimo di pausa, e continuò con tono più tranquillo. «Sai una cosa? Per me l'amore è solo uno, il resto sono solo cotte passeggere. Solo che tu ancora non hai capito cosa c'è dentro il tuo cuore. Non sai qual è il vero amore e qual è la cotta. Perciò, me ne vado. Chissà che tu non faccia chiarezza nel frattempo.»
Stefan fece un passò, poi si fermò.
Elena l'aveva bloccato.
«Stefan... Io ti amo. Di questo ne sono sicura. Forse hai ragione tu, non è proprio amore quello che provo per Damon, ma come farò a capirlo se te ne vai? Resta qui. Resta insieme a me.»
Ci fu silenzio. Per quasi un minuto. Damon non riuscì a trattenersi e si precipitò in camera di Stefan. Ciò che vide lo fece andare fuori di testa: Elena era avvinghiata a Stefan, e si stavano baciando appassionati come non mai.
«Ma brava, abbiamo una stella nascente qui! Perché non te ne vai ad Hollywood? Ti ci vedo meglio che alla Duke!» sputò Damon, mentre Stefan ed Elena, imbarazzati, si stavano riordinando.
«Damon, ascolta...» Elena voleva spiegarsi, ma Damon la interruppe: «Ascolta un cazzo, Elena! Mi hai preso in giro con la storiella della promessa e ora ti ritrovo avvinghiata a mio fratello! Avevi detto un anno! Resisti solo un anno! E dopo nemmeno un mese torni da mio fratello?! No, ora basta! Ha ragione mio fratello, stai prendendo per il culo tutti e tre, soprattutto te stessa! O forse lo fai apposta, chi lo sa! Dopotutto avere due fratelli a disposizione dev'essere figa come cosa... Ma sai qual'è il peggio?! È che dici di essere diversa da Katherine! Ma ricordati che fine ha fatto lei! Te lo dico col cuore Elena: vaffanculo!».
Damon era furioso. Fece per uscire, ma poi si voltò di nuovo verso di loro, e col dito puntato su Stefan gli sibilò: «E tu, lurido bastardo, non azzardarti mai più a seguirmi o a tenermi d'occhio! Sai, non hai idea di quanto piacere mi possa fare che tu mi abbia nascosto una notizia così importante. Voglio dire, cosa mai poteva succedermi? Potevo sparire? Bah, sarebbe sicuramente stato meglio per te, avresti avuto subito Elena tutta per te! Però vedi, non è servito che sparissi, si è buttata tra le tue braccia anche con me nei paraggi! Buona fortuna, stronzi!». Poi sparì.

Damon non tornò a casa per tutto il giorno. Durante la notte suo fratello controllò nella sua camera: nessuna traccia. Si sentì in colpa per quel che era successo, non avrebbe mai voluto che andasse a finire così.
Il mattino dopo le ragazze andarono davanti al college, Alyssa era già lì.
«Hai visto Damon stamattina?» chiese preoccupata Elena.
«No, non è ancora arrivato. Perché? Non era a casa con voi?» chiese Alyssa, anche lei preoccupata dopo la domanda insolitamente piena di preoccupazione di Elena.
«Senti, Alyssa, devi sapere che Damon è un tipo strano, e quando ha dei momenti “no”se ne va abbandonando tutto per un po'. Preferisce staccare la spina piuttosto che risolvere i problemi. Comunque non era a casa, è da ieri pomeriggio che non lo vediamo.» disse Caroline, cercando di sembrare il più tranquilla possibile.
Alyssa si stupì sia di quel che le aveva riferito Caroline, sia soprattutto del modo in cui gliel'aveva detto. Come potevano sapere se se ne fosse andato come suo solito o se invece gli fosse successo qualcosa?
«Avete almeno provato a chiamarlo?» chiese Alyssa alterata.
«Parecchie volte. Rifiuta le nostre chiamate.» disse Bonnie, freddamente.
Alyssa non riusciva a stare con le mani in mano, doveva fare qualcosa.
«Scusatemi ragazze, vi raggiungo in classe.» disse Alyssa, e si allontanò dal gruppo. Prese il cellulare, e cominciò a digitare. Se non rispondeva alle chiamate, allora avrebbe provato con un SMS.


Ehi, dove sei? Che succede? :(
Care, Bonnie ed Elena mi hanno detto
che da ieri sei sparito!
Fammi sapere almeno se stai bene.
P.S.: scusa per ieri, ero davvero stanca.

Sperò che le rispondesse, ma la lezione purtroppo stava per iniziare e si dovette avviare verso la classe. Al primo cambio d'aula sbirciò il cellulare, era troppo in ansia per resistere fino alla fine delle lezioni.
Un messaggio ricevuto. Da Damon.

Sto bene, sto solo facendo un giro turistico della zona.
Tornerò nel giro di qualche giorno.
Non prendermi per pazzo, ogni tanto mi piace mollare
tutto e partire all'improvviso per dove mi va! ;)
P.S.: non ti preoccupare! Spero ti sia ripresa... :)

Alyssa tirò un sospiro di sollievo. Stava bene e sarebbe tornato nel giro di qualche giorno. Lo comunicò subito ad Elena, Caroline e Bonnie, ma loro non rimasero sorprese dal comportamento di Damon: come le avevano già spiegato, non era la prima volta che spariva per qualche giorno.
All'uscita dall'università le ragazze andarono in un centro commerciale nella zona, comprarono ognuna qualcosina tranne Alyssa, che al termine di tutti i giri se ne andò a casa sua. Trovò una lettera nella cassetta della posta, e si affrettò ad aprirla pensando fosse un tenero pensiero dalla sua famiglia. Ma quando poi la lesse vide che non era affatto così: era stato il proprietario dell'appartamento a scriverle, e le comunicava che dal mese prossimo avrebbe dovuto pagare 100 dollari in più per l'affitto, oppure avrebbe dovuto lasciare l'appartamento. Alyssa rabbrividì.
Quasi andò in panico, pensando a com'era già difficile la situazione, e pensò fosse già arrivata la fine della sua strada verso il sogno di vivere in America. Ma dopo qualche minuto si riprese pian piano, e iniziò a pensare che doveva far qualcosa per evitare tutto questo. Così uscì di casa, e andò in giro per tutta la città alla ricerca di un lavoro.

Elena, Caroline e Bonnie erano arrivate al loft. Stefan era seduto sul divano, e stava parlando al telefono.
«No, per questo ti ho chiamato. Io non posso, anche se vorrei.» disse Stefan alla persona al telefono.
Elena e Caroline riuscirono a sentire chi parlava all'altro capo del telefono. Era Klaus.
«Perché mai, Stefan?»
«Perché mio fratello se n'è andato, quindi devo restare qui con le ragazze. Non le lascio da sole con questo pericolo sconosciuto in giro.»
«Sicuro che se non lo abbiano preso com'è successo agli altri vampiri?»
«Se n'è andato di sua spontanea volontà, di questo ne son sicuro. Comunque se ci andrai tu sarai anche più vicino a Caroline. E se proprio non potrai venire qua ti raggiungerà lei a Mystic Falls.» disse Stefan guardando Caroline in cerca di approvazione, e la vampira annuì.
«Non se ne parla nemmeno! Lei deve stare a casa o se esce devono esserci almeno la vampira e la streghetta con lei, chiaro? Voglio che sia più al sicuro possibile, quindi se potessi esserci anche tu con loro quando escono non sarebbe affatto male, mio caro Stefan. Comunque riuscirò a convincere Tyler a tornare a Mystic Falls, e nel weekend verrò da voi con Rebekah e il biondino, non mi fido a lasciarli là: anche se mia sorella sapesse difendersi abbastanza bene, non sappiamo chi o cosa c'è dietro queste sparizioni, e non voglio perderla assolutamente. Ti faccio sapere quando parte Tyler.» disse l'ibrido, che riattaccò subito.
«Volevi parlarci? Forse avrei dovuto dirgli che eri arrivata.» disse Stefan a Caroline.
«No, non preoccuparti, tanto ci sentiremo almeno un paio di volte prima che faccia notte!» disse Caroline allegra. Bastava nominarlo o parlare di lui, che subito sul suo viso spuntava il più solare dei sorrisi.
Stefan andò ad abbracciare Elena, e le chiese se avesse avuto altre notizie di Damon.
«No, a noi non risponde l'idiota.» gli rispose Elena, con un misto di preoccupazione e rabbia.
«Beh, stamattina l'ha fatto però.» la rassicurò Stefan, stringendola leggermente di più a sé.
«Non a noi.» sottolineò Elena.
«E a chi scusa?» chiese confuso Stefan, sciogliendo l'abbraccio.
«Alyssa gli ha scritto un messaggio, e lui le ha risposto.» rispose stizzosamente Elena.
Stefan spalancò gli occhi incredulo. Suo fratello non aveva risposto né ad Elena, Caroline e Bonnie né a lui che era sangue del suo sangue, ma a quella ragazza che aveva appena conosciuto sì.
«Le ha detto dove si trovava?» chiese ancora sorpreso Stefan.
«No, non di preciso almeno. Ma ora basta parlare di Damon, tornerà tra qualche giorno, stai tranquillo.» gli rispose tranquillamente Elena, trascinandolo verso il divano. Lui voleva continuare il discorso, ma Elena gli posò l'indice sulle labbra e lo guardò così dolcemente e allo stesso tempo così sensualmente che non riuscì a proferir parola.





Passarono diversi giorni da quando Alyssa ricevette quella maledetta lettera dal proprietario, e per i due giorni seguenti girò in lungo e in largo per la città cercando un lavoro qualsiasi, anche tra i più pesanti, pur di racimolare qualcosa in più. Finalmente trovò un fast food in cui cercavano proprio degli studenti universitari che potessero fare il turno dalle 18 alle 2, e mostrandosi pronta ad iniziare e desiderosa di lavorare venne subito assunta. Così dopo l'uscita dall'università smise di andare con Elena, Bonnie e Caroline in giro, dicendo loro come scusa che non riusciva a studiare adeguatamente e quindi necessitava di più tempo, e sostituì lo svago con un'essenziale dormita che l'aiutava a restar sveglia a lavoro fino alle 3.30 di notte, quando appunto arrivava a casa, stremata.
Ovviamente non aveva detto nulla di tutto ciò alle ragazze, tanto meno a Damon che le aveva già proposto di lasciare quello squallore per andare a vivere con tutti loro nel loft e ora era chissà dove.
Era Domenica, e Alyssa si era svegliata all'ora di pranzo per recuperare qualche ora di sonno persa durante quella terribile settimana. Erano passati ormai cinque giorni da quando Damon se n'era andato, e, non poteva negarlo a se stessa, le mancava. Dopotutto era l'unico lì ad aver scoperto la sua situazione, e l'aveva sostenuta e aiutata. Così decise di provare a chiamarlo.

Damon aveva ormai perso il conto dei giorni. Vagava tra i boschi e le campagne, evitando i centri abitati. Voleva silenzio. Voleva tranquillità. Avrebbe voluto zittire anche quella vocina nella sua testa che continuava a dargli dell'idiota e quant'altro, e che ripeteva in continuazione le parole di Elena e Stefan: le persone che più amava ma che più l'avevano ferito. La rabbia ribolliva dentro di lui ogni volta che la sua mente li sfiorava.
Si guardò attorno: i corpi dilaniati di due cacciatori erano a qualche metro da lui. Il loro unico errore era stato quello di avventurarsi nel bosco nella stessa zona in cui c'era Damon, ancora furioso e soprattutto affamato dopo giorni in cui si era cibato solo degli animali che aveva trovato sul suo cammino. Non era da lui ridurre il cibo in poltiglia. Non era come Stefan lo squartatore e mai avrebbe voluto esserlo. Ma la rabbia che aveva covato dentro di sé per tutti quei giorni era esplosa nel peggiore dei modi. In passato aveva imparato prima a cibarsi degli umani con stile, grazie a Sage, e poi (quasi) solo con le sacche dei donatori per diventare un uomo migliore per Elena. E in poche ore aveva buttato all'aria tutto.
Prese quel che rimaneva dei due cacciatori e si diresse verso un fiume poco distante, dove li gettò e si dette una ripulita, poi si incamminò di nuovo nel bosco. Si perse nuovamente nei suoi pensieri, ma poco dopo il cellulare squillò e lo ridestò. Con rabbia lo prese dalla tasca, pronto a rifiutare l'ennesima chiamata di Stefan, Elena o Caroline, ma quando vide il nome impresso sullo schermo si immobilizzò. Era Alyssa. Non sapeva se risponderle o meno. Avrebbe voluto parlarle, ma non era proprio in ottimo stato per una conversazione con un'umana ignara della sua natura vampiresca. Attese ancora qualche secondo, poi si decise: chiuse gli occhi, inspirò profondamente e schiacciò il pulsante di risposta avvicinando lentamente il cellulare all'orecchio.
«Alyssa?» chiese Damon con il tono più pacato che potesse avere in quel momento.
«Sì Damon, sono io. Scusami se ti disturbo, volevo sapere come stai...è tutto ok?» disse tutto d'un fiato Alyssa, come un fiume in piena.
Damon sorrise e fece un sospiro. Un sospiro di gioia e sollievo.
«Sì, tutto ok. Tu? Sei nel tuo appartamento o con le ragazze?» chiese esitante Damon.
«No, sono nel mio appartamento. Forse usciamo più tardi.» disse con un velo di tristezza Alyssa; le mancavano molto i pomeriggi spensierati con Elena, Bonnie e Caroline e avrebbe voluto non esser mai stanca per uscire con loro nei momenti liberi tra università e lavoro. Poi si fece coraggio e chiese a Damon ciò che si chiedeva da quando se n'era andato: «Quando tornerai?».
Damon allontanò il cellulare dall'orecchio per osservare lo schermo: segnava Domenica 2 ottobre 2011.
«Ci vediamo presto, Alyssa.»
«A presto, Damon.»

L'indomani mattina Alyssa fu come al solito la prima ad arrivare davanti alla Duke. Elena, Caroline e Bonnie arrivavano sempre dopo di lei, «per colpa di Caroline che si mette davanti allo specchio e non si stacca più» le aveva detto Bonnie.
D'un tratto Alyssa sentì qualcuno dietro di lei che subito le tolse la visuale mettendole le mani sugli occhi. Il suo cuore iniziò a scalpitare, mille pensieri le vennero alla mente. Voleva farle del male? Voleva rapirla? Avrebbe voluto urlare ma dalla sua bocca non uscì fiato. L'uomo si strinse a lei e le sussurrò delicatamente all'orecchio: «Indovina chi è?». La paura di Alyssa si tramutò in gioia. Poggiò le sue mani su quelle di lui, e sussurrò il suo nome con un sorriso: «Damon».
L'uomo lasciò la presa per prenderle i polsi e la fece voltare verso di lui. Le bastò guardare quei meravigliosi occhi per averne la conferma: era proprio lui. Si guardarono sorridendo per qualche istante, poi Alyssa gli buttò letteralmente le braccia al collo.
«Non lo fare mai più!» gli sussurrò Alyssa, ancora stretta a lui.
«Che cosa?» chiese confuso Damon. Non sapeva se l'aveva spaventata col suo arrivo improvviso o ci fosse altro.
«Sparire senza dire nulla a nessuno. Eravamo tutti in pensiero, sai?» disse seria Alyssa.
Damon la strinse a sé; non credeva che a qualcuno importasse davvero di lui.
«Non lo farò più. Promesso.» le sussurrò, posando le labbra sui suoi capelli color cioccolato.
Quando dopo qualche istante si staccarono, Alyssa lo guardò negli occhi e più diretta che mai gli fece una domanda che Damon non avrebbe proprio voluto sentire: «Te ne sei andato per colpa di tuo fratello ed Elena, vero?».
La rabbia di Damon tornò a galla, ma cercò di nasconderla davanti ad Alyssa.
«Scommetto che te l'ha detto Caroline.» disse Damon cercando di restare calmo.
«No, era una mia idea e tu me l'hai confermata proprio adesso. Ricordi la prima volta che sono venuta nel vostro loft?» chiese Alyssa, e quando Damon annuì lei continuò, «Ecco, io vi ho visti. A te e ad Elena, nel giardino. Ho capito che c'era qualcosa. Poi da quando tu te ne sei andato, Elena è sempre venuta qui accompagnata da tuo fratello. Perciò ho fatto due più due e sono arrivata alla conclusione.»
«Che sarebbe?» chiese Damon con tono di sfida.
«Tuo fratello ti ha fregato la ragazza.» sputò Alyssa.
«Non è proprio così, Alyssa. Loro mi hanno mentito, per questo mi sono arrabbiato e me ne sono andato. Ma è una storia lunga e non starò qui a raccontartela ora, anche perché arriveranno a momenti. E io non ho nessuna voglia di vederli.» disse freddamente Damon.
«E allora perché sei tornato?» gli chiese confusa Alyssa.
«Ho detto che non voglio vedere loro. Ci vediamo pomeriggio da te, vengo a trovarti.» rispose Damon, e se ne andò verso la facoltà di medicina.
Alyssa era allo stesso tempo felice e preoccupata: finalmente Damon era tornato e si sentiva più tranquilla anche solo a saperlo nella stessa città, era lui quello su cui era sicura di poter contare sempre e comunque dopo quello che aveva scoperto, ma anche se si era sempre confidata con lui non voleva che venisse a sapere del lavoro al fast food.
Non aveva proprio idea di come avrebbe potuto fare quel pomeriggio per non far scoprire niente a Damon.



Ecco il 3° capitolo! Scusatemi tanto per il ritardo... Mi sa che anche per i prossimi 2-3 capitoli non sarò puntuale nel pubblicarli, sono in vacanza e non uso spesso il pc (che non è nemmeno mio purtroppo T___T).
Comunque volevo comunicarvi che ho trovato un'attrice che si avvicina all'idea che ho io di Alyssa. Se volete vedere chi è, andate QUI che c'è la foto, non la metto qui perché so che alcuni preferiscono immaginarsi i personaggi anziché vederli ;)
Inoltre ho modificato una foto per rappresentare una parte del sogno di Alyssa: Damon e Alyssa verso il castello. :) Non è proprio perfetta ma un po' rende l'idea XD
Per ora non mi viene in mente nient'altro da dirvi, oltre che vi ringrazio comunque tanto per seguire la mia storia e soprattutto un grazie IMMENSO a chi l'ha recensita!
Al prossimo capitolo!
ElenaDobrevSomerhalder
   
 
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