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Autore: IamShe    01/08/2012    7 recensioni
Cosa succederà nel momento in cui Ran si ritroverà da sola, dopo la morte di Shinichi, ad affrontare la più grande paura della sua vita, e a salvare quella delle persone a lei care?
Cercherà di reagire o subirà impotente, aspettando che il destino si compi?
*
"Perché Shinichi non mi aveva detto niente quel giorno? Aveva inventato la scusa del caso semplice, di un cliente che lo aveva chiamato. Aveva detto che sarebbe tornato la sera, che avrei dovuto cucinargli il suo piatto preferito, che non avrebbe tardato.
Invece aveva deciso di andare ad uccidersi, senza preoccuparsi di nulla e di nessuno. Non vidi più il suo sorriso, e non ascoltai più la sua voce da quel giorno. Ritrovammo solo un corpo senza vita, senza più ricordi e senza più speranza."
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Nuovo personaggio, Ran Mori
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Una vita d'emozioni'
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L’arte del travestimento
7 . Settimo capitolo
*
 

Che il Sole faticasse a spuntare in queste giornate di fine inverno era risaputo, ormai. Ma che dovessimo lavorare, o meglio, stressarci, con le lezioni di recitazione di mia suocera, sotto uno strato perenne di nubi e fulmini era troppo. Mettiamoci il freddo, e la pioggia, e il vento, e la Tokyo più umida degli ultimi trent’anni e il gioco era fatto. Così, visibilmente stanca, mi ritrovo seduta sul divanetto dell’ex casa di mio marito, dove, insieme a mio cognato, assistiamo all’ormai consueta voce di Yukiko, guru dei travestimenti.
Sono passati due giorni dall’esonero di Heiji, dalla partenza del mio piccolo Conan, e dall’ultima volta che ho visto Shinichi in quella strada deserta di periferia.
Che poi fosse davvero o no lui, poco m’importa.
Che poi fosse stata solo un’allucinazione, o ancora peggio, una svista, m’interessa ancor di meno.
Al solo pensiero di averlo potuto rivedere sono felice, perché che fosse un caso o no, lui era lì, lì con me.
“Ran!”
Yukiko mi fa sobbalzare, riportandomi al concreto. Alzo gli occhi, abbandonando i miei pensieri, e ritrovandomi dinanzi Heiji, con una maschera in faccia, e mia suocera, con un’altra tra le mani.
A me, personalmente, quest’idea del travestimento convince poco, ma d’investigazione non ne capisco molto, quindi non posso ribellarmi a ciò che mi ha suggerito Hattori.
Secondo lui, il piano migliore per intrappolare Kemerl è fingersi uno dei suoi scagnozzi. Perché, a quanto pare, avrebbe intenzione di ripescarli tutti e di assumerne di nuovi.
E quando, due giorni fa, gli chiesi i dettagli del caso, lui mi disse che aveva indagato per conto suo, e che aveva scoperto, ricercandolo tra mille e più palazzoni abbandonati, il covo della banda dei criminali. E così si era fatto esonerare, in modo da attuare un piano efficace, ma che non fosse vincolato dalle leggi poliziesche. E mi aveva guardato negli occhi, chiedendomi se fossi ancora convinta di volerlo fare. Io annuii, donandogli un sorriso rassicurante. Il piano c’era, la volontà anche.  
“Sì?”
“Stiamo scegliendo le maschere... tu quale vuoi?”
Sbuffo seccata, alzandomi sornione dal divano. Mi avvicino a loro, buttando lo sguardo su una valigia pullulante di facce di plastica, di tutti i generi e di tutte le età. Ne prendo due in mano, che mi attirano particolarmente. L’una è una donna sulla ventina, dai lunghi riccioli d’oro, e dalle labbra rosse e carnose. L’altra è una sulla quarantina, dalle poche rughe sul volto nascosto da un paio di grandi lenti. Le osservo ancora un po’, scrutandole per bene. Quale potrebbe essere più giusta per un lavoro del genere? La donna matura non avrebbe motivi di voler entrare in un’organizzazione criminale, piena di uomini loschi e violenti. Ma una bella donna ventenne, sullo stile della femme fatale francese, che avrebbe nulla da perdere e tutto da guadagnare, che non conosce pietà o amore, ma che vive per l’apparire e per l’intricare, per il confondere e per il dominare, potrebbe affascinare, e di conseguenza, piacere.
Decisa sulla mia scelta, prendo la maschera del mio futuro alter ego. Solo un volto, bellissimo e roseo, circondato da lunghi capelli biondi e brillante di un bel paia di occhi cristallini, si poggia sul mio viso, trasformandomi, e infondendomi un profondo senso di coraggio e di determinazione.
Heiji mi guarda, stupefatto e attonito, con le labbra dischiuse dalla meraviglia.
“Cavolo, che bella.”
Ammette, assecondato da Yukiko, che annuisce compiaciuta.
“E’ la donna che fa impazzire gli uomini, Ran. Devi essere capace di ricoprire il suo ruolo.”
Mi guardo allo specchio, sorridendo. La maschera si è adattata perfettamente al mio viso, senza alcuna striatura o difetto. Una donna che abbia nelle mani un potere grande, quello di comandare, e che non lo tema. Una donna che è l’esatto opposto di quello che sono io, ma che comunque faccio fatica a non sentire già come una parte di me. Sì, ne sarò capace, pienamente.
“Certo.”
Yukiko mi si avvicina, e con forza mi strattona i primi tre bottoni della mia camicia, lasciando in bella vista il mio seno. Heiji mi guarda arrossendo, mentre Yusaku comincia a fissarmi. Faccio subito per coprimi, intimidita, ma mia suocera mi blocca il polso, allontanandolo dal mio petto.
“Eh no, mia cara. Vedi che non sei pronta?”
“Ma... ma...” faccio per ribattere, ma continua ad ammutolirmi, poggiandomi un dito sulle labbra.
“Lei è sensualità, e non ha paura di mostrare ciò che ha. Anzi, sono le sue armi di conquista, la sua prima risorsa. E’ una donna esibizionista ed eccentrica, senza alcun pudore. Sfrutta il suo corpo utilizzando l’intelligenza, mettendo gli uomini sotto i suoi piedi, ed annientandoli, in tutto e per tutto.
Ed anche se nasconde una grande debolezza nel suo passato, fa di tutto per non mostrarlo e per esibirsi forte e dominatrice.”
La guardo un po’ spaesata, ma abbastanza intrigata. Questo personaggio mi piace, e interpretarlo sarà una sfida non indifferente, che però voglio compiere. Mi darà un’altra personalità, che non voglio negare, e che nel profondo del mio cuore, vorrei proprio far emergere.
“Ok, ci sto.”
Ammetto, convinta delle mie idee.
“Da domani reggiseni push-up ed autoreggenti. Magliette scollate e strette, ah... dei tanga non guasteranno.”
Mi dice, guardando di sottecchi il mio reggiseno. Heiji e Yusaku si sono interessanti così tanto alla conversazione da smettere di ricercare maschere adatte e mettersi comodi seduti sul divanetto, ad ascoltare le lezioni di sex appeal di mia suocera, abbastanza preparata sull’argomento.
“Yukiko, guarda che non ho cent’anni. So come essere sensuale.” Le dico, facendo l’offesa.
Lei mi guarda assottigliando gli occhi, ed incrociando le braccia al petto. Un ghigno si fa spazio sul suo viso, ricordandomi terribilmente suo figlio.
“Ah, davvero?” mi sfida, con aria superiore.
Deglutisco leggermente impaurita, neanche più sicura di ciò che dico.
“Beh, sì.”
“Cos’è l’ultima cosa sensuale che hai fatto? Sentiamo.”
Arrossisco d’un botto, spostando lo sguardo altrove. Ma che domande mi fa?
“N-non ricordo m-ma... e poi io non sono quel tipo!”
“Quale tipo?” ribatte lei, stranita. Sento gli sguardi di Heiji e Yusaku spostarsi da me a lei, neanche fossimo una palla da tennis.
“Beh, sono sempre stata un tipo un po’ meno... spinto.”
“Nemmeno con mio figlio eri spinta?”
Un nuovo rossore m’invade il volto, costringendomi a sbraitare.
“Ma Yukiko!”
“Ehi, avete un figlio, quindi non c’è bisogno di nascondere certe cose.”
“Ma che c’entra questo?” sbotto, portando lo sguardo sugli uomini dietro di me. “E voi che avete da guardare?!”
Loro non osano rispondermi, ma la stretta di mia suocera mi spinge e guardare verso di lei, che sospira, quasi afflitta.
“Non hai mai fatto nulla di sensuale con o per Shinichi?”
“Ma saranno fatti miei, o no?”
“Non lo sono più mia cara! Perché il tuo personaggio, queste cose, le fa ogni giorno!”
Strabuzzo gli occhi, mettendomi sulla difensiva.
“Dovrei andare a letto con qualcuno?! No, perché non ci penso proprio!”
“Ma no! Tu non andrai a letto con nessuno, ma loro crederanno che ci andresti con tutti! Capisci?”
“Non tanto.” Ammetto, disorientata.
“Dovrai mostrarti disponibile alle loro lusinghe che, sicuramente, ti faranno. Ma non li lascerai ottenere quello che bramano, perché li avrai sotto pugno, come dei cagnolini!”
“Dici?”
“Dico.” Afferma prontamente, annuendo col capo.
“...Quindi?” mi domanda dopo qualche secondo, inarcando un sopracciglio.
“Cosa?”
“Come speri di sedurli?” 
“Ehm,...facendo loro dei complimenti?” chiedo, quasi preoccupata.
“No!” sbotta, facendo sobbalzare anche Heiji e suo marito.
“Tu devi dimostrare loro che hai in mano le redini del discorso! Mostrati sicura, libera, aperta a tutto! Intrigali con il vedo-non vedo...”
“...che?” domando, incominciando a sentirmi leggermente ignorante in materia.
“Ad esempio, fatti un bel bagno in una vasca piena di schiuma; permetti loro di guardarti, ma non di raggiungerti.”
“Ah.”
Riesco a dire, con un velo di tristezza. E se non ne fossi capace, a questo punto? E’ tutto quello che non avrei mai fatto fino ad oggi. Tutto quello che sembra impuro ed immorale, e che il mio pudore mi avrebbe impedito. Eppure, stranamente, mi intriga. Infondo, perché non provarci? Se può servire a salvare mio figlio e a vendicare mio marito ben venga, farei di tutto.
Anche essere ciò che non sono.
“Voi, uomini, cosa ne pensate?” si rivolge a Heiji e a suo marito, con un sorriso smagliante.
“E-ehm... s-sì, p-può andare b-bene...” balbettano, visibilmente arrossiti e con gli occhi ridotti a puntini.
“Piuttosto, Ran ma hai pensato a come ti chiamerai?” mi chiede poi, girandosi nuovamente verso me.
Io ci penso su un attimo, ma il nome mi viene quasi spontaneo.
E’ tutto quello che ho provato in questi giorni, e che non dimenticherò facilmente.
E’ quello che sento nei confronti di Kemerl, che ha rovinato il mio mondo e la mia famiglia.
“Vanille... Vanille Haine.” Dico, compiacendomi della mia fantasia.
Loro mi sorridono, afferrando al volo il concetto.
“Attenta, l’odio non porta che alla morte.” Mi dice Yukiko, un po’ in ansia.
“La morte è già arrivata.” Le dico, per nulla timorosa.
Una morte che mi divora dall’interno, dal passato, da quello che ho già vissuto. La morte non è davanti a me, ma dietro. Si è fatta padrona di tutti i giorni della mia vita fino ad oggi, e domani ne divorerà un altro. Combatterò partendo da essa, e da essa prenderò lo stimolo di andare avanti.
“Tu Heiji?” domanda ancora mia suocera, rivolgendosi al mio amico.
Nishi Fukushu.” Ci dice sorridendo.
“Mmmm... ottima scelta cognato.” Mi complimento con lui, donandogli una pacca sulla spalla.
“Siete alimentati da due sentimenti pochi nobili. L’odio e la vendetta sono emozioni per deboli, e sicuramente Shinichi non le avrebbe volute.” Continua a rimproverarci con calma Yukiko, mentre io ed Heiji ci lanciamo occhiate complici, sul come dovranno andare le cose.
“Non preoccuparti. Andrà tutto bene.” Cerca di rassicurarla Heiji, mentre con un gesto repentino si fa spazio nella sala, attirando i nostri sguardi su di lui. Porta le mani in avanti e prende fiato, preparandosi ad un lungo discorso, e ad una nuova missione.
“Ok, Ran, il piano è questo. Stanotte, travestiti, ci imbucheremo nel covo di Kemerl, e cercheremo con tutte le armi possibili di ricavare informazioni sulla morte di Shinichi e sulle loro intenzioni. Da quanto ho potuto constatare durante le varie indagini, sono all’incirca una decina di loro, escludendo gli scagnozzi di second’ordine. Ho già affittato un appartamento nei dintorni, ci fingeremo parenti lontani.”
“E perché dovrebbero fidarsi di voi?” chiede Yusaku, interrompendolo.
“Daremo loro una soffiata. La polizia ha molti indizi su Kemerl, e ci metterà pochissimo a scovarlo. Se noi lo avvisassimo di questo, non potrebbe fare altro che fidarsi. D’altronde, è ricercato.”
“Spero per voi che basti.”
Heiji si strofina le mani, quasi entusiasta. Gli occhi di Yukiko e Yusaku sono colmi di preoccupazione ed insicurezze, ma fermarci non sortirebbe alcun vantaggio.
“Yukiko...” la chiamo, attirando la sua attenzione. “Conan tornerà a Tokyo tra sei giorni. Per favore, prendilo in custodia te.”
“Certo, ma è un bambino molto intelligente, sarà difficile nascondergli la verità.” Mi dice con sincerità, mentre ripone la valigia con le maschere in un mobile a scomparsa nel muro.
“Lo so.” Le annuisco, per poi girarmi verso mio cognato, che mi sta aspettando sulla soglia della porta.
“Andiamo Ran?” mi chiede, afferrando la maniglia.
Lo raggiungo con una notevole velocità e sicurezza, pronta a mettermi in gioco, e rischiare la mia vita per quella delle persone che amo. Almeno in questo, potrò vantarmi di averci provato ad essere come lui, come Shinichi.
“Sì, andiamo.”
 
*
 
E’ calata la notte, e con lei una sottile pioggia che va a sbattere contro i profili di ciò che ci circonda. Il freddo di questa serata si fa sentire sulla nostra pelle, che rabbrividisce e si raggrinza, al pensiero di ciò che stiamo per fare. Siamo ad un centinaio di metri dalla base di Kemerl, e la paura e l’ansia, che tutto possa fallire, cominciano a salire vertiginosamente.
La maschera è ben salda sul mio viso, mentre i capelli dorati mi scendono sulle spalle, solleticandole. Dovendo recitare la parte della femme fatale ho scelto un abbigliamento giovanile, con un paio di jeans strettissimi e una canottiera attillata, coperta soltanto da una giacchetta a tre quarti. Il Nishi Fukushu alla mia destra dimostra circa una trentina d’anni, è scuro di pelle ed ha due occhioni castano chiaro. I capelli sono quasi rasati a zero, abbinati ad una folta barba ben curata.
Sotto le pelli di plastica nascondiamo dei dispositivi cambia voce che ci ha prestato e fabbricato il dottor Agasa. Sono quasi invisibili, e ci permettono di alterarla senza che nessuno se ne accorga. Sono attaccati alle nostre orecchie e percorrono le guance, fino a fermarsi sulle labbra, quasi impercettibilmente.
Sono queste le nostre nuove identità, e le storie con cui dobbiamo convivere.
Io, una vamp che mostra una certa sicurezza con gli uomini, e li abbindola attraverso la seduzione. Secondo Heiji dovrei anche mostrare le mie abilità da karateka, così potrei riuscire a guadagnarmi un certo ruolo nella loro gerarchia. Lui, invece, sarà un tipo schivo e quasi intrattabile, che però ottiene rispetto da chiunque lo circondi, a causa del suo diabolico intuito e della sua incredibile intelligenza.
Mi guarda leggermente impaurito, stringendomi una mano per infonderci sicurezza.
“Dobbiamo dimenticarci delle nostre vite. Per noi non è mai esistito nessun Shinichi e nessun Conan, nessuna Kazuha e nessuna Sophie. Siamo solo Vanille e Nishi, due cugini alla lontana, con un’insaziabile sete di potere.”
“Sì.” Rispondo, con sicurezza.
“Dobbiamo tener fisso e presente il nostro scopo, senza farlo notare agli altri. Dobbiamo proteggere Conan, ma loro non devono saperlo. Se nominano lui o Shinichi, calma e sangue freddo. Nessuna espressione strana, nessun pentimento.”
“Sì.” Continuo a ripetere, annuendogli.
“Sei ancora sicura?” mi domanda, un po’ titubante.
Gli prendo l’altra mano, regalandogli un sorriso di plastica.
“Sì.”
Ci alziamo dalla nostra postazione, dove ci siamo nascosti da una manciata di minuti. Camminiamo con sicurezza verso un magazzino, all’apparenza non molto curato. Ma non lo definirei abbandonato, forse leggermente usurato dal tempo. L’oscurità sembra avvolgerlo, permettendo solo ad una misera luce all’entrata d’illuminare lo spazio circostante. Non è molto alto, sono solo due piani, ma è abbastanza esteso orizzontalmente. Molti altri palazzi lo circondano, e nel loro insieme, non sembrano avere nulla di sospetto. Inoltre, si trova ad una decina di chilometri dal luogo dove due giorni fa avvistai Shinichi. Che sia soltanto una coincidenza?
Sospiro leggermente, lasciando che il suo ricordo sbiadisca con le mie paure.
Nessuna espressione strana, nessun pentimento.
Ripeto nella mia mente, mentre avanzo sempre più verso quella porta.
Ne siamo vicinissimi, e l’ansia ci assale come mai fino a questo momento. Ma le mani non devono sudare, e le gambe non devono tremare.
Se nominano lui o Shinichi, calma e sangue freddo.
Continua a dirmi la mente, con il tono di Heiji. Annuisco, prima a me stessa, poi al mio amico.
E’ l’ora della verità.
Heiji bussa alla porta, con tre colpi decisi.
Il silenzio sembra mangiarci, mentre scorrono svariati minuti. Dopo un po’, sentiamo provenire dall’interno i passi lenti di qualcuno, che si avvicina pericolosamente a noi. Scattano le serrature della porta, e la maniglia si abbassa, mentre la faccia di colui che ci ha aperti viene portata alla luce.
Gin. Gin Kitsune.
Strabuzzo leggermente gli occhi, senza farmi notare.
Avrei dovuto stare a sentire Conan e il suo intuito per una volta.
 “Mmm... desiderate?” ci chiede, fingendosi assonnato, e passandosi una mano tra i capelli. Lancia uno sguardo su di me, allietandosi della mia vista. 
“Siamo messaggeri della notte,” mi accingo a dire, con un tono sicuro. “Sappiamo di Kemerl, possiamo aiutarvi.”
Lui ci guarda spaesati, spalancando le palpebre.
“Non saprei di cosa state parlando.” Ci risponde lui, fingendosi all’ignaro di ogni cosa.
Chissà qual è il suo compito in tutto questo poi. Magari avvicinarmi e guadagnarmi la mia fiducia?
“Lo sai benissimo.” Lo corregge Heiji, con la sua nuova voce.
“Sentite, se avete tempo da perdere non è questo il luogo per farlo. Buonanotte.” Sta per sbatterci la porta in faccia, quando con un gesto fulmineo la blocco col piede. Gli sorrido ghignante, aprendola d’un botto, e lasciando che anche mio cognato, o meglio Nishi, possa entrare.
Ci ritroviamo in un ambiente abbastanza scuro e scarno, che dovrebbe essere il salone di una casa. Ci guardiamo intorno, nascondendo un’invisibile paura, che cresce al passare dei secondi. Gin ci guarda esterrefatti, avvicinandosi a noi.
“Voi due! Uscite subito di qui!”
Il mio amico mi guarda, lanciandomi un’occhiata sarcastica. E’ il momento di mettermi alla prova.
Mi avvicino al ragazzo, accarezzandogli il petto. Gli dono un sorriso, mentre con le labbra avanzo verso le sue, sussurrandogli sulla bocca.
“Se fai il bravo e ci porti dal tuo capo, avrò cura di te. Mi sei simpatico, sai.”
“Ehi, bellezza...” comincia a replicare, lasciandosi andare ad un riso nervoso. Ma viene bloccato sul nascere da una porta che velocemente si è aperta alle nostre spalle. Io ed Heiji ci voltiamo, osservando la figura di fronte a noi. Particolarmente familiare.
Porto la mente al passato, ritornando a circa sette anni fa.
La ritrovo e assottiglio i miei occhi puntandola, sì, è la moglie di Kemerl.
E’ colei per cui lavorò Shinichi, colei che rischiò la vita avvicinandosi al marito, protetta dalla CIA.*
“Chi siete?”
“Signora Kemerl, è un piacere incontrarla.” La saluta Heiji, sorridendole ironico.
“Rispondete alla mia domanda.” E mentre lo dice, ordina a Gin di prendere la pistola, e puntarcela contro.
“Oh, oh, cosa sono questi modi così bruschi? Guardate che siamo dalla vostra parte.” Ironizzo io, sentendo il metallo di quell’arma addosso.
“Siamo due che possono servirvi. Volete istituire una nuova organizzazione mafiosa, no? La signorina qui presente è molto convincente nell’intrattenersi con politici e personaggi famosi. Ed io, convinco in altri modi.”
“Come sapete di mio marito?” ci domanda ancora, chiamando con un fischio qualche altro scagnozzo. Escono da una porta secondaria tre tipi abbastanza in carne, ed un quarto, che mi causa un tonfo al cuore.
E’ Wunderwaffe. Arthur Wunderwaffe.
Si mantiene sulla soglia della porta, appoggiando le spalle ad essa. Ci guarda stranito, osservando sia me che Heiji. Gli altri tre si sono fiondati contro di noi, alzando le pistole alle nostre tempie. Non sembrano fidarsi. E la sicurezza di uscirne viva non ce l’ho nemmeno più.
“La polizia sa che siete qui. Se restate un secondo in più, verrete scoperti.” Dico loro, cercando di convincerli.
“E perché dovremmo fidarci?”
“Non abbiamo nulla da perdere. Possiamo darvi molte informazioni utili.”
“Non mi hai convinta, mi dispiace.”
“La convinceremo madame.” Le dico, lanciando uno sguardo sensuale a Gin, Arthur e agli altri tizi.
“Uccidiamoli signora.”
“Macché... la biondina resta con me.”
Confabulano tra loro gli scagnozzi, sperando di ottenere anche un misero bacio da queste labbra. Wunderwaffe è l’unico che non si scompone e che rimane fisso a guardarci, senza esitazioni. Non sembra interessato alla mia bellezza o alle mie provocazioni. Gin invece ridacchia con i suoi complici, lanciando occhiate maliziose al mio sedere.
“Non mi piacete più di tanto, non è la vostra serata fortunata.” Ci dice la moglie del criminale, con un sorriso diabolico.
“Conoscete Shinichi Kudo?” Ci chiede in lontananza una voce, estremamente familiare. Mi volto a guardarlo, resistendo a mordermi le labbra. E’ Kemerl. Ma, nel vederlo, sussulto leggermente.
E’ diverso da quello che ho visto qualche giorno fa, non sembra neppure lui.
Ha molti meno capelli, e qualche chilo di più. Che abbia fatto una cura ingrassante nel giro di una settimana?
“Conosciamo tutti i nostri nemici.” Replica Heiji, sostenendo il suo sguardo.
La farsa sta andando avanti a gonfie vele per il momento. Certo, sentire da dire da Hattori di essere un nemico di Shinichi mi fa quasi ridere.
“Sareste nemici di Kudo? Uh, andremo d’accordo allora.”
“Diciamo che andremo d’accordo con parecchi a Tokyo.”
Kemerl si lascia andare ad una risatina sarcastica, che gli provoca alcune rughe sul volto.
Ad osservarlo meglio, è anche invecchiato.
“Con chi  ho l’onore di parlare?” ci chiede, incrociando le braccia al petto.
I suoi complici ci osservano impietriti, mentre Wunderwaffe continua ad osservare ogni nostro minimo passo.
“Vanille Haine e Nishi Fukushu.”
Presento me ed Heiji, ostentando un tono abbastanza deciso. Il gioco sembra farsi interessante, e quasi non mi accorgo delle pistole che prontamente vengono abbassate all’ordine di Kemerl.
“Benvenuti.”
Ci dice, divaricando le braccia. I suoi complici lo guardano straniti, forse quasi sorpresi.
“Ma Toichi...” cerca di replicare la moglie, evidentemente in disappunto. Ma lui la zittisce, ordinando a me e al mio amico di seguirlo. Tutti si ammutoliscono, mentre vedo Arthur guardarci con degli occhi strani.
Seguiamo il nostro bersaglio verso una stanza ancora più buia, dalla quale si apre una scala, nascosta nel terreno. Scendiamo di sotto, dove troviamo un altro e più ampio appartamento, dove sono accese mille e più luci. Ci guardiamo un po’ intorno, giusto il poco per orientarci.
“Dobbiamo lasciare tutto questo benessere per gli sbirri? Se riuscirete a convincerli che non sono qui, vi guadagnate un bel posticino in questo bel gruppetto.”
Io e il mio amico ci guardiamo, per poi lasciarci andare ad un risolino.
“Sarà un gioco da ragazzi.”
Che siano l’odio o la vendetta i nostri ideali non importa.
E’ fatta, siamo dentro. E da dentro, li stermineremo.

 
 
 
 
*Capitoli 28-29-30 di “Vivere d’emozioni”.

Angolino autrice ~
Buonpomeriggio cariiiiii!! <3
Avete visto? :D
Vi ho fatto una sorpresina... sono riuscita a scrivere questo bel capitoletto, proprio e solo per voi! :D
Ritenetevi onorati ù___ù
Vi comunico ufficialmente che siamo entrati nel cuore della storia!
Allora... avete capito qual era il piano di Heiji? 
Eh sì, proprio travestirsi e infiltrarsi da Kemerl.. e pare ci sia riuscito :D
E chi troviamo dal nostro amato Toichi? Proprio loro! Gin ed Arthur!!! 
Ve l'aspettatavate? :P Sono degli scagnozzi di Kemerl!
Sappiate che ne vedremo delle belle ^___^
Soprattutto con Ran, alle prese con la sua nuova ed erotica identità... :D
Che ne pensate dei nomi? Vanille Haine e Nishi Fukushu... per chi non ci è ancora arrivato a pieno, li spiegerò più in avanti, don't worry :D
(Quello di Heiji è un tantino più facile di quello di Ran.. ma sono tutti e due semplicissimi ;) )
Inoltre... altro piccolo regalino! <3
Non riuscite proprio ad immaginarvi Ran in questa nuova versione?
Ecco a voi Vanille Haine, in versione karateka <3

http://i47.tinypic.com/2gyd5qd.jpg
Bella no? :) Ringrazio nuovamente la mia amica per averla disegnata **
*
Adesso si passa ai ringraziamenti ù___ù
Ringrazio IAmSlightlyMad, Il Cavaliere Nero, aoko_90, Kaori_, mangakagirl e Delia23 per aver commentato il sesto chappy <3
Un ringraziamento speciale a cavy che ha recensito in una mattinata tutti i capitoli :D
Ringrazio Il Cavaliere Nero per aver inserito la storia tra le preferite,  e Lilla95 e arianna20331 per averla inserita tra le seguite!
*
Va bene, adesso vi lascio, ci sentiamo alla prossima!
Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate!!!
Un bacione graaaande!

Tonia

   
 
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