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Autore: Arashi Kaze    01/08/2012    3 recensioni
Una ragazza, una storia, un segreto! Tre semplici elementi che mescolati a Dragon Ball, danno vita a questa misteriosa Fan Fic, piena di enigmi e rompicapo.
Ecco un piccolo assaggio:
"- Le persone a cui mi affeziono, hanno il brutto vizio di morire. Sembra quasi una maledizione... -"
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goten, Marron, Nuovo personaggio, Trunks, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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The secret of Kaori

Si ricomincia da zero

- E così hai deciso di restare in silenzio…- Con passo, fermo e deciso, il vecchio, si avvicinava a me facendo roteare nella mano destra, un piccolo coltello svizzero dalla lama affilata –Sai cosa succede a chi non risponde alle mie domande?! Non lo sai vero?!- improvvisamente, me lo ritrovai a due passi di distanza.
In quel momento, riuscii a scrutare ogni suo minimo particolare: La sua lunga e incolta barba grigiastra, le guance smunte e raggrinzite a causa dell’avanzata età, le ossa che si intravedevano sotto le tempie, ma la cosa che catturò la mia attenzione, e che non riuscirò mai a dimenticare, furono quegli occhi color ghiaccio, che non trasparivano nessuna emozione, nessun sentimento,  in poche parole erano privi di vitalità.
Il vecchio ha allungato il coltello verso il mio viso - Farai una bruttissima fine!-
Il mio battito cominciò ad accelerare, le mani erano sudate, e il mio corpo non smetteva di tremare –Non mi importa- urlai, scuotendo energicamente il capo.
Qualcuno, alle mie spalle, mi strinse i polsi e lì portò all’altezza dei  fianchi.
-Ma come sei coraggiosa! Complimenti, hai deciso di fare la fine di tuo fratello, vero signorina Kaori Chan?-
Alzai lo sguardo, cercando di respingere le lacrime. Mio fratello odiava vedermi piangere. – Direi che è un ottimo modo per lasciare questo mondo.- ho detto, puntando i miei occhi lucidi nei suoi –Non aprirò bocca per nessun motivo! Mi hai portato via l’intera famiglia, adesso uccidi anche me! Mi farai solo un piacere!-
Nel frattempo il vecchio, cominciò a percorrere il mio viso con quella lama affilata. A quel tocco sussultai, e la presa ai polsi divenne ancora più forte.
-Come potrei uccidere l’unica ragazza, che è a conoscenza del segreto che potrebbe rendermi l’uomo più ricco del pianeta?! Non sarebbe una decisione saggia, vero?! Ma un ricordino voglio comunque lasciartelo…-
Il tempo rallentò. Il coltello salì davanti i miei occhi,  e tagliò.
Il vecchio fece un passo indietro, mentre notavo che,  la presa attorno i miei polsi stava man mano  scemando fino a scomparire.
Lungo la fronte, sentivo una striscia di fuoco rovente, appiccicosa e bagnata. Era proprio quello il punto in cui mi aveva tagliato.
Osservai l’anziano pulire il coltello, intriso di sangue,  con il lembo della tunica color avorio, poi portai con timore la mia mano sinistra sul punto dolente.
Al tatto la ferita sembrava superficiale, ma il sangue sgorgava copiosamente da essa tanto da macchiarmi tutto il viso.
Era notte fonda e il lampione, che illuminava quel vicolo cieco , dimenticato dal mondo, continuava ad accendersi e spegnersi ad intermittenza.
Indietreggiai di qualche passo, appoggiai la schiena alla parete di un vecchio edificio ingrigito dallo smog,  e mi lascai cadere, tenendo lo sguardo fisso su quel bastardo che aveva osato portami via le persone a me più care.
-Arrivederci Kaori!- mi disse giungendo le mani, accennando un piccolo inchino. –La prossima volta che tornerò, voglio sapere tutto! Non deludermi.-

Lo guardai allontanarsi, scortato da quel misterioso uomo che mi aveva tenuta ferma, poi mi tolsi il giubbotto di jeans, e ripulii la mia faccia, in modo da non destar sospetti una volta uscita da quel vicoletto, teatro di atti crudi e violenti, di cui il mondo non avrebbe  mai  saputo nulla.
*****
Da quel giorno,  è ormai passato un anno. L’anziano non è più tornato ed io, sto cercando di rifarmi una vita.
La cicatrice sulla mia fronte è ancora molto evidente, ma la mia frangia la copre benissimo.
Per chi non l’avesse capito, il mio nome è Kaori Chan. Sono una ragazza di diciassette anni e vivo, con la mia tutrice, Haru, in un piccolo appartamento vicino all’Orange Star High School  di Satan City.
Haru è un’infermiera, di circa quarant’anni. È una donna molto attraente ma non ha mai trovato l’amore della sua vita. Mi ha adottata dieci mesi fa, e con lei non ho stretto nessun legame particolare. Dovrei esserle grata di avermi cacciato da quell'orribile orfanotrofio, ma la mia vita mi ha insegnato una cosa molto importante : Le persone a cui vuoi bene, prima o poi moriranno!
Ho già perso troppe persone, non mi va di affezionarmi a qualcun'altro per poi perderlo nuovamente.
*****
Oggi è il mio primo giorno di scuola, la cosa non mi eccita per niente, ma per dare una svolta alla mia vita, credo che questo  sia il primo passo giusto da fare.
Sono le otto in punto. Cavolo! Sono in ritardo!
Mi infilo nella doccia, tempo dieci minuti e sarò pronta.
*****
Come non detto! Sono le otto e venti , e ho appena finito di asciugarmi i capelli, menomale che la scuola è a due passi da casa.
Prendo la mia tracolla e mi precipito verso l’uscita.
Corro velocemente, ansimando a perdifiato, verso l'enorme edificio della scuola, ci sono quasi!
Ma ecco l'imprevisto: Sento il mio cellulare squillare, mi fermo, e mi accingo a cercarlo nella mia tracolla.
-Attenta!- mi urla qualcuno.
Alzo lo sguardo di scatto, ma non faccio in tempo a spostarmi.
Un tizio con una bicicletta mi e venuto addoso, facendomi cadere con il sedere a terra.
-Razza di rimbambito! Si può sapere dove guardi, eh?!- gli grido, mentre cerco di rialzarmi.
Il ragazzo mi ha sorriso e ha risposto: -Scusami, non mi ero accorto che i freni di questa inutile bicicletta sono rotti- 
L'ho guardo attentamente. è un tipo niente male: Abbastanza alto, con addominali scolpiti che si intravedevano anche attraverso la sua maglietta rossa. I suoi capelli color ebano, lunghi fino al altezza della nuca, sono spettinati e ribelli, con piccoli ciuffetti che ricadono sulla fronte.
Anche lui comincia a osservarmi con quei suoi occhi neri come la pece -Permettimi di aiutarti- mi dice gentilmente, porgendomi una mano.
- Grazie, ma ce la faccio da sola- Mi rialzo, e riprendo a camminare verso la scuola.
-Il mio nome è Goten!- urla, in modo che io potessi sentirlo.
Mi fermo per un istante "Questo nome non mi è nuovo" - Addio Goten- rispondo , senza neanche voltarmi.


Angolo della scienziata pazza:
Ni Hao ragazzi! Questa è la mia primissima fan fiction! Cosa ne pensate?! Merita di essere continuata o...la cancello?! 
Attenderò le vostre recensioni.
Un abbraccio grande, grande...
-Arashi Kaze


 
  
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