Vogliate scusare questo (breve) inizio un po’ cosi, ma la storia sara’ un po’ diversa dalle altre, almeno lo spero. Ho ben in mente dove voglio andare, spero di arrivarci (anche perche’, paradossalmente, l’ultimo capitolo e’ gia’ scritto). Con calma, pero’...
Cio’ non toglie che ci saranno alcuni momenti piu’ “carini”, gia’ a partire dal prossimo capitolo: chi mi conosce, sa come scrivo e cosa mi piace, anche se questa volta non e’ cosi scontato.
Per chi invece mi legge per la prima volta, forse e’ il caso di sbirciare le storie precedenti (non mi sono mai decisa a farne una serie...), giusto perche’ c’e’ tutta una linea temporale.
Buona lettura!
VENDETTE
Prologo
Il ponte dove si trova e’ deserto: nessuno con un po’ di buon senso, si avventurerebbe mai fuori con questo freddo, a meno di avere un motivo piu’ che valido.
Questo, e l’ora tarda, fanno di questo ponte un luogo perfetto per l’incontro che lo aspetta.
Mentre guarda le acque scure del Tamigi scorrere sotto di lui, riflette che questo e’ l’unico modo in cui tutto puo’ finire, in cui lui stesso vuole che tutto finisca.
La rabbia e l’angoscia sono cosi forti, che rischiano di prendere il sopravvento.
Non se lo puo’ permettere.
Per anni, non ha lasciato che i sentimenti entrassero nella sua vita, che lo condizionassero. Ha lasciato invece che la logica lo guidasse, gli permettesse di essere quello che la sua mente brillante gli chiedeva di essere.
Poi, tutto e’ cambiato.
No.
Tutto e’ migliorato.
Osserva la fede all’anulare sinistro. Da quando si e’ sposato, spesso si ritrova a giocherellarci mentre sta pensando, come se il semplice tocco di quell’anello lo aiutasse a concentrarsi. Per un attimo, ripensa a quando lei con sguardo timido gli ha detto che non era obbligato a portarlo, se non lo desiderava. Le ha risposto che era un’idea illogica, quell’anello suggellava la loro unione, l’aveva sposata perche’ gli piaceva l’idea che lei fosse sua.
Sua.
Il suo sorriso.
Il suo corpo.
La sua anima.
Di nuovo, le sensazioni e i ricordi sembrano travolgerlo, si aggrappa alle sbarre del ponte e chiude gli occhi, sentendoli bruciare forte.
Lui non piange mai, non lo fara’ neanche ora.
Piu’ tardi, quando tutto sara’ finito, si permettera’ di lasciarsi andare.
Sesara’ ancora vivo.
A un tratto, sente che lui e’ qui.
“La vedovanza non ti si addice, Sherlock. Hai un aspetto orribile”
Sherlock Holmes fa un respiro profondo e si volta verso la figura nell’ombra che ha appena parlato.
ecco: sara’ di nuovo una storia a ritroso nel tempo.
Alla prossima!