Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: xkidrauhlover69    02/08/2012    4 recensioni
feci un sogno l'altra notte, ed è il primo capitolo della mia storia.
avete presente quando si viene svegliati nel bel mezzo di un sogno bellissimo e richiudete gli occhi nel tentativo di cercare un finale? ecco, questo è quello che voglio fare.
beh, alexis è una ragazza timida, ma estroversa e forte, piena di se, ma nasconde tutto ciò dietro un angolo di cuore.
summer è la sua migliore amica, ma può vederla solo di nascosto.
cambierà tutto ciò quando si trasferirà da toronto a los angeles per andare al college?
e quel ragazzo biondo?
spero vi piaccia.
-alexis.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Capitolo 1.

 

-alexis sei pronta? Stiamo aspettando tutti te, dai.- disse suo padre con tono alterato.
-arrivo adrian, scendo subito, sto prendendo la pochette.-
Non lo chiamava mai “papà”, lo detestava con tutta se stessa per essersene andato via dalla sua vita quando era ancora una bambina che giocava tutti i giorni con la sua barbie preferita.
 
Scese le scale, stando attenta all’abito che indossava, un bellissimo abito grigio perla che le illuminava il sorriso e gli occhi, tinti di un azzurro particolare che le ricordavano molto quelli della nonna, l’unica donna con cui si confidava e che la capiva, dopo sua madre.
 Quell’abito era uno dei suoi preferiti.
Quella sera erano diretti in una delle tante cene di lavoro di adrian, una delle solite, dove tutti sono tirati a lucido. Quanto odiava la sua vita così monotona. Odiava essere in quelle condizioni principesche,di non poter frequentare se non di nascosto la sua migliore amica quando voleva o quando era sola e ne aveva bisogno. Non vedeva l’ora di andare al college, Los Angeles l’ aspetta. Alexis Jordan a Los Angeles, in una scuola normale, un sogno che si avvera.
Ogni passo che faceva era una scusa per farle odiare quelle scarpe tacco 12.
 
-eccomi.- accennò un sorriso verso sua madre, la prese per braccio e si diressero  verso la macchina, senza dare spago al padre, ma per lui era ormai un’abitudine non avere sue attenzioni e di questo entrambi ne risentivano, ma la moretta non poteva far a meno di pensare a quello che era successo, a quanto l’assenza del padre le rovinò l’infanzia e parte della sua adolescenza.
 
Un viaggio lungo poco meno di 10 minuti, non volò una mosca per tutto il tragitto, non vedeva l’ora di arrivare.
Solitamente in una di queste cene suo padre era pronto a presentarle subito qualche figlio di papà, che con aria da strafottente le veniva in viso e pronunciava quel suo nome complicato. L’ultimo si chiamava François, cravattino stretto in collo come una corda per l’impiccagione e giacca e camicia nere, rigorosamente stirate da chissà quale domestica.
Le sembrava uno scherzo, una presa in giro. “Oh Italia mia quanto mi manchi. “ le era solito pensare.
 
-dai che siamo arrivati piccola.- quanto  amava sua madre quando la chiamava così, con quella sua voce che ti donava serenità e quel viso sempre solare, era capace di farle cambiare la giornata, e non c’era volta in cui Rosie non si curava della figlia.
Le sorrise e poi scese sbuffando, non erano ancora arrivati che già non vedeva l’ora di tornare a casa per fiondarsi sul letto ad ascoltare il cd del suo cantante preferito. La musica era l’unica cosa che la legava al padre, appassionatissimo di jaz, ed era questo il suo lavoro. Lavora appunto nell’industria musicale.
 
Quella sera erano a casa del direttore di lavoro di Adrian, che sperava che tutto andasse per il meglio.
 
-mamma ma chi sono questi?- chiese con aria visibilmente frustata e annoiata.
-è quell’ arrogante che ha costretto tuo padre ad andare via dall’italia e che te l’ha portato via per così tanto tempo.- 
Non rispose, abbassò lo sguardo e continuò a camminare accanto alla madre cercando un qualche riparo dal vento di maggio, mentre il padre si era già precipitato dal capo chissà per raccontare quale delle sue grandi imprese, per una nuova promozione ovviamente.
Una casa enorme, piena di luci e gente che sembrava dovesse partecipare ad un matrimonio, non volava una parola di troppo, erano tutti così precisi.
Entrarono  con un sorriso forzato in quella casa per salutare tutti, in fondo Rosie le aveva insegnato a sorride in qualsiasi occasione, di farlo per il suo bene, perché aveva un sorriso bellissimo.
A quella serata partecipava anche sua cugina, Elisabeth, l’unica con la quale poteva avere un rapporto di amicizia secondo suo padre. Frequentava il college già da due mesi, era bellissima, colta e simpaticissima allo stesso tempo.  Fortunatamente stasera non sarebbe rimasta da sola e avrebbe potuto parlare d’altro invece che dei soliti viaggi che la madre con orgoglio raccontava a tutti.
“come sei bella alexis, come ti sei fatta grande, come ti sta bene questo vestito, come stai? Hai trovato un ragazzo?” passò venti minuti di panico, ma la cena sembrava non arrivare mai, e tra un’interrogatorio e l’altro guardava sua cugina con aria scocciata.
 
-vieni alexis, siediti vicino a me.- disse sua cugina con quel sorriso che illuminava l’intera stanza.
-certo.- le sorrise a sua volta e si sedetta accanto a lei.
 
C’era un po’ di tensione tra loro,  non sapevano di che parlare, era anche plausibile dato che non csi rivedevano da molto.
-mi hanno presentato un certo joseph, justin, boh, non mi ricordo il nome.- 
-ah si?- rise guardandola  incantata.
-che tipo ale, proprio un figo. Vuoi vederlo?- era così che la chiamava.
-si certo.- 
Posò la sua salvietta e le fece spazio tra le bottiglie per vedere bene tra i tavoli, c’era un mare di gente.
-lo vedi? E’ quello  lì, giacca nera e maglietta bianca con il collo a v.- stava quasi per ridere perché sapevano entrambe che uno così non avrebbe nemmeno potuto parlare con loro secondo i nostri genitori.
-no eli, non lo vedo, e poi uno così dove vuole andare?-
-dai, ma come? È quel biondino che sta parlando con quella ragazza lì.-
Lo vide, e disse allibita a sua cugina…no, veramente non disse niente, era rimasta a fissarlo in silenzio.
“Se solo ci fosse uno così in ogni cena ci andrei molto più volentieri” pensò.
 
-wow.- mimò con la bocca, non le uscì un fiato. Era veramente bellissimo.
-visto? Vai a parlargli dai, corri.- rise e la fece alzare dalla sedia.
-no Elisabeth, ma sei scema? Non posso andare lì e presentarmi, poi non mi noterebbe mai, e se mio padre mi vedesse con uno così non mi rivolgerebbe la parola.- stava alzando la voce un po’ troppo, e sinceramente se il padre non le avesse rivolto la parola non le avrebbe dato poi tanta noia. Si girarono tutti al tavolo, ma non diede importanza agli altri ospiti, si rimise subito a sedere, ma quando girò lo sguardo vide che quel joseph, justin, o come si chiamava, la stava guardando con una faccia alquanto strana.
Ridendo Elisabeth si rimise a sedere.
-dai alexis.- rideva, rideva e rideva.
-cosa ridi? si è girato, oddio che figura di merda. Ti uccido lo giuro.- si mise le mani sugli occhi arrossendo dalla vergogna.
-e se ti dicessi che si è appena alzato? O che per esempio adesso ti sta guardando? O che sta per venire qui?-
Non fece un fiato, si limitò a sorridere timidamente dietro le mani che le coprivano il viso.
 
Sentì toccarsi il fianco destro, e sapendo che sua cugina era seduta alla sua sinistra sobbalzò. Era una tipa molto timida.
Si girò verso sua cugina istintivamente, che la fissava con aria da furba, quasi sul punto di scoppiare in una risata isterica.
-ELISABETH MA CHE CAZZO FAI? SANTO DIO SEI UNA CRETINA! CREDEVO CHE FOSSE QUEL JOSEPH, JUSTIN, O COME SI CHIAMA, QUEL TIZIO BIONDO INSOMMA, MI STAVA PER PRENDERE UN COLPO. NON FARLO MAI PIU’.- alzò la voce, tanto tra quel ronzio di voci non si sarebbe notata la sua, le diede uno schiaffo sulla coscia. Lei non rispose, non fece un fiato, ma aveva stampata in viso un’aria da mentecatta.
 
-mi chiamo justin comunque.- sentì una voce di qualcuno che le passava dietro.
si girò lentamente, piena di rossi in viso.


__________________________________________________________________________

Ho cambiato un pò la storia per avere maggiore ispirazione, ho cambiato i verbi, non è pù alexis a raccontare la sua storia, ma un narratore esterno (?)
in questo modo riesco a scrivere meglio.
spero veramente che vi piaccia, ci sto impiegando molto perchè amo scrivere e volevo fare una ff da tantissimo tempo, infatti non vedo l'ora di pubblicare un nuovo capitolo. 
Lasciate tante recensioni.
-Alexis

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: xkidrauhlover69