Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: AriiiC_    02/08/2012    3 recensioni
Come sono andati i primi Hunger Games? Quegli Hunger Games senza favoriti subito dopo la guerra? Quegli Hunger Games appena istituiti e non ancora legge?
Anneka ha 14 anni e viene dal distretto 9. E' praticamente orfana.
Ha due fratelli e un migliore amico che si offre per salvare uno di loro.
Non vuole morire, ma è pronta a farlo se servirà per salvare qualcuno a cui tiene.
Storia momentaneamente ferma.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mi sveglio sudata in piena notte, e vedo accanto a me i letti di Althea e Blake. Lui ha un anno meno di me, e lei uno meno di lui. Sono appena finiti i Giorni Bui, e un distretto è stato raso al suolo. Ma loro sembrano non averne niente a che fare: non gli importano le cause. Non gli importa cosa è successo nel mentre. Gli importano solo le conseguenze: nostra madre è morta. E' stata una mina antiuomo: se non fosse stata così vicina, l'avrebbe solo mutilata... Ora siamo costretti a vivere con un padre che, più che un genitore, sembra un girasole che non si ferma mai per seguire qualcosa di irraggiungibile, che sogna da sempre.
 
Prima di rendermene conto è la mattina del 28 luglio, e ho la Tv accesa davanti a me, con il pass-pro che parla degli Hunger Games, i giochi degli affamati. Ne parla, ma non dice nulla. Solo il giorno in cui presentarsi. Ed è oggi, la mietitura. Ma non la mietitura che nel mio distretto, il 9, è totalmente normale: la mietitura è un termine coniato dai presentatori Capitolini, e già come suona ti terrorizza. Mi alzo in piedi senza ciabatte sul parquet, e penso a questo posto che è casa mia. Casa nostra, in realtà. Le pareti bianche sono in contrasto con l'alba fuori dalla finestra. Ma il lettino di Al è giallognolo, e la fa sembrare parte integrante dell'atmosfera, dato che dorme davanti alla finestra. Esco a buttare la pattumiera, niente oltre a due bucce di banana, e vedo Hyper, il mio migliore amico. Ha 16 anni, due in più di me, ed è stato strano il modo in cui ci siamo incontrati: ero seduta sulla soglia di casa, mia mamma era appena morta. Piangevo. Lui venne e mi porse il fazzoletto. Solo quel gesto mi diede la forza di andare avanti, di prendere il controllo della vita della mia famiglia. Questo era un anno fa, ora ci vediamo ogni volta ci è possibile: praticamente ogni giorno. Ma non oggi. Gli faccio un cenno col capo, e lui ricambia. Stesso identico umore nero. Lui è figlio unico, i suoi genitori sono benestanti e non gli hanno mai fatto mancare nulla. Va a caccia per non dipendere da loro e per non passare la vita in casa. Comunque non ha nulla da temere. Ma io sì. E devo anche preparare i miei fratelli. Corro a casa e apro la cassa di legno che ci fa da armadio. Mi metto un vestito a scacchi bianchi e rossi e lascio i capelli biondi sciolti. Prendo il vestito blu a mia sorella, legandole i capelli scuri con un nastro in tinta. Era mio, lo usavo quando tutto andava bene, e non mi piace vederlo addosso a lei in questa occasione. Mio fratello si veste da solo. Mette uno smoking. Appena ci vedo penso alla nostra poca differenza d'età e a quanto siamo diversi fisicamente: io sembro già adulta, mia sorella ancora bimba. Non le darei più di 9 anni, se non la conoscessi. Mio fratello è l'unico proporzionato: nè troppo minuto perchè ha sempre fatto ginnastica, nè troppo grosso perchè non siamo ricchi, e capita spesso che non ci sia cibo per dare un pasto completo a tutti e tre.
 
Andiamo in piazza, ci mettono in fila: maschi a destra, femmine a sinistra. Vedo i vestiti colorati delle mie coetanee. La maggior parte le conosco: per scuola, perchè abitiamo vicine o semplicemente le ho viste un paio di volte alla mietitura. Ci prendono una goccia di sangue per identificarci e ci mandano davanti al palco istallato apposta per l'occasione. E' immenso: nero quasi del tutto. C'è uno schermo di tela, perciò capisco che ci deve essere un proiettore. Sopra c'è un confetto...ah, no: è una ragazza. Non può avere più di 20 anni, ma è capitolina dalla testa ai piedi. Ha un ombretto rosa, e un rossetto fuxia. La parrucca è rosata e acconciata in modo complicato, la pelle è cadaverica. Dice di chiamarsi Isis, e ci da il benvenuto. Passa un filmato che parla delle battaglie: tanti morti, e non siamo neppure liberi. Mi scende una lacrima, Althea accanto a me singhiozza. 
Vedo Blake distante e impassibile. Per la prima volta ci penso: a questa prima mietitura ci saranno tre Wilson. Il sindaco ci spiega come funzionerà: 2 ragazzi, maschio e femmina, i tributi, saranno portati a Capitol. Poi chi sa. Dice anche che ci si può offrire volontari per qualcuno, ma dobbiamo sapere che ciò potrebbe avere conseguenze abnormi. Nient'altro.
 
Va verso la boccia delle ragazze, per pescare un nome. Spero non sia Al, non Al, non Al...
 
'ANNEKA WILSON!'
 
Appena realizzo vedo Al che piange e singhiozza. Non capisco se ha ricominciato o non ha mai smesso: nella tensione non ci ho fatto caso. So che vuole offrirsi volontaria, così la abbraccio come faccio solo con lei e Blake. Le dico di non provarci vicino all'orecchio. Mi faccio strada verso il palco, impotente, dopo un incoraggiamento della dolcissima voce di Isis. Le stringo la mano, sorrido. Voglio sembrare felice, amorevole e determinata. Invece sono tutto il contrario.
 
Chiede se ci sono volontarie, e vedo Althea titubante. E' un sollievo non vederla offrirsi.
 
Va verso i nomi maschili, e un terrore si fa strada dentro me...
 
'Il tributo maschile del distretto 9 è....BLAKE WILSON!!'
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: AriiiC_