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Autore: arthursheart    02/08/2012    1 recensioni
Si trovavano in una stanza quadrata non molto grande e poco illuminata, le pareti erano blu scure e c'erano due sedie. Justin si sedette su una di queste invece la ragazza, che era molto agitata, iniziò a camminare avanti e indietro. Aveva paura, era terrorizzata e non capiva cosa volesse da lei quell’uomo.
"Justin avevi detto che non stava succedendo niente! Perché mi hai portato qui? Chi erano quei tizi e cosa vogliono da me?" disse la ragazza con la voce tremolante.
"Jennifer non avere paura. Stai calma! Hai detto che ti fidavi di me, no?!"
"Adesso non so più se mi fido di te!” disse la ragazza continuando a fare su e giù nella stanza.
“Jennifer è già abbastanza complicato, non ti ci mettere anche tu!” disse il ragazzo alzando la voce.
La ragazza si fermò e rivolse lo sguardo all’amico, poi disse:
“Bene, allora mi fiderò di te quando mi dirai tutto! Voglio sapere perché sono qui!"
"Certo, adesso se per favore ti siedi ti dirò tutto ciò che so e che mi hanno detto devo dirti!" aspettò che la ragazza si sedeva accanto a lui e poi iniziò a parlare di nuovo.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Justin ci sono troppe persone, non puoi uscire!” disse l’uomo seduto in sala d’attesa.
“Lo so, Scooter, li ho visti. Che facciamo?” chiese il ragazzo con aria smarrita.
“Potremo chiamare il notiziario e dire che arriviamo domani, perché abbiamo perso l’aereo. Aspettiamo che inizino a diminuire le persone che sono qui fuori e usciamo!” spiegò il suo manager.
“È una splendida idea! Adesso chiamo subito il notiziario!” disse la madre lasciandoli da soli.
Justin guardò la madre mentre si allontanava, avrebbe preferito restare con lei anziché con Scooter.
Ormai erano giorni che evitava di restare solo con il suo manager, dopo quella famosa mattinata, in cui uomini sconosciuti decisero il futuro della sua vita.
Aveva subito pensato di accettare, ma in qualsiasi caso sarebbe stato costretto a farlo, ormai lo aveva capito.
Scooter, che quel giorno era con lui, conosceva tutto, ed erano incastrati in questa cosa insieme.
Nel frattempo Pattie era tornata da loro, dopo la telefonata.
“Ragazzi ho chiamato il notiziario, e sotto falso nome ho detto di aver visto Justin Bieber ancora all’aeroporto che si lamentava di aver perso l'aereo."
“Ben fatto Pattie!” disse Scooter, sorridendo alla donna.
Justin aveva prestato poca attenzione al piccolo scambio di battute, poiché era sempre più perso nei suoi pensieri.
Arrivò alla conclusione che, forse, non sarebbe stato tanto male ciò che lo aspettava.
Aspettarono il tempo necessario a far andare via tutte le persone presenti fuori l’aeroporto, poi velocemente raggiunsero un taxi.
Dopo circa un quarto d’ora arrivarono al cancello di una bellissima villa a due piani.
“È una casa grandissima, non è esagerata?” esclamò Pattie mentre entravano.
“No, Pattie va bene. Non vogliamo mica che la superstar Justin Bieber abiti in un piccolo appartamento di città? Suvvia” disse ridendo l’uomo.
“Le nostre valigie?” chiese Justin che aveva appena raggiunto i due.
“Sono qui da qualche giorno, dovresti saperlo” rispose la donna.
“Si, giusto. Scusa, l’avevo dimenticato” mormorò lui, scuotendo la testa.
Era circa una settimana che aveva sempre la testa tra le nuvole, pensando a tutto e a niente.
La cosa più importante però era che non gli avevano tolto la musica e le sue Beliebers, avendogli imposto di continuare la sua vita normale per non destare sospetti.
“Perché non vai a sistemare le tue cose? Così scegli anche la tua stanza” gli disse sorridendo la madre.
“Ha ragione tua madre, dai vieni che ti aiuto” disse Scooter, tirandogli la maglietta, costringendolo quindi a salire le scale.
Lo portò in una grande stanza. C’era un letto matrimoniale, un ampio armadio, una scrivania e una finestra molto grande.
“Ecco: questa è la tua stanza.”
Justin si guardò intorno, notando che in un angolo della camera c’erano le sue valigie proprio come gli aveva detto la madre.
Quando tornò a guardare Scooter, egli stava chiudendo la porta della camera a chiave.
“Ehi! Che fai?” chiese Justin mentre si avvicinava a lui.
“Calma, calma signorino! Dobbiamo parlare, quindi dammi il tuo cellulare”
“Non abbiamo niente da dirci” disse il ragazzo a mo’ di sfida, mentre dava il suo cellulare all’uomo che aveva di fronte.
“Invece credo di si” fece una pausa per poter spegnerli entrambi.
"Mi sbaglio o è una settimana che mi stai evitando?”
“No, non sbagli” rispose, sussurrando. Per quanto volesse essere arrabbiato con quell’uomo non ci riusciva e non riusciva neanche a mentirgli.
“Lo sai che non è colpa mia. Ne sapevo meno di te prima di quella riunione” disse a bassa voce il suo manager.
“Lo so Scooter, scusa. Ho solo un po’ paura. Potrei rischiare la vita per qualcosa che non mi riguarda” disse il ragazzo stendendosi sul letto.
“Ormai ti riguarda, e riguarda anche me. Sei stato scelto. E dovrai eseguire gli ordini.”
“Perché siamo qui a Stratford?” chiese il ragazzo, dopo qualche attimo di silenzio.
“Tu sei di Stratford, no?” disse Scooter, come se volesse arrivare ad una conclusione ovvia.
“Niente giri di parole, se devo fare ciò che dicono, voglio anche sapere perché. Devi dirmi tutto quello che sai” disse Justin sedendosi.
Scooter si sedette accanto al ragazzo.
“Tu sei nato e vissuto qui. Loro ti hanno osservato e ti hanno scelto per qualche motivo a noi ancora sconosciuto. Adesso vogliono che trovi una compagna, non puoi affrontare questa cosa da solo, e deve essere una ragazza. Hanno detto che prima di rivelarle tutto devono prima vederla” fece una piccola pausa per cercare di capire cosa il ragazzo stesse pensando, non ci riuscì quindi continuò: “Credo che loro già sappiano chi dovrebbe essere la tua compagna di avventura, ma ti stanno mettendo alla prova per vedere se riesci a trovarla. Non ti hanno dato nessuna scadenza, anche perché devi prepararti bene, per questo volevo proporti di iscriverti in palestra. Così ti allenerai e potrai iniziare lì la tua ricerca.” concluse poi.
“Sai quante ragazze ci sono qui a Stratford? Sarà difficilissimo” si lamentò il ragazzo.
“Ricorda che devi analizzare le capacità della ragazza. Hai ancora tempo, non fare niente di affrettato. L’hai detto tu, no? Potresti rischiare la vita, quindi devi prima di tutto preparati bene fisicamente. La palestra dove potresti iscriverti ha un'ampia scelta ed è fornita di qualsiasi tipo di attrezzo e ha istruttori molto capaci in molti sport. Potresti provarli tutti.”
Il ragazzo a queste parole sbuffò pesantemente: “Mi dici come faccio? Non sono indistruttibile”
Scooter si avvicinò all’orecchio del ragazzo in modo che sentisse solo lui, e disse:
“Ti do un piccolo aiutino: c’è una persona in quella palestra che si allena in tutto”
Justin spalancò gli occhi, non poteva credere a quello che aveva sentito!
“Ma è un maschio o una femmina? Ma allora.. Tu sai chi è la ragazza che devo scegliere?!” il ragazzo iniziò ad andare su di giri.
“Mi hanno detto solo questo, ma volevo tenerti sulle spine” esclamò Scooter facendogli l’occhiolino.
“Brutto bastardo!” Justin si buttò sull’uomo e iniziarono ad improvvisare una lotta.
Dopo qualche minuto Scooter iniziò ad urlare, ridendo: “Ok mi arrendo! Hai vinto!”
“Ecco bravo, adesso sì che ragioniamo! Contro Justin Bieber nessuno può vincere!” il ragazzo guardò l’uomo che aveva di fronte e iniziarono a ridere.
“Allora c’è qualcos’altro che vogliono che io sappia?” chiese Justin, facendosi serio all’improvviso.
“Beh devi scoprire chi è la ragazza e conoscerla bene. Dovete diventare amici e devi ottenere la sua fiducia prima che la portiamo lì e che tu gli riveli tutto”
“Aspetta! No no no no! Non posso essere io a parlarle di questa cosa” protestò il ragazzo.
“Devi essere tu a dirglielo perché lei a quel punto si fiderà di te, non di me e non di quei tizi sconosciuti, e potrebbe non reagire bene e scatenare qualcosa di spiacevole” disse Scooter.
“Non possono ucciderla. Se mi fossi rifiutato io, loro mi avrebbero controllato ma non ucciso” disse scandalizzato Justin.
“Tu sei un cantante famoso, tutti noterebbero la tua sparizione improvvisa, lei invece è una ragazza normale. Sai quante ragazze al mondo vengono rapite e poi non ritrovate più?!”
Justin stava per continuare a protestare quando qualcuno bussò alla porta della sua stanza.
“Justin, Scooter siete lì?” era Pattie.
“Sì, mamma, siamo qui” rispose il ragazzo.
“Ero venuta a ricordarvi che stasera siamo ospiti a cena da quella mia vecchia amica”
“Sì, certo, non l’avevamo dimenticato” la rassicurò il ragazzo, cercando di trattenere una risata.
L’avevano dimenticato.
Scooter uscì dalla stanza e lasciò il ragazzo da solo.
Justin aprì una delle valigie e iniziò a cercare qualche vestito adatto ad una cena.  Infine optò per un jeans, una semplice maglietta e le sue immancabili supra. Fece una doccia veloce, si vestì e poi si fermò a guardare il suo riflesso nello specchio. Non si riconosceva più da una settimana. Sentiva di avere una responsabilità enorme sulle spalle anche se non sapeva praticamente nulla.
Si girò di scatto cercando di cancellare quei pensieri che lo tormentavano e uscì da quella stanza.
“Oh Justin finalmente sei pronto. Su, andiamo che ci staranno già aspettando” esclamò Pattie appena vide il figlio raggiungerli. Lei e Scooter erano seduti sul grande divano beige, al centro dell'enorme salone.
Era una stanza molto semplice con le pareti bianche, due grandi finestre con tende dello stesso beige del divano e, unico particolare tecnologico, un'enorme tv.
In quella casa tutto sembrava più grande del normale.
“Ehi Justin! Avrai altre occasioni per osservare la tua nuova casa, dobbiamo andare adesso” disse ridendo Scooter sull’uscio.
“Si, scusa Scoot. Mia madre è già uscita?” chiese il ragazzo raggiungendolo ed uscendo dalla casa.
“Si, è sul vialetto. È molto eccitata di rincontrare la sua vecchia amica. Sembra una bambina che ha appena ricevuto una nuova bambola” disse l’uomo chiudendo la porta d’ingresso.
“Sbaglio o ti luccicano gli occhi?! Scoot, è mia madre” disse Justin diventando improvvisamente serio.
“Che fanno i miei occhi?! Justin ma sei fuori di testa?” sbuffò l’uomo mentre s’incamminava per raggiungere la donna che li aspettava già fuori la porta della casa accanto.
“Non sono fuori di testa, ma non farti venire strane idee eh” disse Justin guardandolo negli occhi.
“Non ho mai strane idee e adesso raggiungiamo tua madre”
  
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