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Autore: Emerald Liz    02/08/2012    2 recensioni
"Documenti, documenti e ancora documenti.
Inutili montagne di scartoffie che lo guardano e reclamano la sua attenzione.
Sebbene la sua espressione altera sia la stessa di sempre, la noia lo sta divorando, e riesce a malapena a trattenersi dall’alzare gli occhi al cielo in preda all’esasperazione."
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Byakuya Kuchiki, Renji Abarai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Documenti, documenti e ancora documenti.
Inutili montagne di scartoffie che lo guardano e reclamano la sua attenzione.
Sebbene la sua espressione altera sia la stessa di sempre, la noia lo sta divorando, e riesce a malapena a trattenersi dall’alzare gli occhi al cielo in preda all’esasperazione.
Ma, ovviamente, non lo fa: lui è Byakuya Kuchiki, capitano della sesta brigata del Gotei 13 e ventottesimo capo della nobile famiglia Kuchiki, e non può lasciarsi andare a queste espressioni di disappunto verso il suo lavoro.
Nonostante questo, si lascia sfuggire una smorfia appena accennata, giusto un’increspatura delle labbra, alla vista della pila di documenti ancora da leggere e compilare.
Sorprendentemente, il suo vice ha finito il lavoro prima di lui, e da pochi minuti si è congedato.
Sapendosi solo, il capitano si stira leggermente gli arti intorpiditi dalle troppe ore seduto alla scrivania, gettando allo stesso tempo un’occhiata di sfuggita alla finestra.
Si sorprende di vedere un cielo scuro illuminato solo dal luccichio delle stelle: da quanto tempo è lì dentro?
La leggera brezza che filtra dalla finestra non basta a sollevarlo dal torpore che lo sta invadendo, e il capitano si trova a pensare con desiderio al suo enorme letto nella magione dei Kuchiki.
Ma un capitano è un capitano, e questo in particolare non oserebbe mai andarsene a dormire lasciando in sospeso gli affari della sua brigata.
Così, facendosi forza, prende l’ennesimo foglio dalla pila e comincia a leggerlo.
Le sue palpebre si fanno pesanti, e il capitano si ritrova quasi addormentato dopo il primo paragrafo del documento.
“Mi servirebbe proprio qualcosa per svegliarmi… magari uno di quei tè che prepara Rukia, tanto forti quanto buoni.” Al pensiero di sua sorella un sorriso compare sulle sue labbra.
“Sì, decisamente, un tè forte sarebbe l’ideale, ora.”
Ha nel frattempo ricominciato ad esaminare il documento, quando sente bussare alla porta.
«Avanti.» dice, perplesso.
Chi può essere a quell’ora?
La porta si apre, e il volto del suo vice appare nello spiraglio.
Il capitano è sorpreso, ma non lo dà a vedere.
Il vice entra, tenendo in mano con cura una tazza fumante.
Il solito fastidio che Byakuya prova al vedere quei selvaggi capelli rossi e quegli sfrontati tatuaggi che caratterizzano il suo vice, Renji Abarai, è mitigato dalla visione della tazza nelle sue mani.
Che qualche divinità abbia ascoltato i suoi desideri e gli abbia fatto pervenire, tramite Abarai, una tazza di quel tè tanto agognato?
Il capitano increspa appena le labbra in un sorriso a questo pensiero, e Renji, che non può conoscerne il motivo, lo prende come un segnale incoraggiante e si avvicina, porgendo la tazza al suo capitano.
Improvvisamente, l’aroma forte della bevanda investe il capitano, il cui entusiasmo precipita rapidamente.
«Capitano, ho pensato che avesse ancora molto lavoro da fare…»inizia Renji, lanciando un’occhiata alla pila di documenti «Così ho pensato che magari, vista l’ora, avrebbe gradito una tazza di caffè caldo.»
Il capitano prende la tazza meccanicamente e ne scruta il contenuto aggrottando le sopracciglia.
Non riesce a immaginarsi mentre beve quella bevanda così forte, intensa, aromatica.
Gli sembra molto più adatto al suo vice, egualmente forte e di carattere.
Criniera rossa, tatuaggi e caffè.
Sembra così logico.
Renji si accorge del cipiglio del suo capitano, e, con voce quasi mortificata, chiede: «Non le piace il caffè, capitano?»
Byakuya alza lo sguardo su di lui, senza rispondere.
Sta ancora pensando a quanto quella bevanda sia simile al suo vice.
Su Renji il silenzio fa un effetto peggiore del “no” più secco: le sue spalle si piegano leggermente, e si volta verso la porta.
Ha già un piede fuori dalla stanza quando il suo capitano parla.
«Grazie, Renji.»
Il vice si blocca per un attimo, pensando ad un’allucinazione.
Poi volta leggermente il collo, lanciando all’altro uno dei suoi sorrisi radiosi.
«Di niente, capitano!» dice, prima di scomparire nel corridoio.
Byakuya si porta la tazza alle labbra, e beve il primo sorso.
  
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