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Autore: Gyll    03/08/2012    1 recensioni
Non sono un'amante dell'ordine, quindi non aspettatevi una normale FF in ordine cronologico. Il personaggio di Gyll é nato in un GDR degli Hunger Games dove si stavano svolgendo i 72esimi giochi, e molte parti vengono infatti dalle ruolate che ho scritto nel forum.
Loki e Gyll si sono incontrati tempo prima della mietitura, quando Gyll é caduta oltre la recinzione del distretto 8, arrampicandosi sugli alberi. Dopo essere riuscita a tornare nel distretto 6 Gyll é stata estratta come tributo, cosí come Loki. La loro relazione doveva rimanere segreta a tutta Panem, o entrambi i loro distretti sarebbero finiti in guai seri.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Caesar Flickerman, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Una pioggia torrenziale stava venendo giù come per miracolo. Aveva vagato a lungo senza trovare nemmeno una piccola pozza d'acqua.
Aveva fatto un girotondo intorno alle siepi del labirinto solo per trovarsi di nuovo davanti all'entrata del bosco di arbusti, riusciva a distinguere pure le tracce degli Ibridi.
Era morta la ragazza del dodici quella notte. Era stato cosí improvviso che era saltata in aria per lo spavento. Come la pioggia. Non era stata preannunciata da nessuna nuvola, aveva iniziato a scendere forte e veloce, lavando le ferite e il sangue dal corpo di Gyll.
Tiró fuori il contenitore del cibo, piú largo cosí l'acqua sarebbe entrata facilmente e in abbondanza, e mano a mano che si riempiva, lei buttava giú l'acqua a grandi sorsate.
L'idea che l'acqua fosse avvelenata non l'aveva nemmeno sfiorata. Tutta la struttura del labirinto era costituita da enormi siepi, piante che sarebbero morte se ci fosse stato del veleno nell'acqua. E poi, gli strateghi non avrebbero mai permesso una morte di massa. I preziosi tributi di Crane dovevano lottare uno contro l'altro per dare il piú grande spettacolo di sangue in televisione. Non avrebbe permesso loro un passaggio all'aldilá cosí semplice e umano.
Lungo il sentiero si era cibata di frutti di bosco e foglie per placare il suo stomaco, ma ora che la sua sete pressante era svanita sentiva molto bene le fitte della fame.
Aveva perfino trovato una pianta di Melaleuca. Aveva raccolto le foglie e li aveva pestati usando quel poco di saliva che aveva per creare la pasta, e se l'era spalmata sul braccio e sul viso. Con la pioggia scrosciante che le aveva lavato via il sangue di dosso, prese il coltello, e tenne la lama piatta davanti a sé. Tre lunghi tagli le deturpavano il lato sinistro della faccia, da metá fronte alla tempia e l'orecchio. Ma la cosa che faceva piú impressione era l'occhio sinistro, sgonfiato dall'impasto medico. Anche quello era tagliato, ma non era piú azzurro, era completamente nero. La pupilla era completamente dilatata, alla ricerca di luce che non arrivava al suo nervo ottico. Un'occhio azzurro come il ghiaccio e uno nero come la notte senza luna.
Quell'immagine punzecchiava i bordi della sua memoria. Buttó giú le ultime sorsate di acqua. Si sentiva scoppiare con tutto il liquido che aveva nello stomaco, ma voleva integrare tutto quello che aveva perso dal bagno di sangue alla cornucopia fino a quel terzo giorno. E doveva colmare lo spazio vuoto del cibo.



   
 
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