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Autore: Alys93    03/08/2012    4 recensioni
Sono trascorsi molti anni dalla sconfitta di Naraku e la vita, sia nel periodo Sengoku che nel ventunesimo secolo, scorre tranquilla. Ma quanto può durare questa incantevole pace, allietata da nuovi, dolci arrivi?
Nubi oscure si accumulano all'orizzonte ed una nuova minaccia sembra profilarsi in lontananza, quando l'armonia che equilibra il mondo sembra spezzarsi. In un avventuroso viaggio tra passato e futuro, i nostri amici e nuovi coraggiosi protagonisti cercheranno di ristabilire la pace, ricomponendo l'equilibrio tra il bene ed il male.
Dopo molta fatica e giornate passate a rompermi la testa sul sequel di "Al di là del Pozzo", dopo il consiglio di un'amica finalmente sono riuscita ad ottenere questa storia. Mi auguro con tutto il cuore che possa piacervi.
P.S
"Tamashī no danpen" significa Frammenti d'anima. Il motivo lo capirete poi ^_^
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre il pozzo'
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Eccomi qui, gente! dopo settimane passate ad arrovellarmi il cervello, finalmente il sequel di "Al di là del Pozzo" ha preso vita! Se mi rivedete così "relativamente" presto a un mese di distanza dalla fine della prima, lunghissima FF, è merito di Evelyn, la mia nee-chan! Senza di lei, l'idea giusta sarebbe stata sempre fuori portata... Beh, che dire?
Finalmente sono tornata con Inuyasha e company e spero che le avventure che vivranno possano piacervi come quelle vissute in "Al di là del Pozzo". Ah, c'è da dire che nei primi capitoli potrebbero esserci diversi sbalzi temporali. La vera storia inizierà più in là, poi capirete meglio con il passare del tempo. Vi auguro buona lettura a tutti. Un bacione!! 

 


Tamashi no Danpen

 


Capitolo 1: Il dono della Sfera

Il sole splendeva alto sul villaggio di Musashi, mentre la gente del luogo continuava il suo andirivieni quotidiano.
L'allegro vociare delle persone riempiva l'aria cristallina di metà autunno, mentre si svolgevano scambi e discorsi tra i più vari.
La calma e l'armonia regnavano ormai da quattro lunghi anni su quella terra, che aveva assistito ad uno dei più terribili scontri che la storia dei demoni potesse ricordare.
Dopo anni di lotte e battaglie continue, Naraku era stato finalmente sconfitto e la pace regnava sovrana...
Anche se non sempre, almeno a giudicare dalle strilla inviperite di una donna dai lunghi capelli castani, che stava inveendo contro un monaco, disteso a terra con il segno delle cinque dita impresso in volto.
"Miroku, sei sempre il solito maniaco!" esclamò la ragazza, incrociando le braccia sul petto, divenuto dolcemente più prosperoso in seguito alla gravidanza appena conclusasi.
"Mi dispiace, Sango. Ma non posso farci niente, se mi attiri come una calamita!" cercò di giustificarsi lui, alzando le mani a difesa del viso "Sei così bella...".
"Oh, no! Non provarci neanche, mio caro" lo avvertì la sterminatrice, incenerendolo con lo sguardo "Non iniziare ad adularmi, perché non ti servirà a cavarti fuori dai guai".
"Niente da fare. Anche con una caviglia slogata, Miroku è sempre pronto ad allungare le mani" sospirò Shippo, comodamente seduto sulla staccionata lì accanto "Ma che razza di esempio darà ai suoi figli?".
"Ringrazia il cielo che hanno Sango come madre" mormorò Kaede, continuando a sistemare i vari fasci di erbe medicinali "O non avrei osato immaginare cosa diventeranno...".
"Questo è vero" ridacchiò una ragazza alle sue spalle, soffocando a stento una risata nella larga manica del kimono.
"Ma, se volete il mio parere, credo proprio che quel monaco resterà unico ed inimitabile!" aggiunse allegra, mentre portava un catino d'acqua verso la casa vicina.
"Non affaticarti così tanto, Kaori" la riprese l'anziana sacerdotessa "I giramenti di testa che hai avuto negli ultimi giorni non mi piacciono affatto".
"Sto bene, Kaede-sama" la rassicurò la giovane, sorridendo tranquilla "E poi... Sapete che non riesco a stare ferma per più di un paio d'ore".
"Demoni" borbottò bonaria Kaede, abbassando nuovamente lo sguardo sulle erbe "Più cocciuti di un mulo, ecco come siete".
Kaori scoppiò a ridere, mentre poggiava il catino sul bordo dell'ingresso "Non siamo gli unici, mi creda".
Raccogliendo l'acqua con una ciotola più piccola, prese ad innaffiare le piantine del piccolo giardino, canticchiando tra sé.
Quel raccolto stava crescendo particolarmente bene e le sfuggì un sorriso al pensiero di quante persone avrebbe potuto aiutare con quelle erbe.
Sia lei che Kagome erano diventate ormai delle aiutanti indispensabili per Kaede, e la sacerdotessa le aveva istruite a lungo sulle varie proprietà delle erbe curative.
Con un sospiro, si scostò una ciocca dalla fronte e sorrise, ripensando a tutto quello che era successo dopo la fine della lotta con Naraku.
Da quando si era trasferita nell'epoca Sengoku, quattro anni prima, non avrebbe mai potuto credere che la sua vita sarebbe potuta diventare più bella.
Si passò una mano sulla fronte per lenire il lieve mal di testa che la tormentava da quella mattina e sentì un'ondata di felicità avvolgerla.
Non riusciva ancora a credere che, da sei mesi ormai, era diventata la moglie di Reito; le sembrava un sogno.
Non avrebbe mai potuto dimenticare l'emozione che aveva provato quel giorno, né il sorriso colmo di amore che le aveva rivolto.
Era stato il giorno più bello della sua vita.
Fissò per un lungo istante il glifo che le adornava il polso destro, sospirando sollevata nell'avvertire solo calma ed una buona dose d'impazienza.
Le stesse emozioni che provava lei in quel momento, mentre attendeva con ansia il ritorno del suo compagno.
Chissà cosa starà facendo Reito, in questo momento sussurrò, alzando gli occhi verso il cielo Sicuramente, sarà alle prese con qualche demone sbruffone....
Trattenne a stento una risata al pensiero e, con una leggera smorfia, si rimise in piedi.
"Sarà meglio che vada a trovare Kagome" sussurrò poi, passandosi nuovamente una mano sulla fronte "Nervosa com'è, sarà meglio che le faccia un po' di compagnia. Non si sa mai".
Con il catino ormai vuoto sotto braccio, la ragazza si diresse verso un'abitazione poco distante, colorata con smalti dalle tonalità pastello.
"Kagome?" la chiamò, battendo le nocche sulla porta scorrevole "Sei in casa? Kagome, ma mi senti?".
"Ovvio che sono in casa. Dove altro potrei essere?" replicò l'amica, facendole cenno di accomodarsi.
"Kaede mi ha tassativamente vietato di uscire, oggi" borbottò nervosa "Non ha fatto altro che ripetermi di stare a riposo".
"Beh, i dolori che hai avuto negli ultimi giorni hanno impensierito tutti" le disse la yasha, accomodandosi sul tatami.
"Lo so, lo so" mormorò Kagome "È solo che ho uno strano presentimento e... vorrei che Inuyasha fosse qui. Non voglio che si perda il momento".
"E chi lo sentirebbe più, dopo?" sussurrò l'altra, sospirando appena Inizierebbe ad imprecare come un matto e non la smetterebbe più.
Poi lanciò uno sguardo all'amica, dicendo "Ma se tu continui ad agitarti in questo modo, finirai con l'anticipare le doglie".
"Non riesco a restare ferma" mormorò la miko, tormentandosi un lembo del kimono rosso "Sono troppo agitata...".
"Prendi un bel respiro e non preoccuparti" la rassicurò Kaori, poggiandole una mano sulla spalla "Vedrai che Inuyasha sarà qui a momenti".
La ragazza sorrise "Hai ragione.. Scusami, in fondo anche tu sei nella stessa situazione. Non vedi l'ora di riabbracciare Reito, te lo leggo in faccia".
L'amica arrossì, abbassando lo sguardo sul proprio kimono "Per te sono davvero un libro aperto".
"È perché ti conosco da una vita" rispose Kagome, dandole una leggera pacca sulla spalla.
Vedendo che la yasha faceva fatica a trattenere una risatina, arcuò un sopracciglio "Posso sapere che hai da ridere?".
"Scusami" mormorò l'altra, poggiandosi una mano sulla bocca "È solo che.. non riesco ancora ad abituarmi a quelle. Quando sei nervosa, sembra che ballino".
La miko sospirò rassegnata, ripensando alla prima volta che l'amica le aveva fatto notare quel gesto involontario.

Flashback
"Ancora non ci credo" sussurrò Kaede, fissando il gruppo che si era seduto all'ombra del Goshinboku "Naraku è davvero morto...".
"Alla buon ora" commentò seccamente Inuyasha "Iniziavo davvero ad averne piene le scatole di quel ragnaccio".
"Sono davvero colpita dal modo in cui siete riusciti a sconfiggere quel demone" mormorò l'anziana sacerdotessa "E che tu sia riuscito a distruggerne il cuore".
"Tsé. Cos'è, non mi ritenevi capace di farlo, vecchia?" ribatté il mezzo-demone, ottenendo una tirata d'orecchie da Kagome.
"Non dovresti usare un tono così aggressivo. Kaede ti stava facendo un complimento, scemo" gli disse la ragazza.
"A me non sembrava" borbottò lui, prima di appoggiarsi al tronco "Comunque sia, ora quel bastardo è morto. Finalmente, potremmo avere un po' di pace".
"Prima, però, dobbiamo capire cosa farne della Sfera dei Quattro Spiriti" mormorò Kaori, fissando il monile "Attirerà un sacco di demoni, se non capiamo come bloccarne il potere".
"Questo è vero..." annuì Kaede "Il punto è che.. anche se usiamo il potere della Sfera, questo non si esaurirà del tutto. Non c'è modo di bloccare la sua immensa energia".
"Ma Kikyo riuscì a farla sparire" obiettò Kagome "Per ben cinquant'anni, non se n'è più saputo nulla".
"Finché non sei arrivata tu, ragazza mia" le fece notare l'anziana miko "Mia sorella volle proteggere la Sfera, ma questa era legata a lei e quindi, essendo tu la sua reincarnazione, è finita nel tuo corpo".
"Che si fa, allora?" chiese Sango, visibilmente preoccupata "Dovremo sempre combattere per proteggere la Sfera?".
"No, mia cara" la rassicurò Kaede "Ma dobbiamo assolutamente ridurne il potere, se non vogliamo essere attaccati ogni giorno".
Tutti gli sguardi si focalizzarono su Kagome, che guardava il monile che le pendeva dal collo.
"È giusto che sia tu ad esprimere il desiderio" le disse la sacerdotessa "Sei l'unica in grado di controllarne il potere e.. tu ed Inuyasha volete restare insieme, no?".
I due ragazzi arrossirono involontariamente, mentre si scambiavano uno sguardo d'intesa.
"Ciò che desidero é non lasciare le persone che amo" sussurrò la giovane "Né tantomeno la mia famiglia...".
"Potresti chiedere alla Sfera di lasciare aperto il varco tra le due epoche" propose Reito "Così non sarai costretta a rinunciare a nulla".
Il viso di Kagome s'illuminò a quell'idea e rivolse un caloroso sorriso al demone lupo, che arrossì appena.
Rossore che aumentò in maniera esponenziale quando Kaori gli schioccò un bacio colmo d'entusiasmo, dicendo "Sei un genio!".
Miroku si sforzò di soffocare le risate nella manica della veste, ma l'espressione dell'amico era troppo divertente.
Quando si fu ripreso un minimo, disse "Divina Kagome, cosa ne pensate di evocare il potere della Sfera assieme alle persone che vi sono più care?".
"In questo modo, il gioiello dovrebbe comprendere quanto sia forte il vostro desiderio" aggiunse sorridendo.
La ragazza annuì "Faremo così, allora. Porterò la mia famiglia nel Sengoku ed evocherò il potere della Sfera dei Quattro Spiriti".

L'idea di Miroku fu messa in atto lo stesso giorno della consegna dei diplomi, dopo il ritorno delle due ragazze.
Grazie a loro, anche la famiglia Higurashi riuscì ad oltrepassare la barriera spazio-temporale e Sota sgranò gli occhi nel vedere quanto il Sengoku fosse diverso dal mondo che conosceva.
"Ma qui ci sono un sacco di alberi!" esclamò sorpreso, "Peccato che sia rimasto solo il Goshinboku dall'altra parte" sospirò la madre.
Sorridendo, Kagome li guidò verso il villaggio, dove vennero accolti da Kaede e dal resto del gruppo, a cui si erano aggiunti anche Kohaku e Rin.
La bambina, su esplicita richiesta di Kaede, sarebbe stata ospite nel villaggio per alcuni anni, in modo da poter decidere obiettivamente se continuare a viaggiare con Sesshomaru o restare tra i suoi simili.
La signora Higurashi fu felicissima di rivederli tutti ed un sorriso materno le incurvò le labbra, quando vide sua figlia stringere tra le mani quelle del mezzo-demone.
La sua piccola aveva trovato qualcuno di molto speciale da amare.
"È ora, Kagome" disse Kaede, porgendole la Sfera dei Quattro Spiriti "Adesso tocca a te".
La ragazza prese il monile quasi con titubanza, ma si costrinse a scacciare la tensione che sentiva dentro.
Si strinse il gioiello al petto, cercando un contatto con esso ed un vago sorriso le incurvò le labbra nell'avvertire un calore rassicurante provenire dal monile.
"Sfera dei Quattro Spiriti" sussurrò con tono deciso "Tutto ciò che desidero è di poter stare con le persone a cui voglio bene, senza però essere costretta a dover scegliere tra la famiglia e l'amore".
"Ti prego, non negarmi questa richiesta" mormorò, stringendo con forza la Sfera "Permettimi di stare accanto ad Inuyasha ed ai miei amici, senza dover dire addio alla mia famiglia".
Improvvisamente, il monile prese a brillare con forza, a tal punto che i presenti dovettero schermarsi gli occhi.
Ogni cosa venne avvolta dal riverbero accecante ed il gruppo ebbe come la sensazione di essere accolto in una sorta di abbraccio protettivo.
Accidenti, quel coso acceca peggio di un faro! esclamò Kaori, sforzandosi di vedere qualcosa oltre l'intensa luce rosata Ma cosa sta succedendo?.
Lentamente, il bagliore si affievolì fino a scomparire e Kagome sbatté più volte le palpebre, cercando di mettere a fuoco ciò che la circondava.
"Cos'è successo?" chiese con il fiato corto "Venerabile Kaede... La Sfera ha compreso la mia richiesta?".
Per cercare una conferma alle domande della ragazza, Shippo si lanciò all'interno del pozzo e, con immensa sorpresa degli amici, svanì oltre la barriera.
"Non ci credo" mormorò Miroku "Non solo la barriera è rimasta aperta, ma permette a chiunque di noi di attraversarla!".
"Probabilmente, perché siamo stati tutti avvolti dal potere della Sfera" suggerì Kaede, mentre Shippo tornava a sbucare dal pozzo.
"Kagome, il pozzo funziona alla grande!" esultò il cucciolo, prima di sgranare gli occhi in un'espressione incredula.
"Ka..Kagome" sussurrò sorpreso, avvicinandosi alla giovane "Ma cosa ti è successo?".
Kagome batté le palpebre, decisamente confusa dalle espressioni degli amici e della sua famiglia.
Ma che avevano, adesso?
"Perché mi guardate tutti in quel modo?" chiese titubante "Mi è forse spuntata una seconda testa?".
Inuyasha non riusciva a fare altro che fissarla e la ragazza dovette trattenere un attacco di risate, tanto era buffa la sua espressione.
Fu Reito il primo a riprendersi dalla sorpresa "Questa non me l'aspettavo. La Sfera ha fatto molto più di quanto le fosse stato chiesto".
"Mi volete spiegare cosa mi è successo?" chiese la miko, fissandoli uno per uno "Perché mi guardate come se fossi un'aliena?".
Kaori trattenne a stento una risata e le porse lo specchietto del portacipria che aveva con sé "Te ne renderai conto da sola".
Kagome prese lo specchietto e cercò d'inquadrare bene il viso, ma dovette fare diverse prove prima di trovare la giusta distanza.
Quando riuscì a specchiarsi decentemente, si accorse che gli occhi le si erano leggermente allungati, assumendo un taglio più obliquo.
Confusa, cercò di vedersi da tutte le angolazioni, ma le sfuggì un grido sorpreso quando si rese conto che gli occhi non erano l'unica cosa che era cambiata.
Lasciò cadere lo specchietto, che venne abilmente recuperato da Kirara, e corse alla fonte più vicina, fissando incredula le piccole orecchie nere che le sbucavano dai capelli.
"Oh, Kami-Sama" sussurrò, cercando di toccarle per essere sicura di non sognare "Non ci credo!".
Sango si lasciò sfuggire un sorrisetto incredulo "La Sfera l'ha fatta diventare una mezzo-demone come Inuyasha".
"Deve aver percepito il suo desiderio di non essere un peso per lui" mormorò Miroku "La Divina Kagome ha sempre detto che voleva diventare più forte, in modo da non costringerlo a mettersi sempre in pericolo per difenderla".
Intanto, Inuyasha e la signora Higurashi si erano avvicinati alla miko, che ancora fissava quel buffo cambiamento.
"Kagome..." mormorò l'hanyou, preoccupato dalla reazione della ragazza "Io...", "Adesso sì che siamo pari".
Quella frase lo lasciò interdetto, così come l'abbraccio a dir poco soffocante che seguì poco dopo.
"Adesso posso esserti davvero utile" sorrise la giovane "Posso aiutarti in ogni caso, senza che tu sia costretto a difendermi da tutto".
Il suo sorriso si allargò quando gli carezzò un orecchio candido "Ed ora, abbiamo anche queste in comune. Kami, non me lo sarei mai aspettato!".
"Quelle orecchie sono davvero molto carine, tesoro" le disse sua madre, sorridendo a sua volta "Ti donano".
"Sorellina, adesso tu e fratello Inuyasha siete proprio uguali" mormorò Sota, sgranando gli occhi "Credi che spunteranno anche a me?".
"Temo di no, Sota" disse la sorella, abbassandosi per fissarlo in volto "Ma ti assicuro che tu sei bellissimo anche così".
Vedendo l'espressione titubante del ragazzino, chiese "Va tutto bene, Sota? Perché hai quella faccia?", "No, volevo chiederti... Posso toccarle?".
Kagome rimase immobile per qualche istante, prima di acconsentire a quella richiesta.
In fondo, lo capiva; anche lei, la prima volta che aveva incontrato Inuyasha, gli aveva toccato le orecchie per essere sicura che non fossero frutto della sua immaginazione.
Le mani del fratello si strinsero appena intorno alle orecchie, mentre le stropicciava ridendo "Sono morbidissime".
Notando l'espressione che aveva assunto la ragazza, Inuyasha le si affiancò sussurrando "Adesso capisci perché non mi volevo far toccare le orecchie?".
Lei gli rivolse una leggera smorfia, prima di scoppiare a ridere; in quel momento, sentiva che la sua felicità non sarebbe potuta essere più completa.
"Caspita, Kagome" ridacchiò Kaori "Sarai la prima sacerdotessa con sangue demoniaco!".
"La seconda" la corresse l'altra, ridendo a sua volta "O ti sei dimenticata di contarti?".
"Immagino che voi due finirete con lo sposarvi presto" commentò il signor Higurashi, fissando i due ragazzi "Beh, non posso darvi torto. Si vede lontano un miglio che vi amate con tutto il cuore".
Rivolse uno sguardo più deciso all'hanyou, dicendo "Mi raccomando, ragazzo. Tratta mia nipote con i guanti, o te la vedrai con me".
Inuyasha annuì serio "Ci può contare. Farò sempre il possibile per tenerla al sicuro e renderla felice".
"Allora, a quando le nozze?" chiese allegro Miroku, dando all'amico una leggera pacca sulla spalla "Sento che ce ne saranno diverse, tra poco".
Il suo sguardo divertito si fermò su Reito e Kaori, che arrossirono appena, e poi su Sango, la quale sorrise speranzosa.
"Non troppo presto" lo interruppe Kaede "Kagome e Kaori devono ancora imparare bene a sfruttare i loro poteri di miko".
"Inoltre" continuò imperterrita "Devo insegnare loro moltissime altre cose, prima che voi le costringiate a stare dietro ai piccoli tutto il giorno".
Rivolse uno sguardo alla sterminatrice, dicendo "E gradirei che anche tu partecipassi alle lezioni, Sango. Non si smette mai d'imparare, nella vita".
Le tre ragazze si guardarono in faccia, chiedendosi quanto avrebbero dovuto aspettare il fatidico giorno.
"Non fate quelle facce, mie care" le rassicurò Kaede "Adesso avete davanti tutto il tempo che volete. Un anno o due in più non vi cambierà la vita".
Fine flashback

L'addestramento con Kaede era durato più di tre anni, durante i quali Sango, non essendo provvista di poteri spirituali, si era sposata ed era rimasta incinta per la prima volta.
Adesso, le gemelline Yumi e Miyu giocavano allegramente nel villaggio assieme a Rin, riempiendo l'aria con le loro risate argentine.
E, negli ultimi giorni, si era unito a loro anche il piccolo Hisaki, scatenando la gioia incontrollata di Miroku, che aveva finito con lo slogarsi una caviglia, cadendo dall'ingresso.
Kagome ripensò al giorno in cui lei ed Inuyasha si erano sposati ed un sorriso le incurvò le labbra al ricordo di come Sota avesse movimentato la cerimonia con dei petardi.
Quel bambino era davvero incredibile!
Un sospiro le sfuggì dalle labbra quando si accarezzò il ventre gonfio, chiedendosi come sarebbe stato diventare mamma.
Ormai, erano passati otto mesi, eppure aveva la strana sensazione che la situazione si sarebbe evoluta presto.
Ed era quello il motivo per cui era così in ansia; non voleva che Inuyasha si perdesse la nascita del loro piccolo.
Era un momento troppo speciale e voleva averlo accanto, quando sarebbe arrivato.
"Respira con calma" le suggerì l'amica "Rilassa il corpo e non preoccuparti. Andrà tutto bene".
"Me lo auguro" ammise lei, sospirando appena "Spero di essere una buona madre per il piccolo...".
"Io ne sono certa" la rassicurò Kaori, stringendole una mano tra le proprie "Non dubitare di te stessa, Kagome".
La vide rivolgerle un sorriso grato e sorrise a sua volta, ma fu distratta da una voce allegra "Kaori-chan! Kaori-chan, dove sei?".
"Sono qui, Rin" la chiamò la ragazza, affacciandosi all'esterno della casa "Qualcosa non va?".
La bambina si fermò e sorrise, dicendo "Sapevo che, se non eri a casa, eri da Kagome-chan".
"Kaede-sama vorrebbe che le portassi qualche erba medicinale per un infuso" aggiunse, sedendosi sull'ingresso "Un infuso per il mal di testa, ha detto".
"Va bene, vado a prendere l'occorrente" mormorò la yasha, alzandosi in piedi e dirigendosi verso la porta.
Un nuovo giramento di testa la fece barcollare, ma si riprese in fretta e sorrise a Rin, chela guardava preoccupata.
"Penso che Kaede-sama voglia preparare un infuso per te, Kaori-chan" mormorò impensierita la piccola "Non hai una bella faccia...".
"Forse è perché dorme poco, ultimamente" insinuò Miroku, sorridendo malizioso "Anche Reito aveva una faccia un po' assonnata, questa mattina...".
Sango e Kagome scoppiarono a ridere all'espressione dell'amica, che aveva assunto tutte le sfumature possibili dal bianco al rosso in meno di un minuto.
"Miroku, ti consiglio di iniziare a scappare, se non vuoi che i tuoi figli crescano orfani" sibilò Kaori, stringendo i pugni con aria minacciosa.
"E tu smettila di ridere, Kagome" disse cupa "Devi riposarti. Troppi sussulti potrebbero invogliare il piccolo ad anticipare le doglie".
"Kami-Sama, dovevi vedere la tua faccia, prima!" esclamò la ragazza, incapace di calmarsi "È stato troppo divertente!".
"Kagome, smettila" l'avvertì la demone, a metà tra l'esasperato ed il preoccupato "Frena l'allegria, o finirai con il partorire prima!".
Sospirando, si sedette sul bordo dell'ingresso e rivolse uno sguardo omicida a Miroku, che si era prontamente allontanato, per quanto gli permetteva la caviglia slogata.
Le risate di Kagome continuavano imperterrite alle sue spalle e lei era sul punto di rifilarle una rispostaccia adeguata, quando un odore particolare attirò la sua attenzione e sentì l'amica smettere di ridere all'istante.
Ma perché devo avere sempre ragione? imprecò mentalmente, voltandosi verso la miko, che si era portate le mani sul grembo.
"Te l'avevo detto che non dovevi ridere così tanto" borbottò, aiutandola a sedersi sul futon e richiamando Sango.
"Molla le gemelle ed Hisaki a tuo marito" mormorò tesa alla sterminatrice "Qui abbiamo un parto".
Senza perdere tempo, la castana s'inginocchiò accanto all'amica, suggerendole come doveva respirare per lenire il dolore delle doglie.
"Qui c'è bisogno di Kaede" mormorò la yasha, uscendo rapidamente dalla casa e iniziando a dare direttive al gruppo.
"Rin" esclamò "Tu vai a chiamare Kaede-sama e dille che a Kagome si sono rotte le acque. Portala qui prima che puoi".
La bambina annuì decisa e corse verso la casa della sacerdotessa, sparendo rapidamente dietro altre case.
"Miroku, tu tieni d'occhio i bambini" continuò la demone lupo "Con quella caviglia slogata, non dovresti comunque muoverti".
Vide il monaco sospirare appena, mentre richiamava le gemelline e si voltò verso il kitsune, appollaiato sulla staccionata.
"Shippo, trasformati in qualcosa di veloce e vai a chiamare quel cretino di Inuyasha" disse con tono quasi freddo.
I suoi occhi si assottigliarono nell'aggiungere "E digli che, se non si sbriga, lo ammazzerò con le mie mani, ok?".
Shippo annuì e, prese le sembianze di un uccello, si diresse verso Ovest, dove sapeva essersi diretti Inuyasha e Reito.
Senza perdere tempo, Kaori raccolse i lembi del kimono e corse verso il fiume, dove riempì una tinozza con l'acqua fredda.
La portò subito in casa e tornò a riempirne una seconda, dicendo a Sango di accendere il fuoco per riscaldarla.
Quando tornò con la seconda tinozza, vide Rin aiutare Kaede ad avanzare verso di loro ed un sospiro le sfuggì dalle labbra.
Ora rimaneva solo una cosa da fare.
 
"Posso sapere perché diavolo ti massaggi le tempie da questa mattina?" mormorò Inuyasha, fissando l'amico, intento a lenire il mal di testa che l'aveva colpito.
"Non preoccuparti, è solo un lieve mal di testa" lo rassicurò Reito "Anche se non ho ben capito se sono io ad averlo, o Kaori...".
"Certo che il legame dell'Ai no Shiru è proprio strano" commentò il mezzo-demone, sistemandosi meglio il sacco di riso sulla spalla.
L'esorcismo al villaggio era stato più veloce del previsto e non vedeva l'ora di tornare a casa, dalla sua Kagome.
Sentiva che c'era qualcosa di strano nell'aria, qualcosa che lo impensieriva.
"Non posso darti torto" rise l'altro "Ma la cosa che apprezzo di più di questo incantesimo è che posso sapere sempre come sta. Anche se sono lontano".
Fissò il leggero glifo che gli adornava il polso sinistro "La sento come se fosse accanto a me...".
Un leggero sospiro gli sfuggì dalle labbra "Ultimamente, ha spesso mal di testa, ma cerca di non darlo a vedere".
"Sai cosa pensa Miroku al riguardo?" ridacchiò l'hanyou, fissandolo di sottecchi.
"Sì, e se quel bonzo non la smette di seccare, si ritroverà con qualche osso rotto" garantì lo youkai.
Poi fissò la ricompensa che il villaggio esorcizzato aveva dato loro ed un sorriso soddisfatto gli apparve in volto "Certo che, con gli affari, ce la siamo cavata abbastanza bene anche senza di lui. Per una volta".
"Miroku tende a farsi pagare di più, perché siamo l'unica squadra che comprende anche demoni" commentò Inuyasha "E questo assicura un lavoro migliore".
"Non posso darti torto" ridacchiò il demone lupo "Ma, almeno, li abbiamo fatti risparmiare un po', non trovi? Miroku avrebbe preteso il doppio".
Entrambi scoppiarono a ridere, pensando alla faccia che avrebbe fatto il monaco se li avesse sentiti, ma la loro allegria s'interruppe di colpo.
"Reito, che ti prende?" chiese il mezzo-demone, fissando l'amico con aria preoccupata.
Si era portato la mano sinistra alla tempia, assumendo un'espressione quasi indecifrabile; ma che aveva?
"Sta succedendo qualcosa al villaggio" lo informò Reito "Kaori si è innervosita non poco e... avverto una buona dose d'impazienza".
L'hanyou gli si accostò, incuriosito e preoccupato al tempo stesso da quelle notizie "Sono in pericolo, secondo te?".
L'ookami-youkai scosse la testa "No, ne dubito. Ma, sicuramente, qualcosa la preoccupa".
Rivolse uno sguardo s'intesa all'amico, sussurrando "Forse è meglio accelerare il passo. Pare che parte della sua irritazione sia rivolta a te, Inuyasha".
L'altro inarcò un sopracciglio scuro, ma non fece domande e prese a correre in mezzo agli alberi.
Che fosse successo qualcosa a Kagome?
Dopo diversi minuti di pesante silenzio, interrotto solo dai loro piedi sull'erba, una voce familiare si fece largo tra gli alberi.
"Inuyasha!! Inuyasha, dove ti sei cacciato?", "Shippo, siamo qui" lo richiamò lo youkai "Cosa succede?".
Il kitsune planò verso di loro, riassumendo le proprie sembianze "Inuyasha, devi tornare immediatamente al villaggio".
"Kagome.. non ho capito bene, ma le si è rotto qualcosa" mormorò preoccupato "Kaori ha detto che ti devi muovere, o ti ammazza lei".
"Che cosa?" esclamò Inuyasha "Cos'è successo a Kagome?", "Non ho capito bene, ma ho sentito qualcosa del tipo rotto ed acqua...".
Reito annuì "Niente di grave, se ho capito bene. Ma tu devi sbrigarti, amico. Tua moglie sta per partorire".
Davanti all'espressione confusa di Shippo, mormorò "A Kagome si sono rotte le acque, è questo che hai sentito, no? Significa che sta per partorire".
"Ma.. ma è ancora presto!" esclamò il mezzo-demone "Non mancava ancora un mese?".
"Evidentemente, tuo figlio ha fretta di venire al mondo" rise il demone lupo "Sarà meglio che ti sbrighi, o Kaori sarà capace di ammazzarti davvero".
Senza mettere tempo in mezzo, l'hanyou scattò verso il villaggio, incurante del povero Shippo, che si ritrovò a fare un paio di capriole aeree.
Doveva sbrigarsi!
Lo youkai del Nord scosse il capo e, preso Shippo al volo, prese a corrergli dietro attraverso la foresta.

Ecco fatto, il primo capitolo è andato... speriamo che gli altri siano più rapidi a venirmi in mente... -.- Beh, che ne dite? Al villaggio ce ne sono di piccoli in arrivo, mica mi fermo qui!! ^-^ Per ora, Miroku fa già il papà, Inuyasha è quasi pronto (teoricamente) e manca Reito. ma chissà... forse c'è già qualcosa che bolle in pentola. :3
Secondo voi, dopo aver dato istruzioni a tutti, cosa dovrà fare Kaori? beh, lo scoprirete nel prossimo capitolo. per ora, un bacione a tutti!!!
con affetto, vostra
Alys-chan

   
 
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