Odio.

-Lucy POV-

Io amo Fairy Tail.

Io amo ogni singolo membro della mia gilda.

Ma più di tutti, amo quell'idiota di Natsu.

Ed è perché amo lui, che non riesco a voler bene a lei.

È una persona fantastica, gentile, allegra, ingenua, bella.

È praticamente perfetta.
E questo mi fa imbestialire.

A me non piace odiare le persone.

È un sentimento scomodo.

Ma non riesco ad impedirmi di odiare lei.

Da quando è tornata, Natsu non mi guarda come prima.
Da quando è tornata, Natsu non ha occhi che per lei.

Anche quando è in missione con me, è con lei che vorrebbe essere.

Glielo si legge in faccia.

E per quanto sia un desiderio cattivo, per quanto io sia consapevole che lei non se lo meriti, non riesco a non desiderare di vederla sparire, per non tornare più.

È strano come amare qualcuno possa essere controproducente. È strano come amare qualcuno possa essere doloroso.

Io non sono abbastanza santa da accettare il fatto che il mio Natsu appartenga a qualcun'altro.

Non sono abbastanza buona da provare affetto per chi me lo ha portato via.

Infondo, sono pur sempre umana.

È una cosa naturale, odiare la concorrenza, no?

“Buongiorno, Lucy!”

Mi sorride, lei.

Nonostante sia consapevole che io e Natsu siamo legati da qualcosa, nonostante sia consapevole che sono IO quella che passa tutto il suo tempo con lui, lei è gentile con me.

Cos'ha, quella ragazza?
“Giorno, Lisanna.”

Sputo il suo nome con un disprezzo che non sono riuscita a nascondere.

E lei si rattrista.

Perché lo sa, che io la odio.

Lo sa benissimo. Eppure tenta sempre di essermi amica.

Soffre , quando la respingo.

Soffre , quando la tratto in malo modo -ogni volta che Natsu non c'è-.

Perché non posso essere cattiva con lei davanti a lui.

Finirebbe col detestarmi. Lui non sopporta che lei soffra.

A lei basterebbe dirgli che l'ho insultata, perché l'ho fatto, quando nessuno poteva vederci, molte volte, per portarlo via da me in maniera definitiva.

Ma non lo fa mai.

Non glielo dice mai.

E tutto ciò non ha senso.

Sono una sua rivale, dopotutto.

Perché anche se so che il suo cuore appartiene a lei, io continuo a cercare di portarglielo via.

Ma lei non mi odia.

Si preoccupa perfino per me.

Quella ragazza non è umana.
È troppo buona, per esserlo.

Gli uomini, tutti, sono corrotti.

Tutti quelli con un minimo di sale in zucca, cosa che esclude Natsu, ucciderebbero, pur di avere ciò che vogliono.
Eppure, nonostante lei sia intelligente, molto intelligente, lei non mi odia.

Come diavolo fa?

La guardo, mentre risolleva lo sguardo, puntandolo su di me.

Non ha più l'aria triste di poco fa. Ora sembra speranzosa.

“Senti, Lucy, se ti va dopo possiamo tornare a casa assieme!”
“Ma tu vai dalla parte opposta.”
Anche questa frase è sputata fuori acidamente, come tutte quelle che le rivolgo.

“Si, ma posso sempre accompagnarti, no?”

Sorride.

Io vorrei prenderla a pugni, e lei sorride.

Accidenti.

Sto per rifiutare, quando vedo con la coda dell'occhio Natsu avvicinarsi.

“Certo! Mi farebbe molto piacere!”

E nonostante il mio tono sia palesemente finto, lei mi prende entrambe le mani con le sue, squittendo con gioia.

“Oh, ne sono molto felice, Lucy! Allora a dopo!”

Mi lascia le mani, per andare ad aiutare Mira, con l'entusiasmo di una bambina ingenua.

E Natsu, che ormai mi ha raggiunta, mi saluta con il suo solito amabile tono allegro, prima di correre da lei.

Dannazione.

*

Si è fatto tardi, quando Lisanna mi si avvicina, per accompagnarmi a casa.

Ormai ho accettato...

“Andiamo, Lucy?”

Annuisco, di malavoglia, e ci dirigiamo verso l'uscita.

Le rivolgo la parola solo quando siamo lontane dalla gilda.
“Perché lo fai?”

“Faccio cosa?”
“Essere gentile con me.”
“Perché sei una mia compagna, ovviamente!”

Ingenua. Come lui.

“Posso farti una domanda anch'io?”

Annuisco.

“Perché mi odi? Ti ho forse fatto qualcosa?”

Il suo tono è dispiaciuto, preoccupato, anche.

Rido, sarcastica ed irritata. Quasi isterica.

“Lo sai benissimo, non fare la finta tonta.”

“Beh, in realtà no. Non sto facendo la finta tonta, davvero.”

La guardo di sottecchi.

“Tu ami Natsu?”
Lei arrossisce, alla mia domanda, prima di annuire leggermente, imbarazzata.

“Anch'io.”

Affermo quindi, decisa, con tono amareggiato.

E lei capisce, perché mi guarda con gli occhi leggermente ampliati.

Ora mi odierai anche tu, vero?
Meglio così.

È più semplice trattare male qualcuno che ti odia.

Eliminerei il senso di colpa che mi attanaglia lo stomaco quando la tratto male e lei mi risponde con gentilezza.

“Oh. Capisco.”

Guarda brevemente a terra, prima di superarmi velocemente e pararsi di fronte a me, sorridente.

“Questo vuol dire che siamo rivali! Buona fortuna, che vinca la migliore!”

Rido, nervosa.

È ancora gentile.

Lei non è proprio capace, di odiare, eh?
Ma sai, Lisanna, io non intendo augurarti buona fortuna.

Non che tu ne abbia bisogno, comunque.

Hai già vinto.