Incoronata di luce lunare
assieme alla lontananza di
nebulose,
collane di stelle adamantine et
drappeggi notturni consoni a
broccati.
Splendea fulgida, guida umana, et
Impallidir facea
Consorte Sole
entro stracci cirri nebbiosi.
Rea, Imperatrice Luna, sedea
in seggio,
Atlantide.
Un occhio del tempo diurno,
canto d'ali di farfalla,
restar
fulgente nelle cupe labbra di Marte,
sino alla soleggiata Venere amante.
Tradita fosti,
Lucente Dea Imperatrice,
dal reo et
invidioso
Consorte Luminoso,
che nel suo balugginare moriva.
Fosti condotta, Amata Luna,
ove il nero diventa
terso,
et tua luce rimanea pallida
ma guida per noi.