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Autore: Aku Yamamoto    03/08/2012    3 recensioni
Oggi, ho deciso di fare una USUK. ewe
Ebbene;
Alfred, propone a Arthur, di andare a fare un giro alle giostre tanto per soddisfare un suo desiderio infantile, comunque sia, quando Alfred accompagna a casa Artie, lui vuole rimanere nella sua villa, dato erano entrati nel tunnel dell’orrore...
Beh, il resto, lo vedrete da voi! :'3
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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...
Erano circa le 23:45, quando siamo tornati.
Alfred mi aveva chiesto se andavamo al luna park. In un primo momento risposi di no, ma, insistente lui, andò alle maniere forti.
No, non intendo che ci siamo picchiati, ma tutt’altra cosa.
Comunque sia, fui obbligato ad andare con lui, o se no, chissà cos’altro mi avrebbe combinato, e sinceramente, non ero in vena.
Arrivammo davanti all’entrata, alzai gli occhi, e vidi la scritta piena di colori.
E così era tutto il luogo.
C’era di tutto e di più.
Dalle auto scontro alla giostra con i pony.
Dal tunnel dell’orrore alla stanza con gli specchi.
« Che figaaata! Arthur, perché da piccolo non mi ci hai mai portato?!»
« Perché eri troppo esuberante, e non penso ti avrei tenuto testa!»
« Uffa! Fortuna che ho voluto l’indipendenza, o se no mi avresti vietato un sacco di cose!»
Abbassai lo sguardo.
L’indipendenza di America, fu un evento troppo toccante per me e non volevo parlarne.
« Uh? Artie, qualcosa non va?»
« N-No.. Va tutto bene.»
Alfred mi capiva, in qualche modo.
E penso che anche in quella circostanza abbia compreso i miei sentimenti.
Mi sorrise, e mi guardò con quegli stessi occhi intensi del colore celeste.
Mi afferrò la mano e mi tirò verso la biglietteria.
« A-Aspetta, Alfred! Lascia la mia mano!»
« No, oggi sembri piuttosto addormentato!»
« A-Alfred!»
Mi faceva imbarazzare girare in mano nella mano con Alfred.
« Alfred, e se ci vedessero i superiori?!»
« Non penso siano stalker, fino a questo punto, e poi, Artie, rilassati! Siamo qui per divertirci!»
E’ vero, ero teso.
L’idea di stare con Alfred, pubblicamente, non mi piaceva affatto.
Però, era da molto che non passavo qualche ora, seriamente, con Alfred.
Ero anche felice.
« Fermiamoci a mangiare un hamburger!»
« ...Ma quello lo mangi sempre! Lo mangerai dopo!»
« M-Ma io lo voglio ora.»
Fece una delle sue espressioni pietose, alla quale nessuno potrebbe opporsi.
Le faceva anche da bambino, e certe volte questo mi fa pensare che il piccolo America, non sia mai cresciuto, oltre che di aspetto.
..
Finito il suo amato hamburger, andammo a fare qualcos’altro.
« Allora?! Andiamo a fare le montagne russe, dai, dai!»
« S-Stai scherzando?! Sai benissimo che sono debole di stomaco.»
« Di sicuro, non ti faranno rimettere come i tuoi pasti.»
« Io cucino benissimo!»
« Artie, non fare la femminuccia!»
« N-Non voglio!»
Si guardò un po’ intorno.
Non capivo cosa volesse fare.
Mi strattonò verso una specie di punto oscuro del luna park, dove nessuno penso avrebbe scovato quel posto.
« Ahia, Alfred m-mi fai male!»
« Aaaallora..! Artie caro, non vorrai mica essere fottuto in questo misero posto.. Vero?»
« Smettila di minacciarmi, non è divertente!»
« Hai ragione.. Non è da me, allora..»
Si inginocchiò davanti a me, prese la mia mano e la baciò.
« Arthur Kirkland, io, Alfred F. Jones, ti chiedo umilmente di..»
« V-Vuoi riunirti a me?!»
Afferrai io le sue mani, e incominciarono a brillarmi gli occhi.
« Ahaha! Certo che no, schiocchino!»
Mi torchiò la fronte.
« Era una dichiarazione, sì, ma non di matrimonio! Ti stavo soltanto chiedendo se tu volevi accettare di andare sopra le montagne russe!»
Mi si spezzò il cuore, e diventai rosso in faccia dalla vergogna per quello che avevo detto.
« Allora adesso andiamo?»
« O-Ok...!»
Alla fine salì sopra a quella cosa.
..
Erano stati i cinque minuti più terribili della mia vita.
« Grande! E’ stato fantastico!»
 Mi girava la testa.
« Se lo dici... Tu... »
E successivamente caddi a terra.
« Ahaha! Inghilterra, idiota!»
..
« Adesso cosa andiamo a fare?»
« Non saprei..»
« Il tunnel dell’orrore!»
« E-Eh?!»
« Non avrai mica paura, Artie?»
« Io non ce l’ho! Piuttosto tu!»
« AHAHA! Io sono l’eroe! Di che vuoi che abbia paura un tipo come me?!»
..
Entrammo, e Alfred era appiccicato a me.
« VOGLIO USCIRE DA QUA!»
« Sei voluto entrare tu, e adesso subisci.»
« Waaah! Arthur, qualcosa mi ha sfiorato!»
« E’ la tua immaginazione. E’ tutto finto qua dentro.»
« E-E allora, c-cos’è quella cosa che si muove là in fondo?!»
« Un effetto ottico.»
Da lontano in tutto quel buio, un lucetta azzurra danzava come una fiamma col vento impetuoso.
Non faceva affatto paura. Ma ad Alfred, sì.
Mi strinse più il braccio.
« U-Uwaah! Mi fa paura!»
« Anche tu mi fai paura, mi stai rompendo un braccio!»
Da lontano si sentì una voce di una bambina che cantava e pareva quasi strozzata.
« A-Artie...»
« Cosa c’è?»
« ... Posso abbracciarti?»
“Sì, sì! Abbracciami, ti prego! Puoi fare tutto quello che vuoi!”
« F-Fa’ come vuoi.»
« Pensavo avessi rifiutato!»
« Infondo non ti odio così tanto..»
America si piazzò davanti a me, bloccando il mio cammino.
Mi tenne i polsi.
E mi baciò.
“Lasciami, ti prego, non riesco a non farmelo piacere. Mi fai soffrire, idiota. Perché mi piaci tanto?! Smettila. Peggiori sempre le cose. Brutto idiota.”
Mi stavo preparando a piangere. Stavo quasi tremando.
Lui non doveva. Il mio Alfred, non doveva.
“Dannazione, smettila, smettila, smettila!”
Mi stava per abbracciare, quando lo allontanai, e guardai da un’altra parte.
« Proseguiamo.»
Mi osservò un po’ sorpreso, ma come sempre, la prese a ridere.
« Ok!~»
Lui prende tutto come un gioco.
Questo mi fa soffrire.
Non capisce nulla.
Non riesce a capire i miei sentimenti.
Eppure, io continuo ad amarlo..
« Aah! Artie, qualcosa mi ha pestato il piede!»
« Sono stato io.»
..
Uscimmo da quel tunnel, finalmente.
Erano circa le 22:57.
« Cosa facciamo adesso?!»
« Io vado a casa, ciao.»
Voltai le spalle e feci il gesto di salutarlo con la mano.
Mi venne dietro e mi fermò prendendomi dal colletto.
« Tu non vai da nessuna parte! Facciamo almeno la ruota panoramica!»
Mi trascinò fino alla ruota panoramica.
Salimmo.
« Idiota! A quest’ora ero già a casa!»
Alfred era davanti a me, e guardava la finestra. Serio, e senza ribattere alle mie parole.
« Cosa ti è preso oggi..?»
“Dannazione, come faccio, cosa devo rispondergli?!”
Spostò i suoi occhi su di me.
“Non guardarmi in quel modo... Smettila..”
Il cuore incominciò a battermi all’impazzata.
Mi tirai indietro. Non volevo essere là.
« Niente, ero tranquillo.»
« Non sei mai riuscito a mentire. Dimmelo.»
Ero in difficoltà.
“Questo voleva dire che per tutto il giorno mi ha preso per il culo, facendo finta di non capire niente?!”
« ...Non puoi capire.»
« Invece sì. Sono l’unico che ti può capire. Parlamene.»
« Non è vero! Se sei davvero l’unico che può comprendere tutto quello che faccio, che penso, che provo.. Perché non me l’hai detto subito?!»
Abbassai il capo. Con le mani stringevo i miei ginocchi pur di trattenermi. Ma le lacrime cominciarono a scendere.
« Perché mi sento vuoto ogni volta che non ci sei?! Perché hai scelto di essere indipendente?! Alfred, io ti rivoglio! Voglio che tu sia mio! Voglio ritornare ai tempi in cui stavamo insieme! Io non ho mai voluto la guerra tra noi due! Dannazione, Alfred, perché non capisci tutto questo?!»
Respiravo profondamente, cercavo di calmarmi.
« E’ tutto un gioco, Arthur. Anche se non lo volevamo, prima o poi eravamo destinati a farci la guerra. Non potevo stare per sempre sotto il tuo controllo.»
« Invece sì! Sì, sì!»
« Non saresti stato in grado di gestirmi.»
« Sì invece! Cresci Alfred, cresci!»
« Quello che deve crescere sei tu. Non vedi? Stai piagnucolando come un bambino.»
« E’ colpa tua.»
Cercavo di asciugarmi le lacrime con i polsini dell’uniforme.
L’espressione di Alfred era felice e serena.
Si tolse il guanto e mi toccò la guancia, mentre mi asciugava le lacrime.
« Sei così carino.»
« Smettila di toccarmi.»
Si alzò e si mise curvo davanti a me.
Mi baciò di nuovo.
“Perché Alfred, perché? Perché ti amo dannatamente tanto?! E’ soltanto colpa tua.. Sei tu che hai combinato tutto questo. Tu e basta.”
..
Si mise accanto a me, e mi teneva la mano.
Ero felice. Tanto felice. Alfred mi stava stringendo la mano.
Lo avevo accanto e non stavamo litigando.
Eravamo io e lui. Del resto chi se ne fregava. L’importante era quello.
Appoggiai la mia testa sulla spalla di Alfred e cominciai ad assopirmi.
Mi addormentai definitivamente.
...
Alfred mi svegliò, o almeno, cercò di svegliarmi. Erano le 23:45.
« Artie.. Artie... Svegliati, devi aprire la porta di casa, o se no non posso portarti dentro.»
« Mh.. Mh, mamma dopo.. Ora no..»
« Artie.. Almeno dammi la chiave..»
« .. sotto.. zerbino...»
..
Alfred, diciamo, seguì quello che gli avevo detto.
« No... Non voglio.. Lasciami.. »
Incominciai ad agitarmi nel sonno, scalciavo e davo pugni.
« .. Il... Il capo sono io..!»
... Neanche se avessi bevuto.
« A-Artie smettila di agitarti, finirai col farmi cadere..!»
E così fu. Feci cadere Alfred.
Aprì lentamente gli occhi.
Vedevo i capelli di lui. E dal momento che riuscivo a mettere a fuoco solo quelli, incominciai ad accarezzarglieli.
« Mi spieghi cosa stai facendo?»
« Alfred...»
Alzò la testa e ci guardammo per un po’ di tempo.
« Idiota, non guardarmi così che m’imbarazzi!»
Sorrise. E quello, non prometteva nulla di buono.
« Ah, posso restare qua per stanotte?»
« Perché?»
« Sai... Il tunnel di oggi... Mi ha terrorizzato, e non voglio dormire solo!»
« Va bene..!»
« Grazie, grazie, grazie, Artie!»
Mi abbracciò forte. Molto forte.
« A-Alfred così non respiro! Fammi alzare!»
Alfred mi prese in braccio, e si avviava verso la mia stanza da letto, ridendo di piacere.
« I-Idiota! Lasciami!»
« No!~»
Aprì la porta. E mi scaraventò sul letto.
« C-Cosa vuoi fare?!»
« Qualcosa che aspettavi da tempo!»
« E-Eh?!»
Alfred si tolse il cappotto, e sfilò i guanti con i denti.
« A-Alfred?!»
« ..Devi rilassarti.»
Mi fece sedere sul suo inguine.
« Alfred... Cosa..?»
« Artie..»
Prese a baciarmi. Non era un semplice bacio, ma più passionale.
La lingua di Alfred si addentrava dentro la mia bocca, finché non s’intrecciava con la mia.
Il suo ginocchio destro, mentre si avvicinava al mio sesso, mi percorreva l’interno coscia. Appena arrivato, lo premeva leggermente e delicatamente, pur di non farmi male.
Il mio respiro si fece più veloce.
America si allontanò da me, lasciandosi un filo di saliva che mi teneva ancora legato a lui.
Mi mise una mano sul petto, spingendomi all’indietro, e mi fece sdraiare tra i cuscini, portai la testa all’indietro.
Da un momento, all’altro, non avevo più i vestiti. Erano come spariti.
Forse perché mi stava piacendo quello che faceva Alfred, e non capivo più niente, o forse perché uno dei miei amici fatati me li avevano fatti sparire per dispetto... Ma non penso.
Alfred mi fissò.
Si tolse gli occhiali, e si avventò sul lobo del mio orecchio, cominciando a mordicchiarlo.
« A-Alfred..»
Pian piano, scivolava più giù, sul mio corpo sudato.
Entrò una delle sue mani nelle mie mutande.
Fece entrare il suo dito nell’unica cavità che si trovava là sotto.
Il suo dito si faceva sempre più curioso, entrando sempre di più.
Cominciai a tremare.
Emisi qualche gemito, ma niente di più.
Annoiato, prese il mio membro e cominciò a masturbarlo.
« Ah.. A-Alfred..»
Andava sempre più veloce, e in aggiunta, cominciò anche a leccarne la punta.
Cercai di contorcermi, ma niente da fare. Non riuscivo a non farmi piacere quello che stava facendo lui.
Mentre lo sfiorava con la lingua, continuava a toccarlo.
« A-Alfred.. S-Sto per v-venire...»
Venni.
Alfred si coprì con la mano che mi stava stuzzicando.
Non ci fece caso, anzi, provò piacere e se ne lecco il palmo.
« Ti va di andare avanti?»
« P-Puoi farne di me quello che vuoi..»
“Diamine, sono così imbarazzato.”
« Allora, vado al sodo..»
Così disse, così fece.
Alfred mi penetrò senza esitare.
« ..Lo senti?»
Sussultai di brutto, e mi piegai in due.
« Alfred.. Aah!»
« Artie.. I tuoi gemiti.. Le tue urla.»
Il mio respiro andava a tratti. Tiravo qualche urletto di piacere, e in più cominciai a piangere.
“Ricordo ancora il tuo viso, quando ti regalai quei soldatini. Eri così piccolo.. Eppure, adesso, sei la persona che amo.”
« Artie.. Se fa male dimmelo..»
« Ah.. N-No..»
I nostri bacini battevano l’uno contro l’altro.
America era caldo, ma faceva male.
Però, mi piaceva così.
« Alfred.. Credo che... Credo che io ti a-ami..»
« Mh, era ora che lo dicessi. ~»
« I-Io ti ho sempre... Ah.. A-Amato..!»
« Lo so, lo so, Arthur.»
« I-Io..»
« Su dai, smettila di parlare.»
Mi tappò la bocca, mentre i fianchi continuavano a muoversi l’uno con l’altro.
Fece entrare il suo dito indice nella mia bocca.
« Mordilo. Sfoga il tuo piacere qua. E poi, se continui a gridare.. Il tuo superiore cosa penserà?»
Non volevo far male ad Alfred, ma non volevo neanche pigliarmi una ramanzina dal superiore, perciò lo morsi.
..
« Uff, è stato più faticoso di quanto credessi, neh? Artie?»
Alfred si buttò a peso morto su di me.
Eravamo avvolti dalle soffici coperte di seta bianca, comprate da poco.
« Alfred.. E’-E’ stato bello..»
« Kyahaha! Son felice che dici questo! Così la prossima volta, magari non piangerai!»
« M-Maledetto..»
Alfred si rotolò al mio lato.
Ci mettemmo a guardare il tetto della mia stanza.
Alfred strizzò la mia mano.
« .. Ehi, ricordi quando ti portai quei soldatini..?»
« Sì..»
« Ti preoccupasti anche per la ferita della mia mano..»
« Sì, e ora anche tu devi preoccuparti per quello che hai fatto al mio povero indice!»
Si mise a piagnucolare.
Presi la sua mano, e portai il suo dito alla mia bocca e lo leccai.
« ... Sei mica un gatto?»
« I-Idiota! La saliva disinfetta. Pff.. Ah, Alfred..»
« Mhmh? ~»
« Cos’è stato quello che abbiamo appena fatto..?»
« Artie, Artie, Artie.. Quello che abbiamo fatto finora.. E’ stato soltanto un gioco, dove abbiamo capito che l’uno e l’altro proviamo sentimenti reciproci.»
« ..Tutto un... Gioco?»
« Sì. Un semplice e banale gioco.»
« BANALE?! IN QUESTO GIOCO CI HO RIMESSO IL MIO SEDERE!»
« Ah, ah, calmati Artie, l-l’hai voluto tu infondo!»
« Bastardo, ti trucido!»
Lo presi a cuscinate.
..
Un gioco, un semplice e banale.. Gioco.

Aku's care.~

'Sta fan fiction non ha un senso. D;
Non sono mai stata brava a scrivere, eppure mi piace farlo.
Boh, la pubblico perché ci sono stata un po' a crearla.

Fa pena. ;W; { Oh, scusate se c'è qualche Orrore qua e là, e scusate anche per le ripetizioni. Non sono mai stata brava in questo genere di cose. çWç }
  
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