I Hope the World Stops


-Chissà com'era il mondo... prima dell'amore.
Il silenzio si spaccò a metà solo per dar spazio ai loro respiri nella notte.
-Te lo sei mai chiesto?
Non rispose, ma si limitò a girare la testa da un lato, tenendo la bocca socchiusa.
Si erse sulle ginocchia, mentre lei continuava a stare immobile -Sai...- cominciò -Ultimamente – accennò a un risolino -Sto cominciando a pensare di essere diventato pazzo...
I suoi occhi si mossero verso di lui, sempre senza muovere la testa -E ti piace?
Il risolino si fece più alto -Certo che no, che domande fai, però...
Restò in silenzio come a indugiare se buttarsi da un ponte o no.
-Non lo sai...- mormorò lei, distesa, le braccia aperte come un angelo -E non sai neanche perchè stai facendo tutto questo, adesso...
-Non è vero! - esclamò ferito -Io... io non l'ho fatto per... per... io provo qualcosa, Maka!-
I suoi occhi lo ispezionarono con un tocco di pena e smarrimento.
-Io... io mi sveglio la notte, urlando, madido di un sudore tormentato, e quando mi volto... non c'è nessuno! Nessuno! Nessuno di fianco a me che mi dica che andrà tutto bene, che il mondo non mi inghiottirà insieme a tutto il resto nel suo vortice di fango e tristezza!-
Sembrò essere tornato il silenzio di prima, vuoto, colorato solo dalla luce della luna, che dalla finestra illuminava il loro viso come statue di madreperla. 
-Soul...- mormorò -Io non capisco... non capisco cosa stai dicendo...-
Soul parve essere colpito da un pugno in bocca. Afferrò Maka per le spalle -Come fai a non capire, Maka? Non li vedi?- allungo il braccio tremante indicando i cipressi danzanti nella notte -Non li vedi anche tu tutti quegli uomini? Sono tutti uguali, Maka, sono tutti uguali e non lo sapranno mai! Mai, perchè vivono nei loro stessi rifiuti, i loro stessi morti, le loro stesse città distrutte, le loro stesse persone uccise dal loro egoismo e dalla loro ipocrisia! Non li vedi, Maka?!-
Lei emise un gemito e Soul le lasciò andare lentamente le spalle. Respirava a fatica.
Respirava a fatica e c'era un freddo penetrante e appuntito che lo irrigidiva sempre di più.
-A volte... quando mi sveglio, scopro di averti appena sognata.- il suo sorriso si dipinse si chiaroscuro, pareva gentile -Allora comincia a mancarmi il respiro e... e il petto sembra sul punto di esplodermi... lo hai mai sentito, Maka? Hai mai provato quel tipo di dolore? Riesci a immaginare quanto sia infernale quel dolore? L'unica cosa che puoi fare è urlare... urlare alla luna... urlare al cielo... urlare... 
Fece un respiro profondo e si allungò su di lei. Il silenzio che sembrava essersi ricongiunto cominciò ad incrinarsi pedissequamente, come una sottile lastra di ghiaccio su un lago.
Il suo singhiozzo le pareva quello di un animale appena venuto alla luce.
Gli cinse dolcemente le braccia dietro le spalle e respirò a bocca socchiusa.
-Dimmi che mi ami.
Sembrava la scongiurasse. Se il mondo avesse avuto la possibilità di potersi fermare un solo momento in quell'universo così troppo vasto e disorientante per loro, Maka avrebbe scelto quello.
Così più lo stringeva a sé, più la luna sembrava scomparire, il freddo farsi più accanito, il mondo rallentare, venirle da piangere.
E nel profondo del suo cuore sapeva che tutto ciò non poteva essere stato inascoltato.
Quel dolore che lui aveva accennato sembrava essere risalito fino alla gola come un bicchiere di latte e aceto.
Si addormentarono abbracciati, sperando che il mondo si congelasse, e che il mattino seguente, al loro risveglio, si sarebbero ritrovati in una storia felice, tra coperte strappate, nella paglia, in uno sperduto fienile di periferia.