Eccolo. E' il momento. Tra pochi secondi saranno sorteggiati il tributo femmina e il tributo maschio che parteciperanno ai Settantasettesimi Hunger Games. Effie intona un incoraggiante -Prima le signore! - e attraversa il palco. La mano ornata da smalto brillantinoso giallo e una quantità industriale di anelli dalle gemme enormi s'infila nella boccia di vetro e scava a fondo, indecisa su quale fogliettino prendere. Poi, ne agguanta uno, lo tira su e lo apre accuratamente. Tra meno di un secondo saprò se sono io oppure no. E se sono io, davvero? No, non sono io. Devo credere in me stessa, non sono io. Non posso, non devo.