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Autore: GleeAndFinchelSavedMe    03/08/2012    2 recensioni
Eccolo. E' il momento. Tra pochi secondi saranno sorteggiati il tributo femmina e il tributo maschio che parteciperanno ai Settantasettesimi Hunger Games. Effie intona un incoraggiante -Prima le signore! - e attraversa il palco. La mano ornata da smalto brillantinoso giallo e una quantità industriale di anelli dalle gemme enormi s'infila nella boccia di vetro e scava a fondo, indecisa su quale fogliettino prendere. Poi, ne agguanta uno, lo tira su e lo apre accuratamente. Tra meno di un secondo saprò se sono io oppure no. E se sono io, davvero? No, non sono io. Devo credere in me stessa, non sono io. Non posso, non devo.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una gelida ventata entra dalla finestra aperta e Rachel si raggomitola nelle grezze coperte di flanella in cerca di calore. Il freddo punge e una fastidiosa fioca luce penetra. Infila la testa sotto il lenzuolo, ma ormai il sonno si è già affievolito. Così, si alza e si veste: pesanti scarponi invernali, giacca a vento e una calda sciarpa di lana che le pizzica leggermente il collo e riempe la bisaccia di piccoli panini ancora caldi. Esce di casa tentando di fare il meno rumore possibile, e la tiepida luce mattutina l'abbraccia, mentre il sole pian piano sorge. Un passo falso, e la neve le entra negli scarponi, gelandomi immediatamente il piede... Sente le guance arrossarsi e un lieve pizzichio le invade, nuvole bianche si innalzano ad ogni respiro e le suole degli stivali scricchiolano a contatto con il terreno gelato. Un leggero chicco di neve si posa delicatamente sulla punta del naso congelato, seguito da altri migliaia che lentamente iniziano a rivestire le desolate strade del Giacimento. Non le interessa se fa freddo, non le interessa se nevica, ma sente uno sfrenato bisogno di prendere una boccata d'aria e sconnettere momentaneamente la mente, prima che un'altra spietata mietitura si presenti. Così, comincia a passeggiare senza meta tra gli alti alberi, mentre piccole ghiandaie imitatrici si posano sui rami più bassi, in attesa di qualche nota che esca dalla sua bocca congelata... Ma niente. Non ha voglia di cantare, non oggi... E' venuta nel bosco per cercare di distrarmi, però il pensiero della mietitura continua a torturarla, a invaderle i pensieri. Il Distretto 12, ed in particolare il Giacimento, è così povero che ogni giorno la gente muore sopraffatta dalla fame. Non basta questo? Devono abbattersi su di loro anche quegli spietati Glee Games? In più, ci sono i mortali e distruttivi incidenti che si verificano nelle miniere di carbone, che portano via vite di gente che suda sangue e dolore dalla mattina alla sera per tornare a casa e mangiare un misero stufato insapore. Dal colore del cielo capisce che si è fatto tardi e rapidamente raggiunge casa. Quando entra, trova steso sul mio letto un delicato abito rosa confetto che termina con un voilant ed un nastro in raso che cinge il busto. Appena lo indossa e va Hirama, lui di botto si ferma e la guarda, con intensità, con un sorriso fiero.
Dolcemente, le dice: - Oh, Rachel, sei bellissima!-
In risposta, ricambia il sorriso. Il padre le fa cenno di avvicinarsi e sposta una sedia dal tavolo in legno, invitandola a sedervi. Con grande cura, inizia a pettinarle i capelli setosi e accuratamente fa una piccola coda obliqua che attraversa la cascata di capelli castani. Non ha mai capito perchè bisognasse indossare i vestiti più pregiati del loro misero armadio e conciarsi alla meglio per tentare di nascondere i segni della fatica e il dolore impressi sui visi stanchi per la mietitura. Ma ormai, c'è abituata: la stessa routine da quattro anni. Dalla sua nascita, ho vista tredici ragazzi uccidersi, dodici ragazze morire. Sangue, dolore, morte, crudeltà, astuzia... Tutto costantemente trasmesso su un gigantesco schermo televisivo nella piazza principale. Ma il momento per loro più duro è la mietitura, quando il loro destino sarà scritto da due semplici parole: nome e cognome. Chiunque potrebbe essere estratto, soprattutto chi, come lei, ha moltissime nomine dovute alle tessere.
E' ora. Con un'espressione ininterrottamente corrucciata, Rachel si dirige in piazza, pronta ad affrontare un'altra decisiva mietitura. Come al solito, li dividono per sesso ed età. Puoi essere un dodicenne o un diciottenne, puoi essere malato o in bella forma, ma se verrai chiamato, la tua unica possibilità è affrontare ciò che ti aspetta. In realtà, non è l'unica. Potrebbe esserci sempre un volontario, qualcuno che si offra di partecipare al tuo posto, che sacrifica la propria vita per la tua. Ma qui nel Distretto 12 è un evento praticamente impossibile... Solo una volta è successo, tre anni fa, nella Settantaquattresima edizione degli Hunger Games. Rachel se lo ricordo perfettamente: aveva compiuto quattordici anni da pochissimi giorni ed era terrorizzata; ancora non aveva ancora nomine, ma l'ansia la soffocava lo stesso. Poi, fu estratto questo nome: Primrose Everdeen, una ragazza piccola e fragile di appena dodici anni. Mentre si dirigeva al palco, la sorella maggiore, Katniss, iniziò ad urlare e dimenarsi, finchè esclamò con decisione -Mi offro volontaria come tributo!-
A quel punto, tutto il pubblico tacque, ed il silenzio fu interrotto dall'estasi della presentatrice e dai singhiozzi di Primrose. Quelli furono forse i Glee Games più indimenticabili della storia... Ci furono due vincitori: Katniss e Peeta Mellark, il ragazzo del panificio, i cosiddetti Innamorati sventurati del Distretto 12, costretti ad affrontare nuovamente l'arena l'anno successivo con la Terza Edizione della Memoria.
Come da copione, sale sul palco il sindaco Undersee e legge le solite cose: la nascita di Panem, la creazione della brillante Capitol City e i Giorni Bui che afflissero il loro triste passato e che portarono alla distruzione "completa" del Distretto 13 e alla promozione del Trattato del Tradimento, ossia ciò che portò i Glee Games. Poi, il sindaco esclama: ­­
- E' il momento del pentimento ed è il momento del ringraziamento- e legge la lista dei passati tributi, nominando con particolare enfasi gli unici quattro vincitori che abbiano avuto. A quel punto, i tre mentori salgono sul palco: Haymitch Abernathy con la sua fidata bottiglia in mano, barcolla borbottando frasi senza senso fino alla pedana, mentre la sua instabilità nel camminare fa sgocciolare birra su tutto il pavimento. Katniss Everdeen e Peeta Mellark si prendono per mano e lo seguono con aria malinconica. Sono davvero belli come tutti dicono... Lei indossa un delicato vestito di seta azzurro cielo, simile a quello della mietitura che affrontò tre anni fa, e i capelli sono raccolti nella stessa elegante pettinatura di allora. Lui è davvero bellissimo: capelli biondi gli incorniciano il viso e uno sguardo profondo e intrigante lo caratterizza. Il sindaco presenta Effie Trinket, la stessa buffa signora di Capitol City di ogni anno, con una sgargiante parrucca giallo acceso, un esageratamente decorato vestito dello stesso colore, accompagnato da un blazer viola prugna ornato da spille con luccicanti farfalline. Effie trotterella sui vertiginosi tacchi a spillo in vernice ugualmente viola, e fieramente recita sorridendo - Felici Glee Games! E possa la buona sorte essere sempre a vostro favore!-
Ecco. E' il momento. Tra pochi secondi saranno sorteggiati il tributo femmina e il tributo maschio.
Effie intona un incoraggiante -Prima le signore! - e attraversa il palco.
La mano ornata da smalto brillantinoso giallo e una quantità industriale di anelli dalle gemme enormi s'infila nella boccia di vetro e scava a fondo, indecisa su quale fogliettino prendere. Poi, ne agguanta uno, lo tira su e lo apre accuratamente. Tra meno di un secondo Rachel saprà se è lei oppure no. "E se sono io, davvero? No, non sono io. Devo credere in me stessa, non sono io. Non posso, non devo." pensa la ragazza, mentre inarca le sopracciglia per l'angoscia.
- Rachel Berry -
"No, non può essere".
   
 
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