'Come possiamo lasciar andare chi ci rende persone migliori?'.
Lo penso mentre gli accarezzo i capelli biondi, nel suo sonno profondo.
Finalmente accanto a me. Di nuovo.
Per l'ultima volta?
So bene che tocca a me questa scelta. E mi colpisce forte il senso di colpa per non  essermi mai fermata, prima d'allora, a definire i miei sentimenti verso questo ragazzo.
Finora mi ero accontentata di quel affetto ambiguo, ma non definito. E perciò pericoloso.
Perchè innegabile.

Lui mi ama. Avrebbe dato la vita per me... anzi, penso l'abbia già data, scegliendo di starmi accanto pur sapendo che l'intensità dei miei sentimenti non poteva eguagliare quella dei suoi. Pur sapendo che lui sarebbe potuto non essere la mia scelta.
Sì, lui mi ama.
Ed io? Quante volte mi sono fermata a pensare, a pormi questa delicata e decisiva domanda?
Adesso so che devo trovare una risposta.
Ho trovato odioso il pensiero di dovermi svegliare e non poter vedere il suo sorriso, di non poterlo abbracciare nei momenti di maggiore sconforto e tristezza.
Di non trovarlo al mio fianco quando ne avessi avuto bisogno.
Questo è ciò che lui è per me. La mia spalla. La mia forza. Il mio rifugio.

Ma all'improvviso mi rendo conto che tutto questo è stato sempre chiaro. Sempre, sin dall'inizio.
E all'inizio torno, con la mente, e non sono concentrata su di lui, tantomeno sulla serie di eventi che mi ha portato a questo giorno.
Vedo me, per la prima volta.
Vedo, attraverso il filtro dei ricordi, me stessa e come, dal giorno in cui i nostri occhi si sono incrociati, io sia cambiata.
Lui era una persona migliore. Lo è sempre stata. Migliore di me e delle persone che a loro volta mi circondavano.
E lui mi ha resa una persona migliore.
Avrei agito come ho agito, se il pensiero di lui non fosse stato presente nella mia testa?
Avrei pensato, avrei sacrificato, avrei combattutto come ho fatto senza lui, sempre, al mio fianco?
Avrei... amato?
Io, ora, sono una persona migliore.
Senza la pretesa di insegnarmi nulla, mi aveva trasformato, partendo dal carbone, in quella perla.
Rivedo tutto il suo amore sofferto e nel mio intimo, una nuova, definitiva, consapevolezza si fa strada.
Dovevo solo fermarmi a pensare; e rendermi conto chi mi aveva insegnato ad amare, non solo a lasciarmi amare.

Mi sollevo sui gomiti e lo bacio sulla fronte. Poi mi fermo e lo guardo innocente, puro e lo bacio ancora, delicatamente, sulle labbra.
Mi soffermo per assaporare la conferma che ho sempre avuto, ma che non avevo il coraggio di accettare senza paura di ferire, di ferirmi.
Non c'é nulla da curare invece. Nessun sentimento ambiguo, nessun affetto a metà.
Appoggio la testa sul suo petto e chiudo gli occhi.
No, questa non sarà l'ultima notte.