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Autore: formerly_known_as_A    04/08/2012    2 recensioni
Olanda non riesce a capire cosa ci sia di speciale, in tutto questo. Sono solo movimenti concitati ed una sensazione destinata a scomparire dopo poco.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Paesi Bassi
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Quella stanza d'albergo è diventata la propria, ormai.

Il grande specchio accanto al letto, che dovrebbe servire a controllare come si è vestiti, pare, è il luogo in cui perdersi, guardando la scena che sta vivendo come un semplice spettatore di passaggio.

I movimenti, dal punto di vista di quello spettatore silenzioso dagli occhi verdi, sono privi di senso. Un muoversi concitato di bacino, fianchi, gambe, una mano a tenere fermi i polsi della persona -o l'oggetto, non fa alcuna differenza- sotto di sé, l'altra usata per bilanciarsi, per girare la sua testa nel caso volesse anche lei guardare nello specchio.

Scivola con lo sguardo lungo la propria figura, dalle ginocchia, proseguendo per la curva delle natiche e la schiena, un corpo slanciato che trova bello, ma vuoto, privo di significato, come una statua dai criteri estetici simili a tante altre, gli occhi verdi vuoti, forse soltanto inquisitori, di tanto in tanto, quando qualcosa di prettamente fisico lo distrae da quell'osservarsi, irritandolo e mettendogli fretta nel finire.

Dura sempre troppo poco. Troppo poco tempo per capire che cosa spinga così tante persone a perdersi in quell'atto, a stampare chilometri di carta su come rendere tutto piacevole.

Sesso, posizioni, articoli ed articoli su come raggiungere orgasmi diversi e devastanti.

Per Jan, tutto questo non ha senso.

Finisce tutto in un momento, tanta fatica per un ottenebrarsi della mente così breve che non vale la pena di essere vissuto.

A cosa serve fare tutta quella fatica?

Scivola via dalla donna, accendendosi una sigaretta nel momento stesso in cui riesce a posare la schiena sul materasso, lo specchio alle proprie spalle. Non gli interessa più osservare. Chiude gli occhi e cerca di non ascoltare l'incessante suo blaterare.

“La scopata migliore della mia vita.” gli ripete e lui non può fare a meno di sentirsi disgustato da questo. In qualche modo, le persone che usano quel termine lo irritano di più di quelle che pensano che si innamoreranno, che facciano l'amore.

Non ha opinioni, riguardo a quello. Non ha idea di cosa sia, di cosa si provi, omesse le descrizioni lette nelle poesie, sentite nelle canzoni. Sarebbe bello, sapere che cosa sia anche quello. Ma già l'olandese fatica a capire che cosa le persone ci trovino in un muoversi di bacini e in una soddisfazione momentanea che può provare anche con una mano.

Finisce la sigaretta, la donna che smette di parlare all'improvviso, facendolo cadere in un brusco silenzio, senza brusii di fondo. Riapre gli occhi solo quando sente il calore sulle dita, spegnendo la sigaretta nel posacenere e lasciando andare il fumo.

Ne segue il corso fino al soffitto, affascinato dalla sua consistenza, sospirando quando ricorda di aver lasciato la pipa a casa. Non gli sarebbe dispiaciuto rilassarsi un poco, ha molti più pensieri in testa di quanti ne avesse prima di abbordare la ragazza al bar -la sente muoversi accanto, forse per rivestirsi-, ma aspetterà di essere a casa ed avere a portata di mano qualcosa da mangiare, prima di darsi all'oppio.

La donna scivola via, i suoi tacchi che picchiettano sul pavimento di legno, i passi insicuri verso la porta. La sente fermarsi, forse si volta a controllare se lui la guardi, ma non è il caso e quindi riparte, sempre più insicura, come se fosse ubriaca, prima di sbattere la porta dietro di sé.

Non ha bisogno di poteri paranormali per sentire un singhiozzo, poi un altro.

A volte succede. A volte le donne lascive che lo avvicinano nei bar non sanno cosa cercano veramente, a volte, forse, pensano di trovare qualcosa nel vuoto di quell'atto, forse l'amore, forse una soddisfazione più grande della scopata o degli altri termini volgari che utilizzano per mascherare il vuoto che sentono.

Si chiede cosa non vada, in lui, perché, ogni volta che accade, non gli importa.

   
 
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