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Autore: Seele    05/08/2012    7 recensioni
[...] alle loro orecchie giunsero le voci dei genitori e degli amici di Bulma che la chiamavano, parlando del suo imminente matrimonio.
“C-Cosa faccio, Vegeta? Avanti, dimmi come posso cacciarmi fuori da questo guaio. Farò qualsiasi cosa vuoi, se mi aiuti!”
Il ragazzo ghignò. “Qualsiasi cosa, dici?”
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta, Yamcha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Qualsiasi cosa?


Tesoro, sei splendida!”

Bunny congiunse le mani, osservando compiaciuta sua figlia in abito da sposa.

Com'è fortunato, il mio Yamcha! Trovare una mogliettina come te...che fortuna!”, commentò. Bulma si rimirava davanti allo specchio; si soffermò sui dettagli del vestito, dalla vita stretta e un'ampia scollatura, il velo lungo e le scarpe aperte, dal tacco alto, i capelli raccolti in una complicata acconciatura. Si morse un labbro, non si era mai immaginata in quelle vesti.

Cosa c'è, amore? Qualcosa non va?”, chiese sua madre, piegando di lato il viso con aria interrogativa.

Bulma si morse un labbro. “Mamma...”, esitò, “non credo di star facendo la cosa giusta.”

Bunny, persa nelle sue fantasie, neppure le prestò ascolto. “Oh oh oh, già li vedo i miei nipotini! Tutti belli...uno con i capelli neri e gli occhi azzurri, un altro dai capelli azzurri e gli occhi neri, un altro con i capelli biondi e gli occhi azz...”

Mamma, mi hai sentito?!”, la richiamò Bulma, alzando gli occhi al cielo.

Scusami, è che sono così felice di avere dei nipotini!”, rise la donna. “Quanti gemelli hai detto di stare aspettando?”

La ragazza strinse i pugni e contò mentalmente fino a dieci, decisa fino in fondo a mantenere la calma -almeno il giorno del suo matrimonio.

Mamma”, chiamò rossa dalla rabbia, cercando di assumere un tono di voce tranquillo, “non aspetto nessun gemello. Non sono incinta, è inutile che continui a chiedermelo.”

Oh”, mormorò dispiaciuta la madre, “vuoi dire che tu e quel fusto di Yamcha non avete ancora fatto l'amore?”

Lei divenne rossa come un peperone. “Mamma!”, esclamò imbarazzatissima. “Ma ti sembrano domande da fare, queste?!”

Scusa, tesoro!”, ridacchiò la donna. Bulma sospirò, sua madre non sarebbe cambiata mai.

Comunque, cosa stavi dicendo?”

La ragazza si sedette su una sedia, non trovando il coraggio di guardare negli occhi sua madre.

Mamma, forse non dovrei sposare Yamcha.”

Per la prima volta, fra di loro cadde un pesante silenzio.

Dopo qualche lungo secondo, Bunny si sedette accanto alla figlia e sembrò assumere, per qualche attimo, un'espressione seria. Poi il solito sorriso spensierato tornò sul suo viso.

Non dire così, è normale avere dei dubbi! Tu e Yamcha siete una coppia bellissima, lui ti ama tanto e anche tu sei molto innamorata di lui! Oltretutto avrete dei bambini meravigliosi, mi renderete la nonna più felice del mondo, vivrete insieme alla Capsule e ogni giorno sarà semplicemente meraviglioso, io vivrò accanto a quel fusto e...”

Mentre sua madre parlava, Bulma lasciò vagare lo sguardo altrove, persa nei suoi pensieri.

...per non parlare, poi, della bellezza di quel ragazzo! Hai mai notato quanto Yamcha sia carino quando ha fame?”

La ragazza si alzò in piedi, furiosa. “Mamma, non esiste solo la bellezza, lo sai? Ci vuole anche...amore! E desiderio di stare insieme...nel mio caso, desiderio di vivere tutta la vita con lui!”

Ma, tesoro, io intendo...”

Bulma aprì la porta della sua stanza. “Scusa, ho bisogno di uscire.”

Scese in fretta le scale della Capsule Corporation, quasi inciampò nel tappeto del corridoio e allora si levò le scarpe, lasciandole a terra davanti al salotto in cui si trovava Yamcha. Questi si affacciò dalla stanza, seguendo con lo sguardo la promessa sposa.

Bulma, cosa stai...”

La ragazza si voltò un attimo e si accorse che aveva intenzione di raggiungerla. Si affrettò a trovare una scusa credibile perché ciò non avvenisse.

Non guardarmi, Yamcha! Porta sfortuna vedere la sposa prima delle nozze!”, urlò ricominciando a correre. Il ragazzo raccolse le scarpe da terra, e quando rialzò lo sguardo la sua fidanzata era già sparita.

Alzò le spalle e tornò a sedersi accanto agli amici di sempre, cercando di non pensare allo strano atteggiamento della sua futura moglie.

Ehi, Yamcha”, fece Goku con la bocca piena -come al solito stava sgranocchiando qualcosa-, “dov'è Vegeta? Non l'avete invitato?”

Non pronunciare il suo nome, per favore.”

Yamcha fece una smorfia infastidita, mentre l'amico si guardava intorno alla ricerca del saiyan. “Quando penso a lui, ho un brutto presentimento.”


Bulma si fermò solo quando fu certa che nessuno, dalla Capsule, riuscisse a vederla.

Si concesse un sospiro di sollievo e poi riprese fiato, piegandosi su sé stessa mentre affannava.

Per qualche secondo prese in seria considerazione l'idea di stendersi sul prato e lasciare che l'erba fresca le concedesse qualche sollievo dalla sua tensione; fu solo grazie alla paura di sporcare l'abito da sposa che riuscì a trattenere quel desiderio.

Si guardò qualche attimo intorno; non c'era nessuno. Bene, poteva sfogarsi!

Dannazione!”, urlò. “Dannato matrimonio! Maledetto Yamcha!”

Si concesse un lieve sorriso, si sentiva già leggermente meglio. Poi riprese fiato.

Non voglio sposarmi! Non con lui!”, continuò. “Io voglio solo...”

Io voglio solo che tu stia zitta!”

Bulma si voltò spaventata; qualcuno l'aveva interrotta, ma chi?

Tirò un sospiro di sollievo quando incontrò gli occhi di Vegeta, rilassandosi nuovamente.

Oh, meno male, sei tu Vegeta! Per un secondo ho temuto che fosse arrivato uno dei miei amici...o, ancora peggio, Yamcha!”

Senti, non mi interessano le tue paure. Va' via, devo allenarmi.” fece il principe, infastidito.

Mi dispiace, ma io lì non ci torno!”, esclamò la ragazza, indicando la Capsule Corporation.

Il saiyan alzò un sopracciglio. “Ma tu non dovresti sposarti?”

Notò che lo sguardo dell'inventrice si faceva sempre più triste, prima che rispondesse dopo aver sospirato.

Sì, dovrei. Ma...non so, non credo che stia facendo una cosa buona. Non penso che Yamcha sia la persona giusta per me.”

E credi che scappare dal tuo matrimonio sia un buon modo per trovare una soluzione?”

Bulma alzò gli occhi; Vegeta, a braccia conserte, la guardava con un sorriso beffardo. La stava prendendo in giro per il suo comportamento infantile.

Credevo che solo i bambini cercassero di sfuggire dalla realtà, ignorando i problemi...”

La ragazza rispolverò il suo orgoglio, portandosi le mani sui fianchi e assumendo il suo solito atteggiamento aggressivo. “Vuoi aiutarmi o darmi delle lezioni?!”, esclamò.

Nessuno dei due”, sbottò il principe, “vorrei allenarmi, se non ti dispiace!”

Lei finse di non averlo sentito. “Io...io non posso tornare là, lo capisci? Tutti si aspettano che io arrivi lì e sposi Yamcha! Tutti pensano che avremo dei bambini...che vivremo una vita felice, insieme, ma...”

Sospirò, frustrata. “Non credo di poterlo fare. È una cosa più grande di me, questa.”

Vegeta non parlò, e Bulma sapeva bene che non avrebbe detto una sola parola. Ma non per questo smise di parlargli.

Io non posso farlo! Non me la sento! Non voglio sposarlo!”

Puntò gli immensi occhi azzurri in quelli nerissimi di Vegeta. “Aiutami, ho bisogno di un consiglio. Tu cosa faresti al posto mio?”

Per la prima volta, Vegeta si ritrovò colto alla sprovvista. Beh, era anche la prima volta che ascoltava uno “sfogo terrestre”, credeva si trattasse di qualcosa di simile, ma sopratutto era la prima volta che si ritrovava interrogato a proposito di questioni che non riguardassero morti, stragi o conquiste di pianeti. Dovette pensarci per qualche secondo, tentando di nascondere la sorpresa.

Uhm, io...”

Lei sembrava dipendere totalmente da lui, come se la sua risposta fosse quella decisiva.

...io andrei lì e lo ucciderei, quel buono a nulla! È un terrestre totalmente inutile, debole, un vero pivello! Ti aspetti forse che potrà proteggerti tutta la vita? Pensi che sarà in grado di assumersi le responsabilità derivate da una famiglia?”

Bulma si prese il viso fra le mani. “No.”

Vegeta esibì un sorrisetto trionfante.

Beh, questo comunque non cambia le cose di molto! Non posso andare là ed ucciderlo, lo capisci scimmione? Devo trovare un altro modo!”

Prima che il principe potesse rispondere, alle loro orecchie giunsero le voci dei genitori e degli amici di Bulma che la chiamavano, parlando del suo imminente matrimonio.

Dio!”, esclamò la ragazza, con un'espressione quasi terrorizzata sul volto. “C-cosa faccio?”

Si voltò verso Vegeta, agitatissima, afferrandolo per la maglietta. “Cosa faccio, Vegeta?”

Il ragazzo le prese i polsi, facendole lasciare la presa. “Prima di tutto, stai calma. Mi innervosisci, con questa tensione.”
La ragazza annuì, troppo ansiosa per rispondergli per le rime. “Avanti, dimmi come posso cacciarmi fuori da questo guaio. Farò qualsiasi cosa vuoi, se mi aiuti!”

Il ragazzo ghignò. “Qualsiasi cosa, dici?”

Sì!”, annuì di nuovo lei, con decisione. “Qualsiasi cosa!”

Bene”, socchiuse gli occhi lui, “allora non sposarti.”

Lei lo guardò stupita. “C-cosa?”

Te l'ho detto”, ripeté lui, “non sposarti. Questa è la condizione affinché ti aiuti.”

M-ma...”

Il principe assunse nuovamente la sua espressione severa e il suo tono burbero. “Allora, cosa diamine stai aspettando?! Va' e di' a tutti che non vuoi sposarti!”

Quell'ordine -Bulma non avrebbe trovato altro modo per definire quelle parole- svegliò totalmente la ragazza, che riprese possesso di sé e annuì per l'ennesima volta, più decisa di prima.

Hai ragione!”, esclamò, sicura di sé. “Vado e torno!”

Torni un accidenti!”, replicò il principe. “Non azzardarti a interrompere nuovamente il mio allenamento. Potrei non essere così gentile, la prossima volta che interferisci.”

Beh, allora ciao, scimmione!”, fece la ragazza, stizzita, dandogli le spalle e iniziando a camminare. Si fermò dopo aver fatto qualche passo, stavolta con un sorriso sulle labbra.

Vegeta?”, chiamò con dolcezza, voltandosi verso di lui. Il saiyan la guardò, chiedendosi cos'ancora volesse da lui.

...grazie. Mi hai salvata.”

Bulma riprese a camminare, senza lasciargli il tempo di rispondere.


Anche se non c'era bisogno di alcuna risposta.



Bulma era sempre stata una persona piuttosto sofisticata, ma mentre sentiva i piedi nudi a contatto con l'erba non poté fare a meno di sentirsi bene.

Beh, dopotutto non era solo per quello che si sentiva meglio. Si voltò di nuovo, ormai lontana da Vegeta, ma assumendo di nuovo quello sguardo dolce mentre puntava i grandi occhi azzurri sulla radura in cui lei e il principe avevano parlato; lui le era stato davvero di aiuto, molto più di quanto avesse mai potuto immaginare. Forse, in fondo in fondo, nel suo cuore non c'era solo rabbia e odio...

Ehi, Bulma.”

Bulma fu riscossa dai suoi pensieri da una voce familiare che la chiamava.

Si voltò dalla parte opposta, ritrovandosi di fronte il suo promesso sposo, vestito con giacca e cravatta e dall'espressione piuttosto confusa.

Cos'è successo? Il nostro matrimonio è imminente...”, azzardò, quasi sottovoce.

La ragazza dischiuse le labbra come per rispondere, ma poi rimase in silenzio. “Yamcha.”

Lui annuì al suo richiamo. “Dimmi.”

C'è...qualcosa che non va”, mormorò lei. Il ragazzo alzò la mano con cui stava tenendo le sue scarpe, indicandole con un cenno della testa.

Lo so”, rispose, “non hai le scarpe. Te le ho portate.”

Bulma si concesse un lievissimo sorriso. Yamcha...il ragazzo carino e romantico, a volte anche un po' ingenuo, di cui si era innamorata come una bambina. Quante belle giornate, trascorse in sua compagnia...quante avventure! Tutti ricordi legati alla sua adolescenza, durante la quale non poteva definirsi che una ragazzina capricciosa. Ma adesso basta con i capricci, era ora di affrontare la realtà.

Alzò anche lei la mano e la poggiò sul polso del promesso sposo, facendogli abbassare il braccio.

Non mi riferivo alle scarpe”, disse piano, “ma al nostro matrimonio.”

Lo sentì irrigidirsi. “È per il fatto che ti ho visto in abito da sposa prima di celebrare le nozze? Si tratta di questo? Avanti, Bulma, non crederai mica che...”

Nemmeno, Yamcha”, lo interruppe, “parlo della nostra decisione. Io...non sono sicura che sia la scelta giusta.”

Il ragazzo assunse un'espressione mista fra la confusione e l'incertezza. “Cioè? Cosa intendi? Io e te stiamo bene insieme, lo sai benissimo...”

Non è questo, è che...non me la sento, Yamcha. Scusami, ma davvero non riesco a vedermi nei panni di tua moglie. Né riesco a vedere te in quelli di mio marito...forse ci siamo presi un po' in giro, tutti questi anni, non credi?”

Lui non si lasciò convincere. “Ma, Bulma”, ridacchiò nervosamente, “ci stiamo per sposare, te ne rendi conto? Dai, non lasciare che certi pensieri ci rovinino questo giorno. Lo so, abbiamo litigato spesso, ma alla fine si trattava solo di bisticci da bambini, l'hai detto tu stessa!”

No, Yamcha! Non...non posso sposarmi con te! Non è ciò che voglio!”, esclamò la ragazza, senza riuscire a trattenersi. Al ragazzo, che stava per replicare, morirono le parole in gola. Sentì il cuore pervaso da un dolore mai provato prima, legato ad un'ancora e gettato giù nelle profondità di una buia, triste oscurità.

C-cosa...”, provò a dire, ma riuscì solo a fissare Bulma come se lo avesse appena accoltellato.

La ragazza gli si avvicinò piano, guardando in basso con aria dispiaciuta, poi rialzò lo sguardo e incatenò i suoi occhi a quelli confusi e increduli dell'amico.

Perdonami”, disse piano. “Non avrei mai voluto farti del male.”

Si alzò in punta di piedi -in un gesto che a Yamcha ricordò dolorosamente il loro primo bacio- e posò le braccia intorno al suo collo, stringendosi al suo petto come se volesse proteggerlo in quell'abbraccio non ricambiato.

Sei una delle persone migliori che io potessi mai sperare di incontrare, e ti ringrazio per avermi sopportato e amato per tutto questo tempo. Grazie davvero.” aggiunse in un sussurro. “Ti voglio bene, Yamcha. Più di quanto tu possa immaginare.”

Fece come per ritirarsi, ma lui le prese i polsi impedendole di allontanarsi.

Perchè...”, chiese quasi a bassa voce, “perché mi stai dicendo tutto questo, solo ora?”

La ragazza si morse un labbro. “Avrei dovuto dirtelo tanto tempo fa”, mormorò. “Ma poi ho promesso a una persona che avrei fatto una cosa.”

Lasciò vagare lo sguardo lontano dal suo, osservando gli alberi che li circondavano. Per un attimo le parve di notare una figura agile e slanciata nascosta nel buio, ma Yamcha la distrasse dai suoi pensieri.

Che cosa?”, chiese, con un tono di voce quasi supplicante. Lei potè specchiarsi nei suoi occhi lucidi, e quasi fu tentata di abbracciarlo di nuovo e rimangiarsi le parole appena pronunciate.

Si allontanò da lui osservando il sole tramontare, senza neppure riprendersi le scarpe e voltandosi lanciandogli un ultimo, triste sorriso.

Qualsiasi cosa.”




Angolo Autrice



Eccomi qui con una bella Bulma/Vegeta! Spero che questa shot vi sia piaciuta, anche se me ne rendo conto, è decisamente triste >.<

Mi dispiace un po' per il povero Yamcha, è rimasto solo con le scarpe di Bulma in mano, lì con lo sguardo triste e sperduto. Che si sia accorto anche lui di una certa persona che li osservava?

Diciamo che il principe era disposto a tutto, pur di riprendere con il suo allenamento...perfino ad aiutare la nostra cara inventrice! Anche se ho qualche dubbio sul fatto che l'abbia fatto solo per farla andare via...u.u

Voi cosa ne dite?

Vi ringrazio ancora per aver letto, e vi saluto con tanto affetto.

Un bacione,



Seele                                     


  
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